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Autore: Kirale    28/02/2016    6 recensioni
Sai che io non credo alle coincidenze, io credo nel destino...
Piccola side story tratta dalla fanfiction "Over Again" ma penso possa venir letta anche da chi non segue quella storia.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona Domenica a tutti!
Va bene, fatemi spiegare che cosa sto postando oggi.
Dovete sapere che scrivere “Over again” al punto dove siamo ora, sta iniziando a far star male anche me.
E' difficile portare avanti dei capitoli dove Camilla e Gaetano soffrono e sono separati, per cui anche io avevo bisogno di uno stacco.
"Between dreams and reality" era nata come draft da far leggere ad una persona che si sentiva giù, poi la ho risistemata, un pochino allungata e ho pensato che magari anche chi seguiva l'altra storia, aveva bisogno di un attimo di tregua per cui questa settimana invece del solito capitolo, posto qualcosa di un po' differente.
E' a tutti gli effetti, una side story di “Over Again” che si colloca durante il capitolo undici, per capirci poco prima che inizi tutto il casino, ma può forse essere letta anche come one shot a sé.
Non so se vi piacerà, probabilmente no perché il romanticismo e io siamo su due pianeti opposti, ma avevo veramente bisogno di un po' di amore prima di rituffarmi nell'angst.
Scusatemi se non è quello che vi aspettavate, spero che però almeno mi facciate sapere cosa ne pensate e grazie ancora per tutti i commenti e l'incoraggiamento che ricevo sempre da voi!

Allora, direi che si può partire!
Buona lettura!!

 


Over again: Side Story

Between dreams and reality

 

Era così rilassante il rumore del mare.
Una brezza leggera le scompigliava i capelli e sicuramente l'aria della sera le avrebbe fatto sentire freddo se non avesse avuto intorno quelle braccia forti a riscaldarla.
Non c'era posto più sicuro, luogo dove si sentisse più in pace.
Chiudendo gli occhi, si appoggiò al suo petto respirando quel profumo che ormai era parte di lei e tracciando linee invisibili sul dorso delle mani dell'uomo.
La camicia che indossava sopra il costume era leggermente sbottonata e si accorse dell'esatto istante in cui quelle labbra calde si avvicinarono alla sua pelle.
Percepì il leggero soffio sotto le orecchie prima di sentirlo, mentre approfittava della scollatura per lasciare una scia di baci che dal collo scendevano verso luoghi che sarebbe stato meglio non esplorare in quel preciso momento.

- Sta cercando di farci arrestare per atti osceni in luogo pubblico commissario? -

Chiese un po' divertita mentre a dispetto delle sue parole, una delle mani andava a cercare quel volto cominciando con una carezza su quella leggera barba per poi insinuarsi tra i suoi capelli come a trattenerlo, esattamente nella stessa posizione in cui si trovava.
Lo sentì ridere senza staccarsi e le vibrazioni arrivarono fino alla punta dei piedi.
- E' colpa tua, il tempo passa ma su questo collo ci muoio ogni volta...-
E come a riprova di quello che diceva, le labbra risalirono tracciando la linea blu della vena che la sua pelle bianca lasciava intravedere.
- Lo sai che l'idea di andare al mare è stata stupenda? -
Subito dopo la frase, aveva voltato il viso appoggiandolo nell'incavo del collo di lui.
Non era l'unico ad avere una passione per quella parte del corpo dopotutto.
- Era da tanto che volevo venirci con te, stare così lontano da tutto, rubare del tempo solo per noi. Anche perché guardarti in questo momento preciso mi fa sentire l'uomo più fortunato del mondo...sei veramente bellissima, ti brillano gli occhi.-
- Sarà quest'aria che mi fa bene...-
- Ah, solo l'aria eh? Va bene, allora vorrà dire che ti lascio sola soletta con quest”aria che ti fa bene” e me ne torno in hotel...-
- Un attimo commissario non avevo finito! Non è mica tutto merito dell'aria...-
Sentì le braccia che la stringevano più forte mentre una mano si insinuava dentro la camicia ad accarezzare la pelle ancora umida.
- Ah, ecco, volevo ben vedere...-
Frenò una piccola risata che le stava per scappare.
- Anche il cibo dell'hotel non è niente male! -
- Ah sì? Bene l'hai voluto tu! -
Non ebbe il tempo di capire cosa stesse succedendo prima di sentire la mano che la stava toccando cominciare a farle il solletico.

E lei lo soffriva tantissimo.

