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Autore: Robigna88    02/03/2016    0 recensioni
Hope è finalmente venuta al mondo ma non può rimanere a New Orleans. Ci sono troppi nemici lì e tutto quello che Hayley, Klaus ed Elijah vogliono è che cresca amata e protetta.
Anche se a malincuore dunque, la piccola è costretta a lasciare la città e mentre tutta New Orleans la crede morta, Elijah la affida ad una persona del loro, del suo passato, di cui sia lui che Klaus si fidano ciecamente.
Lo fa sicuro che saprà prendersi cura di lei.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NDA: Buona lettura e lasciatemi un commento se vi va.

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HER NAME IS HOPE

 

 

 

 

 

Non se credono che sia morta  così gli aveva detto Niklaus quando aveva fatto presente che le streghe non si sarebbero fermate finché non l’avessero trovata. Poi aveva sviscerato il suo folle piano riguardo al modo migliore di proteggere sua figlia.

La piccola aveva solo un giorno e già era chiaro che New Orleans non poteva essere casa sua, non in quel momento almeno. Era venuta al mondo con un’eredità fatta di nemici e priva di ogni difesa. Era il punto debole di tutta la famiglia e avere un punto debole era un lusso che loro non potevano permettersi.

Così non restava altro da fare che mandarla via, con qualcuno capace di proteggerla, con qualcuno che fosse lontano dal loro mondo, dal mondo proprio dei Mikaelson.

Il primo pensiero di Klaus era stato rivolto a Rebekah e per quanto potesse sembrare la scelta più logica, Elijah sapeva che se loro avevano pensato a lei anche tutti gli altri lo avrebbero fatto.

Per assurdo, nonostante la loro sorella fosse davvero l’unica con tutte le risorse necessarie, era anche la meno adatta.

Se c’era davvero Esther dietro tutto quello che era successo nelle ultime ventiquattro ore, con Genevieve, Monique e quel dannato sacrificio che dicevano di dover fare a tutti i costi, la piccola non sarebbe stata al sicuro con la bionda originale.

Per fortuna c’era qualcun altro che poteva prendersi cura di lei, qualcuno che aveva le risorse e che aveva il giusto spirito, che era lontana da New Orleans ma non dal mondo del soprannaturale.

Era l’unica amica di Klaus, l’unica vera, l’unica che era sopravvissuta pur avendo sempre sputato in faccia al suo Ibrido fratello quello che pensava di lui; pensieri che non sempre erano lusinghieri. Pensieri frutto di un’onestà che invece di infuriarlo lo facevano quasi sorridere ma soprattutto lo mettevano di fronte al dubbio che forse era necessario che cambiasse qualcosa nel suo modo di fare e di essere.

Il fatto che poi non cambiasse mai, era tutta un’altra storia.

Elijah aveva proposto lei come tutrice della piccola perché, all’infuori della sua famiglia, era l’unica persona al mondo di cui si fidasse ciecamente. Non c’era cattiveria in quell’anima forte. Solo tanto amore e tanto coraggio.

La bambina sarebbe stata al sicuro con lei, ne era certo e doveva esserlo anche Niklaus se aveva accettato senza tanti dubbi o remore.

Il maggiore dei Mikaelson le aveva telefonato, le aveva spiegato ogni cosa e non si era stupito quando lei aveva subito accettato di aiutarli. Così, mentre Hayley e Klaus recitavano la parte di due genitori la cui figlia era morta, lui si era messo al volante non appena tutto era stato pronto e aveva guidato fino all’uscita della città in attesa che lei arrivasse.

Aveva detto a mezzanotte e a mezzanotte in punto la sua automobile si fermò davanti a quella dell’Originale e lei scese più bella e più in forma che mai.

Con passo deciso la donna lo raggiunse sorridendogli dolcemente, allungandosi per baciargli la guancia, poi abbassando poco lo sguardo verso la piccola.

“Oh mio Dio” mormorò accarezzandole il visino con la punta di un dito. “È bellissima.”

Elijah annuì, poi seguendo un istinto che solo lei sapeva tirar fuori alzò la mano e gliela poggiò sul viso. “Anche tu lo sei” le sussurrò. “Grazie di essere venuta.”

Allison si lasciò cullare dal tocco di quella mano. Era incredibile, pensò, l’effetto che le faceva anche dopo parecchi anni. Le piaceva quella sensazione, anche se tutto finiva sempre con lei con il cuore spezzato.

“Grazie a te e a Klaus e alla madre di questa bellissima bambina, per esservi fidati di me in tutto questo” la donna indietreggiò di un passo, lasciando che la mano di Elijah si postasse dal suo viso. “Posso?” chiese indicando quella piccola creatura.

