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Autore: fairyelly83    28/02/2016    3 recensioni
Come è andato il primo appuntamento tra Remus e Tonks?
questa one-shot nasce come missing moment dell’altra storia che sto pubblicando “Ritorno al passato”.
Non è strettamente necessario aver letto l’altra storia per leggere questa, ma sarebbe auspicabile per capire il contesto in cui si colloca.
Nel caso in cui comunque, voleste leggere solo questa, quello che vi serve sapere è che Remus e Tonks hanno un’amica in comune di nome Elizabeth.
Elizabeth e Sirius Black sono convinti che tra Remus e Tonks ci sia una certa affinità e così decidono di organizzargli un appuntamento a sorpresa. Elizabeth ha invitato al cinema sia Remus che Tonks e…
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Sirius Black: passato, presente e...'
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Nota dell'autrice:
Avviso che i personaggi potrebbero essere un po’ OOC e che forse gli eventi di cui state per leggere potrebbero far fatica ad inserirsi nella linea della storia originale.
Questo è dovuto al fatto che questa one-shot nasce come missing moment dell’altra storia che sto pubblicando “Ritorno al passato”.
Non è strettamente necessario aver letto l’altra storia per leggere questa, ma sarebbe auspicabile per capire il contesto in cui si colloca.
Nel caso in cui comunque, voleste leggere solo questa, quello che vi serve sapere è che Remus e Tonks hanno un’amica in comune di nome Elizabeth.
Elizabeth e Sirius Black sono convinti che tra Remus e Tonks ci sia una certa affinità e così decidono di organizzargli un appuntamento a sorpresa. Elizabeth ha invitato al cinema sia Remus che Tonks e…
 

 
 
Appuntamento a sorpresa


 
 