- No, aspetta, no, no non vale!! - scoppiò in un risata che non accennava a calmarsi, tentando di allontanare quella mano e fallendo miseramente nel tentativo quando anche l'altra si unì a continuare il supplizio senza pietà.
- Allora professoressa, questa verità la tiriamo fuori? - chiese Gaetano senza minimamente diminuire l'attacco mentre lei si divincolava tra le sue braccia.
Quando scorse sul volto le lacrime provocate dal riso, cessò la sua tortura e sentì Camilla rilassarsi di nuovo poco prima di girarsi completamente verso di lui trascinandolo in un bacio dolcissimo che aveva il sapore di salsedine.
- Diciamo che anche la compagnia non è proprio da buttare via...-
- Ci voleva tanto a confessare? - domandò divertito mentre la faceva di nuovo voltare e accoccolarsi tra le sue gambe appoggiata al petto.
- Tanto no, ma mi diverto a vedere le tue reazioni...-
E quell'espressione maliziosa poteva essere quasi considerata reato.
- Ah quindi è questo eh, ma brava la nostra prof...credo proprio che dovrò punirti di nuovo a dovere...-
Le mani ripresero a fare il solletico mentre lei ricominciava a ridere.
- No dai no no...dai ti preg..-

- Mamma!!! Papà!!! Potty ha fatto andare la pallina nel mare!-

I due si bloccarono sul colpo e girarono contemporaneamente i volti verso la voce che li chiamava.
Quattro anni e mezzo e aveva ereditato da Torre la capacità di arrivare sempre nei momenti più difficili da spiegare.
Ovviamente, la faccina imbronciata contornata da quei ricci ribelli funzionava già perfettamente con i genitori, i quali in un modo o nell'altro non riuscivano mai a dirle di no.
Gaetano cercò di ricomporsi per primo mentre guardava la piccola come chi sa benissimo che quel tornado ne pensa una ma ne fa cento.
- Ah..è stato Potty eh...Potty che manda le palline in mare, hai sentito Camilla? -
- Ma certo, lo fa sempre, non te ne sei mai accorto?- rispose lei a tono mentre la bambina aveva messo le mani dietro la schiena e si dondolava con un sorriso furbo.
- Eh ma adesso come facciamo a riprenderla? - chiese al papà con quegli occhi identici ai suoi e ai quali Gaetano non era mai riuscito a dire di no.
L'uomo finse di pensarci toccandosi il mento.
- Io direi che possiamo prendere una bambina a caso...-
Si alzò in piedi avvicinandosi a lei e senza farle capire niente la prese in braccio come un sacco di patate.
-...e buttarla in mare insieme alla pallina?- la sentì ridere di cuore mentre veniva sollevata in alto e fatta girare come una trottola.

Camilla li guardava come se fossero un quadro mentre sopraggiunse anche Potty con la famigerata pallina in bocca e tutto bagnato.
Non ci poteva fare nulla, Gaetano con sua figlia perdeva sempre in partenza, chissà da chi aveva ripreso.
- Dai, adesso però basta giocare che Potty ha salvato la situazione e noi dobbiamo tornare in hotel, Eva stasera ci porta Tommy, ve lo siete scordato? -
Gaetano mise la bimba per terra mentre lei corse immediatamente dalla mamma travolgendola come un uragano e stringendola forte.

- Sei arrabbiata mamma? -

Quegli occhioni azzurri erano due calamite, era vero, Camilla notava quanto Gaetano fosse indulgente ma sapeva benissimo di essere esattamente nella stessa barca quando si trattava di lei.
- No amore, non lo sono a patto che ora tu mi dica la verità...è stato proprio Potty a far andare la pallina nel mare? -
E lo sguardo della piccola si abbassò.
- E' colpa mia...Potty non c'entra...-
- Eccola la mia Elena – le accarezzò il visino prima di abbracciarsela e stamparle una serie di baci che le fecero il solletico e la portarono nuovamente a ridere.
- Allora, se le mie due donne sono d'accordo, io proporrei di tornare in albergo, cambiarci mentre aspettiamo Tommy e poi da principesse quali siete vi porto a mangiare...-
- Pizza e patatine!!!!- esclamarono le due insieme
- Ma...come pizza e patatine, ma non è regale...- commentò Gaetano un po' sorpreso.
- E vabbè noi non ci formalizziamo vero amore mio? - chiese Camilla alla bambina che alzò le braccia entusiasta.
- Voglio le patatine fritte!! -
La faccia di Camilla diceva chiaramente “Te l'avevo detto ” mentre Gaetano sospirò divertito.
- Vada per pizza e patatine...ah povero me – mentre scuoteva la testa si rimetteva seduto sul telo – riuscirò mai a vincerne una con voi due? -
Madre e figlia si guardarono complici.
- No! -
Contemporaneamente si gettarono sull'uomo attaccandolo con il solletico.
- Due contro uno! Questi sono colpi bassissimi! Mi arrendo, giuro mi arrendo! -