Lui sorrise, con delicatezza gliela lasciò prendere facendo un grosso respiro quando vide gli occhi di Allison riempirsi di dolcezza. Sì, lei era decisamente la persona giusta e le labbra di sua nipote si erano appena curvate in un piccolo sorriso.

“Ti servirà…”

“Una marea di pannolini, latte, pazienza e una strega che faccia un incantesimo di occultamento ultra potente che impedisca a chiunque di trovarla?” finì Allison per lui. “Ho già tutto quello che mi serve. Posso assicurarti che sarà al sicuro con me Elijah. La proteggerò a qualunque costo.”

“So che lo farai.”

Il vampiro accarezzò con dolcezza la piccola mano della bambina, poi diede un bacio sulla fronte alla donna. “Grazie.”

Lei gli strizzò l’occhio. “Quando sarete pronti per riportarla a casa fammelo sapere e la riporterò da voi più bella e sana che mai. Te lo prometto.”

“Ed io ti credo” lui si guardò intorno, poi sospirò. “Vai ora.”

“Okay, ma prima ho bisogno di sapere una cosa.”

“Cosa?”

“Qual è il suo nome?” Allison cullò la piccola e guardò Elijah in attesa di una risposta.

L’Originale si accorse, e successe solo allora, che non aveva idea di quale fosse il suo nome. Non c’era stato il tempo di sceglierlo.

“Non lo so” mormorò con voce spezzata. “Non c’è stato il tempo di dargliene uno.”

La donna di fronte a sé guardò per un lungo istante il fagottino stretto tra le sue braccia, poi sollevò gli occhi tristi su Elijah.

“Che ne dici di Hope?”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

-LOS ANGELES, SEI MESI DOPO-

 

 

Allison sorrise guardando Hope giocare sul tappeto del salotto con Hayley, l’Ibrida che le avevano presentato un’ora prima e che era la madre della piccola di cui aveva accettato di prendersi cura.

Il suo sorriso si allargò quando guardò Klaus; era così diverso, così… paterno. C’era una dolcezza in quegli occhi di solito tristi e arrabbiati che lei non aveva mai visto.

Elijah li fissava seduto sulla poltrona ma nei suoi occhi c’era la solita calma di sempre e un pizzico di felicità.

Decise che era il caso di lasciarli da soli, era un momento di famiglia, intimo e privato e per quanto lei volesse bene ad Hope e a Klaus e ad Elijah… non era parte di quel piccolo nucleo che ora era stretto intorno alla bambina.

Con discrezione prese la chiavi dell’auto e un fermaglio sul mobile dell’entrata, poi uscì piano senza fare rumore. O almeno così credeva.

“Stai uscendo?”

La voce di Elijah la fece sobbalzare. Si voltò a guardarlo e abbozzò un sorriso. “Ed io che credevo di essere stata silenziosa come un ninja” scherzò, per poi tornare seria mentre si legava i capelli. “State vivendo un momento familiare, mi sembrava giusto darvi un po’ di privacy.”

Elijah scese giù per i quattro gradini, per avvicinarsi a lei. “Tu sei parte della famiglia. Ti stai prendendo cura di lei e lo stai facendo magnificamente. È bellissima e sana e felice e ha un guardaroba davvero…”

“Fantastico? Lo so” lo interruppe lei ridacchiando. “Senti, forse l’ho un po’ viziata ma…”

Questa volta fu il turno di Elijah di interrompere. Ma l’Originale elegante, come lei lo chiamava, lo fece con un bacio sulle labbra.

Per entrambi, fu come se in un istante tutto il passato che condividevano tornasse a mostrarsi prepotente, dietro le palpebre dei loro occhi chiusi, nel sapore delle loro bocche.

Il vampiro fu il primo a staccarsi, rimanendo però ad un soffio dalle sue labbra. “Non mi aspettavo niente di meno da te” le sussurrò sollevando un mano e poggiandogliela sul viso.

Lei fece un grosso respiro. “Ho una domanda.”

“Cosa?” lui fece vagare lo sguardo sul quel bel viso, puntandolo dentro il suo quando riaprì gli occhi.

“Questo bacio significa qualcosa di più di mi piaci perché sei carina e perché baci benissimo? Perché se significa solo questo allora mi girerò e me ne andrò e faremo finta che non sia mai successo.”

“E se significasse di più?”

“Rimarrei e sarei felice di farlo.”

Elijah le prese una mano e ne baciò il palmo, avvicinò di nuovo le labbra alle sue e sorrise. “Allora rimani” le disse prima di baciarla di nuovo.

Allison rimase.


   
 
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