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Autore: MimiRyuugu    02/03/2016    3 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Buonaseranottegiorno <3
Si, sono in ritardo. Sono ignobile, lo so. Però mi faccio perdonare con un aggiornamento succulento! Se così non dovesse essere, cruciatemi pure (ma piano, che fa male ç_ç).

Avvertenze: Occ, diabete (tanto diabete, troppo, infinito). Situazioni surreali, discorsi imbarazzanti e...ho finito XD

Non ci sono canzoni, però vi rinnovo l'invito a dare un'occhiata alla playlist di Spotify mimiryuugu, con lo stesso nome della ff u.u i film citati sono Il Curioso Caso di Benjamin Button e Il Mai Nato

Ah dimenticavo, vi amo e vi lancio amore perchè seguite ancora questa mia sgangherata fan fiction piena di imprecisioni TwT <3
Vi lascio all'aggiornamento,
buona lettura bimbe <3



Trentesimo Capitolo

L’ora si era fatta tarda oramai. Un venticello si era permesso di spirare e muoveva le chiome degli alberi in una sorta di danza silenziosa. Lenta. Due figure si muovevano piano lungo un piccolo sentiero di marmo. La donna aveva le braccia incrociate al petto. Aveva freddo. La ragazza invece procedeva tranquilla. “Appena Lucius è tornato a casa da Azkaban stavo per fare una festa dalla gioia…” disse infine Narcissa. Anna sorrise. “È naturale…sono felice che sia tornato…è il pilastro di casa Malfoy…” osservò. A qualche centimetro di distanza da loro levitavano due bicchieri ricolmi di vino rosso. La bionda si fermò per prendere il suo. La castana la imitò. “Questo posto è molto bello di notte…” commentò ancora quest’ultima. Narcissa annuì. “Non ti sei mai spinta così in la nelle estati che hai passato qui vero?” precisò. Anna scosse la testa. Aveva passato molto tempo nella tenuta estiva dei Malfoy. Però di solito lei e Draco se ne stavano in riva ad un lago poco più in la. A fare bagni e crogiolarsi all’aperto. “Anna…posso chiederti una cosa? So che forse è un po’ prematura…” le chiese la donna. La castana annuì tranquilla. “Hai intenzione di avere bambini…dopo il matrimonio?” esordì. Anna rise. “Prima non ne ero molto convinta…però ora ne sono certa…specialmente dopo aver avuto un’anteprima!” rispose. Sorseggiando il suo vino. Narcissa si fermò ed indicò una panchina accanto al sentiero. Le due si sedettero. “Cosa intendi con un’anteprima?” commentò curiosa. La castana alzò lo sguardo al cielo. Era pieno di stelle. “Io e Draco abbiamo visto i nostri futuri figli…e ti giuro Cissy…sono bellissimi…” spiegò. Gli occhi della donna brillarono. Colmi di esagitazione per la notizia. “Potresti parlarmene un po’? Sono certa che se chiedessi novità a Draco lui non mi accontenterebbe…dice che sono troppo avida di informazioni…” sbottò. Anna sospirò. “Avremo due figli…un maschio ed una femmina…il maschio sarà il primogenito…” iniziò a raccontare. Narcissa annuì felice. “Avete già deciso i nomi?” la interruppe. La castana annuì. La divertiva il modo in cui era riuscita a rapportarsi con lei. Le sembrava più di parlare con una sua coetanea. Non con sua suocera. “Il maschio l’ha deciso Draco…si chiamerà Scorpius Hyperion…” rispose. La donna sospirò esasperata. “Tipico…” osservò. Anna ridacchiò. “La femmina invece l’ho scelto io…si chiamerà Elizabeth Eiko…tutte le donne della mia famiglia hanno un secondo nome giapponese…è una tradizione…anche mia nonna Artemisia ce l’aveva…spero non ti dispiaccia…” spiegò. Narcissa scosse la testa. “Sono dei bei nomi…e come saranno i miei futuri nipotini?” chiese ancora. La castana sorrise intenerita. “Scorpius assomiglierà tutto a Draco…capelli biondi, però occhi castani…mentre Lizzy prenderà da me…capelli castani, ma occhi di un azzurro glaciale…” raccontò. Nel mentre la donna aveva chiuso gli occhi per immaginarseli meglio. “Cissy?” la chiamò Anna. Lei si voltò. “Dimmi pure cara…” sorrise. La castana abbassò lo sguardo. “Non…non vi crea proprio nessun problema il fatto che io sia…ecco…una Mezzosangue? I nostri figli saranno i primi della famiglia Malfoy…” osservò. Da quel punto di vista si sentiva davvero la pecora nera di quella splendente famiglia. Narcissa scosse la testa. “Certo che no sciocchina! Ad essere sincera quando Draco ti ha portato a casa nostra la prima volta io e Lucius eravamo un po’ scettici, però ora sei praticamente una di noi…e poi ci hai fatto rendere conto che il sangue non è tutto…anche se probabilmente la mia povera madre si rivolterebbe nella tomba sentendomi…però ti assicuro che ai miei nipotini non mancherà nulla!” le rispose. Anna sorrise. “Se questo è il tuo ragionamento trovo che riconsiderare Andromeda nella tua vita non sarà un passo così duro da fare…e nemmeno tanto lontano…dico bene?” osservò soddisfatta. Narcissa alzò le spalle. “Può darsi…anche se dopo tutti questi anni non vorrà più sentir parlare di me…di Bellatrix poi…” sospirò affranta. La castana scosse la testa. “Tu e Bellatrix siete due persone completamente differenti…è vero che nelle vostre vene scorre lo stesso sangue però non è detto che se Andromeda ipoteticamente odi lei debba odiare anche te…” commentò. La donna sorrise amara. “Speriamo…certo che stasera sei davvero in forma a quanto consigli Anna…eppure è il tuo compleanno…dovrei essere io a fare l’adulta saggia…” disse divertita. La castana bevve un lungo sorso di vino. “Come avrai capito sono molta gelosa dei miei uomini…vero?” esordì poi Narcissa. Anna annuì. “Però infondo sono felice che Draco si sia trovato una buona compagna…mi ricordate molto me e Lucius da giovani…” spiegò rasserenata. La ragazza arrossì. “Purtroppo Anna sai anche che non è tutto oro quel che luccica…” cominciò a dire la donna. Anna la guardò dubbiosa. “Quando Lord Voldemort era alla sua prima guerra…ecco…lo sai che Lucius è un Mangiamorte vero? Ecco…le lunghe notti in cui lo aspettavo a casa da sola…con Draco ancora neonato nella culla, erano interminabili…io spero davvero che si risolva tutto per il meglio…per voi… non voglio che tu patisca le stesse ansie che patii io a quei tempi…e che, detto sinceramente, sto ancora patendo…” disse d’un fiato Narcissa. Concedendosi poi anche lei un lungo sorso di vino. La castana annuì. “Cissy…tu non sei cattiva e nemmeno Lucius…questo è quello che ho capito da quanto vi conosco…” sorrise. La donna la guardò con gli occhi sbarrati. Forse Draco non le aveva detto nulla. Probabilmente non lo aveva ancora fatto. Il cuore quasi le si spezzò. Narcissa si avvicinò piano. Si rivedeva così tanto in quella ragazza. Sapeva che nemmeno Anna in fondo era cattiva. Era quasi come una vera figlia per lei oramai. Così, dimenticandosi di anni e anni di buone maniere e contegno generale, la donna si avvicinò ancora e la abbracciò. La castana rimase stupita da quel gesto. Il profumo dei lunghi capelli di Narcissa la investì. Le sembrava uno di quei cari abbracci. Caldi. Confortevoli. Dolci. Quelli che le dava sua madre. La donna si staccò imbarazzata. Anna però le sorrideva. “Mi sembra davvero di essere tornata più giovane…” cercò di giustificarsi Narcissa. “Cara, tu sei ancora giovane!” la corresse Lucius. Accostandosi alla panchina dal sentiero. Poi porse una mano alla moglie. Per aiutarla ad alzarsi. Lei accettò. “La compagnia della festeggiata non è solo un tuo privilegio…non monopolizzare Anna…” sbuffò finto offeso Lucius. Narcissa scosse la testa divertita. “Si sta facendo tardi…non allontanatevi troppo mi raccomando…” raccomandò. L’uomo sorrise ed offrì in braccio alla ragazza. Ancora seduta e palesemente stupita. “Una passeggiata?” propose lui. Anna scattò in piedi. E gli avvolse il braccio con le sue. Narcissa era già sparita nel buio. I due iniziarono a camminare. La castana cercava di mantenere un decoro. Pancia in dentro, petto in fuori. Schiena dritta. Non era la prima volta che si trovava da sola con Lucius. Però c’era qualcosa che la faceva sentire a disagio. “G…grazie per lo splendido regalo di Natale…” cercò di dire Anna. L’uomo fece picchiettare il bastone con la testa di serpente davanti a se. “Di nulla, è stato giusto un pensiero…” rispose cordiale. La castana tenne lo sguardo basso. Era sempre così. All’inizio erano immersi in quell’atmosfera fredda. Poi d’improvviso il ghiaccio si scioglieva. “Chiedo scusa per la mia sbadataggine Anna…non ti ho nemmeno ringraziato per aver tenuto compagnia a Narcissa e a Draco quest’estate…” disse Lucius. La ragazza quasi sobbalzò. “Non mi devi ringraziare, l’ho fatto con piacere…piuttosto, sono felice che tu sia tornato da Azkaban…” esordì. L’uomo sorrise. “Si sta di certo meglio fuori…anche se da quello che mi ricordo al Ministero c’eri anche tu…” osservò. Anna si irrigidì. “Ti ho vista…hai salvato quella tua amica dalla Maledizione di Bellatrix…” ricordò. La castana alzò le spalle. “Puro istinto…non ho fatto nulla di così eroico…io sono fatta così, finché insultano me va bene…ma quando si toccano le persone che amo divento peggio di un serpente a sonagli…” ghignò. Lucius annuì soddisfatto. Allungò una mano e le fece una carezza sulla testa. “Io l’ho sempre detto che sei una Serpeverde mancata!” commentò. Anna rise. “Me lo dicono tutti…però io sono felice così…” rispose. Poi i due si fermarono. La castana alzò gli occhi al cielo. Una splendida luna era fissa in cielo. “È triste pensare che fra non molto quella bella luna sarà coperta di rosso…” esordì. Lucius si voltò e la guardò. Doveva proprio dar ragione a suo figlio. Quella ragazza assomigliava ad uno spettro. Un meraviglioso spettro notturno. La pelle diafana quasi alimentata dai raggi lunari. “Narcissa tiene molto sia a te che a Draco…lo sai vero?” continuò lei. L’uomo annuì. “Se devo dirla tutta anche io mi sono affezionata a…te…a…voi…siete una bella famiglia…al contrario di ciò che dice la gente…quindi per favore Lucius, non correre troppi pericoli…ora come ora spezzeresti ben tre cuori…” sorrise quasi amara Anna. Gli occhi puntati su di lui. Lucius si avvicinò. “Cercherò di fare il possibile Anna…nemmeno io voglio perdere la mia famiglia…ci ho pensato molto ad Azkaban…ma quello che è fatto è fatto! Non mi resta che eseguire…sperando che non mi capitino ingrati compiti…” rispose. La castana trattenne il suo sguardo. Il ghiaccio fra loro si era sciolto. “Lo sai che per me sei come una figlia vero? Non temerai per caso che possa farti qualcosa…” commentò ancora Lucius. Anna arrossì. Dovette tenere a freno quei suoi ormoni maliziosi. “Certo che lo so! È palese oramai…guarda che ti ho scoperto, anche tu hai un cuore caro papà!” lo prese in giro. L’uomo le scompigliò i capelli. “Ora si che dovrò ucciderti…che bambina impertinente…” ghignò. La castana rise. Se ci fosse stata Hermione probabilmente avrebbe trattenuto il respiro. “Ora andiamo…è arrivata l’ora ti tornare ad Hogwarts…” esordì infine Lucius. Iniziando a camminare per tornare indietro. Anna lo seguì subito. I due arrivarono al gazebo a passo normale. Draco si fiondò dalla sua amata. Come per sottolineare che fosse di sua proprietà. Poi i coniugi Malfoy la salutarono. Lucius riportò lei e Draco ad Hogwarts. “Che ti ha detto mio padre?” le chiese il biondo. Mentre percorrevano i bui corridoi. “Nulla di che…abbiamo chiacchierato…” rispose vaga. Draco la guardò scettico. I due si salutarono arrivati ai sotterranei. Il biondo cercò di dissuaderla a tornare in dormitorio e a fermarsi a dormire da lui. Ma Anna fu irremovibile. Così dopo un lungo bacio lei corse verso la Torre Grifondoro. Reduce da quello che si sarebbe ricordata come il più bel compleanno della sua vita.
