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Autore: DarkDevil9700    29/02/2016    3 recensioni
{Storia temporaneamente sospesa}
E se Mikan non avesse vissuto la vita che tutti conosciamo? Se la sua storia fosse ben diversa?
Cosa succederebbe se una ragazza che per quindici anni ha vissuto nel terrore incontrasse un ragazzo deciso a liberarla dalle tenebre che la circondano?
Nessuno lo sa perché tutto può succedere...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Prigioniera di se stessa


(Mikan)

Camminai per l'ultima volta lungo quegli orribili corridoi fra i quali ero cresciuta. Tenevo lo sguardo basso puntato verso gli stivali neri che indossavo avvolta dalla paura che quel luogo mi aveva iniettato nelle vene. Quella mattina, per la prima volta, avevo indossato una gonna beige a scacchi con una camicia bianca e una giacca nera con le finiture gialle. Mi piacevano i colori ma non riuscivo comunque a scacciare i cattivi pensieri e ad essere libera dalla tristezza che mi affliggeva. 
Attraversai una strada che fino ad allora non avevo mai percorso dato che Persona mi aveva proibito di farlo. Quel corridoio portava verso l'esterno, verso quello che per me era l'ignoto. Mi trovai davanti ad una porta di ferro chiusa e sapevo di dover andare oltre. Avevo paura del l'ignoto, di ciò che non conoscevo. Inspirai ed espirai lentamente poi posai la mano destra sulla fredda maniglia della porta mentre con la sinistra strigevo la manica della giacca cercando di non far tremare le dita. Aprii la porta e una calda brezza mi passò fra i capelli sciolti facendoli muovere leggermente. Guardai verso l'alto e mi stupii quando vidi il cielo azzurro sopra la mia testa invece che un soffitto di cemento. Non ero mai uscita fuori da quel luogo e per me era tutto assolutamente nuovo e stupefacente.
Puntai nuovamente gli occhi davanti a me e vidi un'automobile nera con i finestrini oscurati. Mi avvicinai ad essa e aprii la portiera. Seduto su uno dei sedili posteriori di pelle c'era Persona che stava tamburellando le sue dita sulle gambe probabilmente cercando di ingannare l'attesa. Si voltò verso di me e mi fece cenno di sedermi. Io lasciai fra me e lui un posto di distanza e posai le mie mani sulla gonna cercando di farle smettere di tremare. Con lui avevo vissuto dalla nascita e per quindici anni mi aveva tormentata mandandomi in quella stanza dove vedevo vivere i miei peggiori incubi. Avevo imparato a temerlo, tanto da non voler incrociare neppure il suo sguardo coperto dalla maschera bianca.
-Quando sarai lì- iniziò lui -non dovrai rivelare a nessuno l'identità del tuo Alice fino al mio nuovo ordine. Inoltre non dovrai dire ad anima viva da dove provieni e cosa hai visto. Se tu andassi contro queste regole e io lo venissi a sapere non la passerai liscia. Sappilo- 
Io annuii con poca convinzione ma non alzai lo sguardo che tenevo puntato sulla gonna che indossavo. Avrei dovuto capire che non mi avrebbe lasciato. Io ero la sua preda intrappolata nella rete e lui era il cacciatore che faceva di me quello che voleva. Ero in trappola, lo ero sempre stata.
-Dove siamo?- chiesi con un fil di voce.
-Tokyo. Fino ad ora tu hai vissuto a pochi minuti da questa città- mi rispose lui con il suo solito tono secco e freddo.
Guardai fuori dal finestrino e vidi le auto aggirarsi fra i palazzi della città, dirette chissà dove.
Passammo interi minuti avvolti nel silenzio spezzato solo dal frenetico battito del mio cuore.
 
***
Mi ritrovai davanti ad un alto cancello di ferro sorvegliato da una guardia. "Una nuova prigione" pensai tristemente mentre Persona faceva cenno alla sorveglianza di aprirci il cancello. Un debole venticello mi portò una ciocca di capelli color miele davanti agli occhi coprendomi la visuale mentre sentivo il cancello aprirsi con un cigolio quasi impercettibile. Mi passai la ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio ed entrai a passi lenti dentro l'istituto seguita da Persona. Quando varcai la soglia dissi nuovamente addio alla mia libertà. Avanzavo lentamente alla stessa velocità di Persona mentre osservavo la strada deserta. Con molta probabilità erano già tutti a lezione.
Camminammo per alcuni minuti che mi parvero ore intere. La paura non era passata, ma almeno era diminuita dandomi così la possibilità di stare più tranquilla.
Dopo poco arrivammo davanti ad un edificio. Era alto, intonacato di un pallido color pesca e pieno di finestre che facevano entrare la luce. Persona mi spinse verso l'ingresso di quello che, immaginai, dovesse essere il dipartimento delle superiori. 
Camminai ancora per pochi istanti, poi mi fermai assieme a Persona davanti ad una classe indicata come sezione B. Dall'interno provenivano grida e schiamazzi. Persona aprì la porta senza neppure bussare e subito nell'aula calò un silenzio tombale interrotto solo dai rumori che provenivano dall'esterno.
-Entra- mi disse freddamente senza voltarsi a guardarmi. Io avanzai e ogni mio passo rimbombava nel silenzio che si era creato. Tenevo la testa china e fissavo il pavimento mentre con le dita tenevo le maniche della giacca.
Quando fui accanto a Persona alzai lo sguardo titubante verso i miei compagni che mi guardavano con sguardo interrogativo. Aprii più volte la bocca cercando di parlare ma da essa non usciva alcun suono. Le parole erano bloccate nella mia gola e io non riuscivo a tirarle fuori. Alla fine riuscii in qualche modo a farmi forza.
-Io sono Mikan Sakura, piacere di conoscervi- dissi timidamente mentre puntavo nuovamente gli occhi verso il suolo.
-Vatti a sedere laggiù- disse Persona indicandomi con l'indice sinistro il posto libero all'ultimo banco. Seduto lì un ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi color cremisi lo fissava con gli occhi sbarrati carichi di terrore e disprezzo. Possibile che anche lui conoscesse Persona?
Avanzai lentamente nello spazio libero fra i banchi e mi sedetti al mio posto cercando di ignorare gli sguardi di tutti che erano puntati su di me. 
Fissai la superficie di legno del banco mentre stringevo la stoffa della gonna fra le mani con così tanta forza che le nocche mi erano diventate bianche, poi sentii i passi di Persona allontanarsi il che mi staccò un peso dall'anima.
Voltai il mio sguardo verso il ragazzo che mi stava accanto. Sembrava turbato e vedevo i suoi occhi color rosso rubino fissavano il vuoto.
Mi mancò il respiro quando puntò gli occhi su di me. Erano color fuoco ma erano freddi come il ghiaccio.
-Cosa vuoi?!-
 
  
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