Per una serata fuori con una vecchia amica ho indossato il mio completo di velluto a coste beige, con una camicia bianca e scarpe marroni. Forse è un po’ troppo classico come stile, ma sicuramente mi si addice. L’unico neo è l’aspetto un po’ troppo vissuto del tutto. Ha decisamente visto giorni migliori questa giacca. Forse dovrei convincermi a comprare qualcosa di nuovo, appena avrò trovato un altro lavoro stabile.
Sono in anticipo di quindici minuti, come al mio solito.
Osservo le locandine appese fuori dal cinema. Non ho chiesto ad Elizabeth quale film voleva vedere… spero non sia “Vacanze alle Bahamas”. Questa commedia mi sembra volgare e per niente divertente. Comunque conoscendo Elizabeth penso di poter stare tranquillo, non mi sembra il suo genere.
Una macchia rosa shocking tra i passanti attira il mio sguardo.
«Tonks?» Chiedo sorpreso. La ragazza si volta, confermando che non mi ero sbagliato.
Indossa dei leggings blu, un maglione viola acceso di tre o quattro taglie più grandi del necessario che le fa da vestito, degli stivaletti marroni, una gigantesca sciarpa verde smeraldo e a chiudere il tutto i capelli questa sera sono di un rosa shocking molto acceso. Non credo di aver mai visto tanti colori tutti insieme. Merlino mi è testimone: mai avrei sospettato in vita mia che una persona vestita così potesse risultare assolutamente, perfettamente ed incredibilmente adorabile.
I miei pensieri recentemente prendono pieghe che non dovrebbero.
«Oh ciao Remus!» Afferma con un sorriso stupito. Sembra felice di vedermi… Ma cosa vado a pensare! È semplicemente una persona cortese… e solare.
«Ciao Ninfadora.» Affermo con un sorriso. La sua espressione passa dal sorridente all’imbronciato in men che non si dica.
«Vuoi smetterla di usare il mio nome?» Incrocia le braccia davanti al petto guardandomi di traverso. Non mi sono ancora chiesto perché mi diverta così tanto farla arrabbiare… sarà che assume questa espressione così… adorabile!
«Certo che non voglio, è il tuo nome.» Tento di mantenermi calmo, ma mi viene tremendamente da ridere quando lei sbuffa alzando gli occhi al cielo.
«Sto aspettando Elizabeth, tu che ci fai da queste parti?» Chiede decidendo di cambiare argomento.
«A dire la verità sto aspettando Elizabeth anche io.» C’è qualcosa che non va qui…
«Oh, serata al cinema?» Chiede lei vagamente sorpresa. Annuisco. Ho un terribile presentimento.
«Allora direi che sarà una cosa a 3.» Sorride contenta mentre io la guardo un po’ di traverso inarcando un sopracciglio. «Beh, cioè… un’uscita in tre. Non intendevo certo…» La vedo arrossire fino alla radice dei capelli, quando comprende la gaffe che ha appena fatto.
«Meno male. Per un attimo avevo quasi temuto il peggio per me!» Ce la sto mettendo tutta per essere il più malizioso possibile, me ne rendo conto.
«Oh, no. No assolutamente. Io non pensavo affatto a niente del genere. Io non penserei mai a te per qualcosa del genere.» Ha continuato a balbettare frasi incoerenti arrossendo sempre di più. Alla fine deve essersi accorta che stava solo peggiorando la sua situazione continuando a parlare perciò si è morsa la lingua e adesso osserva attentamente il marciapiede tra le sue scarpe, dondolandosi da un piede all’altro.
Vorrei tanto comportarmi come si deve e deviare il discorso su qualche argomento diverso per alleviarle l’imbarazzo. Lo vorrei tanto, davvero… ma proprio non posso. E poi cosa voleva dire con quel “non penserei mai a te per qualcosa del genere”?
«Devo dedurre che non mi trovi minimamente attraente… grazie Dora, la mia autostima si sente molto meglio adesso!» Cerco di mostrarmi abbattuto e la cosa mi riesce fin troppo semplice.
Lei mi guarda spalancando i profondi occhi scuri. «Oh… no affatto, non intendevo quello.» Perché qualcosa al centro del mio petto ha fatto una capriola? «Solo intendevo che non mi sembri proprio il tipo per una cosa a tre. Mi sembra troppo avventurosa per te.» Dice ridacchiando.
«Quindi non sarei un tipo avventuroso… e che tipo sarei allora?» Perché sto deliberatamente indugiando su una conversazione così pericolosamente maliziosa? Perché mi interessa così tanto sapere cosa lei pensi di me?
«Sei un tipo…» Fa una buffa espressione concentrata per qualche secondo, come se stesse cercando la parola giusta, poi improvvisamente si apre in un ampio sorriso. «Serio! Hai decisamente l’aria di un tipo serio!» Non so perché, ma mi sento leggermente deluso. Avrei preferito che avesse scelto un altro aggettivo, magari “interessante” o ancora meglio “affascinante”. Tento di non dare a vedere la mia delusione.
«Detto così sembra quasi un insulto.» Dico incrociando le braccia al petto. È più forte di me, mi diverte metterla in difficoltà. Ma questa volta non ci riesco, lei mi guarda sorridendomi.
«Non lo è. È solo che sembri sempre così riflessivo, calmo e misurato. Serio è il primo sostantivo che mi è venuto in mente per descriverti.» Oh Merlino, non può servirmi lo spunto così su un piatto d’argento. È troppo facile!
«Serio è un aggettivo, non un sostantivo.» Ho sfoderato il mio tono pedante e puntiglioso da professore. Vedo il sorriso morirle sulle labbra e lasciare il posto ad un’espressione molto più irritata.
«Fa lo stesso, professor Lupin. Hai capito lo stesso cosa volevo dire!» Sì, ho capito e probabilmente ha ragione lei. Serio è l’aggettivo giusto per descrivermi, insieme a malandrino. Sono un serio malandrino alla soglia dei quaranta anni e sto flirtando senza vergogna con una ragazza più giovane di me di almeno dieci anni. Forse dovrei darmi una calmata.
«Elizabeth è in ritardo. Strano, non è da lei.» Osservo l’orologio di nuovo. Sono solo cinque minuti di ritardo, starà sicuramente arrivando. O almeno lo spero. Non saprei proprio che piega dare a questa serata altrimenti.
 
