Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: _exodus    29/02/2016    0 recensioni
| Inazuma Eleven | Nessuna coppia | Angst; Malinconico | !Violenza! | Partecipante al contest "I non-toni dell'Amore" indetto dagli Shiri Sixteen |
Ormai Kyosuke era abituato a serate del genere, ogni sera il gruppo di amici si ritrovava in quel vagone e ognuno faceva sempre le medesime azioni, come se fosse stato un rituale sacro, il loro. Quello che facevano poteva essere benissimo accomunato ad un rituale devoto all’alcol. Ogni volta bevevano fino ad ubriacarsi. Bevevano per dimenticare, dicevano. Per dimenticarsi del tempo che continuava a scorrere senza sosta, delle loro vite senza senso e prive di utilità, perché secondo la società loro erano solo teppisti che si ubriacavano, imbrattavano muri con orrendi graffiti e prendevano decisioni affrettate senza mai riflettere. Tsurugi odiava quelli che giudicavano, quelli che si fermavano alle apparenze, per questo permetteva a quell'alchimia perversa di sapori e sensazioni di scorrere con il suo sapore forte, amaro e dolce allo stesso tempo, nella sua gola bruciante, per poi abbandonarsi al destino.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Kirino Ranmaru, Matatagi Hayato, Matsukaze Tenma
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Kariya Masaki era una persona piuttosto confusionaria, non poteva mai fare affidamento su certezze a causa della sua mente fin troppo sotto sopra. L'unica cosa di cui forse era certo era il fatto di essere gay fino al midollo, continuamente sfottuto e ricattato.
​La notizia della sua omosessualità si era sparsa velocemente, il turchese a volte si stupiva di quanto gli abitanti di Inazuma-Cho fossero simili a delle nonnette assetate di gossip. Eppure non se ne era mai preoccupato.
Non aveva dei genitori omofobi ai quali doveva tenere eternamente nascosto quel segreto, anzi, lui i genitori proprio non ce li aveva.
Non aveva da temere di alcun bullo, era lui il primo a bullizzare i più deboli.
​Eppure, dopo diverse settimane, per il giovane divenne praticamente impossibile riuscire a vivere come una persona normale a causa di tutte le oppressioni. Con il tempo gli insulti che gli venivano lanciati per strada si erano fatti sempre più frequenti e pesanti, a volte si era anche procurato dei lividi e dei tagli piuttosto profondi dopo essere stato pestato nei vicoli più deserti della città; eppure a lui non importava nulla di tutto ciò perchè si sentiva compreso dagli unici amici che non lo avevano mai abbandonato.
​Quella notte i tre rimasti se ne stavano attorno al fuoco, con chi aveva lo sguardo perso tra il cielo stellato e chi fissava le fiamme aranciate muoversi vivaci facendo scoppiettare di tanto in tanto la legna.
​La serata passò lenta, straziante e silenziosa.
 

Tsurugi era quello che più di tutti aveva assistito alla lenta sterminazione dei suoi amici silenziosamente, non aveva mai proferito parola a riguardo, eppure era quello che probabilmente soffriva maggiormente. Aveva cercato di rimanere impassibile, di poter apparire come un supporto, un muto aiuto, perchè lo sapeva che prima o poi Takuto sarebbe crollato sotto il peso del dolore. Quel giorno si alzò verso le sei del mattino, quando in quelle giornate il sole si mostrava timidamente rubando il posto al cielo stellato. Cercò di fare il letto il meglio possibile, non voleva arrecare troppo lavoro al castano, suo coinquilino da diversi anni. Vivevano insieme a Tenma, una volta. Takuto era stato cacciato di casa dai suoi quando aveva dichiarato loro che non avrebbe iniziato gli studi di legge, il blu era semplicemente scappato di casa. Lanciò un fugace sguardo a Takuto, poi sorrise amaramente.
​Nel giro di poco tempo si vestì e fu pronto per recarsi alla stazione di benzina dove lavorava, lo stipendio non era molto ma sommato a quello di Takuto era sufficiente per mantenere le spese dell'affitto. Prima di andarsene, però, prese un foglietto bianco dalla tasca, era stropicciato ma era ancora possibile scriverci sopra. Afferrò una biro posata sulla piccola scrivania davanti ai due letti ad una piazza ad iniziò a scrivere.
 
あなたが生き残るために持っています
D e v i   s o p r a v v i v e r e .
 
​Posò il piccolo foglio sulla scrivania e, messo il suo borsone nero in spalla, lasciò l'abitazione.
 
 
Si era ormai fatta sera, circa le nove. Kariya aveva iniziato a far scorrere l'acqua dal rubinetto della vasca, il fumo ascendeva quasi invisibile. Il turchese indossava un paio di pantaloncini neri e una canottiera di alcune taglie in più della sua, gli occhi giallastri puntati sulla vasca che pian piano si riempiva di acqua bollente. Quando la vasca fu riempita dall'acqua quasi fino all'orlo immerse una gamba, poi l'altra, il corpo iniziava a riscaldarsi. Si immerse completamente cercando di resistere al dolore lancinante che sembrava trafiggergli la pelle nivea. Poi guardò la lettera poggiata sul bordo della vasca, l'afferrò e l'aprì per rileggerla un'altra volta; l'aveva letta talmente tante volte che ne aveva perso il conto. Fece scorrere gli occhi felini sulle parole impresse su della carta color caffè, spiegazzata verso gli angoli. Poi afferrò l'accendino e avvicinò alla fiamma un angolo della lettera, facendo contorcere la carta che assumeva un colore scuro. Fece cadere le ceneri di quella lettera sul pavimento ricoperto da piastrelle bianche che presto vennero bagnate dall'acqua che traboccava dalla vasca. Il turchese sospirò, chiuse gli occhi e si lasciò scivolare lentamente immergendo completamente il capo sotto l'acqua. Kariya Masaki odiava il caldo, ma per quella volta decise di fare un'eccezione.
 
 
​Kyosuke osservava un furgone nero avvicinarsi, così iniziò a dirigersi verso il distributore pronto a servire il cliente. Quando il veicolo di fermò il conducente abbassò il finestrino rivelandosi un uomo sulla cinquantina, i capelli brizzolati. Era vestito come tutti gli uomini ricchi, assetati dal potere, quelli che fanno dei soldi un Dio da venerare ogni ora ed ogni giorno. Tsurugi odiava quelle persone e odiava il modo con cui scrutavano le persone come lui e le trattavano come se fossero dell'insignificante polvere. Anche se a malavoglia iniziò a fare il pieno, stringendo la sigaretta tra le labbra. Il proprietario della stazione di benzina gli aveva detto mille volte di non fumare durante le ore lavorative, ma per il blu era una cosa impossibile; certa gente faceva dei soldi un Dio, lui vedeva Dio nel fumo. Quando finì non fece nemmeno in tempo a finire di fare il pieno che il conducente premette l'acceleratore sfrecciando via dopo aver lanciato alcune banconote al ragazzo facendo sì che alcune gocce di benzina caddero a terra proprio ai piedi del giovane. Poi vide la targa del furgone nero: 49-49.

« Morire soffrendo... »

​Sussurrò facendo cadere a terra il mozzicone che cadde sopra la piccola pozza di benzina, si udì il suono di una forte esplosione, poi il silenzio.

 

 

Parole: 938

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: _exodus