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Autore: Sciao_Principesa    01/03/2016    0 recensioni
"Ed eccolo arrivato il fatidico momento che aspettavo da non so quanto tempo.
oggi primo luglio 2015 io, Federica Pellegrini, partirò per le mie bellissime due settimane di vacanza studio a Londra. Si mi chiamo Federica Pellegrini, come la famosa nuotatrice italiana che ha battuto tutti i record sui 200 stile libero. Peccato che io faccia fatica anche ad alzarmi dal divano." tratto dal primo capitolo
Genere: Commedia, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio felice perché conosco le attività che dobbiamo fare oggi: giro delle attrazioni di Londra e alla sera ritrovo a Regent’s Park. Sfrutto la mia felicità per cercare di prepararmi in orario e per una volta riuscire ad uscire dalla mia camera prima che Arianna venga ad urlarmi contro svegliando anche tutte le altre persone presenti nel residence e con mio grande stupore riesco nella mia impresa con qualche secondo di anticipo. Esco dalla camera nel momento in cui la bionda stava per bussare, la saluto velocemente e cerchiamo di recuperare anche gli altri due nostri amici, ma invano, sicuramente sono già usciti. Andiamo velocemente a fare colazione con le nostre 3 meritatissime fette tostate e Nutella e successivamente ci facciamo trovare fuori dal residence per l’incontro con gli altri ragazzi del gruppo.

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9:55 Gianmarco e Francesco ancora non si sono visti ed il ritrovo era alle 9:30, la nostra leader Pauline sta per perdere le speranze e le staffe quando in lontananza vedo due figure correre all’impazzata nella nostra direzione e riconosco subito i due ritardatari, inizio ad urlare a Pauline qualcosa tipo “ehi! There, there! They’re coming! Wait!” Prima che dicesse di andare e già parecchio infastidita per loro se la prende pure con me, ancora non ho capito per quale motivo. I ritardatari mi ringraziano con un veloce bacio sulla guancia e li avviso che non sarà così per sempre e che non devono abituarsi a questa cosa. In seguito ci incamminiamo verso la metropolitana direzione Waterloo. 

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In metropolitana c’è un caos assurdo, gente che corre, uomini d’affari vestiti bene che rimbalzano da una parte all’altra della stazione cercando di non perdere il treno, signore anziane con cappelli strani, ragazzi che suonano nei corridoi tra un binario e l’altro e poi noi; una ventina di ragazzi che viene da mezza Europa, che non sa nemmeno cosa deve fare, capitanati da una ragazza sulla 20 vestita con una maglia rosa e una specie di lecca lecca gigante, anch’esso rosa. Ci si nota poco dai.

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Anche se con un po’ di fatica alla fine riusciamo a prendere il nostro treno e ad arrivare a Waterloo. Il London Eye, il Big Ben, Westminster, Buckingham Palace, Trafalgar Square, Piccadilly Circus, tutto esattamente come me l’ero immaginato. Faccio circa trecento foto di tutto quanto e ogni tanto infilo qualche selfie con la mia nuova “gang”. Per mezzogiorno ci fermiamo a mangiare qualcosa a St. James Park e successivamente riprendiamo la metropolitana per tornare nel residence e riposarci un attimo prima dell’attività pomeridiana/serale.

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Appena arrivati al residence io e Arianna salutiamo i due ragazzi e ci dirigiamo nelle nostre camere per darci una rinfrescata e prepararci per l’attività successiva. Una volta nel corridoio troviamo Gianni e Luca ad aspettarci, li salutiamo con un veloce bacio sulla guancia, ci raccontiamo cosa abbiamo visto e ci diamo appuntamento per la sera visto che tutti i gruppi si sarebbero trovati nello stesso posto, poi finalmente entriamo nelle nostre camere. Mi faccio una doccia veloce e mi cambio, poi mando un messaggio ad Arianna “ti va di andare a trovare un po’ gli Angeli di Victoria?” Non tarda ad arrivare una risposta affermativa con circa trenta faccine con gli occhi a cuoricino e una Arianna tutta contenta e saltellante fuori dalla porta. 
Oxford Street si trova a pochi minuti dal residence e durante l’orientamento noi avevamo memorizzato per bene solamente la strada da fare per arrivarci: si esce dal college, si va a sinistra, si prosegue dritto per un centinaio di metri, poi a destra ed eccoci arrivati in paradiso. Ora il problema era trovare il negozio. Abbiamo fermato praticamente ogni ragazza con un sacchetto di Victoria’s Secret chiedendo loro indicazioni stradali, abbiamo provato a seguirle alla lettera, ma siamo finite a girare in tondo per un quarto d’ora buono. Quando pensavamo di arrenderci, troviamo finalmente una ragazza a cui chiediamo come ultima chance dove si trovasse, ci risponde che non lo sa ma che volendo avrebbe potuto cercare su internet le indicazioni stradali e grazie a lei siamo riuscite finalmente a trovarlo. Purtroppo però ci siamo potute stare poco, in quanto ormai continuando a girare e rigirare senza meta si era fatta ora di tornare nel residence per l’attività. Mannaggia a te Victoria.