Alla stessa ora un altro duo si era rintanato in un passaggio segreto. Hermione e Ron avevano passato la serata a parlare. Lei gli aveva spiegato come era nata l’amicizia con Mark. E lui l’aveva ascoltata senza interromperla. E dare giudizi. Il tutto contornato da qualche bacio di sfuggita. “Finalmente abbiamo fatto definitivamente pace…” sospirò il rosso. Si era davvero tolto un peso dalla coscienza. “Però ricorda che mi aspetto che le cose cambino..” gli ricordò la ragazza. “A proposito di cambiamenti…sai che Harry sta diventando sempre più paranoico? Mi fa paura…” commentò Ron rabbrividendo. Hermione scosse la testa esasperata. “Devi fargli bere camomilla alla mattina invece che il caffè…” propose. Poi i due si guardarono e scoppiarono a ridere. “Mi sei mancata un casino Mione…davvero…” esordì poi lui, guardandola con occhi dolci. La ragazza si voltò imbarazzata. Ron si chinò verso di lei e cercò di schioccarle un altro bacio. Però lei glielo impedì, piazzandogli davanti la sua mano. “Prima molla Lavanda…” ghignò. Il rosso scosse la testa divertito. “È incredibile quanto tu sia cresciuta…” osservò. Hermione lo guardò curiosa. “Quando eravamo al primo anno eri timida, stizzosa, so-tutto-io…” elencò lui. “Mille grazie Ron!” commentò divertita. “Ora però sei cambiata…Anna e Giulia ti hanno guidata in meglio sai? Sei diventata una ragazza fantastica…e speciale…sono stato un’idiota a non accorgermene prima…” confessò il rosso. La ragazza arrossì. “Inutile che mi fai così tanti complimenti…non mi lascio baciare così facilmente…” soffiò. Però dopo qualche minuto aveva già congiunto di nuovo le labbra con quelle di Ron. Era una situazione così strana. Così nuova. Così proibita. “Giuro che mollerò Lavanda…però…poi potremo davvero metterci assieme?” le chiese il rosso. Iniziando a giocare con una ciocca dei capelli della ragazza. Lei lo guardò dubbiosa. “Da quello che ho capito Harry non se n’è ancora reso conto che noi…ecco…ci piacciamo…” osservò. Hermione scrollò le spalle. “Sai cosa mi importa…ho smesso di considerare le opinioni di Harry da quanto ha insistito sul tenere il libro di Pozioni…e da quanto ha iniziato a fare stupide supposizioni su Draco…” sbottò. Ron la guardò un po’ dispiaciuto. “Magari qualcosa di vero c’è…” provò a dire. La ragazza sospirò. “Sai cosa ti dico Ron? Non mi interessa…che Draco sia un Mangiamorte o un opossum non fa differenza, basta che non spezzi il cuore ad Anna…allora si che può considerarsi morto!” commentò. Il rosso sorrise. L’attirò a se abbracciandola piano. Hermione arrossì. Erano tornati quelli di prima. Anzi. Erano addirittura più vicini. “Mione…senti…” iniziò a dire Ron. La ragazza si voltò. Sentiva di avere un’espressione da ebete. “Riguardo al fatto dei dormitori…ecco…se ti va…qualche volta puoi fermarti a dormire con me…ecco…insomma…” cercò di invitarla. Hermione divampò. Erano diventati anche troppo vicini. “G…grazie Ron...ci penserò…” lo liquidò. In realtà la ragazza sapeva che il rosso lo diceva solo per evitare di farla andare a dormire da Mark. Però non avrebbe rinunciato alla sensazione che aveva provato una settimana prima. Per nulla al mondo. Ron appoggiò la testa sulla sua spalla. “Forse è ora di tornare in dormitorio…” osservò. Hermione sorrise ed annuì. I due si alzarono ed uscirono dal passaggio segreto. La ragazza si tolse un po’ di polvere dai vestiti. Poi iniziarono a camminare verso la Torre. Ron si trattenne dal prenderla per mano. Anche se oramai di Lavanda non gliele fregava più nulla. Aveva il minimo senso del limite. Mentre il suo cuore esplodeva dalla felicità. Mancava un piccolo ostacolo. E finalmente sarebbero stati assieme.
Era tarda ora anche nei sotterranei del castello. Però una ragazza se ne stava ancora con le gambe incrociate. Su una sedia davanti alla scrivania del professore. Giulia e Piton avevano corretto compiti su compiti per tutta la sera. Non avevano parlato molto. Giusto qualche parola per chiarire dei dubbi su voti che la ragazza doveva mettere. “Professore?” lo chiamò ad un certo punto lei. Severus alzò lo sguardo per la millesima volta. “No signorina Wyspet…non può mettere la sufficienza ad uno perché ha fatto giusto metà risposte giuste…” sbottò. La ragazza scosse la testa. “Volevo chiederle…ecco…nella sedici…” iniziò a dire. Quasi intimorita. Piton prese un compito dalla pila che aveva alla sua sinistra. Lui aveva lasciato i Tassorosso a Giulia. Mentre lui si occupava dei Grifondoro. “Dica…” commentò sbuffando. Era la domanda sulla difesa dai veleni. Piton sapeva perfettamente quanto i suoi alunni fossero stati incompetenti quando c’era lui come professore di Pozioni. Quindi aveva messo questa domanda trabocchetto. “Ecco, esattamente…qual é la risposta giusta?” chiese timida Giulia. Severus diede una veloce occhiata alla pila di compiti a sinistra. Quello che aveva fra le mani lei era il primo. Intanto la ragazza attendeva risposta. Piton poggiò la sua piuma. Ed appoggiò i gomiti alla scrivania, congiungendo le mani. “Devo forse intuire che nemmeno lei ha mai ascoltato una sola parola durante le mie precedenti lezioni di Pozioni?” osservò, con tono di rimprover. Giulia si rizzò a sedere stupita. “Signorina Wyspet, legga la domanda…” le ordinò. La ragazza annuì. “L’unico modo perché un bezoar funzioni è: a. tirarlo addosso al soggetto; b. farlo inghiottire al soggetto; c. farne degli infusi da far bollire per almeno un mese…” lesse subito. Poi alzò la testa ancora più confusa. “Ebbene?” la richiamò Piton. La tipica espressione arcigna sul viso. Giulia si sentiva come fosse tornata al primo anno. Eppure quell’ingrediente non le suonava nuovo. “Professore…che cos’è un bezoar?” gli chiese. Severus alzò un sopracciglio. “Lei mi stupisce davvero signorina Wyspet…” soffiò. Per poi inchiodarla con uno sguardo glaciale. La ragazza ebbe la tentazione di scoppiare in lacrime. Il professore si alzò e camminò intorno alla scrivania. “Un bezoar…è una pietra magica molto rara che si trova dentro la pancia delle capre, e che salva da molti veleni…” spiegò. Giulia sobbalzò. Ora se lo ricordava! Piton l’aveva chiesto ad Harry il primo anno. Alla prima lezione. “Quindi…la b?” tentò intimorita. Severus ghignò. Si era fermato alla sua destra. “Se vuole proviamo con la prima soluzione…in questo momento ne sarei davvero tentato…” sbuffò acido. Giulia abbassò la testa. “Non mi tratti male…” sussurrò triste. Piton sbuffò. “Non faccia quell’espressione da cane bastonato signorina Wyspet…mi aspetto grandi risultati da lei…” rimbeccò. Poi però allungò una mano e le fece una carezza sulla testa. Giulia sorrise. “Non la deluderò…” esordì. Severus sospirò scettico. Per poi tornare a sedersi al suo posto. La ragazza segnò la risposta sbagliata. Probabilmente ora si sarebbe ricordata cosa fosse stato un bezoar per il resto della sua vita. E non solo. Lei voleva davvero che il professore fosse fiero di lei. Come anche i suoi genitori e le sue amiche. Subito le venne in mente Anna. Lunedì ci sarebbe stata un’altra ora di Pozioni. E lei odiava starsene impotente ogni volta in cui Harry superava la sua amica. Quell’anno Anna si stava davvero impegnando. Però i suoi meriti non venivano riconosciuti a causa degli imbrogli del ragazzo. Tutto merito di quello stupido libro. Giulia sbuffò. Eppure aveva già visto quella scrittura da qualche parte. “Signorina Wyspet?” la chiamò Piton. Era da qualche minuto che lo ripeteva. La ragazza alzò la testa. “Si è fatto tardi…è ora che torni in dormitorio…” osservò. Indicando l’orologio da parete. Giulia sbuffò. “Domani è domenica…non c’è scuola…non posso rimanere ancora un po’?” chiese. Gli occhioni nocciola sgranati. Severus inchiodò i suoi occhi sul foglio. No. Non doveva arrendersi! Sapeva che se le avesse detto di si l’avrebbe fatta rimanere anche a dormire. E non poteva sopportare un’altra notte nello stesso letto con quella dolce creatura. Dal suo compleanno Giulia aveva insidiato il peggiore dei vizi nella sua testa. La lussuria lo chiamava. Ma lui doveva resisterle. Non voleva contaminare la purezza della ragazza. Aveva paura di non frenarsi più. “Professore…tutto bene?” gli chiese lei. Poggiando una mano sulle sue. Severus alzò la testa. “Signorina Wyspet…lei è davvero sicura di quello che mi ha detto una settimana fa?” le chiese. Giulia sobbalzò. La sua mente andò subito alla proposta. Arrossì. Però sorrise. “Certo…” rispose tranquilla. Il cuore le batteva già a mille. Che avesse cambiato idea? Infondo un po’ lei ci sperava. Le sembrava di essere in una relazione normale. E certe cose nelle relazioni normali accadevano. Piton sorrise. “Credo che sia davvero l’ora per lei di tornare in dormitorio…” commentò ancora. La ragazza lo guardò delusa. “Ma ci sono tanti compiti…” provò a sviare. Severus scosse la testa. “Avanti…” ripetè lui. Alzandosi e andando da lei. Giulia si alzò rassegnata, facendosi accompagnare