***
 
Mi chiedo perché debba essere sempre così irritante con me. È il ritratto della cordialità, dell’affabilità e della gentilezza con tutti. Tranne che con me.
Secondo Elizabeth queste sarebbero le tipiche tattiche di seduzione dei malandrini. James Potter avrebbe tormentato Lily Evans per tutti i primi 6 anni ad Hogwarts in questo modo. Sirius ha reso la vita di Elizabeth un inferno prima di decidersi ad invitarla ad uscire. Secondo questa teoria, Remus Lupin sarebbe così maledettamente irritante con me perché io gli piacerei. Sarà… a me non sembra. Non fa che guardare l’orologio, è evidente che non veda l’ora che arrivi Elizabeth. Continuo a pensare che non apprezzi la mia compagnia… purtroppo.
Vorrei trovare qualcosa di brillante da dire. Qualcosa che possa interessargli. Di cosa piace parlare agli ex professori?
«Quindi… ti piace leggere, vero?» Chiedo con tono casuale, tanto per fare conversazione.
«Sì.» Risposta secca, senza nessun ulteriore spunto per la conversazione.
«E quindi leggi spesso…» Insisto, sarebbe strano stare qui in silenzio come due spaventapasseri.
«Già.» Mi ha guardata come se fossi idiota. In effetti i miei tentativi di conversazione sono tutto tranne che brillanti.
«Qual è l’ultimo libro che hai letto?» Almeno questa volta non potrà rispondere con un monosillabo!
«Uno che troveresti noioso.» Afferma con noncuranza tornando a guardare l’orologio per l’ennesima volta. Forse avrei preferito un monosillabo anche questa volta come risposta. Ci risiamo: Remus con me passa dall’essere dispettoso ed irritante all’ignorarmi completamente. I suoi sbalzi d’umore sono del tutto repentini e mi lasciano sempre di sasso. Adesso è nella fase due: mi degna della stessa considerazione che riserverebbe ad un bollitore per il the. Forse anche meno, il the gli piace.
«Vogliamo entrare a bere qualcosa mentre aspettiamo? Un the?» Chiedo indicando il bar sull’altro lato della strada.
«Meglio di no. Elizabeth starà sicuramente arrivando.» Risponde guardandosi intorno, come se sperasse di vederla spuntare da un momento all’altro tra i passanti.
Ci rinuncio! Non so più veramente cosa dire! È la prima volta che ci troviamo insieme da soli ed ormai è palese che Remus Lupin non apprezzi la mia compagnia.
Non mi resta che sperare che Elizabeth arrivi presto e ci tolga da questo imbarazzante silenzio. Devo anche dirle due paroline circa le sue teorie su me e Lupin.
Un frullare d’ali richiama la mia attenzione. Un gufo si è posato sul ramo più basso dell’albero accanto a noi e ci sta osservando. Ha una lettera stretta nella zampa.
«Remus credo che uno di noi due abbia ricevuto un gufo.» Dico indicando il volatile. Per tutta risposta Remus mi guarda come se fossi impazzita.
«Un gufo? Qui?» Chiede guardandomi scettico.
Evito di rispondergli e mi dirigo verso il gufo cercando di non dare nell’occhio. Appena sono abbastanza vicina al suo ramo, l’animale lascia andare la lettera e riprende il volo.
Il sigillo che tiene chiusa la lettera riporta lo stemma del San Mungo. Lo spezzo aprendo la lettera e mi accorgo con la coda dell’occhio che Remus mi si è avvicinato.

Cari Remus e Tonks,

«È per tutti e due.» Mormoro spostando la lettera anche verso di lui, in modo che possa leggerla.

Sono tremendamente dispiaciuta, ma c’è stata un’emergenza qui al San Mungo e mi vedo costretta a restare anche oltre l’orario del mio turno di lavoro. Voi due, però, non dovete assolutamente rinunciare a questa serata per colpa mia!
Avevo già comprato i biglietti oggi pomeriggio prima di andare al lavoro, ve li metto qui nella busta. Andate e divertitevi anche per me! Vi auguro una splendida serata.
Con affetto,

Elizabeth

Post Scriptum per Remus: Tonks adora smodatamente i pop corn al caramello, sii galante…

Post Scriptum per Tonks: non farti ingannare dall’aria da compito professore, ricordati che hai a che fare con un malandrino!


Guardo meglio nella busta e trovo i biglietti del cinema.
«A quanto pare saremo solo io e te... » Non sono sicura che sia un bene… potremmo entrare nel guinness dei primati per la serata con il minor numero di parole pronunciate tra due persone.
«Possiamo anche lasciar perdere e tornarcene a casa.» Afferma Remus con uno sbuffo. Sembra già pronto a smaterializzarsi a Grimmauld Place.
«Devi trovarmi veramente una pessima compagnia per non sopportare nemmeno l’idea di una serata al cinema con me.» L’ho detto ad alta voce? Da come Remus mi sta guardando stupito direi proprio di si. Maledetta boccaccia che mi ritrovo!
 
