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Autore: Ayumi Yoshida    26/03/2009    14 recensioni
Era ottobre quando ci siamo visti per la prima volta.
Ricordo ancora il tuo cappottino rosa confetto macchiato dalle gocce di pioggia e mia madre che cercava di consolarti.
Quel giorno pioveva a dirotto e tu eri triste.
Non ti è mai piaciuta la pioggia.

[Heiji/Kazuha - Heiji centric] [Fanfic inserita tra le storie scelte di Efp ^^]
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ottobre

 

Era ottobre quando ci siamo visti per la prima volta.
Ricordo ancora il tuo cappottino rosa confetto macchiato dalle gocce di pioggia e mia madre che cercava di consolarti.
Quel giorno pioveva a dirotto e tu eri triste.
Non ti è mai piaciuta la pioggia.
Odiavi vedere le gocce minuscole scorrere lentamente sul vetro della finestra della tua camera.
Odiavi dover restare in casa e mi invidiavi perché io potevo uscire.
Mi guardavi giocare a pallone nel cortile e sospiravi, chiedendoti perché non potessi giocare con me.
Ti arrabbiavi quando tornavo a casa tua perché i miei erano ancora in centrale e scoprivi che avevo la febbre.
Con finta indifferenza mi sfioravi la fronte e il tuo cuore cominciava a battere più veloce; poi mi costringevi a stendermi nel tuo letto e ti sedevi accanto a me.
Quante volte mi hai tenuto compagnia con il tuo sorriso finché mia madre non tornava a prendermi!
Quando sentivi il campanello suonare diventavi improvvisamente triste e i tuoi splendidi occhi si offuscavano.
Mi salutavi educatamente e mi davi appuntamento al giorno successivo, sperando che non piovesse.
"Ottobre non farà più il dispettoso" mi assicuravi sorridendo dolcemente, poi mi davi un bacio sulla guancia e ti eclissavi nella tua camera, lasciandomi davanti alla porta imbambolato e provocando sguardi d'intesa tra le nostre mamme.
Ma ad un certo punto non mi hai baciato più.
Ricordo bene quell'ottobre.
Eri diventata più alta, più formosa, i tuoi capelli si erano allungati e tuo padre non faceva altro che parlare di te.
Elogiava continuamente le tue qualità e cominciava a fissarmi con sospetto, ma io non ci facevo molto caso.
Continuavo normalmente la mia vita.
Anche tu ti comportavi in modo sempre più strano: parlavi di meno, non riuscivi mai a guardarmi negli occhi.
Ogni volta che ti sorridevo abbassavi la testa, imbarazzata e io continuavo a chiedermi cosa stesse accadendo.
Ma un giorno accadde anche a me.
Mi confessasti di esserti innamorata di un ragazzo e improvvisamente sentii una fitta allo stomaco.
Mi dava immensamente fastidio sapere di non essere più l'unico ragazzo che ti parlava.
Ero geloso, ma non potevo dimostrartelo.
Mi ero innamorato di te, ma non potevo dirtelo.
Mi vergognavo immensamente della mia situazione e continuavo a restare zitto.
Dopotutto, era l’unica cosa che potevo fare.
Quante notti insonni ho passato!
Pensavo a te, a quel ragazzo che mi avevi confessato ti piaceva. Cercavo di immaginarlo, di fissare per sempre nella mia mente il tuo viso mentre mi parlavi di lui, gli occhi adoranti, le guance rosse, di immaginarti sorridere mentre lui ti baciava, stringevo i pugni, cercando di allontanare dai miei pensieri il momento in cui lui ti avrebbe sfiorata per la prima volta.
Diventavo furioso, sapendo che non sarei stato io a farlo, ma subito, arrossendo, cancellavo quel pensiero così poco casto dalla mia mente.
Ero poco più che adolescente e scene del genere si ripetevano nella mia testa a velocità impressionante, anche se io cercavo di scacciarle.
Ma era tutto impossibile.
Ormai, dall’inizio di quell’ottobre, nella mia testa c’eri solo tu.
Continuavo a pensarti e a maledirmi mentalmente perché non ero abbastanza coraggioso da starti accanto, non ero abbastanza coraggioso per schiacciare il mio orgoglio smisurato e confessarti tutto, come tu avevi fatto con me.
Tu sapevi che io avrei riso, ma mi avevi confessato comunque quello che provavi per me, sperando che non mi accorgessi di nulla.
Sì, quel ragazzo che ti piaceva ero proprio io, ma ovviamente non l’ho mai capito.
Non fino a qualche tempo fa, almeno.
Non fino a quando, lo scorso ottobre, Kudo mi ha spiegato tutto.