alla porta. Doveva riabituarsi ad un rapporto non troppo confidenziale. “Buonanotte professor Piton…” lo salutò la ragazza. Severus aprì piano la porta. “Buonanotte signorina Wyspet…” rispose. Però quando Giulia fece il primo passo per uscire lui la fermò. La portò veloce fra le sue braccia. E le diede un bacio sulla fronte. La ragazza arrossì smisuratamente. Ed uscì dall’ufficio barcollante. Proseguì inciampando e facendo la pallina da flipper fra le pareti fino all’uscita dai sotterranei. Per poi correre veloce verso il dormitorio. Intanto Hermione e Ron erano appena entrati in Sala Comune. Il rosso l’aveva bloccata al muro prima che lei potesse scappare via sulle scale. “Allora…domani cosa fai? Anzi…oggi pomeriggio…” le chiese. La ragazza sorrise. “Probabilmente eviterò che Anna copi i miei temi in biblioteca…e tu?” rispose. “Probabilmente pedinerò Malfoy con Harry…” sbuffò annoiato. Hermione scosse la testa arresa. “Non ci sarà molto da pedinare…conoscendolo sarà con noi…e Mark…” spiegò. Ron alzò le spalle. “Speriamo…non mi va di passare il pomeriggio a girare senza meta per il castello…” commentò. La ragazza rise. Rimasero qualche minuto con gli occhi incatenati. Nessuno dei due voleva tornare in dormitorio. A dire il vero non volevano semplicemente separarsi. “Allora…buonanotte Mione…” la salutò il rosso. Hermione lo fissò. “B…buonanotte Ron…” rispose. Poi lui si chinò ancora. E la baciò. Meno frettolosamente delle altre volte. Un contatto leggero, dolce. Dalle scale vicino a loro si sentì applaudire. “Bravi!!! Stupendi!! Santo Manson se ce n’è voluto!!” esclamò Anna. Ron ed Hermione sobbalzarono stupiti. Per poco la ragazza le tirò addosso una poltrona. “Da…da quanto sei li?!” trillò lei. La castana alzò le spalle. Era seduta qualche gradino più in su. Nella sua camicia da notte nera. Ed in bocca un lecca lecca al sangue. Sulla spalla spiccava il nuovo tatuaggio. “Quello è un nuovo arrivato?” chiese curioso Ron. Non aveva detto ad Hermione che li avevano spiati per tutto il giorno. Era meglio fare il sorpreso. Anna si alzò e saltellò qualche gradino più giù. Era a piedi nudi. “È il mio primo bimbo…” si vantò. Mostrando il tatuaggio. “G e H…si è tatuata le vostre iniziali! Fico!” commentò il rosso. La castana ghignò. “Ne ho anche un altro…” gli fece notare. Ron la squadrò e notò che sulla scollatura appariva un segno nero. “Cos’è?” le chiese. Anna si stiracchiò. “Una D…” disse. Il rosso sorrise divertito. “Draco si è tatuato una A sul polso oggi…” completò Hermione. “Bello! Ah comunque…auguri in ritardo Anna…e scusa per la poca partecipazione mia e di Harry alla festa…” si scusò ancora Ron. La castana alzò le spalle. “Fa nulla dai…” lo perdonò. D’improvviso i tre sentirono un tonfo provenire da vicino a loro. Qualcuno era appena entrato in Sala Comune. Il ritratto della Signora Grassa si stava chiudendo. Però il soggetto doveva essere capitombolato. Hermione e Anna si guardarono. Ed ecco come pensato Giulia si alzò. Li guardò ridendo. Le amiche scossero la testa divertite. Finalmente salutarono il rosso. E tornarono in dormitorio. “Herm e Ron si sono baciati…” tossicchiò la castana. Buttandosi sul suo letto. Giulia strabuzzò gli occhi. “È vero…e non solo una volta…poi abbiamo fatto pace…mi ha promesso che mollerà Lavanda…e poi staremo assieme…comunque Anna, ti dispiacerebbe evitare di origliare i miei discorsi?” sbottò il prefetto. La castana ghignò. “Ero arrivata in camera e non c’era nessuno…così mi sono cambiata e mi sono messa ad aspettarvi sulle scale…” spiegò solo. “Dove ti ha portato stavolta Draco?” chiese curiosa Giulia. Togliendosi i vestiti e mettendoli piegati sul baule. “Nella sua tenuta estiva…fuori Londra…” rispose Anna tranquilla. “Pardonne moi?” esclamò incredula Hermione. Anche lei infilandosi il pigiama. “In verità abbiamo fatto smaterializzazione congiunta…” precisò. “E con chi?” disse ancora Giulia. Sedendosi sul letto di Anna. “Suo padre è venuto a prenderci…e una volta arrivati la ho scoperto che avevano allestito un piccolo gazebo con un tavolo pieno di dolci…c’era anche Narcissa…hanno detto che di solito i compleanni si organizzano in famiglia…perciò…” raccontò questa. Hermione rimase a bocca aperta. “Sono stati molto comprensivi sui tatuaggi…e poi ho chiacchierato tantissimo con Cissy…e Lucius poi…ragazze quanto mi scombussola!” esordì Anna. Giulia le tirò un cuscino. “È di tuo suocero che stai parlando!” le ricordò indignata il prefetto. La castana le fece la linguaccia. “Non ditemi che Lucius non vi attrae…” sbottò. Le amiche si guardarono. Poi fecero le finte innocenti. Anna rise. “E tu e Piton?” cambiò argomento Hermione. Giulia alzò le spalle. “Abbiamo corretto compiti tutta la sera…” disse solo. La castana la guardò un poco delusa. Poi invitò anche il prefetto a sedersi sul suo letto. Questa le ubbidì. “Cavolo…ora che Draco ha anche un tatuaggio è ancora più sexy…” osservò Anna. Hermione scosse la testa esasperata. Mentre l’altra rise. “Non ci pensate mai ragazze? Infondo abbiamo l’età giusta per queste cose no?” commentò seria la castana. “Queste cose…cosa in precisione?” le chiese il prefetto. La castana giocherellò con il bastoncino del lecca lecca fra le dita. “Sesso intendo…” rispose. Senza nascondere che le sue guance si erano un po’ colorate. Hermione arrossì violentemente. Giulia si contenne un poco. “Cioè?” chiese poi. “Come potrebbero essere i vostri pretendenti…escludendo Mark…perché altrimenti il povero Ron non lo si può neanche tirare in causa…” ghignò ancora Anna. Il prefetto la guardò scettica. “Hey hey non andiamo così in fretta! Ron bacia benissimo! E se quello è il suo livello dei baci penso che nemmeno…l’altro livello…sia molto basso…” lo difese subito. Giulia ed Anna scoppiarono a ridere. Solo allora Hermione notò la frase molto ambigua. “Ogni uomo ha la sua doppia faccia…poi vanno a momenti…” osservò la castana. L’amica annuì. “Anche Severus bacia bene…anzi, benissimo…quindi direi che non c’è problema…” precisò. Anna ghignò. “Basta che non ci sia la lingua ad effetto mollusco morto…” commentò. Hermione rabbrividì. Mentre Giulia rise. “No perché scusate…se la lingua se ne starà li…cosa credete che farà qualcos’altro?” continuò a riflettere la castana. Il prefetto le tirò un cuscino. “Smettila Samantha!” rimbeccò. “Come per esempio Voi-Sapete-Chi…secondo me è frustrato per quello…già non ha il naso, figurarsi altri attributi!” disse infine Anna. Hermione tentò di soffocarla con il cuscino. L’altra però la spintonò di poco. “Io credo che ci sia tempo e tempo…certe volte è meglio il sesso dolce, altre quello senza limiti…” sentenziò Giulia. Le amiche rimasero basite. “Questo significa che c’è una speranza con il pipistrellone?” disse subito Anna. La ragazza arrossì. “La decisione è rinviata al mio compleanno…però…credo che Severus ci stia pensando molto…” sorrise, quasi soddisfatta. La castana la spinse in la. “Non è giusto! Pensavo di essere io la prima delle tre!” si lagnò. Hermione sospirò esasperata. “Non è una gara Anna…ognuno ha i suoi tempi…” rimbeccò. Più per se stessa che per le altre. “Di la verità che non sarebbe male passare un’intera notte con Ron…scommetto che ti piacerebbe…” ghignò la castana. Il prefetto arrossì. “Con Harry magari che entra nella camera all’improvviso…” sbuffò poi contrariata. “Potete sempre digli che stavate giocando a carte…” propose Giulia. “Appunto…tanto Harry non capirebbe la differenza…” le diede ragione Anna. Poi le tre si guardarono. E scoppiarono a ridere. “Che cattive ragazze!” commentò Hermione. Senza però smettere. “Però dai…immaginate la scena…” cercò di dire Anna. “No grazie…” soffiò il prefetto. La castana le tirò un cuscino. “Ma non quella scena! Immaginatevi sul letto mente il vostro amato si spoglia…cioè…gli ormoni si sprecano!” continuò. Hermione abbassò lo sguardo verso il pavimento. La visione di Ron che si sbottonava piano la camicia e si toglieva il cravattino in un solo gesto le fecero venire i brividi alla schiena. Giulia guardò distratta il soffitto. Mentre si figurava Piton che si slacciava ogni singolo bottone della casacca. Per poi farla scivolare sul pavimento. Anna le guardò divertita. Sembrava che le sue amiche fossero cadute in coma. Mancava solo un filetto di bava vicino alla bocca. “Basta!!!!” esclamò d’un tratto Hermione. Agitandosi talmente tanto da far cadere Giulia a sedere in giù dal letto. La castana scosse la testa. “Ora…dormiamo!” sentenziò il prefetto. Aiutando poi l’amica a tirarsi su. “Giuro che se faccio sogni strani, domani ti uccido Anna…” la minacciò Hermione. Sistemandosi le coperte. Giulia stava già sotto i piumoni. Abbracciata al suo Snakey. Anna fece segno al prefetto di fare silenzio. Quest’ultima si limitò a farle una boccaccia. Poi spense la luce. Tutte e tre chiusero gli occhi. Subito la stanchezza le prese. Aprendo le porte ad una nottata piena di sogni.
