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Autore: LostHope92    29/02/2016    4 recensioni
Ho cercato sempre di immaginare l'incontro tra il cordiale Remuse e la pazza Tonks, ed....eccolo qua!
Spero apprezziate il tentativo!
Un abbraccio ed un saluto! :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arthur Weasley, Molly Weasley, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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In seguito alla recensione di TINAX86 (che ringrazio), ho modificato un po' la storia (cercando di correggere un errore madornale fatto nella versione precedente).

Spero che scusiate il pasticcio ^^

A presto!







-Quando dovrebbe arrivare?- disse dopo qualche minuto di silenzio Arthur, lanciando occhiate all'orologio di fine argento posato sopra un mobile antico e possente nella casa dei Black.

-L'accompagna qua Alastor, dovrebbero arrivare a momenti- rispose Shakebolt, seduto composto sulla sedia e studiando distrattamente la dicitura di una bottiglia di vino, elfico a quanto sembrava.

Sirius, con qualche sbuffo annoiato, riordinava un po' la cucina, l'unica cosa che sembrava gli fosse consentito fare.

Molly lo guardava pensierosa, riflettendo se fosse stato meglio dargli una mano o lasciarlo fare da sé, per non imporgli il suo aiuto.

Lo sguardo gentile della donna ora si chiuse un po', trattenendosi dall'alzarsi, notando quanto fossero messe male le tende, e quanta polvere coprisse il mobile davanti a lei, ma si trattenne, conoscendo il carattere a volte cangiante dell'uomo che si aggirava annoiato da una parte all'altra della stanza, dando una sistemata ora a questo, ora a quell'altro dettaglio della cucina.

Silente quel giorno era assente, era richiesta la sua presenza alla scuola, e non c'era stata possibilità per lui di rimandare l'impegno preso. Lo stesso valeva per Severus Piton.

Quindi, quel giorno, la casa dei Black, era quasi deserta, fatta eccezione per il proprietario, per i coniugi Weasley e il signor Shakebolt, che erano stati avvertiti con un messaggio di Alastor, dell'arrivo di un nuovo membro nell'Ordine.

Ma erano ormai diversi minuti che aspettavano, cercando di scambiarsi ogni tanto qualche storia che potesse distrarli dalla noia.

Remus arrivò, bussando alla porta, evitando di far risvegliare il ritratto della madre di Sirius suonando il campanello.

La signora Black infatti, seduta placidamente dietro la cornice intarsiata del quadro che la ospitava, aveva la bruttissima abitudine di gridare a più non posso, ogni qual volta un ospite producesse un suono più alto del normale.

Remus fu accolto con larghi sorrisi e pacche sulle spalle dal suo migliore amico, che nascondeva però una punta d'invidia per l'altro, non potendo lui stesso fare qualcosa di concreto per l'Ordine.

-Amico mio, sei in ritardo- la voce però, non rispecchiava affatto i suoi cupi pensieri, era piena infatti di pura contentezza.

-Lo so, lo so- disse subito Remus con il fiatone, e le guance arrossate dal freddo-Oggi pensavo sarebbe stato il giorno . Dopo tutte quelle serate di appostamento, pensavo di aver scoperto finalmente qualcosa. Ma sono dovuto fuggire, Fenrir mi ha quasi scorto- concluse lui soffermando lo sguardo serio su Molly, che aveva trattenuto il fiato di botto, spaventata.

-Ma non è successo- riprese poi per tranquillizzarla con un sorriso dolce e accarezzandole piano una spalla.

-Almeno hai avuto un po' d'azione- lo raggiunse Sirius, con un bicchiere colmo di vino rosso.

L'altro annuì un po', bevendolo quasi tutto in un sorso.

-Ah, va molto meglio- riprese con un largo sorriso togliendosi finalmente il cappotto scucito e la sciarpa spagliata.

-Alastor?- chiese poi guardandosi attorno, mentre salutava con una pacca sulla spalla Shakebolt e con un sorriso Arthur.

-Non sono ancora arrivati- rispose Molly con la voce velata di preoccupazione.

-Sono?- chiese subito Remus, con cipiglio confuso.

-Oh giusto, che sciocca, Alastor non poteva avvertirti, non voleva rischiare che ti scoprissero mandandoti un gufo- ammise Molly dandosi internamente della sciocca.

Arthur concluse per lei:

-Moody sembra aver trovato una nuova aggiunta alla nostra causa-

-Chi?- chiese curioso l'altro, sedendosi davanti a Shakebolt.

-Non lo sappiamo, non ha scritto altro, probabilmente per paura che qualcuno leggesse la sua posta-

rispose l'uomo che gli sedeva davanti.

-Si, sarebbe una cosa da lui- ammise Sirius, mettendosi accanto al suo vecchio amico.

-Ma deve essere una persona fidata, Alastor non è un tipo facile da ingannare- commentò Molly pensierosa e speranzosa.

-Ci sarebbero proprio utili altre bacchette- sospirò Remus annuendo.