Certo, sentirmi dire una cosa del genere da un bambino è stato molto imbarazzante, ma dopo mi sono sentito meglio, oltre che rosso, rossissimo in volto per un sentimento che non ancora riesco a comprendere cosa possa essere, a distanza di qualche mese, e Kudo deve essersene accorto, visto che ha cominciato a sghignazzare come un pazzo.
Non so perché, ma finalmente mi sono sentito sereno, sicuro. Sicuro che tu non volessi nessun’altro.
Sicuro che tu volessi me.
Oggi, ironia della sorte, è di nuovo ottobre.
E’ passato un anno da quando Kudo mi ha aperto gli occhi, diciassette anni da quando ci siamo visti per la prima volta, sette anni da quando ho capito di amarti, ma la situazione non è cambiata.
Tu sei seduta accanto a me, le mani giunte per cercare di dar loro calore, le guance arrossate, ma questa volta non a causa mia.
La pioggia ti infastidisce ancora.
Sono passati così tanti anni, eppure tu non sei cambiata affatto. Sei sempre la bambina che metteva il broncio quando mi vedeva correre sotto la pioggia, che mi baciava quando scopriva che dovevamo salutarci.
Sei sempre tu. Calda e rossa nel freddo di ottobre.
“Sto congelando” ti lamenti sbuffando e guardandomi storto. Siamo in uno squallido bar e attendiamo l’ennesimo cliente a cui devo offrire il mio aiuto. Io sghignazzo in risposta e tu arrossisci, risentita.
Non sono proprio capace di calpestare il mio orgoglio, cazzo. Ma voglio provarci ancora.
“Scusami, Kazuha. Perciò non volevo che venissi.” Dico ad un tratto, spostando lo sguardo sul vetro appannato di una finestra vicino a noi e fissandola con attenzione.
Lei, posso vederla tramite il vetro, arrossisce di nuovo. Poi sbuffa.
“Non fa niente, ormai ci sono abituata.”
La mia bocca si piega in un altro mezzo sorriso.
Lo so benissimo.
Mi alzo in piedi, con aria annoiata, e mi tolgo la giacca, poi gliela poso piano sulle spalle.
Kazuha arrossisce, confusa.
“Così non sentirai più freddo” spiego velocemente, voltandomi per non guardarla negli occhi.
Sono arrossito anche io, anche se dalla espressione di sfida che adesso c’è sul mio viso non si direbbe.
Mi aspetto che lei risponda. Voglio che risponda.
Di’ qualcosa, Kazuha, cazzo.
“Beh… grazie.”
Si morde un labbro, imbarazzata, e mi sorride.
“Per fortuna non sei così ingrata come credevo.”
Cazzo, l’ho fatto di nuovo.
Scusami, Kazuha, scusami. Ti giuro che non voglio, ma è più forte di me.
Adoro vederti arrossire.
Il tuo volto si fa rosso di colpo e i tuoi occhi scintillano d’ira.
Stai per scoppiare.
I tuoi occhi dardeggiano su di me per un attimo che io credo sarà l’ultima volta nella mia vita.
“Hattori Heji!” strilla ancora rossa in volto, mentre l’intera clientela del locale si volta a guardarci, anche se sembra che non le interessi, dato che non si sforza neanche un po’ di abbassare la voce.  “L’ingrato sarai tu!”
Vedo la sua mano agitarsi un attimo nell’aria e poi schiantarsi sulla mia guancia con uno schiocco assordante.
Mi ha dato uno schiaffo.
“Kazuha…” mormoro, fissandola incredulo.
Lei mi interrompe ed esclama: “Ti sta bene”, poi comincia a guardare fuori dalla finestra, rossa in volto, apparentemente molto interessata alle automobili che sfrecciano fuori sulla strada, incuranti di quello che è appena successo.
“Finisce sempre così” mi ritrovo a pensare con un sospiro, mentre guardo i suoi capelli ondeggiare a causa dei lievi movimenti che fa per mettersi comoda sulla sedia.
Non riesco mai a farti comprendere quanto sei importante per me.
Arriverà, però, il momento e finalmente saprai quanto tengo a te.
Sono certo che un giorno riuscirò a dirtelo.
Potrebbe essere oggi, domani, dopodomani, tra una settimana, tra un mese.
O forse nel prossimo ottobre.
Un lieve sorriso compare sulle mie labbra e, riflesso nel vetro, il tuo, imbarazzato, lo accompagna.








*^*^*



Perchè mi deve mancare sempre il coraggio quando devo pubblicare in una sezione nuova -per me relativamente-? ç_ç
Ecco la mia prima Heiji/Kazuha.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. ^^
(Tradotto: voglio sapere se ho rovinato questi splendidi personaggi *autostima livello sotto lo zero*)
Spero possa esservi piaciuta almeno un pò, nonostante tutto. :)

Un bacio,
Ayumi -ancora scoraggiata-






   
 
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