La mattina le tre si svegliarono assieme. Era oramai ora di pranzo quindi i Tre Uragani decisero di scendere subito a colazione. Dopo mangiato le amiche si dedicarono ai compiti in biblioteca, come aveva predetto Hermione il giorno prima. Stavolta erano da sole. Mark e Draco non si erano presentati nemmeno a pranzo. Così le tre passarono il pomeriggio fra loro. Tutte e tre avevano fatto progetti per la sera. Però solo Giulia potè rispettarli. Il prefetto moriva dalla voglia di raccontare gli ultimi sviluppi a Mark. Ma questo sembrava sommerso di compiti. Senza contare Draco. Ed ecco che Hermione ed Anna si ritrovarono in camera a leggere. L’amica tornò verso le undici. Severus le aveva quasi imposto un coprifuoco. La domenica passò senza particolari novità. Lasciando spazio al giorno più odiato dagli studenti. Il lunedì. I Tre Uragani fecero colazione normalmente. Poi vennero raggiunte da Mark e Draco. Il primo le salutò veloce. Purtroppo aveva altri orari. I restanti quattro si diressero a Pozioni. Anna era più determinata che mai a sconfiggere Harry. L’esaltazione di Hermione era ai suoi stessi livelli. Draco e Giulia le guardavano divertiti. Il gruppetto decise di condividere un tavolo. Alla loro destra si erano appostati Harry e Ron. Per fortuna dalla loro parte c’era Giulia. Altrimenti Anna avrebbe sputato volentieri nel calderone del ragazzo. Dopo qualche minuto Lumacorno entrò nell’aula, intimando il silenzio. “State buoni! Lo so che è lunedì e sono le prime ore, però oggi abbiamo un sacco di lavoro da fare! Come ad esempio…la Terza Legge di Golpalott…chi sa esporla?” esordì. Il braccio di Hermione scattò subito. Draco si allontanò di poco per evitare di ritrovarsi un dito in un occhio. “Bene signorina Granger…” le sorrise il professore. Il prefetto si rizzò ben composta sullo sgabello. “La Terza Legge di Golpalott dice che l’antidoto per un veleno composto è maggiore delle somma degli antidoti di ciascuno dei singoli componenti…” recitò d’un fiato. Anna e Giulia si guardarono divertite. Era quello su cui avevano lavorato il pomeriggio prima. Avevano messo a dura prova la pazienza di Hermione. Che aveva dovuto rispiegargliela una ventina di volte. Perfino loro se la ricordavano a memoria oramai. “Esatto! Dieci punti per Grifondoro!” gongolò Lumacorno. Poi iniziò a spiegare le altre proprietà dalle leggi. “Mi aspetto una completa esecuzione di questo esercizio ragazze…” precisò il prefetto alle amiche. “Altrimenti che fai?” soffiò Anna. “Semplice…vi chiudo fuori dal dormitorio…” rimbeccò subito Hermione. Le amiche scossero la testa divertite. “Puoi sempre trasferirti da me…” propose Draco. Il prefetto gli tirò una gomitata. “Zitto Malfoy! Stiamo cercando di seguire la lezione…” ghignò. Il biondo la fulminò con lo sguardo. “La prossima volta vicino a questa pazza nevrotica ti ci siedi tu…” sbuffò verso Anna. Ron intanto si stava accasciando sempre di più sul libro. Si diede mentalmente del cretino per non essere andato in biblioteca con le ragazze il giorno prima. Di certo sarebbe stato più utile che aver girato per tutto il castello in cerca di Malfoy. “…e quindi, voglio che ciascuno di voi prenda una di queste fiale sulla mia cattedra. Contengono un veleno al quale dovete creare un antidoto prima della fine della lezione. Buona fortuna, e non dimenticate i guanti protettivi!” concluse Lumacorno. Pian piano ogni studente era andato a prendere la sua boccetta. Harry sfogliava già in panico il suo libro. Hermione ghignò vedendolo. Anna osservava la sua boccetta. Era un liquido verde, molto scuro. Giulia invece ne aveva presa una blu. Sembrava alquanto densa. Il prefetto aveva già iniziato a fare la sua pozione. Oramai era talmente brava con gli incantesimi non verbali che non le serviva ripetere gli ingredienti ad alta voce. Draco non aveva la minima idea di cosa fare. E così sperava di copiare dalla sua amata. Che però si era limitata a versare il veleno nel suo calderone. Giulia sfogliava il suo volume di Pozioni Avanzate senza trovare soluzione. Hermione si fermò solo un attimo per dare un’occhiata ai compagni del suo tavolo. “Per Merlino Draco stai fermo! Rischi di far esplodere la classe se metti le radici senza aver fatto due giri in senso antiorario!” lo fermò. Il biondo la guardò arreso. “Hey Anna…tutto ok?” chiese ancora alla ragazza. La castana sbuffò. “Stavolta è davvero difficile…però non voglio aiuti Herm…devo farcela da sola!” commentò. Per poi tornare a tuffarsi nel suo libro. Giulia era di certo più tranquilla. Anche se stava brancolando nel buio pure lei. Tutti gli studenti erano abbastanza in difficoltà. C’erano alcuni che copiavano dai compagni di tavolo. Altri che stavano pensando di auto avvelenarsi. Giulia staccò gli occhi dal suo libro e controllò la situazione attorno a lei. Al tavolo vicino Harry e Ron erano più indietro di loro. Il primo stava ancora cercando una soluzione sul suo caro libro. Fu un gridolino esasperato di Anna a distrarla. “Non capisco! Devo essere stupida…” si insultò. L’amica scosse la testa. “Ho provato di tutto…eppure non è un veleno così difficile…” sospirò. Giulia sobbalzò. Era lei la stupida! “Hey Anna…ho trovato la soluzione!” esclamò. La castana si voltò stupita. “Beata te…” sbottò. Ma la ragazza sorrise. “Vai nell’armadio e prendi un bezoar…muoviti!” le ordinò. Anna la guardò allibita. Le stava cedendo la sua soluzione. Giulia quasi la spinse. Così la castana si precipitò all’armadio degli ingredienti. Vi si immerse fino a trovare una scatolina vecchia. Dentro la castana vi trovò alcuni oggetti raggrinziti. Simili a reni secchi. Ne prese uno e tornò al posto. Nel mentre Harry si era fiondato all’armadio. “Ragazzi, ancora un minuto!” avvertì Lumacorno. Hermione guardò Anna stupita. Poi si sbrigò a mettere nella pozione gli ultimi due ingredienti. Giulia provò a migliorare la sua pozione. Che iniziò a emanare un odore più accettabile. “Tempo scaduto!” trillò il professore. Iniziando dal tavolo infondo verso la parete. Dopo aver controllato i primi studenti passò al tavolo del gruppetto. “Ottimo signorina Granger, come al solito…ho visto che ha avuto una stupefacente padronanza degli incantesimi non verbali…dovrò complimentarmi con il professor Piton…” la lodò. Hermione sorrise soddisfatta. “Non ci siamo ancora signor Malfoy…le consiglierei di non mettersi fra delle signorine così di bell’aspetto…altrimenti le pozioni passeranno in secondo piano!” lo prese un po’ in giro Lumacorno. Draco sospirò esasperato. “E lei che cosa mi presenta signorina Haliwell?” le chiese. Anna allungò la mano con il bezoar. Harry per poco ebbe un infarto. Il professore la fissò per dieci secondi buoni, per poi scoppiare in una sonora risata. “Davvero un gran coraggio ragazza mia! E sentiamo, come saresti arrivata a questa conclusione?” le chiese divertito. La castana si rizzò in tutto il suo metro e sessantatre di fierezza. “Il veleno che mi è capitato è veleno di serpente corallo…e siccome non ho trovato degli antidoti che potessero andare ho provato con il bezoar… da quanto mi ricordo è l’antidoto per eccellenza ad ogni tipo di veleno…” spiegò decisa. Lumacorno la guardò con gli occhi illuminati dallo stupore. “Devo proprio ammetterlo…il professor Piton è stato un ottimo insegnante negli anni precedenti! E tu mia cara hai fatto guadagnare quindici punti a Grifondoro!” annunciò soddisfatto. Anna ghignò. Il professore si spostò a Giulia. “Signorina Wyspet, non ci siamo…però vedo che si è data da fare…” osservò. La castana si sporse verso di loro. “In verità l’idea del bezoar è stata di Giulia professore! Ha voluto cedermela perché sapeva che tenevo particolarmente a mostrarmi capace davanti ai suoi occhi…” raccontò melliflua. Ron rimase a bocca aperta. Lumacorno scosse la testa divertito. “Altri dieci punti a Grifondoro…per il suo altruismo signorina Wyspet…e signorina Haliwell, mi sono già reso conto della sua capacità...non è da tutti identificare il veleno dei serpenti, siccome sono molto simili fra loro!” la lodò. Anna gongolò soddisfatta. Poi il professore passò ad Harry. Che imitò il gesto della castana. “Tu mi sorprendi Harry…devo forse intuire che tu ed Anna siete in collegamento telepatico?” commentò un poco deluso. Il ragazzo si voltò verso di lei. Che ghignava trionfante. Lumacorno continuava a fissarlo. Probabilmente voleva sapere almeno di che veleno fosse quello che era toccato ad Harry. Però lui non gli rispose. E così il professore passò a Ron. Appena finito con lui la campanella suonò. “L’hai letto sul mio libro…” esordì Harry, rivolto a Giulia. Questa lo guardò allibita. Però rimase calma. Sorridendo si avvicinò al libro del ragazzo e scorse una frase scritta con la ricorrente calligrafia che le era famigliare. “Ficcagli un bezoar in gola…” lesse. Poi scosse la testa. “Mi dispiace deluderti Harry, ma non tutti si fanno consigliare dagli appunti su un libro…” rispose schietta. Hermione ed Anna le si avvicinarono. “Ed allora come facevi a sapere…” cercò di incastrarla lui. Giulia si mise la tracolla. “Ho semplicemente ricordato le parole che Piton ci ha detto un po’ di tempo fa…” rispose pacata. Ma Harry la guardò scettica. Ron lo spintonò. “Piuttosto, potevi suggerirlo anche a me!” sbottò. L’amico lo fulminò con lo sguardo. “Lo sai che l’ho fatto per cercare di ammorbidire Lumacorno…per quella cosa…” cercò di alludere. Il rosso sbuffò contrariato. Decise così di unirsi al gruppetto e di uscire dall’aula. Lasciando Harry alla sua missione. “Che cosa deve fare ancora il Prescelto? Salvare Lumacorno da un’imminente attacco di mosche?” rimbeccò stizzita Anna. Draco ghignò, circondandole le spalle con un braccio. Ron alzò la testa. “È una cosa segreta…” disse solo. Giulia sbuffò. “Se ammettesse che sta diventando troppo ossessivo e ci chiedesse scusa magari potremmo anche aiutarlo…” propose Hermione. Il biondo si fermò alla fine del corridoio. Salutò Anna con un bacio e gli altri con un gesto veloce della mano. Doveva andare a lezione, mentre loro avevano un’ora buca. Così si fermarono sul muretto verso il giardino. “Perché non molli Harry alle sue paranoie e non torni con noi?” gli propose Anna. Ron sospirò. “Sono il suo migliore amico…e poi qualcuno dovrà tenerlo con i piedi per terra no?” osservò quasi divertito. Qualche minuto dopo il diretto interessato li raggiunse. “Allora, com’è andata?” chiese il rosso. Harry lanciò uno sguardo diffidente verso Giulia ed Anna. “Te lo dico dopo…” soffiò. “Hai paura che andiamo a spiattellare le tue missioni per Silente in tutta la scuola?” sbottò maligna quest’ultima. “Perché non direttamente a Voldemort eh?” rimbeccò Harry. Hermione scosse la testa esasperata. La castana si avvicinò. “Credi davvero che io sia una Mangiamorte?” commentò. Giulia cercò di trattenerla. Ma l’amica la ignorò. “Bhe…stai con un Mangiamorte, esci con una famiglia di Mangiamorte…perché non dovresti essere come loro?” rispose ancora Harry. Anna lo fulminò con lo sguardo. “Non ti permetto di parlare male dei Malfoy…tu non li conosci, sai soltanto giudicare! Ti credi chissà chi perché sei il bambino sopravvissuto…bhe, sai quanto me ne importa! Per me sei solo un ragazzino esaltato che si è fatto prendere dalla smania di potere!” ringhiò furiosa. Hermione e Giulia si guardarono. La cosa si stava mettendo male. “Io sarei esaltato? Anna ma connetti il cervello quando parli?” sbuffò Harry. Ron rimase a bocca aperta. Giulia prese per un braccio l’amica prima che potesse avventarsi su di lui. “E tu ragioni prima di parlare Harry? Io non credo…” rimbeccò la castana. Il ragazzo sorrise strafottente. “Quando Voldemort andrà al potere vedrai quanto gliene importerà di te ai Malfoy… Anna cresci una buona volta! Sei una Mezzosangue e se Lui vorrà eliminarti loro non si faranno scrupoli!” commentò. “Harry, stai esagerando…” lo richiamò Giulia. Ma Anna non gli diede nemmeno tempo di rispondere. “Che cosa ne sai su di loro Harry? Che ne sai? Non sono esseri senza cuore! Sono delle persone…brave persone! Non oserebbero mai farmi del male!” rimbeccò ancora più arrabbiata. Harry scoppiò in una sonora risata. “Quando la guerra scoppierà non potrai stare da due parti…” osservò. Anna scosse la testa, stringendo i pugni. “Sei solo un egoista…solo perché Silente ti da dei compiti non vuol dire che tu sia importante!” gli soffiò in serpentese. Harry sobbalzò. Preso da uno scatto d’ira si avvicinò. E prima che Ron potesse fermarlo sferrò cinque dita sulla guancia della castana. “Harry ma che diamine ti salta in testa?!” esclamò il rosso. Giulia si parò davanti ad Anna. Mentre Hermione l’abbracciava. “Se non te ne vai giuro che non mi riterrò responsabile di quello che potrei farti…” ringhiò seria la