***
 
Non volevo offenderla. Non era veramente mia intenzione. Speravo che mi considerasse un vecchio idiota brontolone che non sa comportarsi, ma non che desse a se stessa la colpa del mio atteggiamento maleducato. Anche perché il problema è l’esatto opposto. La sua compagnia è fin troppo piacevole per me, al punto che mi sento in dovere di allontanarmi. Che diritto ho io di affezionarmi ad una ragazza giovane e sana a cui la vita può offrire le migliori prospettive e possibilità? Nessuno.
Ma non voglio che imputi la mia scortesia a se stessa…
«Non sei affatto una pessima compagnia, tutt’altro.» Il mio tono è serio e deciso, tanto che Dora si volta a fissarmi stupita. «Sono io che sono un vecchio brontolone che ha completamente dimenticato le buone maniere. Vorresti essere così gentile da perdonarmi per il mio comportamento e da concedermi la tua compagnia per questa serata?» Le porgo il braccio con un timido sorriso. Meriterei che mi trasfigurasse in un rospo, ma contro ogni logica la sua espressione sorpresa si addolcisce lentamente in un ampio sorriso.
«Molto volentieri!» Afferma accettando il braccio che le porgo. Una strana sensazione di calore si diffonde nel mio stomaco a sentirla così vicina. Finirò per mettermi nei guai questa sera… e so chi devo ringraziare per questo! Deve essere tutta colpa di Sirius! È stata sicuramente una sua idea! Deve aver pianificato tutto e in qualche modo ha convinto Elizabeth a prestarsi al gioco.
L’unica nota positiva di tutta questa faccenda è che per architettare tutto questo teatrino almeno quei due avranno dovuto per forza parlare e passare del tempo insieme. Il che mi porta a dubitare del fatto che Sirius abbia architettato il tutto per puro altruismo nei miei confronti. Vecchia canaglia!
La vista del pop corn mi distoglie dai miei poco amichevoli pensieri su Sirius.
«Allora, pop corn al caramello.» Affermo dirigendomi a passo deciso verso l’angolo bar del cinema. Tonks annuisce sorridendo. «E da bere?» Chiedo sorridendole a mia volta.
«Una coca per favore.» Il suo sorriso è… adorabile.
Mentre attendo che la cameriera del cinema mi prepari le bibite ed i pop corn che ho ordinato, sbircio Tonks con la coda dell’occhio. È una situazione strana questa. Non è un appuntamento galante, decisamente no. Forse somiglia più ad un’uscita tra amici, ma… io e Tonks non siamo amici, non esattamente… non credo almeno. Decisamente non ho le idee chiare e non ho la più pallida idea di come debba comportarmi.
L’arrivo dei pop corn mi costringe a cambiare la direzione dei miei pensieri. Prima che possa fare qualsiasi cosa Tonks ha già afferrato le bibite lasciando a me i sacchetti dei pop corn. Forse sarebbe stato meglio fare il contrario…
«Allora, per quale film sono i biglietti?» Chiedo leggermente imbarazzato. Questa situazione è veramente strana.
«Vediamo…» Mormora Dora cercando di prendere i biglietti dalla tasca dove li ha riposti. La vedo tentare di incastrare tutte e due le bibite nella stessa mano per liberarne almeno una e l’inevitabile accade sotto ai miei occhi. Il bicchiere di cartone con la sua coca-cola si piega e le sfugge di mano. Nell’istinto di aiutarla mi chino verso di lei, mentre un sacchetto di pop corn mi scivola di mano. Risultato? Un tonfo sordo prodotto dalle nostre teste che cozzano fa voltare metà della gente nell’atrio del cinema mentre una nuvola di pop corn e mezzo litro di coca-cola finiscono sul pavimento, non senza aver prima annaffiato i miei pantaloni.
«Oh…» Tonks si massaggia la testa nel punto in cui si è scontrata con la mia, le labbra arcuate a descrivere un cerchio perfetto in una chiara espressione di stupore. Sembra chiedersi come tutto questo sia potuto accadere. E nonostante io abbia l’assoluta certezza che questa macchia sui miei pantaloni migliori non andrà più via, non posso fare a meno di rendermi conto di come sia assolutamente ed incredibilmente adorabile. Mi ritrovo anche ad ammettere che “adorabile” è l’aggettivo che più mi è venuto in mente questa sera. È quello che più mi viene in mente ogni volta che Tonks è nei miei paraggi a dire il vero. In effetti la descrive perfettamente: adorabile!
