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Autore: Hazel 88    19/03/2005    2 recensioni
Salve a tutti sono Hazel. Ho iniziato a scrivere fanfiction insieme a due amiche, Lilith ed Eiko che spero pubblicheranno presto i loro lavori.E' la prima volta che pubblico una fanfiction su questo sito. Spero vi piaccia... In questa ff Yuri decide di ribellarsi alla Borg e cambierà grazie ad una ragazza ed i suoi amici... Commentate!
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Rei Kon, Yuri, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era notte. L’aria era gelida. La neve scendeva formando una spirale. Tutto era silenzioso attorno al monastero, ma al suo interno il silenzio era turbato da degli schiocchi. SHAAA!- Sei un incapace! Hai tradito la mia fiducia. Tu, il blader più forte allenato dalla Borg! -diceva una voce seria e altera ad un ragazzo dai capelli rosso fuoco e gli occhi di ghiaccio, completamente insanguinato per via di una frusta che lo colpiva ripetutamente. -Mi meraviglio di te Yuri, non solo hai disonorato la Borg , ma sei anche rimasto abbindolato dalle parole di quel ragazzino del team dei BladeBrakers- continuò l’uomo. -Ma signor Borgov, io…- replicò Yuri -Taci! Non voglio sentire ragioni! Non hai scuse per il tuo vergognoso comportamento!- lo zittì Borgov -tu, un blader freddo e spietato, colpito dalle parole “amicizia” e “rispetto” verso i compagni e i beyblade- -Io, veramente…- -Ho detto silenzio, Yuri Ivanov!- l’uomo si era alterato e ora guardava il ragazzo minacciosamente, che, però, non sembrava minimamente intimorito. Inoltre non era uscito alcun tipo di lamento dalle sue labbra nonostante la frusta gli stesse martoriando il corpo. Non un grido. Non un gemito. Non voleva dare nessuna soddisfazione a quel bastardo. All’ interno del monastero continuava il rumore degli schiocchi. Fuori c’era il silenzio. La mattina Yuri si svegliò. Aveva ferite su ogni parte del corpo e bruciavano dannatamente, purtroppo però non aveva nulla con cui curarsi e, inoltre, era molto debole perché era a digiuno da due giorni… Era la punizione per aver perso, per aver mandato in fumo i desideri di conquista della Borg. Tutti e quattro i Demolition Boys dovevano essere puniti. Sergej e Ivan se l’erano cavata con poco, non essendo i diretti responsabili; Boris aveva ricevuto qualche frustata perché aveva perso, ma nient’ altro. Il blader dagli occhi di ghiaccio, invece, aveva dovuto scontare di più, perché era ritenuto il principale responsabile della sconfitta della Borg. Infatti, essendo lui il più forte, non poteva assolutamente essersi fatto battere da un blader d’infimo livello quale Takao e tradire la fiducia di Borgov e del presidente della Hito. “Dannazione! Queste ferite fanno un male bestiale! Avessi almeno qualcosa per pulirle…” Yuri era sconcertato. Non per le ferite, di quelle non gliene importava nulla. Era turbato da quei quattro ragazzi che avevano causato il fallimento della Borg. “Erano così uniti… I loro bit power avevano una strana luce, sembrava quasi volessero proteggere i loro padroni. Io ho sempre considerato i miei compagni come semplici alleati. Ho sempre pensato che fossimo quattro persone unite per raggiungere uno scopo. E il mio Wolborg, il mio bit power, per me era una semplice arma, un mezzo per arrivare alla vittoria. Solo ora capisco… Capisco che in tutti questi anni i membri della Borg non hanno fatto altro che plagiarmi. Mi hanno messo in testa delle idee che prima