ragazza. Il prefetto teneva ferma la castana. “I…io…” cercò di dire Harry. Ma Ron lo prese per un braccio e lo trascinò via. “Andiamo in bagno…” suggerì Hermione. Così le tre si rintanarono nel bagno più vicino. Fecero sedere Anna in una delle cabine. Giulia bagnò un fazzoletto e glielo passò sulla guancia. “Che cavolo gli è preso?! Io davvero non lo riconosco più…” sbuffò Hermione. Le due tornarono al lavandino per ribagnare il fazzoletto. Sentirono Anna imprecare ad alta voce. Iniziò a prendere a calci la cabina del bagno. “È meglio che mi stia alla larga per i prossimi giorni…altrimenti giuro che lo uccido…” soffiò Giulia. Il prefetto le battè una mano sulla spalla. Mentre ancora rumori ed imprecazioni non molto leggere venivano dalla cabina della castana. “Anna non ti agitare!” le ordinò Hermione. Dopo qualche minuto il silenzio irruppe all’improvviso. Si sentì un tonfo. Le amiche si guardarono ed accorsero. Trovarono Anna piegata in ginocchio a terra. Si teneva a stento ad una parete. “Per Merlino! Anna stai bene?” esclamò in panico il prefetto. La castana scivolò piano sul pavimento. Le mani unite alla gola. “Ha una crisi respiratoria! Cavolo! Dobbiamo lasciarle aria!” ordinò Giulia. Le due si allontanarono. Non era la prima volta che succedeva da quando conoscevano Anna. Però ultimamente non le era accaduto quasi più. Dopo qualche minuto la castana si tirò su. Le amiche la aiutarono facendosi usare come stampelle. La portarono al lavandino. Anna si appoggiò a questo. Il respiro era tornato normale. Però lei era più pallida del solito. “Forse dovremmo andare in infermeria…” osservò Hermione. Intanto fuori la campanella di fine ora trillava. La castana scosse la testa. Così le tre uscirono dal bagno. E vennero investite da un alquanto infuriato Draco. Che si precipitò ad abbracciare la sua amata. “Draco staccati…ha appena avuto una delle sue crisi…le serve aria…” lo rimproverò Giulia. Il biondo la guardò stupito. “Come mai tanto arrabbiato?” osservò Hermione. “Ho saputo che quell’insetto di Potter ti ha picchiata…ora lo vado a cercare e lo ammazzo…ma prima volevo vedere dov’eri…” spiegò. Anna scosse la testa. “Mi ha solo dato uno schiaffo, sto bene…” precisò. Draco la squadrò. “Ciò non toglie che si è spinto troppo in la…deve smetterla di fare certe insinuazioni…finché accusa me va bene…ma quando inizia ad offendere te sono cavoli amari…” rimbeccò. Giulia scosse la testa. “Calmati Draco…non penso che Harry le si avvicinerà più di tanto…” cercò di sedarlo. Il biondo sbuffò. Appena gli animi si calmarono andarono assieme a Storia della Magia. “Dobbiamo trovare il modo di prendere quello stupido libro ad Harry…” disse ad un certo punto Anna. Rüf intanto svolazzava intorno alla cattedra blaterando di una delle numerose guerre degli elfi. I Tre Uragani e Draco si erano messi in seconda fila. Con disappunto di Hermione. “Non ti sembra una vendetta un po’ da bambini?” osservò quest’ultima. Anna scosse la testa. “Anna ha ragione Herm…non è una vendetta…dobbiamo vede chi è questo Principe…quella scrittura mi sembra famigliare…” le diede ragione Giulia. Il prefetto alzò le spalle. In effetti anche lei voleva sapere chi o che cosa fosse. “Non sarà facile…Harry si porta quel libro praticamente dappertutto…” fece notare Anna. Però qualcosa interruppe la loro discussione. Un aereoplanino di carta era atterrato sul banco di Hermione. Il prefetto lo aprì piano. “Sono Ron…scusate per lo scatto che ha avuto prima Harry, non voleva veramente fare male ad Anna…anche se come immaginate non si avvicinerà per un bel pò. Volevo solo chiedervi di vederci subito fuori dall’aula appena finita la lezione…vi devo parlare di una cosa.” lesse sottovoce. Il trio si guardò. Infondo Ron non centrava con tutto quel trambusto. Ed ora che fra lui ed Hermione le cose si erano sistemate non ci vedevano nulla di male ad accontentare la sua richiesta. Così aspettarono la fine dell’ora. Harry se ne andò subito per conto suo. Come anche Draco. Invece come previsto il rosso le aspettò. “Allora Ron…cosa ci devi dire?” chiese curiosa Giulia. Il ragazzo iniziò a camminare verso la Sala Grande. “Voi sapete…che cosa sono gli Horcrux?” chiese. Hermione lo guardò dubbioso. “Una volta ne ho sentito parlare…ma era soltanto nominato…” disse solo. Scioccata per non sapere di cose si trattasse. Giulia alzò le spalle. Mentre Anna ghignò. “Io so cos’è un Horcrux…ma Ron…dove l’hai sentito?” chiese a sua volta, diventando seria. “È quello che Harry doveva chiedere a Lumacorno…ma lui l’ha praticamente cacciato via…” spiegò il rosso. La castana sospirò. “Mi dispiace Ron, ma finché non avrò scuse non aiuterò nemmeno con un dito Harry…scusa…” disse pacata. Ron le sorrise. “Stai tranquilla…se la caverà in qualche modo…scusa ancora per prima…” rispose. Poi allungò una mano e le fece una carezza sulla testa. Anna ne rimase incredibilmente stupita. Ed arrossì. Il rosso le salutò e raggiunse veloce il suo amico oramai arrivato. I Tre Uragani invece se la presero con più calma. “Anna…che cos’è quella cosa?” chiese curiosa Hermione. Più per colmare il buco culturale che le rodeva dentro. La castana si guardò in giro sospettosa. Poi si fermò in un angolo. Facendo segno alle amiche di avvicinarsi. “È un argomento taboo qui ad Hogwarts…sia Ron che Harry non dovrebbero andarsene in giro a nominarli…” iniziò a dire. Le altre due annuirono. “Un Horcrux è un oggetto o essere vivente contenente un pezzo di anima separato dal corpo originario…se la persona che ha creato l'Horcrux subisce una ferita mortale, non muore, infatti il frammento d'anima imprigionato nell'Horcrux le impedisce di abbandonare il mondo…” spiegò sussurrando Anna. Hermione si portò le mani alla bocca. “Sembra una cosa molto importante…” osservò Giulia. La castana annuì. “Si tratta di Magia Nera molto avanzata, infatti richiede un incantesimo molto complicato e l'unico atto che permette all'anima di scindersi è un assassinio…ecco perché non è in nessun libro di Hogwarts…” concluse poi. Il prefetto la guardò. “E come fai a sapere tutte queste cose?” le chiese. Anna tornò a camminare tranquilla per il corridoio. “I libri di famiglia che mi ha regalato nonna Artemisia quando ero piccola sono praticamente tutti di Magia Nera…in qualcuno parla anche di loro…” raccontò tranquilla. “Forse dovremmo avvertire Silente…” commentò ancora Hermione. Ma Giulia scosse la testa. “Se ha dato quel compito ad Harry vuol dire che deve farlo lui…sperando che veramente ce la faccia…” sentenziò. Hermione ed Anna si guardarono un poco scettiche. Poi finalmente arrivarono in Sala Grande. Per quel lunedì le novità si esaurirono. Il pomeriggio fu solo un divagarsi su un modo per riuscire a prendere il libro ad Harry. Anche se ora lui se ne stava ancora più lontano da loro. Comunque per quella settimana il trio fu sommerso di compiti ed interrogazioni. Quindi ebbero poche occasioni per attuare diverse strategie. E gli Horcrux non vennero più nominati. In compenso sembrava che anche Mark e Draco fossero stati isolati dai compiti. Hermione riusciva a vedere il primo solo durante i pasti. Lui si sedeva con loro e anche il biondo. Anna non lo vide quasi nessuna sera nella settimana a venire. Inoltre, il venerdì, mentre il trio entrava in Sala Comune per darsi un po’ alla nullafacenza meritata, si trovò in mezzo ad una lite. “Perché dici così RonRon? Cosa ti ho fatto?” strillò Lavanda in lacrime. Ron la guardava imbarazzato. Praticamente tutta la sala stava osservando la scenata. I Tre Uragani slittarono con passo felpato in un angolo, raggiungendo Ginny e Mary Kate. “Che succede?” chiese curiosa Anna. La prima alzò le spalle. “Mio fratello vuole mollare LavLav…ma lei a quanto pare non capisce…vanno avanti così da dieci minuti…” sospirò. Hermione trattenne un ghigno. “Avanti Lavanda! Non fare così…possiamo rimanere amici se vuoi!” propose Ron. Ma alla ragazza la proposta non andava molto a genio. O almeno così pareva dalla scarica di libri scagliati a ripetizione contro il povero rosso. “Io ti amo RonRon! Ti prego non farmi questo!” lo implorò poco dopo. Gettandosi quasi ai suoi piedi. Il rosso sbuffò. “Lavanda… non credi sia meglio lasciarci che stare assieme illudendoci?” osservò saggio. Lavanda gli si aggrappò ad un braccio. “Illusione!” strillò. Scoppiando ancora a piangere. Mary Kate si tappò le orecchie con le mani. “Abbassate il surround o quella cornacchia mi farà scoppiare i timpani…” sbottò irritata. Il prefetto non riuscì a trattenere una risatina. Lavanda si voltò di scatto verso di lei. “È tutta colpa tua Granger! Ti odio! Non puoi andartene in giro a rubare i ragazzi altrui!” strillò puntandole il dito contro. Hermione rimase basita. Eppure gli sguardi puntati su Lavanda dicevano tutt’altra cosa. “LavLav…ti ricordo che sei stata tu a rubare il ragazzo ad Herm…” tossicchiò Anna. Gli altri presenti si azzardarono ad applaudire. La ragazza scoppiò ancora in lacrime. Ron oramai si era arreso. Solo la prospettiva di una felice e normale relazione con la sua Hermione lo facevano andare avanti. Dopo qualche altro minuto di crisi isterica finalmente Calì arrivò a soccorrere Lavanda. Uscirono assieme dalla Sala Comune, facendo esplodere i presenti in un applauso congenito. Giulia ed Anna si guardarono. Poi spinsero Hermione verso Ron. Seamus fece lo stesso con lui. Così i due si abbracciarono. E osarono scambiarsi un bacio. La sala esplose ancora in cori di felicità. In quel preciso momento due occhi verdi si erano trovati davanti la scena festante. La sala trattenne il respiro. “Che succede?” chiese sbigottito Harry. Hermione ancora fra le braccia del rosso. Entrambi arrossirono smisuratamente. “Dopo anni ed anni di agonia di coppia finalmente mio fratello e Hermione si sono messi assieme…” esordì Ginny. Il ragazzo spalancò gli occhi sorpreso. “Congratulazioni…” sussurrò. Poi svelto andò nei dormitori maschili. Ron scosse la testa divertito. Diede un bacio veloce ad Hermione e lo seguì. Quella sera i Tre Uragani rimasero in camera a fare festa. Come ospite speciale una buona bottiglia di limoncello trafugata dalle cucine. Che le tre si scolarono in onore di Hermione. La sera dopo Giulia passò da Piton. Si sarebbe fatta aiutare con i compiti. Mentre le altre due facevano lo stesso ma in camera. Il prefetto era riuscita a vedere Mark quel pomeriggio. Avevano festeggiato anche li. Così arrivò anche l’ultima settimana di gennaio. Anna e Draco si vedevano oramai solo ai pasti. Lui era davvero impegnato con i compiti. Ma la castana non ci credeva molto. Ne avevano in uguali quantità. E lei riusciva a farli sempre tutti per tempo. Anche Mark riciclava la stessa scusa. Però per lui essendo al settimo anno era più credibile. Era arrivato un altro atteso venerdì sera per gli studenti. Dal quinto anno in su erano stravolti per via della massa di compiti ed interrogazioni. Così aspettavano l’arrivo del week end con grande frenesia. Giulia andava da Piton ogni sera. Quindi per quel venerdì aveva optato per una breve visita. Per poi tornare in camera a partecipare alla maratona di Sex and the City proposta dalle amiche. La ragazza entrò in ufficio. Lei e Severus si scambiarono i soliti convenevoli. Giulia specificò che quello era solo un breve saluto. Fu allora che il professore la stupì. Le diede esplicitamente un appuntamento per la sera dopo. Quando Giulia tornò in dormitorio dalle amiche era su di giri. “E così ti ha chiesto di uscire eh? Non mi sembra un po’ troppo vecchio per queste cose?” ghignò Anna. Posizionando una pila di dvd accanto ad una televisione due volte più grande di quella portatile rubata alla sorella. “Per lui è un grande passo…Severus è un uomo timido…e io sono felice! Anche se si tratterà solo di un giro attorno al Lago Nero!” esclamò sorridente Giulia. Hermione scosse la testa divertita. Tirando fuori un sacchetto ricolmo di dolci e biscotti. Ne avevano raccolti più del solito alla cena. Mentre la televisione era un regalo da parte di Mary Kate e Ginny. La castana inserì il primo dvd. “Però non credo che sarebbe così ingenuo da portarti a passeggiare nel giardino…si sa che quello è il posto più frequentato dalle coppiette…” osservò il prefetto. Mangiando un primo biscotto pralinato al cioccolato. “Vorrà dire che ti porterà fuori dai confini della scuola…” commentò più ottimista Anna. La tipica colonna sonora del telefilm iniziò a rimbombare nella camera. “A me basta stare con lui…” sospirò Giulia. La castana le tirò un cuscino facendo finta di vomitare. Poi le tre si radunarono sul letto di quest’ultima. Spensero la luce. E si tuffarono nei dolci. Con la compagnia di altre quattro amiche fidate. Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha.
