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Autore: telesette    02/03/2016    8 recensioni
Quel giorno, nonostante tutto fosse apparentemente normale, Oscar si era svegliata con una stranissima sensazione.
L'uniforme era accuratamente ben riposta sulla sedia, esattamente dove lei l'aveva lasciata prima di coricarsi, e il fodero con la spada era allacciato lì accanto. Oscar rimase un attimo pensierosa a sfregarsi il mento. Il sole filtrava nella camera, attraverso le tende socchiuse, ma attorno vi era un silenzio decisamente insolito. Quando Oscar scostò il cordone del tendaggio, constatando con i suoi occhi lo splendido sole delle dieci passate, Si domandò come ciò fosse possibile...
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Marie Antoinette, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Sabrina, con Affetto..
Buon Compleanno!
 
 

***

Sorpresa!
immagine tratta da internet

Quel giorno, nonostante tutto fosse apparentemente normale, Oscar si era svegliata con una stranissima sensazione.
L'uniforme era accuratamente ben riposta sulla sedia, esattamente dove lei l'aveva lasciata prima di coricarsi, e il fodero con la spada era allacciato lì accanto. Oscar rimase un attimo pensierosa a sfregarsi il mento. Il sole filtrava nella camera, attraverso le tende socchiuse, ma attorno vi era un silenzio decisamente insolito. Quando Oscar scostò il cordone del tendaggio, constatando con i suoi occhi lo splendido sole delle dieci passate, Si domandò come ciò fosse possibile.
Il generale de Jarjayes, suo padre, non l'avrebbe mai fatta dormire così tanto. Piuttosto sarebbe venuti lui, personalmente, a tirarle le orecchie per il consueto allenamento mattutino alla spada.
Ad ogni modo, senza porsi troppe domande, Oscar saltò giù dal letto e si lavò velocemente la faccia con l'acqua del catino. Si vestì in fretta, assicurando i bottoni dorati dell'uniforme e la spada appesa al fianco, uscendo poi nel corridoio e percorrendo l'ampio scalone che conduceva giù dabbasso.
Nonna Grandier, che di solito era la prima a salutarla, pareva talmente indaffarata nelle pulizie che non si avvide della sua presenza.
Oscar tossì, nel richiamare un momento la sua attenzione, e la salutò caramente col solito affetto.

- Ah, buongiorno - rispose calma la vecchina, lo sguardo impassibile attraverso i suoi occhiali cerchiati. - Non è un po' tardi, però?
- Beh, in effetti... Ma mio padre è uscito?
- No, è occupato nel suo studio, come sempre!
- Ma come? Non è arrabbiato perché salto un allenamento...

La nonna fece finta di niente, passando frettolosamente il piumino sui pregiati mobili di legno scuro.
Oscar si passò mentalmente una mano sulla fronte ma, senza indugiare oltre, oltrepassò la vecchina e si diresse alla porta dello studio di suo padre. Bussò appena un paio di colpi, al che la forte voce paterna rispose con un: "avanti", e si affacciò umilmente sulla soglia con un inchino.

- Chiedo scusa, padre - esclamò. - Non capisco come sia potuto succedere, ma temo di aver dormito un po' troppo!

L'uomo non si scompose.
Calmo e flemmatico, l'espressione indurita sul volto che Oscar conosceva sin da bambina, si limitò a concentrarsi sulle carte che aveva davanti senza sollevare lo sguardo.

- Farai meglio a prepararti - osservò severo. - Sua Maestà era molto risentita, del fatto che non eri a corte stamane, ha mandato Girodelle a chiedere spiegazioni... Gli ho detto che saresti passata più tardi a chiedere scusa alla Regina, per il tuo inqualificabile comportamento!
- Ma perché? Potevate mandarmi a svegliare, avrei subito...

L'uomo si alzò di scatto, battendo furiosamente la mano sulla scrivania, il volto deformato da un impeto di collera che a stento cercò di reprimere.

- Devi essere più responsabile delle tue azioni - urlò. - Cosa credi, che il fatto di godere dell'amicizia di Sua Maestà ti ponga forse in diritto di fare come ti pare e piace? Sei un ufficiale, Oscar, e mi aspetto che ti comporti come tale!

Oscar chinò mesta il capo, annuendo rassegnata alle tribolazioni paterne, dopodiché prese umilmente congedo ed uscì.
Dal momento che l'unica cosa da fare era andare a Versailles, per porgere le dovute scuse a Maria Antonietta, la fanciulla corse subito alle scuderie. Qui André era intento a foraggiare le bestie, davanti alla porta di legno della stalla, e anche lui la salutò con insolita noncuranza.

- André - disse Oscar agitata. - Hai già sellato il mio cavallo, per caso?

Il giovane la guardò stupito.

- Perché avrei dovuto sellarlo io? - domandò. - Sei tu che, non appena scendi qui, vuoi assicurarti "personalmente" che le briglie e le staffe siano messe come-si-deve... Come se io non fossi capace di eseguire bene un lavoro che pure faccio da sempre!
- Andiamo, André, non fare l'offeso adesso... Ho un problema molto più serio!
- Va bene, va bene - sbuffò l'altro, posando a terra il secchio e traendo fuori la chiave della stalla. - Entriamo, vado subito a prenderti la sella!

Una volta che entrambi furono entrati, gli occhi di André mandarono un vivido lampo di furbizia.
Subito questi chiuse la porta con un tonfo, lasciando Oscar stupefatta, ma l'oscurità dell'ambiente durò poco. Come in risposta ad un segnale convenuto, infatti, degli acciarini presero a sfrigolare e l'enorme fienile si illuminò alla luce delle torce, elegantemente disposte, illuminando così lunghi striscioni di seta e nastri festosi. Oscar riconobbe i volti sorridenti delle persone ivi riunite: c'erano suo padre, nonna Grandier, Girodelle e persino qualche membro fidato della Guardia Reale.
Tutti loro batterono le mani con entusiasmo ma, non appena Oscar riconobbe la figura al centro del gruppo, per poco non le mancò il fiato.

- Vo... Vostra Maestà ?!? - balbettò.
- Auguri, madamigella Oscar - rispose raggiante Maria Antonietta, con sincera commozione negli occhi. - Buon compleanno!

Oscar si voltò verso André, interrogandolo con lo sguardo, allorché il giovane rispose con una scrollata di spalle.

- Non guardar me - mormorò. - L'idea è stata di Sua Maestà in persona, noi tutti abbiamo solo eseguito!
- Allora, posso portare questa benedetta torta, prima che vada a male?

Nonna Grandier depose dunque il dolce, su un lungo tavolo appositamente preparato per l'occasione, ed era una torta così grande che sicuramente avrebbero fatto fatica a finirla tutta.
A quel punto, Oscar scoppiò a ridere fragorosamente.

- Accidenti - imprecò bonariamente tra sé. - Me l'avete proprio fatta, è una sorpresa magnifica... Vi ringrazio! 

FINE

   
 
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