 



Le risate le risuonavano ancora nelle orecchie mentre apriva gli occhi ritrovandosi nella penombra della sua camera da letto a Torino.
Il respiro ritmico di lui le dava una sensazione di protezione immensa, mentre si rendeva conto di aver sognato.
Alzò lo sguardo verso il suo volto e le si dipinse un'espressione malinconica.
Ne avevano parlato proprio quella sera, era vero, e sebbene si fosse messa il cuore in pace, quel sogno era stata la prova che probabilmente tanto rassegnata non riusciva ad esserlo.
Si appoggiò di nuovo al suo petto stringendolo a sé e sospirando.
- Amore, che hai? -
La voce di Gaetano era impastata da sonno.
- Scusa, non volevo svegliarti...-
Eppure quel picchiettare leggermente le dita sul suo petto entrava in conflitto con la risposta.
- C'è qualcosa che non va, è così? -
Erano talmente una cosa sola che lui lo aveva capito semplicemente da come muoveva le mani.
- E' che ho fatto un sogno e...-
Sentì le labbra di Gaetano lasciarle un bacio sui ricci prima che una mano cominciasse pigramente ad accarezzarle la schiena.
-E che cosa hai sognato? - chiese chiudendo gli occhi e percependo distintamente i battiti del cuore di Camilla farsi meno ritmici.

Non doveva essere una cosa da dire facilmente.

- Era solo un sogno, però era...indescrivibile. Non mi ero mai sentita in quel modo...-
- Così mi metti solo più curiosità...-
- Ho sognato che avevamo...che io e te avevamo...-
Non riusciva a finire la frase ma non ce n'era stato bisogno, l'aveva già intuito, doveva essere colpa della chiacchierata di quella sera.
E lui venne pervaso dalla tristezza, perché sapeva benissimo la sensazione che si prova a risvegliarsi da uno di quei sogni.
Non le contava più le notti nelle quali, dopo un aver aperto gli occhi, si era trovato da solo nel suo letto, aveva tirato fuori la foto di lui, Camilla e Tommy e guardandola desiderato ardentemente che i visi fossero quattro.
Con le dita cominciò ad accarezzare il dorso della mano di lei, come quando gli capitava ogni volta che doveva dire qualcosa di difficile.
- Lo sai, lo ho sognato anche io...e non una volta sola...-
Ammise mentre quell'azzurro si velava di rimpianto.
- Davvero? - lei alzò lo sguardo sorpresa.
- Sì...anche se molto spesso erano più sensazioni che altro...è difficile che me li ricordi perché li ho fatti nel corso di tutti questi anni, anche se solo da quando ci siamo rivisti a Torino sono diventati più nitidi...ma la mia mente li dimentica subito..-

E forse da una parte è meglio così...

I suoi occhi cercarono quelli di lei con uno sguardo incredibilmente vulnerabile.
- Però ce ne è uno che ho fatto recentemente e...quello me lo ricordo più degli altri per qualche strano motivo...-
Eccola lì la luce della curiosità accendersi in quelle due nocciole ormai completamente sveglie.
- E che cosa hai sognato? -
Gli scappò un mezzo sorriso, la voglia di sapere era riuscita persino a farle dimenticare la tristezza.
- Ho sognato che eravamo al mare, eravamo io, te, Potty e poi...-
Gli occhi di Camilla se possibile si allargarono anche più di prima.
- E poi? - non sapeva perché ma il cuore aveva ricominciato a batterle forte.
- E poi con noi c'era anche una bambina...che ti assicuro era bella come la sua mamma - ammise con un sorriso dolcissimo.
- Ma...davvero? - i battiti le rimbombavano fino alle orecchie ormai.
- Sono un po' ridicolo eh...- quell'espressione dolce si era velata di tristezza.

Quanto tempo avevano perso.

Non lo avrebbero mai recuperato ma lei promise a se stessa di non lasciarsi scappare mai più neanche un minuto della loro vita insieme.
Scosse la testa mentre pensava alla coincidenza del sogno.
- No no assolutamente no...oltretutto anche nel mio eravamo al mare... -
- Davvero? Beh però su questa non mi batti, pensa che nel mio sogno la bambina aveva anche un nome...-
Camilla sorrise intenerita, era così anche nel suo, oltretutto il nome della bimba non le era affatto familiare...però lo aveva.