«Scusami Remus! Sono un disastro, mi dispiace io…» La interrompo prima che continui ancora.
«Non importa, non fa nulla.» Le dico sorridendole cercando di toglierla dall’imbarazzo. Lei mi guarda vagamente sorpresa, adoro guardarla negli occhi… «Vieni procuriamoci altri pop corn.» Meglio smettere di guardarla o mi prenderà per pazzo.
«Ok, ma questa volta li offro io.» Mormora ancora imbarazzata.
«No, Elizabeth mi ha consigliato di essere galante ed è quello che intendo fare.»
«Ma è il minimo che possa fare dopo che ti ho macchiato il vestito!» Si osserva attentamente la punta delle scarpe mentre parla. È ancora a disagio per quello che è successo.
«Non è nulla. Sono un asso con gli incantesimi di smacchiatura. Specialmente dopo che Molly mi ha reclutato nel suo piano speciale di pulizie di Grimmauld Place. Avresti dovuto vedere come era orgogliosa di me quando ho ripulito tutta la tappezzeria del salotto.» Ottengo l’effetto sperato visto che finalmente Tonks torna a guardarmi e mi concede un sorriso. Quanto amo vederla sorridere… no. Remus no. Hai sbagliato la scelta del verbo, decisamente!
Bilancio provvisorio della serata: abbondanti silenzi imbarazzati, un probabile bernoccolo a testa ed una sicura macchia indelebile sui miei pantaloni migliori…
Entriamo nella sala in penombra mentre sono già iniziati i trailers pubblicitari. Sono quasi sorpreso nel vedere Tonks salire tutte le scale senza inciampare fino alla nostra fila. Trovo i nostri posti nella penombra della sala, pop corn e bibite sono in salvo negli appositi spazi sui braccioli delle poltroncine. Ormai niente può andare storto. O quasi. Tonks sta cercando di togliersi l’enorme sciarpa che ha avvolta intorno al collo. Senza accorgersene ne calpesta un’estremità e quando fa per tirarla finisce per sbilanciarsi e perdere l’equilibrio. Faccio appena in tempo a sorreggerla prima che cada a terra. Mi ritrovo a tenerla tra le braccia, vicina, molto vicina… il mio cervello ha chiuso per ferie!
«Grazie e… scusa… di nuovo…» Balbetta imbarazzata, mentre recupera l’equilibrio.
«Figurati. È un piacere.» Cosa diavolo ho detto? «Cioè non che tu cada, ma sorreggerti. Cioè, esserti di aiuto… insomma…» Forse è meglio se sto zitto. Mi siedo buono qui e cerco di sparire fino alla fine del film. Non so come abbia reagito Dora alle cose incoerenti che ho balbettato perché non ho il coraggio di guardarla adesso.
«Tendo ad essere ancora più impacciata del solito quando sono nervosa.» La sua parole mi costringono a voltarmi a guardarla. È arrossita? Nella penombra non ne sono certo.
«Sei nervosa adesso?» Perché faccio domande idiote? Mi odio.
«Tu mi rendi nervosa. Sei sempre così perfetto… ed io sono un completo disastro.» La sua sincerità mi spiazza. Ma, perfetto io?
«Io sarei perfetto? Ti sei scordata cosa combino una volta al mese, con la luna piena?» Ho cercato di mantenere un tono scherzoso sul mio “piccolo problema peloso”. Non ne abbiamo mai parlato direttamente.
«Cosa c’entra? Quello non è una cosa che puoi scegliere od evitare. Ma non ti rende di certo meno perfetto. È una cosa che gestisci con molta più dignità e coraggio di quanto non farebbe chiunque altro.» Sono a bocca aperta adesso. Vorrei dire qualcosa, ma qualcuno seduto dietro di noi si lamenta del baccano che stiamo facendo e mi accorgo solo adesso che il film è già iniziato.
Aggiornamento del bilancio provvisorio della serata: aumentano i già abbondanti silenzi imbarazzati, un bernoccolo a testa, una grossa macchia sui miei pantaloni e un paio di capriole del mio stomaco…
 
