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Autore: maripotter    20/03/2005    18 recensioni
“Qualcuno misura qualcosa tenendo un metro. Qualche altro ragazzo guarda. Ma nessuno può vedere o misurare tutto quello che se n’è andato. Step si piega su di lui in silenzio, accarezza il volto dell’amico. Quel gesto d’amore che non si sono mai fatti in anni d’amicizia, che non gli è stato mai permesso. Poi sussurra piangendo: “Mi mancherai”. E Dio solo sa quanto è stato sincero.”
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao

Ciao! Scusate se al posto di un nuovo capitolo della mia long-fic posto questa, ma mi farebbe piacere che qualcuno la leggesse, ci tengo molto...

 

YOU...OUR BEST FRIEND

 

“Qualcuno misura qualcosa tenendo un metro. Qualche altro ragazzo guarda. Ma nessuno può vedere o misurare tutto quello che se n’è andato. Step si piega su di lui in silenzio, accarezza il volto dell’amico.

Quel gesto d’amore che non si sono mai fatti in anni d’amicizia, che non gli è stato mai permesso. Poi sussurra piangendo: “Mi mancherai”. E Dio solo sa quanto è stato sincero.

 

Scostò lentamente le mani dal viso e non si stupì nel vederle bagnate.

Se n’era andato...e con sé aveva portato via una parte di tutti loro...

Si voltò verso la propria ragazza, ovvero la sua migliore amica. La giovane non riusciva a frenare le lacrime, sperando forse, che attraverso quel dolore che usciva a fiotti dai suoi occhi scuri, riuscisse a farlo tornare indietro. Ma lo sapeva lei, come lo sapevano tutti, che non era possibile.

Il vuoto incolmabile nei loro cuori non si sarebbe riempito facilmente. Non con lo stesso amore e la simpatia che solo lui riusciva ad emanare, anche con la semplice presenza.

Mangiamorte...lo avevano strappato da quella vita che lui adorava, dalle persone che lo amavano di più, ma anche dalle persone che lo avevano sempre apprezzato per la sua gentilezza, la sua allegria e la sua testardaggine...

La ragazza gli prese la mano e la strinse con forza, quella che le rimaneva. Era sfinita.

Contemporaneamente, come una cosa sola, i due ragazzi osservarono la stanza d’ospedale.

Le pareti bianco latte erano adornate da quadri tristi e malinconici, che davano un senso di vuoto e incompletezza. Decisamente troppo crudele, soprattutto in quelle circostanze.

Poltroncine di finta pelle erano addossate al muro, alcune raggruppate, altre in ombra e in solitudine. Perfetto.

Voltarono lo sguardo verso le altre persone presenti nella sala d’aspetto.

Ognuno reagiva diversamente alla sua morte.

Ginny Weasley era inginocchiata a terra, come per rivolgersi al cielo, piangendo disperatamente ed evitando il contatto con chiunque. Sola, con il suo dolore.

Il suo ragazzo, Draco Malfoy, era appoggiato alla parete, con gli occhi verso il soffitto, da cui uscivano lacrime amare, che non asciugava, facendole cadere sulle sue guance pallide e sul colletto della camicia da Auror.

Dopo i loro scontri, le loro litigate, lui e Malfoy stavano costruendo un buon rapporto di amicizia, legato dal loro amore verso Ginny.

L’intera famiglia Weasley era vicino a lei, ma non si avvicinavano.

Il signor Weasley abbracciava la sua consorte. Molly piangeva inconsolabilmente, tempestando di pugni il petto del marito, come se fosse stato lui il colpevole, mentre lui non reagiva e si limitava a carezzarle il capo cercando di calmarla.

Fred e George erano seduti su due poltroncine affiancate e guardavano il pavimento di marmo, con occhi velati di lacrime da cui non lasciavano trasparire nessuna emozione, se non il dolore.

Gli scherzi, le battute e le risate sembravano non essere mai appartenute a quei due ragazzi, come ad ognuno di loro.

I tre fratelli maggiori parlavano tra loro, cercando di essere forti e di dire qualcosa che risollevasse il morale, ma venivano traditi dalle lacrime che solcavano le loro guance lentigginose.

La morte di un caro è impossibile da sopportare.

Cerchi di farti forza e di ricordarlo nei suoi momenti più felici. Lui era capace di farti ridere anche in un giorno di pioggia, quando sembra che la positività ti abbia voltato le spalle.

Si era scelto un bel giorno per andarsene.

Il sole irradiava l’ospedale con i suoi caldi colori, illuminando anche l’angolo più buio.

Ma non loro. In quelle persone ora c’era una desolazione e un gelo che solo lui sarebbe riuscito a scaldare.

Ognuno di loro sperava che da un momento all’altro lui entrasse, sorridendo sornione e cominciando a prendere in giro, come suo solito, Hermione per la sua nuova pettinatura.

Dopo un po’ Harry ed Hermione si accorsero di una figura minuta rannicchiata in una angolo, scossa da singhiozzi isterici.

Luna Lovegood era in uno stato di cui le lacrime non servivano più, lasciando posto ad una disperazione silenziosa e nervosa.

Era irriconoscibile. I capelli biondi erano spettinati e visibilmente sporchi.

I vestiti erano di due taglie più grandi e sembravano quelli di un anziano.

Tra le maniche del maglione grigio fece capolino una testolina rossa che sorrise alla madre emettendo versetti da neonato.