Le ragazze arrivarono fino alla terza serie, poi crollarono. Il giorno dopo Giulia era più pimpante del solito. I Tre Uragani scesero a fare una veloce colazione in Sala Grande poi si diressero in biblioteca. Riuscirono a fare i compiti stabiliti per quel giorno. Così da tornare in dormitorio prima di cena. Poi subito in camera ad aiutare Giulia con i vestiti. Infatti anche quella sera Hermione e Anna rimanevano da sole. Ron era in punizione con la McGranitt per aver fatto esplodere un rospo in faccia ad un ragazzo di Tassorosso. Mark era immerso nei compiti, che a quanto pare avevano sequestrato anche Draco. Quindi l’unica che sarebbe uscita quella sera era Giulia. Piton la aspettava alle nove davanti alla Foresta Proibita. “Magari è la volta buona che ti fa conoscere i suoi amici pipistrelli…” osservò divertita Anna. Se ne stava sul suo letto a pancia in giù. Mangiando un lecca lecca al sangue. Hermione le tirò un cuscino. Lei era sul suo letto a gambe incrociate. “Oppure ti porta con una scusa nella foresta e ti fa delle advances…” azzardò ancora la castana. Il prefetto rise. “Advances? Seee il gameboy Anna! Si dice avances!” la corresse. La castana le fece la linguaccia. Intanto Giulia rideva in bagno. Si stava pettinando. Aveva deciso che si sarebbe messa un altro vestito viola. Di quelli estivi. Con la cintura borchiata sui fianchi ma di traverso. Sopra il copri spalle nero. E sotto i leggins neri. Le nuove ballerine Converse ai piedi. Per essere ancora più colorata decise di usare la bomboletta spray viola sulla ciocca accanto all’orecchio destro. Poi la divise in tre e ci fece una piccola treccina. Fermata da un nastrino viola. Dopo due minuti la ragazza uscì da bagno. Anna le fischiò. “Pensi che tornerai a dormire?” chiese Hermione. Giulia alzò le spalle. “Sinceramente non lo so…io spero di no…” sorrise innocentemente. La castana scosse la testa divertita. La ragazza indossò il suo cappotto nero. Lungo fino a metà coscia. E prese la piccola tracolla viola con l’immancabile stella. “Non state sveglie fino a tardi bimbe…la mamma tornerà tardi…” esordì Giulia. Salutando le amiche con la mano. “Si spera che la mamma rimanga a dormire dal papà…” aggiunse Hermione. La ragazza arrossì ed uscì. “Che ne dici di finire la maratona?” propose Anna. Il prefetto tirò fuori i biscotti avanzati dalla sera prima. “Attacca il dvd sorella!” esclamò. Così anche loro occuparono la serata. Intanto Giulia correva nelle sue ballerine. Era in perfetto orario. Ma sapeva che Severus era già là da almeno una decina di minuti. Lo conosceva oramai. Quando la ragazza uscì l’aria fredda di fine gennaio la colpì in pieno. Per fortuna aveva optato per un cappotto pesante. Giulia dovette rallentare il passo. Non riusciva a correre sull’erba. Dopo qualche minuto scorse una figura in piedi nel buio. Lei si era dimenticata la bacchetta in camera. Però pur essendo scuro inoltrato riuscì a riconoscere il suo bel professore. Avvolto in un pesante cappotto fino al ginocchio. Da cui si intravedevano un paio di eleganti pantaloni. La ragazza si avvicinò timida. “B…buonasera professore…” gli sorrise. Piton si voltò. “Buonasera signorina Wyspet…dovevo immaginare che si sarebbe dimenticata la bacchetta in dormitorio…” osservò divertito. Lei arrossì, avvicinandosi piano. Severus la guardò curioso. Sembrava davvero una perfetta signorina. “Ora mi segua…dobbiamo camminare ancora un po’ per arrivare alla meta…” ordinò. Per poi iniziare a camminare. Giulia ubbidì. Prendendogli un lembo del cappotto per evitare di perderlo. Pian piano arrivarono ai confini di Hogwarts. “Siamo quasi arrivati signorina Wyspet…avanti, mi prenda il braccio…” disse ancora. La ragazza non se lo fece ripetere. Seppur dubbiosa. Improvvisamente sentì che intorno a lei la temperatura scendeva. Così chiuse gli occhi. Conosceva quella sensazione. Si stavano smaterializzando. Giulia riaprì gli occhi qualche minuto dopo. Quando sentì di essere tornata al solito freddo. Era ancora appesa al braccio di Piton. Però non si trovavano più nel giardino di Hogwarts. Ma in un vicoletto come ce n’erano tanti a Londra. “Siamo arrivati…” esordì Piton, sciogliendosi in un sorriso. La ragazza rimase a bocca aperta. Lui la spinse verso la strada, facendola stupire ancora di più. Intorno a loro era pieno di gente. Le luci delle vetrine dei negozi scintillavano. Giulia si voltò sorpresa. “Perché quella faccia Giulia? Non gradisci il posto?” chiese Severus. Lei sorrise. L’aveva chiamata per nome! Allora quello era un appuntamento vero e proprio! “Cosa pensavi, che ti avrei portato a passeggiare nel giardino per tutta la sera?” commentò Piton. Giulia arrossì. “Mi sarebbe bastato…l’importante è stare con te Severus…” precisò. Il professore si voltò un poco rosso in viso. “Avanti, andiamo…il tempo passa e non abbiamo tutta la notte…” osservò lui. “Guarda che io non mi trasformo in una zucca a mezzanotte!” rise la ragazza. “Ah no? Pensavo fossi già sulla buona strada…” rimbeccò Piton maligno. Giulia gli fece la linguaccia. Poi i due iniziarono a camminare nella folla. C’era davvero un sacco di gente per la strada. In effetti era sabato sera. “Allora, dove mi porti di bello?” chiese curiosa. Severus si guardò intorno più sicuro di se. In realtà quella serata l’aveva programmata già da una settimana. “Voi giovani di solito cosa fate quando uscite?” esordì. Giulia scosse la testa divertita. Man mano che avanzavano si facevano sempre più vicini. “Non sono così giovane…” osservò lei. Piton la guardò scettica. “Sei ancora un bambina in pratica…potrei portarti a bere un bicchiere di succo di frutta…” ghignò. La ragazza sbuffò. Qualcuno la urtò e la fece finire addosso al professore. “Fra un mese e mezzo avrò diciassette anni…sarò grande ecco!” precisò. Tirandosi su. Piton sorrise. “Allora signorina quasi maggiorenne, stammi vicino…non vorrei perderti in mezzo a tutta questa folla…poi non saprei più come trovarti…sei alta quanto uno sgabello!” commentò ancora maligno. Giulia gonfiò le guance in segno di protesta. Poi si avvicinò. E rossa in viso gli prese una mano. Stringendola nella sua. “C…così non mi perderò…” sussurrò imbarazzata. I due camminarono ancora per qualche passo. Fino ad arrivare davanti ad uno di quei centri commerciali moderni. A più piani. Con un cinema. “Che bello! Qui c’è un multisala! E anche una sala giochi!” esclamò sorpresa la ragazza. Severus sorrise divertito. Era esattamente la reazione che si aspettava. “Severus ci possiamo andare?” gli chiese. Il professore annuì. Giulia lo guardò sospettosa. “Di la verità…sapevi già che saremo finiti qui?” intuì. Piton fece finta di nulla. La coppietta entrò nel grande centro commerciale. Nonostante fosse passato un mese da dicembre in certe vetrine c’erano ancora gli addobbi natalizi. La ragazza si fece guidare. Capì dove Severus la stava portando quando iniziarono ad intravedersi le insegne luminose con gli orari ed i titoli di diversi film. “Andiamo al cinema?” chiese ancora stupita. Piton alzò le spalle. “Andiamo al cinema…” ripetè divertito. Giulia iniziò a trotterellare appema scena dalle scale mobili. Senza accorgersene gli lasciò la mano per avvicinarsi ai tabelloni. Severus sentì una brutta sensazione data dalla sua mano vuota. “Hai già visto qualcosa che ti piace?” le chiese, raggiungendola. C’era un enorme tabellone elettronico a lato della prima fila di botteghini. Almeno cinque nomi di film lampeggiavano. “Dunque…Madagascar 2AustraliaMamma Mia!...e Yes Man…in più le repliche di Natale a Rio e in via eccezionale Nightmare Before Christmas…” lesse la ragazza. Severus scorse veloce la lista. “Ti avverto subito che nemmeno sotto imperio guarderò Madagascar e Natale a Rio…” escluse subito. Giulia lo guardò delusa. “Yes Man mi sembra carino…” provò a proporre. Piton aveva letto di sfuggita le trame accanto ai vari nomi. “Alla fine ci sarà di sicuro qualche faccenda sentimentale che rovinerà l’effetto comico…” lo bocciò. La ragazza rise. “Tendi sempre ad analizzare tutto Severus…se fossi nato ai tempi di Freud saresti diventato suo rivale…anche se in effetti potrebbe essere tuo coetaneo…” commentò stavolta lei. Il professore alzò un sopracciglio ghignando compiaciuto. “Vedo che stiamo imparando qualche battuta degna signorinella…” osservò. Scompigliandole i capelli. Giulia sorrise fiera. “E se guardassimo Mamma Mia!?” provò ancora. “Musical…no grazie…” sentenziò quasi subito Severus. “Allora scartiamo anche Nightmare Before Christmas, ci sono parti cantate…e poi è il film preferito di Anna…l’ho visto almeno un milione di volte…” commentò la ragazza. Piton squadrò l’ultimo film rimasto. Non se ne parlava. “Allora che si fa? Possiamo sempre fare un giro invece del cinema…” suggerì Giulia. Ma il professore non si arrese. “Puoi rivalutare uno dei film…tranne Madagascar…” ripetè. La ragazza sbuffò. “Che cos’hai contro Alex, Gloria, Marty e Melman?” chiese. Severus alzò le spalle. “Nulla...anche perché non li ho mai sentiti…” spiegò. Giulia lo guardò pensierosa. “Allora se non hai visto il primo film forse non dovremmo vedere nemmeno il secondo…però da quello che ho capito non ci sono collegamenti particolari…al massimo ci saranno i lemuri canterini…” osservò. Piton la guardò scettico. “Lemuri canterini?” ripetè riluttante. La ragazza rise. “Comunque scordatelo…non sopporto i cartoni animati…” rimbeccò subito. Giulia tornò seria. Poi si mise vicino alla locandina in cartone del film. Il viso messo accanto a quello del leone. “Diresti di no sia a me e ad Alex il leone?” provò ancora. Severus alzò un sopracciglio. “Non sarà di