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Autore: YakerHenbane    03/03/2016    2 recensioni
Zootropolis, la città dove ogni animale può essere quello che desidera. In questa enorme utopia zoologica seguiamo lo spaccato di vita di tre giovani predatori in cerca del proprio posto nella società. Cosa ha da offrire loro, in termini di possibilità e imprevisti, questa grande metropoli dal cuore peloso? Un terzetto bislacco destinato ad unirsi in una forte amicizia e...
Per quelli interessati al fattore "introspettivo" della storia (qui parla l'autore), i tre personaggi principali sono i miei tre fursona, sostanzialmente incarnazioni di lati diversi di quello che, nel complesso, sono io. La storia può essere letta anche come qualcosa di più interiore di una semplice serie di spaccati di vite quotidiane, anche se tale è e come tale può essere tranquillamente interpretata. Spero che vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Furry, Spoiler!, Tematiche delicate
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“Oh oh oh oh! TRY EVERYTHING! Oh oh oh oh! TRY EVERYTHING!
Oh oh oh oh! TRY EVERYTHING! Oh oh oh oh! TRY EVERYTHING!”

Una zampata poderosa colpì lo schermo del cellulare facendolo cadere rovinosamente dal comodino. L’intento iroso di Kamal di zittire la gazzella fallì, però, miseramente facendo procedere il brano dal pavimento, dove il suono raggiungeva ancora meglio il suo orecchio. Ringhiando frustrato per il risveglio brusco, Kamal nascose la testa sotto al cuscino e ripiegò quest’ultimo sopra le orecchie con una tale forza frustrata da graffiarne la federa, mentre faceva scivolare una zampa posteriore fuori dalle coperte aggrovigliate per tentare di avvicinare con un calcio l’aggeggio malefico che era caduto fuori portata. Kamal Rajan, 15 anni, voleva ufficialmente morire: solo il pensiero di dover abbandonare l’idilliaco periodo estivo per tornare a calcare i banchi risvegliava una qualche parte lemming della sua anima che lo incitava con veemenza a gettarsi dall’orlo di un precipizio. Aggiunto poi al fatto che avrebbe dovuto sorbettarsi tutti i discorsi arrugginiti dei professori su quanto l’anno scorso non fosse stato possibile promuoverlo, di quanto gli fosse dispiaciuto bocciarlo, di quanto lui fosse un tigrotto intelligente e capace che, purtroppo, aveva deciso di non studiare etc etc etc… In qualche modo, per colpo di fortuna, riuscì a far tacere Gazelle con l’alluce della zampa posteriore destra, cosa che lo fece sentire, in prospettiva, discretamente meglio.  Ma comunque uno schifo. Piano piano, il tigrotto si tirò su, gli occhi socchiusi e la voglia di uccidere tanta.
Kamal non era mai stato tipo da scuola e, benché avesse ottenuto anche buoni risultati in passato, aveva deciso che il suo futuro era un altro: si voltò lentamente, ancora seduto sul bordo del letto e squadrò il borsone da palestra già pronto; il suo futuro era lo spettacolo, la danza, calcare le scene più famose. E Kamal viveva per quello, per l’applauso, per il riconoscimento delle doti che tanto aveva coltivato. Ed era anche per quello che la bocciatura era stata un’umiliazione tremenda, secondo lui forse la peggiore che un qualsiasi animale della sua età potesse subire. Aveva già tentato il primo anno di superiori con risultati… inattesi. Di certo non si aspettava un tale salto delle pretese. Solo che non aveva alcuna voglia di aumentare la quantità di tempo dedicata allo studio che, a detta sua, era già fin troppa nella situazione attuale. Certo, studiare ogni tanto gli dava belle soddisfazioni, e mettersi in mostra era un suo traguardo, ma la gioia che gli nasceva dentro quando era in scena, sul palco, le luci su di lui, la platea con la bocca aperta, la galleria in visibilia… Quella non era possibile raggiungerla. E dunque Kamal lavorava con molto più zelo ed impegno per arrivare a dare al suo pubblico uno show il quanto più spettacolare ed emozionante possibile. In passato gli era capitato che in molti, soprattutto bambini ma anche adulti, persino famigliari, avessero tentato di dissuaderlo dal suo sogno: “Quindi da grande vuoi fare la ballerina?!” “Ma sei un maschietto, Kamal!” “Devi pensare a studiare!”.
Ma a lui, in fondo, non era poi interessato granché, sebbene ogni tanto gli avrebbe fatto piacere avere un po’ di supporto; supporto che era arrivato sempre e soltanto dai suoi genitori, gli unici che erano disposti ad essere sempre dalla sua parte. Kamal li amava molto anche per questo motivo ma, in realtà, anche perché erano stati per un sacco di tempo la sua unica roccia solida a cui aggrapparsi in quel fiume in piena di dissensi. Il tigrotto si alzò ed aprì un’anta del suo armadio, all’interno della quale c’era uno specchio, e si analizzò attentamente dalla punta delle orecchie agli artigli delle zampe: non sarebbe mai stato del tutto contento del suo fisico,  era da sempre stato molto esigente con se stesso; per lui, che voleva dimostrare proprio per mezzo di quello che poteva essere tanto mascolino quanto gli altri, ci sarebbe stata sempre quel po’ di effeminatezza che, in effetti, risiedeva solo negli occhi di chi guardava. Esplorò per bene ogni singolo muscolo del suo corpo girandosi e mettendosi di profilo più volte, contraendo e rilassando braccia e pettorali scoperti mentre si sfilava i soli pantaloni del pigiama. Passò molto tempo a decidere cosa avrebbe messo quel giorno, e poi decise per la solita canottiera bianca e nera ed un paio di jeans strappati. Uscì di casa con le cuffiette nelle orecchie, senza rendersi conto che aveva dimenticato lo zaino.
   
 
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