non mi appartenevano… Prima di entrare qui io amavo il beyblade, era la mia passione, ma poi è diventato solo uno strumento che avrebbe permesso alla Borg di conquistare il mondo. Già, alla Borg… Perché io cosa ci avrei ricavato…? Ero talmente loro succube che pensavo mi avrebbero premiato. Che ingenuo! Una volta raggiunto il loro scopo, mi avrebbero buttato via come spazzatura. Ma ora sento di essere cambiato. Sento di poter diventare anch’ io come i BladeBrakers. In fondo Kei,che era come me, ci è riuscito. Non rimarrò un secondo di più in questo posto maledetto! Troverò il modo di fuggire da qui!” -Allora Ivanov, ti è piaciuta la lezioncina di ieri?- i pensieri di Yuri furono interrotti dalla voce del monaco, che la sera precedente lo stava frustando, entrato bruscamente. -Oggi ne impariamo un'altra- disse sghignazzando e con aria strafottente. Il ragazzo russo lo avrebbe volentieri preso a calci, ma riusciva a malapena a muoversi per il dolore provocato dalle ferite “Che diavolo vuole fare?” pensò. L’uomo stringeva tra le mani una spranga di ferro -Vediamo se oggi riesco a farti urlare…- Due giorni… Due giorni che durava quella tortura: prima lo avevano picchiato a mani nude, poi con la frusta, ma il monaco come risposta non aveva ricevuto neanche un piccolo singhiozzo. -Non sai quanto godrei nel sentirti gridare, piangere, chiedere pietà e perdono- l’uomo iniziò a ridere malignamente. “Sadico di merda!” pensò Yuri “No, non avrai questo piacere, qualsiasi cosa dovessi farmi!” L’uomo improvvisamente smise di ridere e colpì con la mazza di ferro il viso del ragazzo che cadde a terra sputando sangue “Dannato!”. Un'altra botta, questa volta nello stomaco. Yuri si piegò dolorante, ma cercò di trattenersi, non voleva urlare davanti a quel maledetto. -Toh! Stavi per cedere, non è così? Ma questa volta urlerai te l’assicuro!- infierì ancora il monaco- Sai, Borgov oggi mi ha detto di punirti nel modo che ritenevo più opportuno… E sai cosa ho scelto?- Diede un piccolo calcio al blader per stenderlo per terra e gli bloccò con un piede il suo braccio destro, mentre portava la spranga sopra la testa. Yuri lo guardò con gli occhi sgranati e, per la prima volta, terrorizzati. L’uomo ghignò di puro piacere e sbatté violentemente la mazza sul braccio del ragazzo rompendoglielo. -AAAAHHHH!!!- questa volta Yuri non poté trattenere il grido di dolore e iniziò a contorcersi tenendosi il braccio. -Ah! Ah! Ah! Hai visto che alla fine sono riuscito a farti urlare?! Romperti il braccio con il quale tenevi un beyblade di cui non eri degno mi è sembrata la punizione più adatta non trovi? Ah! Ah! Ah!- “Dannato figlio di puttana! Ti colpirei cento volte di più di quanto tu non stia facendo con me, se potessi!” pensò il ragazzo “Ma giuro che prima o poi me la pagherai, in un modo o nell’altro. Quando sarò scappato da qui e mi sarò ristabilito tu sarai il primo che verrò a cercare!” -Bene, per oggi basta così! Se mi sentirò abbastanza magnanimo ti porterò anche un ossicino da sgranocchiare! Ah! Ah! Ah!-. Yuri non riuscì a trattenere la rabbia e il disgusto e gli sputò su una scarpa. -Dannato piccolo verme schifoso! Come hai osato?!- gridò l’uomo infuriato picchiando il ragazzo altre tre/quattro volte -Bene, l’hai voluto tu! Neanche oggi avrai nulla da mangiare!