***
 
Questo film non doveva essere male… come si intitola? Lo chiederei a Remus se non avessi paura di sembrare del tutto scema. Mi dispiace non aver seguito molto la trama, soprattutto perché se quando usciremo da qui Remus dovesse chiedermi un commento del film non saprei che dire. Ero abbastanza concentrata sullo schermo fino a quando un piede di Remus non ha urtato il mio sotto la sedia. Temo che il mio sobbalzo sulla sedia non sia passato inosservato… ma era un contatto casuale… o no?
Vedo Remus piegarsi appena verso di me.
«Che altri film ha fatto questo attore? Mi sembra una faccia già vista…» Sento il suo respiro solleticarmi il collo nella penombra e un brivido mi passa lungo la schiena. Perché mi fa questo effetto?
«Sinceramente non saprei… » Mi sforzo di riconoscere la faccia dell’attore ma sotto tutti quei capelli proprio non saprei dire. Anche se forse…
«Ah ecco!» Mi sposto verso Remus per dirgli che mi sono ricordata, ma nello stesso momento lui si stava spostando verso di me per dire qualcosa. Risultato: le nostre teste cozzano con un rumore sordo. Per la seconda volta nella serata! Complimenti vivissimi Tonks!
«Scusa…» mormoro massaggiandomi la parte lesa e notando che lui sta facendo lo stesso.
«Figurati. Almeno renderà la mia testa di nuovo simmetrica. Il bernoccolo di prima è sull’altro lato.» Afferma ridacchiando. Non sembra essersela presa, ma io adesso vorrei solo sprofondare e lui sembra accorgersene.
«Non è nulla Dora, davvero.» Mi stringe la mano mentre lo dice ed io sento una colonia di farfalle ballare la samba nel mio stomaco. Inspiegabilmente la sua mano resta sulla mia. Il suo pollice descrive piccoli cerchi sul mio polso e basta un contatto così banale a mandarmi completamente in tilt.
«Sono davvero un disastro!» Affermo con un sospiro. Mi odio, sto rovinando una serata che contro ogni aspettativa stava prendendo una piega… perfetta!
«È vero, ma sei un adorabile disastro…» Dice sorridendomi. Ok forse la botta in testa deve essere stata più forte di quanto non avessi creduto perché…
Lo vedo sollevare un braccio e mettermelo sulle spalle attirandomi leggermente a se. Qualsiasi cosa stessi pensando è andata a farsi un giro con tanti saluti.
Beh, se deve andare così… e sia. Mi rilasso a quel contatto che non è affatto invadente. Si è mosso lentamente, dandomi tutto il tempo per allontanarmi se avessi voluto. Certo… come no! Poggio la testa sulla sua spalla e che sia di me quel che deve essere: sono ufficialmente persa!
Adesso so perché mi piace così tanto: perché, quando vuole, ha sempre la parola giusta al momento giusto. Riesce a mettere tutto a posto con un piccolo gesto. È una di quelle persone che anche se hanno un sacco di problemi per conto loro, riescono sempre a metterli da parte e a dare il meglio per le persone a cui tengono.
Nonostante io sia stata un completo ed assoluto disastro questa sera, lui riesce a farmi sentire come se mi fossi comportata in modo impeccabile. Ecco: io sono un disastro che lui sa rimettere a posto in un battito di ciglia.
E adesso vorrei solo che le luci non si riaccendessero più in questa sala e che potessimo continuare a restare qui, seduti nella penombra, uno accanto all’altra.
 