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Arriviamo nel residence giusto in tempo per il ritrovo e stranamente anche Gianmarco e Francesco sono già lì ad aspettarci, ci chiedono dove siamo state facendo finta di non aver notato i sacchetti rosa a strisce bianche che tenevamo in mano, ci chiedono di vedere cosa avessimo comprato ma rifiutiamo e corriamo nelle camere a depositare il nostro bottino il più velocemente possibile per poi tornare nel punto di ritrovo e andare al parco. Ritorniamo fuori dalla struttura e ci mettiamo in gruppo con i due ragazzi di Firenze e i nostri due amici e ci dirigiamo verso il parco scherzando, prendendoci in giro e stuzzicandoci.

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Giunti nel parco i leader ci dividono a seconda dello sport che vogliamo fare e ovviamente noi sfaticati diciamo a Pauline di trovarci un gioco da fare che non comporti il movimento e  il fatto di sudare e stare in piedi. All’inizio ha fatto qualche storia ma poi ha accettato la nostra proposta, ha radunato altri ragazzi e ci ha fatto fare un gioco veramente interessante e unico: il mimo. Non volevamo crederci. Chi indovinava doveva stare al centro e far indovinare la parola che gli era stata detta dalla leader agli altri partecipanti. Le parole erano facilissime ma sia io che Arianna ovviamente stavamo zitte per evitare di finire al centro, allora le dicevamo a Gianmarco che non facendosi problemi le diceva e quando alla fine gli veniva detto che doveva andare al centro protestava, non resistevamo. Gli abbiamo fatto pure un video e siamo morti tutti dal ridere: in pratica si avvicinava alla leader che ovviamente gli comunicava la parola da mimare, lui l’aveva detta ad alta voce e Andy faceva un gesto strano, come se volesse farsi aria, lui l’aveva interpretato male, si girava verso di noi e in perfetto accento fiorentino diceva “ma che, puzzo?” E Francesco ormai sconsolato “ma cazzo!”. Il gioco dei mimi più divertente della mia vita.

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Ormai avevo consumato tutte le mie energie ridendo e sforzandomi per quel gioco e quindi, d’accordo con Arianna ci siamo fatte portare in spalletta dai nostri amiconi, anche se parecchio controvoglia. Io stavo aggrappata effetto koala al rosso, mentre lei a Gianni. 
“Ti stai divertendo Fede?” Mi chiede il ginger.
“Si, tantissimo, quei ragazzi mi fanno morire! A te invece come sta andando con la morettina?” Dico ammiccando.
Lo sento irrigidirsi ed esita un attimo prima di dirmi che si sono baciati durante il tour a Buckingham Palace. Non appena ho sentito la parola “bacio” sono saltata giù dalla sua schiena, gli ho dato una pacca sulla spalla come per dire “bel lavoro” e ho voluto sapere ogni dettaglio; da chi ha fatto partire il bacio a come baciava. Il rosso era diventato dello stesso colore dei suoi capelli mentre mi raccontava la scena, ma io non mollavo, alla fine, esasperato dal mio terzo grado mi ha spinto via dicendomi di smetterla di farmi sempre i cavoli suoi.

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La sera al residence è stata più o meno come le precedenti se non per il fatto che i ragazzi sono rimasti con noi fino a quando le leader non li hanno cacciati nella loro struttura. Ci siamo fermati tutti nella mia stanza, nonostante le proteste di Beatrice, e abbiamo parlato della nostra vita, delle nostre esperienze e ci siamo scambiati qualche “segreto”. Avrei voluto che quel momento potesse durare per sempre, mi sentivo libera, non giudicata, potevo dire qualsiasi cosa, una sensazione stupenda.
  
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