certo un leone in cartone a convincermi a guardare un film animato…” sbottò. Però cinque minuti dopo si trovavano già in fila per comprare i biglietti per Madagascar 2. La ragazza gongolava felice. Piton alla fine non ne era così dispiaciuto. Nelle sue estati solitarie era andato al cinema qualche volta. A vedere vecchi film. Li aveva visto capolavori come Arancia Meccanica. Evitando sempre cose romantiche o cartoni animati. Non era male cambiare una volta tanto. Subito dopo toccò a loro. “Due biglietti per Madagascar 2…spettacolo delle dieci…” sorrise Giulia. Dietro al vetro del botteghino c’era un ragazzo. Doveva essere poco più che ventenne. Diede una rapida occhiata al professore. Soffermandosi poi con lo sguardo sulla ragazza. “Posti infondo alla sala?” chiese. Sempre gli occhi fissi su di lei. Piton fece finta di nulla. Anche se quell’atteggiamento lo stava irritando non poco. Giulia annuì. Pagò tutto il professore. Nonostante le proteste della ragazza. Così i due poterono finalmente dirigersi verso la sala 4. Quando passarono davanti alla zona degli stuzzichini Giulia si fermò ancora. “Tocca a me offrire! Pop corn o dolci?” chiese. Severus scosse la testa divertito. “Ti sembro un tipo da dolci?” commentò. La ragazza rise. “Allora una mega porzione di pop corn salati!” decise. Il professore annuì. “Ti aspetto all’entrata della sala…” le disse. Poi si piazzò poco più in la. Appoggiato al muro. Giulia si mise in fila. Non c’era poi così tanta gente per essere un cinema il sabato sera. O forse era lei che vedeva tutto dal lato positivo. Dopotutto era nel pieno di un appuntamento. Con Severus! E si stava davvero divertendo. Una mano le si poggiò piano sulla spalla, distraendola dai suoi pensieri. La ragazza si voltò. Trovandosi davanti il tipo del botteghino. “Ciao…” le sorrise spavaldo. Lei avanzò nella fila senza dargli troppa corda. “Hey bellezza…ho detto ciao!” ripetè. “E io ti ho ignorato…” rimbeccò Giulia sorridendo. “Che peperino! Allora, come ti chiami?” le chiese. Lei avanzò ancora di un passo. “Io sono Jonathan…” si presentò. Giulia trattenne una risata. “Come il gabbiano…” osservò divertita. Il bellimbusto rimase un poco stupito. “Comunque…ragazza misteriosa…che fai?” le chiese ancora. La ragazza sbuffò. “Sono al cinema…quindi di certo non vuol dire che vado a ballare no?” rispose. Sempre con tono garbato. Lui le sorrise complice. “Molto divertente…senti…io ho appena staccato…ti va di venire a bere qualcosa?” le propose. “Ti ho appena detto che devo andare a vedere un film…” sbottò Giulia. Severus intanto guardava la scena dal muro. La ragazza non sembrava gradire molto. E lui ancora meno. Già non gli piaceva come quel galletto l’aveva guardata dal botteghino. Sembrava la stesse mangiando con gli occhi. “Avanti bellissima…offro io!” propose ancora Jonathan. “Ho già detto di no…e poi sono qui con il mio…ragazzo…” rispose Giulia, arrossendo. “Quel vecchio il tuo ragazzo? Maddai! Io sono molto meglio! Ti posso dare sensazioni molto più da brivido di quello la…” ghignò ancora l’uomo. Intanto era arrivato il turno della ragazza, che lo ignorò. “Uno grande di pop corn salati e una coca…” elencò. Però il tipo non demordeva. La donna dietro il bancone lo fulminò con lo sguardo. “Sullivan, smettila di provarci con le clienti…” lo rimproverò. Il tipo sembrò ignorarla come Giulia aveva fatto con lui fino adesso. La donna porse le ordinazioni e la ragazza pagò. Mentre l’altro ancora insisteva. Giulia non ne poteva davvero più. Così esasperata si voltò verso Piton. Che la capì al volo. E la raggiunse. “Vuoi un aiuto a portare la roba?” le chiese il professore. La ragazza gli porse la coca cola. “Si…grazie…” sorrise. Ovviamente il grazie era per averla liberata dalla sgradita compagnia. I due si allontanarono. E il tipo rimase li al bancone basito. “È per questo che odio i miei coetanei...non hanno davvero scrupoli quando si parla di rimorchiare una ragazza…dov’è finita la galanteria?” sbuffò esasperata Giulia. La coppia entrò nella sala ancora illuminata. E si andò a sedere ai propri posti. Nella terzultima fila, in mezzo. “Sarei dovuto arrivare prima…” commentò quasi in colpa Piton. Ma la ragazza scosse la testa. Si sporse e gli diede un bacio sulla guancia. “Grazie Severus…sei davvero il mio principe…mi salvi sempre dai cattivi…” esordì. Le guance del professore si colorarono. Però sorrise. Giulia sistemò la coca cola nel porta bibite fra i due posti. Poi si tolse il cappotto e lo sistemò con quello di Severus nella sedia accanto vuota. “Riguardo ai film…prima hai detto che Nightmare Before Christmas è il preferito della signorina Haliwell…ed…il tuo?” provò a chiederle Piton. La ragazza iniziò a vagare con lo sguardo per la sala. “Orgoglio e Pregiudizio…basato sul libro di Jane Austen…” rispose. Il professore annuì. Doveva immaginarlo. “Ed il tuo?” gli chiese a sua volta lei. Piton si sistemò sulla poltroncina. “Non ne ho uno in particolare…però prediligo i generi che trasmettono un messaggio serio…ecco perché ero molto restio a vedere questo…cartone…” spiegò. Pronunciando l’ultima parola con riluttanza. Giulia rise. “Ma questo film ha un profondo significato!” lo difese. Severus la guardò scettico. “Sarebbe?” chiese. “Ecco…che…non importa…se sei un leone o un opossum…l’importante è che se...se fai un incidente aereo poi mi mandi un piccione viaggiatore!” esclamò seria la ragazza. Il professore la guardò per qualche secondo. Poi scoppiò in una grossa sonora risata. Lei lo seguì subito. “Che cosa ho detto di così buffo?” commentò Giulia. Ancora fra le risa. Severus scosse la testa. Non si era mai lasciato andare così in vita sua. Dopo qualche minuto entrambi si ripresero. Quando alzarono il viso si trovarono uno di fronte all’altro. La ragazza chiuse gli occhi. Piton si chinò di poco. Con le guance colorate di rosso. E la baciò. Nello stesso tempo le luci si spensero. E il rumore del proiettore invase la sala. Giulia si sistemò nel suo posto. Poi si avvicino appoggiando la spalla destra allo schienale del posto del professore. Severus la guardò divertito. Si sentiva molto Humbert Humbert, quando portava la sua Lolita a vedere quei film che le piacevano tanto. Bastò un suo avvicinarsi che le loro spalle si toccarono. “Se…se vuoi vado più in la…” propose imbarazzata la ragazza. Piton scosse la testa. “Così riuscirai a prendere i pop corn…” spiegò ancora lei. Avvicinando il contenitore. Dopo qualche minuto di pubblicità di vari sponsor i trailer iniziarono a scorrere. “Non capisco perché i babbani debbano pubblicizzare qualcosa ogni minuto…” osservò irritato Piton. Giulia rise. “Al giorno d’oggi l’ottica del consumismo è molto elevata…” rispose saggia. Severus scosse la testa divertito. “Riproponi la tua tesi quando andremo a vedere un film degno di questo nome…” osservò. La ragazza gli fece la linguaccia. Poi iniziò a mangiare i pop corn. Sullo schermo intanto era proiettata l’immagine di un orologio. “Il mio nome è Benjamin Button e la mia nascita si verificò una circostanza insolita…mentre tutti gli altri invecchiavano io diventavo più giovane…” iniziò a recitare una voce. Severus allungò una mano per prendere un pop corn. Il suo sguardo si fissò su Giulia. Gli occhi fissi sullo schermo. Il ciuffo ribelle. E la treccina viola. Sembrava quasi più giovane di quello che era. Piton sorrise. Non ci credeva nemmeno lui di essere in un cinema babbano. In pieno anno scolastico. Con lei. Per non farsi notare il professore rivolse gli occhi allo schermo. C’era una sequenza di immagini. Prima un neonato dalle sembianze anziane. Poi presumibilmente lo stesso neonato dalle fattezze di bambino, ma dalle caratteristiche di un vecchio su una sedia a rotelle. Intervallate alle immagini di una bambina. Prima lunghi capelli rossi. Severus non potè fare a meno di paragonarla a Lily. Però subito si dissolse. Anche se lei era la prima ragazza che aveva amato veramente ora c’era Giulia. Ed era li accanto a lui. Nel mentre altre immagini scorrevano. La bambina era cresciuta e sembrava fosse diventata una ballerina classica. Poi immagini di mare. Di guerra. Un ritorno a casa. Quello che prima era il bambino dalle fattezze anziane ora era un giovane. Da qualche fila più avanti di levò un gridolino da parte di qualche ragazzina. Giulia sorrise. Brad Pitt faceva lo stesso effetto a tutte le ragazze del mondo. Compresa la cara Hermione. Ed ecco che in un lampo scene con il ragazzo oramai diventato adulto e la ballerina. Scene romantiche. D’amore. Che auspicavano una vita in comune fra i due. Poi ecco qualcosa di inaspettato. Il protagonista saliva sulla moto nella notte e si allontanava. L’inquadratura finale su due donne. Una era anziana in un letto d’ospedale. Subito ancora un ragazzo. “Sei così giovane…” sussurrò una voce. Quella della ballerina probabilmente. “Solo in apparenza…” la risposta del protagonista. Poi la veduta di un viale alberato. Una donna anziana mano nella mano con un bambino. Una scritta a destra dello schermo. “Il curioso caso di Benjamin Button…” lesse Giulia. Piton scrutò lo schermo incuriosito. “Mi sembra un bel film…anche se so che alla fine piangerò come una fontana…” osservò la ragazza. Severus sorrise. “Che novità…” rimbeccò maligno. Giulia lo spintonò di poco finta offesa. “Potrebbe essere l’opzione per una prossima volta…” esordì ancora lui. Lei lo guardò stupita. “Una prossima volta?” ripetè. Ma Piton le fece segno di silenzio. “Inizia un altro trailer…” ghignò. La ragazza sbuffò. Ed ecco lo schermo di nuovo sovrastato da immagini. Una casa e subito inquadratura su una ragazza. Al