***
 
Se devo essere dannato allora me ne andrò all’inferno con stile! Perché veramente meriterei di bruciare all’inferno per quello che sto facendo. Dora ha tutta la vita davanti e non dovrebbe sprecarne nemmeno un secondo accanto ad un vecchio licantropo senza un soldo come me. Ma a lei sembra non importare… Forse c’è ancora speranza per me… perché è questo lei per me: è la speranza che alla fine ci sia ancora qualcosa di bello per me in mezzo a tutto questo. In teoria abbiamo una guerra alle porte ed io sono riuscito a non pensarci per tutta la sera. Non sarebbe da me, ma lei è decisamente la migliore distrazione che potessi chiedere.
Dora mi fa sperare che ci sia ancora un futuro per cui valga la pena lottare. Un futuro che non sia solo per gli altri, ma anche per me. Ho passato tutta la vita in disparte, guardando gli altri vivere mentre io me ne stavo sempre al margine. Forse è arrivato anche per me il momento di uscire dall’ombra e calcare la scena principale.
La osservo mentre guarda assorta il film, le luci deboli dello schermo che si riflettono sul suo viso la rendono ancora più bella. Come se percepisse il mio sguardo su di se si volta a guardarmi con un leggero sorriso.
Trattengo il respiro per un secondo. Per una volta nella vita so cosa voglio. Per una volta nella vita sono pronto a fare qualcosa di maledettamente imprudente. Perché io voglio questa ragazza e devo decidermi a prendermela.
Mi avvicino piano, quasi chiedendole il permesso, ma è lei a chiudere l’ultima distanza che ci separa. Le sue labbra sulle mie, fresche e così dolci… Merlino! Non ho pensieri coerenti adesso nella mia testa. Remus Lupin, per una volta nella vita non sta pensando proprio a nulla. Vorrei non dover più interrompere questo contatto, ma è Dora a farlo dopo un tempo che mi è sembrato infinito e comunque troppo breve.
«Ehm… credo che il film sia finito…» Dice guardandosi intorno e ridacchiando. Mi accorgo solo adesso che le luci sono di nuovo accese e che siamo gli ultimi rimasti in sala. Con mio immenso rammarico mi alzo e le porgo una mano per aiutarla a fare altrettanto. Ci avviamo in silenzio verso l’uscita. Cosa dovrei fare adesso? Cosa dovrei dire? Come dovrebbe finire una serata come questa?
«Credo sia ora di andare a casa…» Mormora lei guardando l’orologio. «Domani mattina sono di turno al dipartimento auror.» Palesemente non è contenta che la serata stia volgendo al termine. Adoro questa sua sincerità.
«Ti accompagno.» Dico porgendole il braccio che lei afferra con un sorriso. Il mio stomaco fa l’ennesima capriola della serata. Forse devo rinunciare al mio proposito di strangolare Sirius. Credo che dovrò offrirgli una bottiglia di whiskey incendiario invece.
«Vuoi smaterializzarti?» Chiedo guardandomi intorno in cerca di un posto abbastanza appartato per poter eseguire una smaterializzazione congiunta.
«Il mio appartamento non è lontano, possiamo andare a piedi.» Camminiamo in silenzio. È una fresca serata di fine estate e il cielo è limpido. Il silenzio non mi pesa adesso. Non è lo stesso silenzio imbarazzato dell’inizio della serata, adesso siamo entrambi molto più rilassati. Resta un vago senso di attesa, come se dovesse ancora succedere qualcosa.
«Il film non era male.» Dico senza un reale interesse, ma solo per avere una scusa per voltarmi a guardarla.
«Già, non male.» Mi guarda con un mezzo sorriso di traverso.
«Di cosa parlava esattamente?» Chiedo smettendo di bluffare. Non ho pensato al film per più di dieci secondi di seguito.
«Non ne ho la minima idea!» Risponde Dora ed entrambi scoppiamo a ridere. «È stata una serata strana, ma decisamente piacevole.» Afferma sorridendo. Il suo sorriso mi rende spavaldo.
«Sono d’accordo.» Le sorrido a mia volta.
«Sei una compagnia interessante Professor Lupin. Molto più imprevedibile di quanto non credessi.» Dice ridacchiando tra se e se.
«Hai ragione a dire che sono un tipo serio… sono un malandrino molto serio. Il che è una terribile combinazione.» Dubito che questa mia affermazione sia dotata di senso logico, ma lei sembra non farci caso.
«Pessima combinazione! Veramente pessima!» Ridacchia ancora e io continuo a trovarla adorabile quando lo fa. Adorabile e bellissima.