-Beh io...- tentò Sirius.

-Qualcuno che non sia ricercato- lo interruppe l'amico con uno sguardo tra il dispiaciuto e il divertito.

L'altro si limitò a prendere un sorso di vino, senza commentare.

Poi un rumore, che conoscevano bene tutti, li fece sobbalzare di colpo.

Le urla della signora Black fendevano l'aria, riempendola del tutto.

-Ma che...?- esalò Molly- Alastor sa benissimo della madre di Sirius-

Tutti si scambiarono uno sguardo attento e preoccupato, per poi sfoderare in fretta le bacchette e precipitarsi all'entrata.

Una ragazza stava bisbigliando una lista piuttosto lunga di insulti, mentre si massaggiava la caviglia.

Alastor invece, tentava da solo di coprire di nuovo il fastidioso quadro con le tende purpuree.

-Dannata megera- gracchiava intanto, con la voce sforzata dalla fatica nel tirare il tessuto.

Remus e Sirius, rimesse le bacchette al loro posto, gli diedero man forte e nel giro di pochi minuti, riuscirono a far tornare le cose come prima, silenziose.

La ragazza, che si stava rialzando a fatica e che tentava di rimettere a posto un enorme piede mozzato di troll (un bizzarro portaombrelli), cercò di scusarsi ma, prima che potesse farlo, gli altri le fecero cenno di tacere, indicando il quadro.

Lei annuì subito per far intendere di aver afferrato, e si spostarono tutti di nuovo in cucina, per iniziare le presentazioni.

Non appena ebbero chiuso la porta, lasciando la madre di Sirius dall'altro lato, la bizzarra fanciulla parlò con tono accorato:

-Mi dispiace tantissimo, non sapevo che...- ma gli altri interruppero le sue scuse con sorrisi cordiali, dopotutto lei non ne sapeva niente, non era stata affatto colpa sua.

-La ragazza qua, che ha portato alla distruzione dei vostri timpani, è la mia adorata pupilla, si è detta volenterosa di aiutare e io ho accettato di farla unire alla nostra sgangherata combriccola di cause perse- iniziò Alastor, con voce bassa e rasposa.

-Oh, è bello vedere come consideri l'Ordine- lo canzonò Remus con un sorriso.

-No, sono stato anche troppo cordiale- continuò Alastor zoppicando fino ad una sedia e facendo ridacchiare tutti.

Molly, notando l'imbarazzo della giovane, si era portata davanti a lei, per dirle dolce:

-Alastor è sempre stato pessimo con le presentazioni, con la cortesia in generale- disse lei con tono complice spedendo uno sguardo quasi accusatorio verso il diretto interessato- non ci ha detto neanche il tuo nome-

-Ninfadora- disse lui subito dopo aver preso un sorso di vino e schioccato le labbra tra loro.

-Tonks- lo corresse lei con tono d'avvertimento.

-Ma Ninfadora è un così grazioso nome- fece la donna guardandola quasi dispiaciuta.

-Non nel mio mondo, signora- ripose la ragazza con un sorriso ironico e facendo ridacchiare la signora Weasley.

-E sia allora, ti chiameremo tutti Tonks-

-Non parlare per me, donna- le disse Alastor allungando le gambe su un'altra sedia.

Sirius aveva osservato la ragazza da quando era entrata, in silenzio.

La conosceva bene, seppur non l'avesse mai vista in vita sua.

Era sua cugina, ma, rinchiuso ad Azkaban fin da giovane e rimastoci fino a non molti anni prima, non gli era stata data la possibilità di conoscere la giovane, che ora ricambiava lo sguardo con un sorriso accennato.

-Sei molto simile a tua madre- proruppe poi avvicinandosi piano a lei con una voce incrinata dall'emozione -è un piacere conoscerti, Ninfadora-

Lei scusò l'uomo per averla chiamata in quel modo, perchè non solo era il cugino che aveva atteso di conoscere (da quando lo aveva saputo innocente), ma perchè le rivolgeva uno sguardo carico di commozione ed affetto.

E in un sussurro rispose:

-E' un piacere mio-

Sirius la abbracciò forte, ricordando la madre di lei, Andromeda, che era stata sempre buona con lui, e nel suo cuore risalì dolorosamente la nostalgia.

Ma prima di essere sommerso da questa emozione, il mago si staccò con un sorriso ironico, per poi dirle:

-Forse è meglio che io lasci qualche pezzo anche agli altri-

Gli altri, che li avevano osservati silenziosi e commossi (soprattutto la signora Weasley, che tratteneva a stento le lacrime), non se lo fecero ripetere due volte.

Tutti si avvicinarono per conoscere la nuova arrivata, come era giunta a loro, che lavoro facesse, quanti anni avesse.

Ma una persona se ne stava un po' in disparte.

Non che non fosse incuriosito da quella giovane maga (capelli rosa, giacca di pelle sgualcita, stivali borchiati?), ma era stato sempre un po' cauto con le persone che non conosceva, era dato forse dal fatto che, a causa del suo problema, fin da giovane non sapeva davvero mai su chi poteva riporre la sua fiducia.