telefono. La tipica adolescente babysitter americana. Poi una voce. La ragazza andò a controllare nella stanza. Il solito bambino spiritato apparve parlando da solo. Per poi dare uno schiaffo alla ragazza. “Lui vuole nascere adesso!” esclamò. Giulia rabbrividì. Altre immagini flash presero posto sullo schermo. La ragazza che chiedeva spiegazioni al padre. Severus sbuffò. “Il tipico trailer che rivela parte della trama per attrarre spettatori…non sanno più che espedienti usare per sbancare al botteghino…” commentò irritato. Si voltò per prendere ancora qualche pop corn. E ghignò. Nel vedere la ragazza abbracciare il contenitore. Probabilmente era in attesa di qualche scena strappa grida. “Vivendo…tu gli hai negato l’ingresso nel nostro mondo…” spiegò una donna alla protagonista. Ed ecco una serie di scene inquietanti. Qualche ragazzina tirò degli urletti. Piton si guardò intorno scettico. Che sciocchezza. Eppure quelle immagini non mostravano assolutamente nulla. I minuti passarono ricolmi di immagini simili. Giulia pian piano affondava nella poltrona. Quando si vide l’immagine di un uomo che girava la testa in modo alquanto innaturale ed iniziare a muoversi a scatti come un ragno su un pavimento anche lei chiuse gli occhi. Stringendo il contenitore. “Avanti Giulia…è solo un film…” cercò di rassicurarla il professore. Se pur divertito. La ragazza scosse la testa. “Sono finite le brutte scene?” chiese. Piton ghignò maligno. “Certo…” rispose pacato. Invece nello schermo c’era la ragazza che girava per una stanza. “Mamma?” chiamò la protagonista. Verso una donna seduta a faccia in giù. Giulia alzò la testa giusto nel momento in cui questa si fece vedere in viso. Accompagnata da un urlo agghiacciante. Giulia sobbalzò di poco impaurita. Il professore trattenne una risata. “Cattivo!” rimbeccò lei. Incrociando le braccia al petto offesa. Severus scosse la testa. “Avanti…prometto di non rifarlo più…” cercò di farsi perdonare. La ragazza lo guardò imbronciata. Così il professore fu costretto ad avvicinarsi. E con le guance ancora rosse dall’imbarazzo le diede un leggero bacio sulle labbra. Giulia chiuse gli occhi. Sentiva le gambe molli come gelatina. Appena si staccarono si sciolse in un sorriso. Sullo schermo apparve un cielo azzurro con una luna. Era la raffigurazione della casa di produzione del film. Dei palloncini le volarono vicino. Alla loro fine stava appeso un bambino. Che si lasciò andare sulla luna. Tirò fuori una canna da pesca ed iniziò a pescare tranquillo. Tutto accompagnato da una musichetta rilassante. Però ad un certo punto apparve una minuscola pinna nera che diede un colpo al bambino. E lo trascinò via. Piton alzò un sopracciglio. Si sentì il rumore di qualcosa come una rissa. Ed ecco tre pinguini scivolare sulla luna al posto del bambino. “Ben fatto ragazzi! Avremo sushi ghiacciato per colazione!” esclamò uno. Tirando su la canna con un bel pesce attaccato all’amo. Giulia rise. “Inizia il film!” disse allegra. “Magnifico…” commentò finto entusiasta Severus. Così il film iniziò. Fra savane. Aerei pilotati da pinguini. Lemuri canterini. Zebre con problemi esistenziali. Giraffe innamorate di ippopotami. E leoni con spirito d’amicizia. Erano le undici e mezza quando le luci si accesero. Giulia si stiracchiò. Aveva finito sia la coca cola che i pop corn a metà film. Piton scosse la testa. Aveva sentito ridere la ragazza per tutto il film. E ciò lo aveva messo di ottimo umore. I due uscirono dalla sala sotto la canzoncina rituale del film. “Mi piace se ti muovi! Mi piace quel che muovi!” canticchiò trotterellante Giulia. Tornando fra le luci intermittenti del grande magazzino. “Allora, era così brutto come pensavi il film?” chiese curiosa la ragazza. Severus la guardò alzando un sopracciglio. “Peggio…” soffiò. La ragazza rise e fece una piroetta. Fra le braccia il cappotto. Poi si avvicinò ad alcune vetrine. Fermandosi quasi con il naso attaccato al vetro di una macchinetta di peluche. “Severus guarda!” lo chiamò. Il professore la raggiunse scettico. “Guarda! C’è Gloria! E anche Alex e Melman! E anche Patrick Stella di Spongebob!” elencò Giulia indicando vari peluche. Piton riconobbe l’ippopotamo, il leone e la giraffa. Intanto la ragazza stava frugando nel suo porta monete. “Non vorrai provare a prenderli?! In queste macchinette infernali non si vince mai nulla…” osservò. Ma Giulia si era decisa ed aveva inserito una monetina. Il braccio meccanico si mosse verso l’ippopotamo. Riuscì a prenderlo. Però una volta arrivato vicino alla meta il peluche scivolò, tornando fra gli altri. La ragazza sbuffò. E riprovò. Severus se ne stava divertito. Appoggiato da un lato della macchinetta. Dopo altre due tentativi tentò di dissuadere la sua amata. “Io l’avevo detto che questi trabiccoli sono fatti solo per mangiare soldi…” osservò acido. Giulia se ne stava schiacciata sul vetro per guardare il suo caro ippopotamo. C’era rimasta veramente male. Il professore sbuffò. “Avanti Giulia…fatti da parte e lascia fare agli adulti…” propose. La ragazza sbarrò gli occhi. Piton le diede il cappotto e si mise ai comandi. In effetti non era così facile. Però nemmeno lui voleva rinunciare. Appena vide che il braccio meccanico stava per mollare la presa scattò con un movimento secco del joystick. Due secondi dopo una zampa grigia spuntava dalla bocca della macchinetta. Giulia prese il peluche ammirata. “Sei contenta ora?” chiese Severus. Riprendendo il suo cappotto. La ragazza annuì sorridendo. Si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio. “Grazie Severus…” lo ringraziò. Piton si voltò imbarazzato. Doveva imparare a controllare quel dannato rossore sulle guance! “Che facciamo ora?” chiese ancora sorridente Giulia. Severus lanciò un’occhiata all’orologio. “Manca poco a mezzanotte…” precisò. La ragazza si avvicinò timida. “Possiamo prendere un frappé prima di andare via?” gli chiese. Un po’ triste. Non voleva tornare a scuola. “Non si dovrebbero dare bevande fredde prima di dormire ai bambini…” ghignò lui. “Io e Gloria non siamo bambine!” rimbeccò Giulia. Piton scosse la testa esasperato. E in uno slancio di sicurezza passò un braccio sulle spalle della ragazza. Che arrossì. I due andarono in una gelateria li vicino. Lei prese un frappé al cioccolato. Mentre il professore una pallina di gelato al limone nel cono. Poi si sedettero su una panchina. Davanti ad una delle tante fontane illuminate del centro commerciale. Giulia dondolava le gambe. Aveva appoggiato il peluche accanto a lei. Severus se ne stava con un braccio appoggiato allo schienale della panchina. La ragazza continuava a bere il suo frappé. Quando all’improvviso fermò lo sguardo sul professore. Guardava gli spruzzi della fontana davanti a loro. Con la solita espressione poco interessata. Giulia si soffermò sul suo abbigliamento. Aveva preferito mettersi una normale maglietta nera. E sopra una giacca. Sembravano davvero una normale coppia di fidanzatini. Senza farlo apposta la ragazza fissò ancora lo sguardo su Severus. Non dimostrava di certo gli anni che aveva. Lei gli avrebbe dato trent’anni al massimo. Era lei forse che sembrava ancora più piccola. Giulia quasi si fece uscire il frappé dal naso. Piton aveva iniziato a dare piccole leccate al suo gelato. Gli occhi color pece vagavano dalla fontana alla gente che passava intorno a loro. La ragazza dovette ammetterlo. Il suo professore era sexy più di tutti i ragazzi che le giravano attorno ad Hogwarts. Intanto anche Severus lanciava qualche occhiata furtiva a Giulia. La vedeva persa nei suoi pensieri. Con il rumore del frappé risucchiato di sottofondo. Aveva quell’aria così beata. Così innocente. Sarebbe stata davvero una tentazione per ogni ragazzo o uomo li intorno. Però con lei c’era lui. E non un adolescente con problemi di ormoni imbizzarriti ed acne precoce. I due finirono i reciproci dessert buttandone i resti in un bidone. Era arrivata l’ora di tornare a casa. Entrambi si rimisero il cappotto. Ed uscirono. Diretti al vicolo per smaterializzarsi. Durante la camminata Giulia e Severus si tennero per mano. Una volta arrivati in uno stretto spazio vi si intrufolarono. La ragazza si strinse svelta a lui. E il professore l’abbracciò. Qualche secondo dopo i due si trovarono ai confini di Hogwarts. Il castello illuminato a poca distanza. Entrambi non volevano ammettere di essere arrivati. “G…grazie per la bella serata Severus…mi sono davvero divertita…” sorrise timida Giulia. Azzardandosi a chiamarlo per nome. Piton sorrise e le fece una carezza sulla testa. “Grazie a te Giulia…anche io mi sono divertito…” rispose. La ragazza lo guardò un po’ triste. Poi lo abbracciò forte. “Ti amo davvero tanto…” sussurrò arrossendo. Il professore ricambiò l’abbraccio. “Anche io…sei la cosa più bella che mi potesse capitare…” rispose. Anche lui con un velo di imbarazzo. Poi la ragazza alzò il viso. Severus non potè fare a meno si chinarsi. E darle un ultimo bacio. Quando si staccarono lei era quasi in lacrime. “Ora è meglio tornare in dormitorio…vai prima tu, io entrerò fra dieci minuti…” spiegò. Giulia annuì. Strinse fra le braccia il peluche. “Buonanotte Severus…” lo salutò. “Buonanotte Giulia…” ricambiò lui. Poi lei corse via. Subito inghiottita dal buio notturno. Piton la guardò andare via. Mentre nella sua mente risuonavano gli echi della serata appena passata. E la sua voce. Le sue risate. Perché oramai era chiaro che Giulia era diventato tutto per lui. Importante come l’aria che respirava. Senza cui non sarebbe più riuscito a vivere. 
  
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