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Autore: Marra Superwholocked    28/02/2016    3 recensioni
[Cockles] Surreale one shot in cui un piccolo arcangelo Gabriele spia la Terra attraverso un insolito metodo e rimane affascinato da una coppia di amanti: Jensen e Misha...
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ed eccomi qui con una nuovissima one shot! Premetto che l'idea l'ho avuta per caso, grazie ad un'amica (anche se, tuttavia, non ricordo esattamente cosa abbia acceso la scintilla xD) e se qualcuno ha già scritto qualcosa di simile, mi dispiace, posso assicurare che è pura casualità :)
Questa one shot è del tutto priva di senso xD Mi spiego: l'arcangelo Gabriele ancora bambino in questo momento? Non è affatto possibile, ma era necessario per rendere tutto “carino” xD
E nulla... Ci ho impiegato un po', ma alla fine ce l'ho fatta e sono abbastanza fiera di ciò che è venuto fuori :3 Quindi vi auguro buona lettura e vi chiedo gentilmente di lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate :)


xoxo
Marra

 

 

My pretty ship
- Because Gabe is a Cockles shipper too -


«Fila in camera tua! E smettila di seminare dolci per casa!» gli ordinò suo padre.
«Ma io volevo solo aiutare Cassie a volare...»
«Aiutarlo?! L'hai lasciato cadere da una nuvola e c'è mancato poco che non si schiantasse sulla Terra!»
«Ma-»
«Rimarrai in punizione finché non scoprono se è nata prima la gallina o l'uovo!»
Il povero Gabriele ci rimase assai male, ma suo padre – Dio, per chi non l'avesse ancora capito – non ammetteva repliche. Andò quindi dritto in camera sua trascinandosi dietro le sei piccole alucce dorate, tristi come lui stesso. Pareva il ritratto del malumore. I suoi fratelli e le sue sorelle lo stavano tutti fissando; Cassie strillava tra le braccia di Michele, il quale lo guardava deluso e preoccupato. Gabriele si sentì la pecora nera della famiglia mentre si richiudeva la porta alle spalle.
«Perché nessuno apprezza mai i miei metodi?!» si chiese, in lacrime. Ma poi gli venne una brillante idea per ringalluzzirsi un po'...
Il piccolo Gabriele sgattaiolò verso la sua scrivania ed accese il suo computer angelico. Aveva già hackerato i sistemi di sicurezza del padre, piccole telecamerine gassose sparse in giro per il mondo con le quali teneva d'occhio l'umanità, per cui gli fu facile ripercorrere quei passi. Per lui era come seguire una serie tv o un reality show. C'erano addirittura volte in cui il piccolo argangelo si divertiva ad intrattenere i suoi peluches con delle performance che nemmeno Oprah...
Appena fu tutto pronto, corse a prendere i suoi lecca-lecca preferiti, quelli con tutti i colori dell'arcobaleno, e si mise comodo sulla sua poltroncina piumata. Mise a schermo intero e...
«Baciala!» fu la prima cosa che egli gridò. «Baciala, razza di idiota!» ripeté con enfasi e sembrò che i due diretti interessati lo avessero ascoltato perché si baciarono. Subito dopo Gabriele parve così soddisfatto che cambiò telecamera e si fermò sul canale di una che gli mostrava una coppietta a lui sconosciuta. Due uomini, uno moro e l'altro castano-biondo, entrambi sulla quarantina, se ne stavano seduti sulla gradinata di una casa spaziosa ed accogliente, guardando il prato verde e sano che si stendeva davanti ai loro occhi. Essa aveva l'aria di essere anche molto calda durante l'invero, poiché interamente di legno, costruita probabilmente dallo stesso proprietario.
«Allora, dimmi: quand'è che hai intenzione di dire a tua moglie la verità?» chiese quello moro mentre Gabriele si incuriosiva sempre di più.
L'altro, dagli occhi di un verde brillante, guardò in basso. «Non ho ancora trovato il momento giusto, Misha... E poi non penso che avrebbe la stessa reazione positiva di Vicky» rispose infine.
«Diamine, Jensen!» esclamò il moro mettendosi le mani tra i capelli per la disperazione. «Posso capire che tu non voglia rivelarlo ai fan e a mezzo mondo, ma si tratta di tua moglie! Glielo devi! Non puoi tenerle nascosta la nostra relazione per sempre» disse stropicciandosi gli occhi. Quando li riaprì, li pose su quelli di Jensen ed incontrò il suo sguardo.
Nel frattempo, Gabriele prese un secondo lecca-lecca senza staccare gli occhi da quei due...
«Jensen...»