Però questo non gli impediva di osservarla attento e di seguire le sue parole e gli atteggiamenti di lei.

Capì fin da subito, che, a differenza della maschera che si era creata, era una tipa piuttosto timida, guardava spesso in basso tra un sorriso e l'altro, e si grattava spesso la nuca con le dita guantate.

Questo lo fece sorridere, portandolo a pensare che, l'apparenza ingannava davvero a volte.

-Remus, alzati da quella sedia per l'amor del cielo e vieni qui a presentarti- la voce alta e chiara della signora Weasley lo scosse dai suoi ragionamenti, facendolo arrossire un po' per la figuraccia.

Che la ragazza si fosse accorta che aveva lasciato il suo sguardo fisso sulla sua figura più del necessario?

L'uomo però, si alzò comunque svelto dalla sedia, avvicinandosi alla piccola campana di persone che si era venuta a creare attorno alla giovane.

-Perdonami Tonks, è stata una giornata un po' spossante oggi per me- proruppe Lupin con quella scusa, alzando poi la mano per invitare la maga a stringerla.

-Nessun problema- disse lei subito svelta, sorridendogli cordialmente e stringendogli la mano.

Era così minuta.

Questo passava sulla testa del giovane lupo, mentre osservava con un guizzo divertito la candida mano di Tonks sparire nella sua, che, pensava poi con tristezza, era davvero sgraziata.

Piena di tagli ed escoriazioni.

La ritirò quasi subito quindi, e la nascose in fretta nelle tasche.

L'altra sembrò non aver fatto caso a tutti quei pensieri, che si affollavano nella mente dell'uomo.

-E' un piacere averti qua, abbiamo proprio bisogno di una mano- continuò lui guardandola negli occhi.

Grandissimi, di un colore così caldo, le ciglia così lunghe.

-E per me è davvero un onore unirmi alla vostra causa, sono impaziente di entrare in azione-

-Questo si che è parlare- li raggiunse la voce di Sirius dall'altra parte della stanza, che fino a qualche secondo prima aveva parlato fittamente con Alastor, il quale gli sedeva accanto con le gote un po' arrossate dal troppo vino

-Vieni, ti faccio vedere quello che abbiamo costruito finora- riprese Remus sorridendo cordialmente per farsi perdonare della sua indole solitaria e un po' schiva.

Lui non fece in tempo a voltarsi per dirigersi verso il tavolo, che sentì un tonfo sordo e un raschiare acuto di sedie.

La ragazza infatti, nella fretta di seguirlo, non aveva fatto caso a dove stava mettendo i piedi, che, in modo quasi incredibile, riuscirono ad ostacolarsi tra loro e a farla ruzzolare per terra.

Lupin si voltò in fretta e si avvicinò alla giovane, chinandosi verso di lei.

-Ehi, tutto bene? - le era davvero vicino.

Tonks era arrossita.

Le capitava spesso, soprattutto con chi non conosceva, ma in quel momento, il suo cuore fece un balzo strano, che non era abituata a sentire.

Troppo occupata a non essere nervosa, aveva tenuto, per quasi tutto il tempo che Remus le aveva parlato, lo sguardo basso o comunque piuttosto sfuggente.

Ma ora, che il viso di lui le era così vicino, era impossibile non notarlo.

E non far caso alla bellezza di lui.

Aveva un viso fino, quasi delicato, ma con una leggera cicatrice che si intravedeva sulla fronte.

Gli occhi di lui, ora mossi dalla preoccupazione, erano scuri, ma caldi.

Le labbra di lui sembravano trattenersi dallo stirarsi in un sorriso, una risata perfino, e venivano solleticate da una striscia leggera di baffi bruni.

In quel momento, se pur vittima dell'imbarazzo, avrebbe voluto vederlo ridere, si, perfino di lei.

Era solo curiosa.

Voleva sapere se, sotto quelle labbra delicate, si nascondesse il sorriso bello che immaginava nella sua mente.

Ma lui, da gentiluomo, non lo fece, rimase serio e attento alle condizioni di lei.

Remus, un po' confuso dallo sguardo che Tonks gli lanciava, era stato preso dal sospetto che ragazza avesse battuto la testa, quindi, le chiese serio:

-Quante sono queste- mettendole davanti le sue dita lunghe ed affusolate, che formavano in quel momento il numero due.

-Sto bene, sto bene- disse lei tentandosi di alzarsi così in fretta da ricadere in avanti, però Remus la sostenne subito, tenendola in piedi.

Si scambiarono uno sguardo imbarazzato, per poi dividersi in fretta.

Molly aveva assistito a tutta la scena, ma, a differenza degli altri che ridacchiavano per la figura della giovane un po' goffa, lei sorrideva con l'aria di saperla lunga.

Oh, ci sarebbero stati un sacco di lupetti, se lo sentiva.



   
 
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