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Autore: Saimple97    02/03/2016    0 recensioni
Giulia è una ragazza strana. O almeno questo è quello che dicono di lei. In realtà i suoi comportamenti schivi e i modi di fare troppo bruschi sono le conseguenze di un passato che vuole tener nascosto. Solo due persone sono veramente legate a lei e cercano di farla stare meglio: la sua migliore amica Alice e il suo vicino di banco Alex. Ma se Giulia è convinta di essere ormai irrecuperabile come possono Alice ed Alex aiutarla?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanchezza inizia a farsi sentire. Penso salendo sull'autobus per andare a scuola.
Sono rimasta sveglia tutta la notte eppure solo adesso, a una mezz'ora dall'inizio delle lezioni, sento la stanchezza causata dalla privazione di sonno. Tempismo perfetto. Per mia grande fortuna sono brava a coprire le tracce, a fingere di star bene e perfino di essere fresca e riposata anche se ho passato una notte d'inferno. Per mia grande fortuna non devo affrontare una cascata di "Cosa ti è successo?" "Hai fatto le ore piccole, eh?" "Chissà che hai combinato..." "Stai male? Non dovresti venire a scuola se stai male..." "Dovresti dormire la notte invece di stare alzata a fare Dio solo sa cosa...". Non che i miei compagni di classe si preoccupino veramente. Vogliono solo farsi i fatti miei o avere altri motivi per prendermi in giro.
Con alcuni a dire il vero vado d'accordo, non si può dire che siamo amici, ma quanto meno abbiamo delle normali interazioni sociali. Ed ecco che mentalmente faccio una lista delle persone con cui vado d'accordo in classe. Chiara, Michele, Francesco e Alex. Addirittura quattro persone. In realtà sono gli unici "strani" escludendo me. Certo, non arrivano al mio livello, ma si avvicininano di più a come sono di quanto non facciano tutti gli altri messi insieme. Chiara è semplice, silenziosa, tanto minuta da sembrare più piccola della sua età, appare così fragile ed indifesa. Poi ci sono Michele e Francesco, gli amici inseparabili, quelli che si conoscono dalla materna se non da prima, quelli che si capiscono con uno sguardo e che ti fanno invidiare un rapporto così stretto che tu non hai con nessuno, sono tanto opposti nell'aspetto quanto nel carattere: Michele è molto magro, quasi scheletrico, biondo con occhi chiari e decisamente molto timido, quasi più di me; Francesco è più robusto, moro con occhi scuri e molto più estroverso del suo amico. Vedendoli non diresti che possano essere amici. Infine c'è Alex, il mio vicino di banco, l'unico che posso quasi definire mio amico. Parla e scherza con me più di quanto non facciano gli altri, ogni tanto mi prende in giro, ma mai con lo scopo di offendermi, sempre con quello di ridere con me. E' l'unico che ogni tanto mi chiede come sto o mi chiede qualcosa su di me e sulla mia famiglia, non come se si volesse impicciare, ma come se volesse davvero saperlo. Apprezzo molto il suo modo di comportarsi, mi fa sentire quasi una persona gradevole, una con cui altri vorrebbero stringere amicizia. Certo anche Chiara, Michele e Francesco sono gentili con me, mi parlano e tutto, ma quasi come se fosse più un obbligo che una volontà, più un atto di carità.
Mentre la mia mente si è persa dietro questi pensieri sono arrivata davanti all'ingresso della scuola dove la mia unica vera amica mi sta aspettando per chiaccherare prima che suoni la campana. Grazie alla mia solita fortuna quando mi sono trasferita in questa scuola l'anno scorso la preside non ha voluto farmi frequentare la stessa classe della mia migliore amica Alice perché secondo lei la mia presenza avrebbe reso più difficile l'integrazione di entrambe nel gruppo classe. Così ci siamo dovute accontentare di pochi minuti di conversazione a scuola la mattina prima di entrare e a ricreazione. Ovviamente la vedo anche fuori dalla scuola.
-Ehi Giulia!- mi saluta -Ciao Alice, come va?- rispondo abbracciandola. -Tutto a posto, anche se sono agitata per l'interrogazione di oggi in greco. Ho studiato ovviamente, ma la prof mi fa un po' paura...- dice con un tono un po' basso. Trattengo una risata e la tranquillizzo -Sai che andrà bene. Ti va sempre bene Alice. Sei la migliore della tua classe!- mi sorride -Si forse hai ragione, andrà bene. E tu come stai? Hai dormito bene stanotte? Hai fatto colazione e tutto?- Mi chiede poi tutto d'un fiato. Tipico di Alice: si preoccupa molto perché sa che problemi ho e vuole assicurarsi che io stia bene, a volte sembra quasi che mi voglia fare da mamma. -Insomma: ho passato la notte insonne, ma davvero non è un problema, sono solo molto stanca. Ho mangiato, mi sono fatta la doccia e mi sono lavata i denti e tutto quanto, ma non spazzolato i capelli perché stavo per perdere l'autobus... Contenta?- rispondo cercando di suonare allegra -Contenta. Sicura che sia tutto a posto per ieri notte? Non vuoi parlarne?- risponde -Tranquilla sono a posto. Ormai ci ho fatto l'abitudine a non dormire, no? Prima o poi passerà- la tranquillizzò ancora mentre la prima campanella suona e ci separiamo per andare nelle rispettive classi.
Appena entro in classe noto che oltre a me è arrivato solo Stefano. Perfetto. L'unico in tutta la classe che non riesco a proprio a digerire e l'unico che sembra si sia prefissato come obbietivo nella vita quello di riuscire ad infastidirmi e a prendermi in giro tutti i giorni in cui mi vede. -Ehi Depressa! Non piangi oggi?- dice ridacchiando. Decido di ignorarlo. Ma lui continua a cercare di attirare la mia attenzione variando i soprannomi per chiamarmi sempre con termini peggiori e più volgari. Proprio quando credo di non riuscire a soportarlo più arriva Alex che salutandomi ed iniziando a chiaccherare con me fa tacere Stefano. Devo davvero un grosso favore al mio vicino di banco.
  
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