Jensen fissò gli occhi di Misha per poi cadere sulle sue labbra increspate e severe. «Mi dispiace, Mish, non voglio farla soffrire...»
«Ma non ti sto chiedendo di divorziare da lei, ti sto solo pregando di dirle la verità: che nessuno è perfetto!»
A quel punto, Jensen si alterò: si alzò all'improvviso dando un calcio ad un vaso di fiori a poca distanza da lui e rientrò in casa senza dire una parola; sia Misha che Gabriele, ovviamente, si spaventarono e pensarono al peggio, ognuno in modo diverso.
Così Misha rimase da solo, sotto gli occhi del piccolo arcangelo che doveva ancora imparare tanto dagli umani. Lo vide coprirsi il volto, non per imbarazzo, ma per il senso di vuoto che provava in quel momento e Gabriele si sentì per la prima volta davvero impotente di fronte a quella scena.
Egli, infatti, aveva assistito, nel corso degli anni, a svariati episodi di litigi, guerriglie e riappacificazioni tra fidanzati, ma mai aveva visto una cosa del genere. Amore incontrollato che nasceva e si evolveva dall'amicizia, amore così puro da passare inosservato agli occhi di tutti, amore naturale e bello, sincero, che non ha bisogno di nessun'altra parola per essere descritto. Amore quasi difficile da spiegare e accettare, tanto da far star male entrambi i partecipanti al match.
A Gabriele scappò un profondo sospiro pieno di tristezza. Avrebbe voluto prendere a schiaffi quel Jensen e farlo tornare indietro, a chiedere scusa a Misha...
Tuttavia, accadde qualcosa di inaspettato.
«Jensen!» La voce di Misha rieccheggiò per la casa. Una coppia di bambini inseguiti da un gigante capellone gli tagliarono la strada, ridacchiando, e lui passò oltre. Incontrò Vicky, sua moglie, ma continuò a camminare. Una bambina gli si attaccò ad una gamba, chiamandolo papino, ma lui la prese in braccio e le disse di fare la brava prima di rimetterla a terra. Incrociò con lo sguardo gli occhi di una ragazza molto semplice e bella. Misha si fermò. Chi era lui per intromettersi nella vita di Danneel e Jensen? Chi era lui per rovinare l'armonia di una famiglia così unita? Poi Jensen, che stava scherzando con sua moglie, Danneel, si voltò e Misha rivide i suoi occhi verdi e luminosi e non capì più niente. In un istante lo raggiunse e gli prese il volto tra le mani e lo baciò così intensamente che tutti si fermarono. Anche il tempo sembrò fermarsi. Perfino Gabriele si bloccò con una pralina di cioccolato mezza masticata in bocca, sussurrando qualcosa che sembrava Wow.
Le lingue dei due uomini danzarono insieme, parendo entità divine, finché Misha non lasciò andare le labbra di Jensen, rosso in volto. Ancora con i petti pericolosamente attaccati, i due amanti si guardarono negli occhi e Misha si sentì un po' in colpa.
I primi che ripresero le loro attività normali, e quindi giocare, furono i bambini, anime innocenti e prive di pregiudizi di fronte all'amore fra due uomini.
«Io... Io non s-sapevo c-come...» balbettò Jensen diretto alla moglie.
Lei lo fermò. Gli stava sorridendo dolcemente. «Lo so. Pensavate forse di riuscire a tenerlo nascosto per sempre?»
Jensen ne rimase stupito e si innamorò nuovamente di quella meravigliosa donna. «Davvero?»
Danneel accarezzò una guancia del marito. Dentro di sé c'erano molte cose che avrebbe voluto tirare fuori, ma nessuna di esse era un insulto o uno schiaffo. Lei lo sapeva, così come lo avevano intuito molti fan e amici: la Cockles era reale ed erano così belli che l'unica cosa che a Danneel uscì dalla bocca fu «Ti amo, sei la mia vita, quindi perché mai dovrei essere arrabbiata o offesa? È possibile amare due persone nello stesso momento e io... Io non voglio abbandonarti proprio ora.»
A Jensen scese una lacrima così Misha lo lasciò andare ed egli abbracciò la moglie, ringraziando il cielo per avere avuto la possibilità di conoscere e sposare Danneel.
Gabriele rimase attaccato allo schermo alcuni istanti, il necessario per rivedere altri momenti di tenerezza tra Misha e Jensen e proprio quando Jensen baciò l'altro più decisamente e più liberamente, Gabriele si raggomitolò sulla poltroncina con le ginocchia al petto, colpendosi leggermente le guance e sussurrando di continuo a se stesso: «Quanto li shippo! Quanto li shippo!»

   
 
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