Simon Arthur Weasley. Il discendente di Ron e Luna. Chi l’avrebbe mai detto.

Ron e Luna avevano imparato a conoscersi meglio e verso la fine del 6° anno si erano innamorati follemente l’uno dell’altra.

E nel 7° anno si erano dati da fare, per suggellare il loro amore. E quello era il risultato.

Beh, anche Harry e Hermione non erano da meno. Il moro sciolse dalla stretta la propria mano e la posò delicatamente sul ventre ingrossato della ragazza. Un tocco proveniente da dentro sembrò salutare il suo futuro papà.

Improvvisamente, Luna urlò e cominciò a piangere disperatamente, crollando per terra.

Hermione le andò vicino, con qualche difficoltà, dato il peso che doveva portarsi dietro.

Le si inginocchiò davanti, prese il bambino con un braccio e con l’altro abbracciò l’amica, cercando di confortarla.

La ragazza la strinse con forza, cominciando a dire continuamente il nome dell’amato, come se non conoscesse altra parola se non quella.

Anche il bimbo cominciò a piangere, come se si rendesse conto di quello che era successo.

Harry abbassò lo sguardo. Tutti i rumori della sala si affievolirono...

C’era solo lui, il suo ricordo e il suo dolore...

Ron, il migliore amico che una persona possa desiderare.

L’unica persona che faceva star bene completamente Harry, sapeva far ridere anche la persona più introversa e arcigna della terra, con i suoi modi buffi e impacciati.

La mente rivagò ai loro momenti insieme, come un film.

Un film struggente, pieno di emozioni e sensazioni.

Il primo giorno di scuola, l’incontro con la saccente e dolce Hermione, la chiacchierata con Aragog, le stupide e macabre lezioni con la Cooman, i loro futili litigi, le loro sperate riappacificazioni...

Ron era sempre stato con lui, come un fratello di sangue, sempre pronto a fare del sarcasmo nei momenti più inappropriati e difficili, facendoti spuntare un sorriso, di cui sembrava che lui si nutrisse.

Non l’avrebbe mai dimenticato.

Nessuno lo avrebbe mai dimenticato.

Tutti lo avrebbero ricordato come il piccolo grande Ron.

 

Una settimana dopo...

 

Il mago sacerdote fece un ultimo segno della croce, prima che la bara fosse calata nella buca.

La situazione era sempre la stessa.

Tutti piangevano ma si facevano forza a vicenda, parlando di come era simpatico e divertente.

Luna sembrava essersi ripresa e si era seduta su una panchina cullando il suo bambino che per tutto il tempo aveva osservato la bara, come se sapesse che stava succedendo qualcosa di importante. Non aveva pianto e non aveva riso. Luna era rimasta un po’ vicino alla tomba ma poi era andata via, non riuscendo a sopportare le parole dell’uomo.

In quel luogo, vicino ad una graziosa chiesetta, Ron era stato sepolto. La terra sopra la sua tomba era tutto adornato da biglietti bagnati da lacrime, fiori di tanti colori, e carte di dolci di cui lui andava pazzo.

Fred e George sembravano essere ritornati quelli di sempre, e avevano scritto un biglietto simpatico, ma che riusciva ad emozionare comunque:

“ caro Ronnie, ma bene! Te ne sei andato per evitare i nostri scherzi...ma un giorno ti rincontreremo e recupereremo il tempo perduto!

Ricorda che ti volevamo e ti vorremo sempre bene.

Dai tuoi mitici fratelli Fred & George”

Altre lettere, dolci, divertenti, strazianti, adoranti, piene d’amore...Ma una più di tutte, riuscì ad emozionare chiunque, scritta con parole semplici, piene di affetto, da persone che lo avevano amato e appoggiato in ogni situazione.

“ Ehi Ron...come va?sicuramente stai meglio di noi. Chissà, magari stai bevendo un paio di burrobirre con qualcuno, lontano da noi...

Ti ricordi tutti gli anni passati assieme?

Le litigate con Hermione?

Dio, vi beccavate ogni giorno! Premio Nobel per la resistenza per me, Harry Potter.

Se la metti così, Premio Nobel per me, Hermione Granger, per l’intelligenza e la sopportazione alle vostre stupide litigate da bei maschioni...!

Beh, manchi solo tu...sai quanti premi ti dovrebbero dare?

Alla testardaggine, alla furbizia (da dividere con noi due), alla simpatia, alla generosità, alla stupidità, alla buffità (sicura che esiste Herm? No), ma soprattutto alla amicizia che solo tu ci hai donato in così grandi proporzioni...

Ci illuminavi le tue giornate, noi ci nutrivamo della tua amicizia come tu dei nostri sorrisi...

Un giorno ci rincontreremo e ritorneremo il mitico trio, rompendo le balle a qualcuno, come sempre!Ti vogliamo bene.

Un giorno...

Harry Hermione and You, our best friend.”

 

 

Fine… non ci ho messo molto per questa ff...ho acceso il computer e le parole sono uscite da sole.

Con la morte di una persona a me cara, anche se non un parente, tutto il dolore lo sfogato in questa one-shot.

Mi farebbe piacere una recensione, per sapere se vi ha emozionato come ha emozionato me...ok?

Ci vediamo in Amore o Attrazione...ciao!

Maripotter

 

 

 

  
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