- Ah sì? E come si chiamava? - domandò mentre appoggiava entrambi gli avambracci sul petto di lui adagiando lì sopra il mento.
- Dunque aspetta...-
- Ma, avevi detto che te lo ricordavi! -
- Sì me lo ricordo, me lo ricordo dammi un attimo per fare mente locale sono assonnato... comunque siamo curiose eh? -
- E tu sei noioso, allora, questo nome? -
Vide lo sguardo di lui sognante, gli occhi si perdevano nel vuoto.
-Ok, si ora me lo ricordo...si chiamava Elena...-

Eh no aspetta un attimo

Camilla lo fissò sbalordita.
- Ma...stai scherzando? -
Riconoscendo il tono incredulo, Gaetano ritornò alla realtà incontrando lo il viso scioccato della donna.
- Ok, adesso non ci capisco niente...perché fai quella faccia? -

Avrebbe voluto dirglielo ma...a che sarebbe servito? A farlo stare peggio? E comunque dovevano aver sentito entrambi quel nome da qualche parte e lì si spiegava tutto.
Ed erano talmente in sincronia che persino i loro figli immaginari li chiamavano uguali.

Ma tanto era stata solo una coincidenza.

Sai che io non credo alle coincidenze, io credo nel destino...

Scosse la testa.

- No è che...ma no, no non è possibile, no guarda è veramente una cosa paradossale, non ha senso...ma che mi metto a pensare!-
Quell'uscita così strana insospettì Gaetano.
- Camilla, ora mi spaventi, devo chiamare uno psichiatra? Quando una persona comincia a rispondersi da sola non è un buon segno...-
Lo guardò con gli occhi stretti.
- Chiameresti uno psichiatra per me?-
- Guarda, farei fare un consulto con dieci psichiatri...che tanto poi si arrenderebbero perché capire cosa passa in quella tua testolina riccia è impossibile per tutti...- sorrise sconsolato - però ora è tardi quindi sarà meglio rimandare questi progetti ad un altro momento, domani avrò una giornata pesante...-
Le diede un leggero bacio sulle labbra prima di chiudere gli occhi.
Il silenzio tornò a regnare solo per essere interrotto pochi minuti dopo.
- Comunque tu ogni tanto ci riesci...- commentò Camilla che a quanto pare aveva perso ogni voglia di dormire.
Le rispose ancora con gli occhi chiusi.
- Quanto siamo gentili oggi...ora però dormi ok? Così non ti lamenti più che ti faccio fare le ore piccole...- non lo vedeva ma percepiva il sorriso sulle labbra.
Sospirò anche lei con le labbra piegate, mentre l'unico rumore che si sentiva era il respiro di Gaetano.
Morfeo la stava disperatamente invocando e da una parte era vero che lei aveva sonno, ma dall'altra un piccolo tarlo non la smetteva proprio di volersene stare zitto.

- Ma proprio Elena si chiamava la bambina? -

Improvvisamente, Camilla sentì Gaetano muoversi e in un batter d'occhio si trovò sotto di lui.
- Amore...che devo fare per farti dormire? - la domanda sembrava dura, ma lo sguardo adorante di lui le faceva capire che stava assolutamente giocando anche se forse un po' spazientito lo era.

Ma lei in questo gioco ci si divertiva immensamente.

- Io un'idea ce l'avrei...- sorrise mentre faceva scorrere le sue mani dietro le spalle di lui attirandolo a sé.
Non c'era bisogno di altre parole, quando perdevano la nozione del tempo, la pelle si faceva incandescente e i sospiri si tramutavano in gemiti tutto il resto scompariva e non esisteva niente all'infuori di loro.

E poi lì tra le sue braccia, dopo essere stata travolta da un'ondata d'amore che la aveva completata, Camilla si sentì finalmente serena.
Osservando il viso addormentato di Gaetano gli passò una mano tra i capelli prima di abbandonarsi anche lei al sonno cullata dai suoi respiri.

- Elena eh...-


 

OK eccola qui.
E' incredibile che io, romantica come Mercoledì della famiglia Addams, abbia sentito il desiderio di scrivere qualcosa del genere.
Dopo tante settimane di angst (contate che io sto scrivendo i capitoli ormai da tanto) avevo bisogno di una pausa ed è nata questa.
Riprendiamo con l'angst dalla prossima settimana anche se tre capitoli massimo quattro e poi "Over Again" vi saluterà.
Prego davvero che questa side story non vi abbia annoiato, e chissà che non sia profetica...o magari sto solo trollando.
Come sempre, non mi stancherò mai e poi mai di ripeterlo, GRAZIE!
E spero mi facciate sapere cosa ne pensate pregando che non vi siate addormentati.
A Domenica prossima!

 


 


 

   
 
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