- disse uscendo. “Stanotte scapperò da qui! Quel deficiente di Adamovic non si è accorto che, mentre mi picchiava, gli ho rubato uno dei mazzi di chiavi delle celle e dei laboratori” il ragazzo, infatti, stringeva nella mano sinistra tante piccole chiavi argentate che avrebbe utilizzato quella notte. Yuri scrutò fuori dalla finestrella della sua prigione e osservò che la luna era alta nel cielo scuro, almeno per quello che le nuvole gli consentivano di vedere. “Bene, è giunta l’ora. Le guardie sono solo in quattro e sono già passate, quindi ho circa due ore di tempo per riprendermi Wolborg e scappare.”. Il ragazzo si alzò con difficoltà e zoppicava vistosamente. Faticosamente raggiunse la porta di ferro e si appoggiò al muro, mentre cercava di trovare la chiave giusta. Dopo qualche tentativo il ragazzo riuscì ad uscire. Avanzava lentamente sostenendosi con il braccio sinistro alla parete e dopo una manciata di minuti arrivò ai laboratori. Il suo beyblade era protetto da una serie di catene, mentre il suo bit power si trovava dentro una specie di cilindro trasparente. Anche qui dopo qualche tentativo aprì la porta ed entrò. Il blader si avvicinò al suo bey e cercò di estrarlo il più silenziosamente possibile dalle catene, ma queste lo tenevano ben saldo. “Maledizione! Come posso fare a riprenderlo?” pensò “Idea! Tra queste chiavi ci sarà anche quella per aprire il lucchetto di queste dannate catene!” e così iniziò a provarle. “Questa no! Questa no! Questa no! Accidenti! Ho paura che non ci sia. E ora?” CLACK “Ah! Trovata!”. Yuri scostò le catene e prese il beyblade, dopodiché fece entrare il suo lupo nel bit e, più in fretta che poté, cercò di tagliare la corda. Purtroppo il dolore delle sue ferite non gli consentiva di andare veloce, quindi si muoveva molto lentamente nei bui corridoi del monastero. “Dannazione! Di questo passo le guardie mi beccheranno!” imprecò mentalmente. All’improvviso sbatté contro qualcosa: una delle quattro guardie! -Toh! Ivanov! Te la stavi filando?- disse una guardia. “Merda! Le ultime parole famose! Non potevo fare a meno di pensarle certe cose?!” si maledisse Yuri. -Forza, da bravo, torna con noi in cella senza opporre resistenza!- ordinò un’altra. -Già, così la punizione che riceverai non sarà troppo dura… - intervenne una terza. -E poi guardati… sei malridotto, dove pensavi di andare?!- concluse la quarta. “Cazzo! Come faccio ora? Non ho le forze necessarie per attaccarli con il mio beyblade! Ah! Ma certo!” –Wolborg!- chiamò il ragazzo e pronto il suo bit power uscì fuori. -Ehi, fermo! Cosa vuoi fare?!- gridarono le quattro guardie. -Vai, lupo d’argento! Attaccali!- ordinò il blader. La possente e maestosa creatura obbedì e aggredì i quattro uomini mettendoli K.O., dopodiché rientrò nel suo bit. “Questi quattro idioti avranno svegliato tutto il monastero con le loro urla! E ora che ci penso, come diavolo faccio a superare i sistemi di sicurezza, se mi tengo a malapena in piedi? A meno che… Questo se non sbaglio è il corridoio 174. Nel prossimo dovrebbe esserci quel passaggio segreto che ho scoperto con Ivan, Boris e Sergej quella volta…”. E così fu. Dopo qualche minuto, Yuri si trovava fuori, libero da quei mostri che lo avevano plagiato e torturato. “Perfetto! Ora devo allontanarmi il più in fretta possibile!” pensò soddisfatto; purtroppo però era molto debole e stava soffrendo come un cane ed in più intervennero altri fattori quali il freddo, la stanchezza e la fame, così dopo poche centinaia di metri… “Ma che succede? Mi gira la testa! Maledizione! Sono sfinito! Non… ce la… fa…ccio…” e cadde a terra privo di sensi.
  
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