Ci stiamo pericolosamente avvicinando al portone del suo appartamento. Avrei voluto che fosse più distante.
«Cosa devo aspettarmi dopo questa serata? Sarai ancora terribilmente irritante con me?» Chiede lei salendo lo scalino davanti alla porta. Adesso è alla mia stessa altezza e mi guarda dritto negli occhi.
«Sì Dora, perché sei adorabile quando mi metti il broncio.» Dove ho preso tanto coraggio?
Lei mi sorride. «Se la metti su questo piano…» Noto che non ha arricciato le labbra con disappunto come al solito quando uso il suo nome.
«E tornerai anche ad ignorarmi?» Il suo sguardo adesso è molto serio.
Faccio un passo verso di lei e le cingo la vita con un braccio attirandola dolcemente più vicina a me. «No, se tu non vuoi.» Prendo un sospiro. È il momento, devo dirglielo. «Qualsiasi cosa stia accadendo tra noi due… vorrei ricordarti che sono più vecchio di te di circa dieci anni.»
«Lo so.» Risponde rapida.
«E non ho un soldo in tasca, ne un lavoro stabile.» Mi sembra di togliermi un macigno dal petto a dirglielo ad alta voce. Per la prima volta tutti i miei dubbi escono allo scoperto e finalmente pesano di meno.
«So anche questo.» Sembra vagamente spazientita.
«Sono un licantropo.» Trattengo il respiro fino alla sua risposta che fortunatamente non si fa attendere.
«Sono tutte cose che sapevo. Eppure sono qui. Adesso hai intenzione di dirmi qualcosa che non so o continuiamo con l’elenco delle ovvietà?» Si avvicina a me a sua volta. Averla così vicina è destabilizzante ed allo stesso tempo mi rende spavaldo.
«Sono… come mi hai definito? “Terribilmente irritante” solo con le ragazze che mi piacciono… molto.» Sorrido ad un millimetro dalle sue labbra.
«Oh, ma sapevo anche questo professore. Dovrai impegnarti di più per stupirmi.» C’è un’unica cosa che posso fare adesso. Esiste una sola cosa giusta da fare ora ed è posare le mie labbra sulle sue e stringerla di più a me.
La sento rispondere al mio bacio mentre mi stringe a sua volta. Ed è come se all’improvviso non esistesse più niente attorno a noi. il mio stomaco fa l’ennesima capriola della serata e sento una scossa lungo la schiena. Perché ci ho messo così tanto a decidermi a baciarla? Avrei dovuto baciarla mesi fa senza mai più smettere di farlo, visto l’effetto che mi fa.
Lentamente e molto controvoglia mi allontano da lei.
«Credo che dovremmo ripetere questa serata.» Affermo convinto.
«Mi sembra una buona idea.» Mi sorride ed io so che ha ragione. È un’ottima idea!
«Buona notte Remus.» Dice dopo avermi stampato un leggero bacio sulle labbra.
«Buona notte Dora.» Le dico mentre lei apre il portone del palazzo e lo attraversa. Mi sento come se fossi ubriaco. Eppure la coca-cola che ho bevuto al cinema non era alcolica. Faccio per voltarmi ed avviarmi verso Grimmauld Place quando la sua voce mi richiama.
«Dora è accettabile se proprio non puoi farne a meno. Il nome completo no. Categoricamente no!» So che mi sta facendo un’enorme concessione, quindi le sorrido annuendo.
Mi sorride di nuovo sparendo oltre la porta ed io inizio a camminare senza fretta verso casa. Non mi sentivo così leggero da un sacco di tempo.
Bilancio definitivo della serata: alcuni silenzi imbarazzati, un paio di bernoccoli a testa, una trascurabile macchia sui miei pantaloni, alcune deliziose capriole del mio stomaco, due baci assolutamente indescrivibili. Non c’è che dire, è stata una serata perfetta. Ringrazierò Sirius ed Elizabeth, dopo avergli tenuto il broncio abbastanza a lungo ovviamente.
 
 
Nota dell'autrice:
Ho voluto usare la prima persona, alternando i punti di vista dei personaggi per mantenere un legame con la storia che ha creato l’occasione di questa one-shot. Cosa ne pensate? Vi piace?
Se questa storia vi è piaciuta, forse potrebbe interessarvi anche “Ritorno al passato”. Fatemi sapere se decidete di passare a dargli un’occhiata.
Sono terribilmente in ritardo sulla mia tabella di marcia degli aggiornamenti, ma il lavoro mi sta impegnando più di quanto non sarebbe lecito. Spero di riuscire a riprendere il ritmo di un aggiornamento a settimana da adesso in poi. Quindi ci vediamo entro la fine della settimana con un capitolo di “Ritorno al passato”.
A presto!

 
  
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