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Autore: Andy Grim    04/03/2016    2 recensioni
E se i personaggi di Candy Candy fossero vissuti 30 anni più tardi? E se la guerra che incombeva sullo sfondo non fosse stata la Prima ma la Seconda Guerra Mondiale?
E se la collega di Candy - Flanny Hamilton - avesse incontrato una persona speciale mentre faceva la crocerossina?
E se questo capitolo incontrasse il vostro favore e ne seguissero altri, cronologicamente successivi?
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9: Chi non muore si rivede

 Tutti gli uomini desiderano diventare il primo amore di una donna.

Le donne, più intelligenti, preferiscono diventare l’ultimo amore di un uomo

(Oscar Wilde)

Capitolo 26: Il sofferto ritorno all’ovile

 

UCPFH 26

 

F

ra le tre e le quattro antimeridiane del 16 Luglio 1944, l’USS Whitehurst (DE634), cacciatorpediniere di scorta della classe Butler, stava solcando le acque della Manica verso la base navale di Portsmouth. L’unità, ai comandi del Capitano di Corvetta Lawrence Partridge e appartenente al TG 16.1[1], stava rientrando in sede per rifornirsi di provviste e munizioni dopo un mese di servizio ininterrotto a protezione delle operazioni di sbarco davanti a Utah Beach.

La cabina del primo ufficiale, ubicata dietro il quadrato di prua, ospitava gentilmente due inconsueti passeggeri. La fioca luce azzurrina prescritta dalle procedure di oscuramento mostrava vagamente le loro sagome: il primo, completamente disteso sulla branda, una mano sul petto e l’altra penzolante dal bordo, era immerso in un sonno profondo come indicava il leggero russare. Il compagno, di alcuni anni più giovane, restava invece seduto sulla cuccetta, fissando le mani intrecciate con uno sguardo assai cupo. Il marcato ronzio delle macchine gli arpeggiava discretamente i nervi e, se lo avesse potuto, avrebbe affondato con le sue mani quella maledetta bagnarola, a costo di finire davanti al plotone d’esecuzione! Anche la vista del suo superiore, che ronfava placidamente col sorriso sulle labbra, contribuiva ad aumentare il suo dispetto.

Bella forza: lui tornava dalla sua adorata moglie, che solo due giorni prima era svenuta davanti a tutto l’ospedale St.Mary, quando il maggiore Farrell, giunto personalmente da Grant Field, le aveva annunciato la lieta novella: il generale, sano e libero, sarebbe presto rientrato in Inghilterra. Guarda caso, proprio in quel momento la signora Greason e la sua collega Candy White stavano assistendo la povera Annie, nuovamente ricoverata d’urgenza per una delle sue crisi isteriche e l’ufficiale medico del 99° Gruppo Caccia era stato oltremodo felice di poter riferire anche a lei che il tenente Archibald Cornwell, del 45° Gruppo d’Attacco, scampato miracolosamente alla prigionia dopo il suo abbattimento nell’azione del 7 Giugno, sarebbe rientrato assieme al generale.

C’era voluta quasi l’intera scorta di biancheria dell’ospedale per asciugare le lacrime di gioia versate dalla signora Cornwell e anche la sua bionda amica del cuore aveva dovuto inumidire qualche fazzoletto per sfogare l’immane sollievo provato. Senza contare gli affettuosi ringraziamenti che l’ex compagno di squadra di suo fratello avrebbe ricevuto dalla sua antica fiamma e sua consorte, per poi concludere il “giro d’onore” fra le grazie appassionate della propria… no, decisamente il generale Andrew Steve Greason, in vista del suo reintegro a capo della Decima Forza Aerea - alla faccia del generaloberst Otto von Kruppen e grazie all’amicizia dell’oberstleutnant Schultz von Heindrich e al rispetto del leutnant Helmut Dolfmann - non doveva davvero preoccuparsi troppo per il suo ritorno all’ovile… mentre invece, per il tenente Archibald Cornwell Andrew era decisamente tutta un’altra faccenda!

A un certo punto, oppresso da tutti quei pensieri e sempre irritato dal tranquillo russare dell’asso degli assi, il fratello minore del povero Alistear si levò di scatto, deciso a prendere una boccata d’aria. Non appena raggiunta la tolda, una forte brezza salmastra lo travolse in pieno. Richiuso il portello dietro di sé, l’aviatore si diresse a poppa, barcollando leggermente per il rollio e il beccheggio della piccola nave, che procedeva a 18 nodi sopra un mare forza quattro.

Superato il castello di poppa e la torretta col pezzo da 5 pollici, aggirò la postazione con le due antiaeree da 20 millimetri, trascinandosi fino all’alberetto portabandiera, situato fra le due tramogge delle bombe di profondità. Aggrappatovici saldamente, si mise a scrutare il tenebroso orizzonte, dove non poteva più scorgere la costa francese.

A occhi chiusi superò mentalmente quel mare crudele ritrovandosi sopra le dolci brughiere normanne, prima ancora sorvolate col suo cacciabombardiere. Rivide la dimora che lo aveva ospitato: piccola, tranquilla e pulita. Rivide quegli splendidi occhi celesti e i suoi soffici capelli biondi. Risentì il suo profumo, il suo calore, il suo affetto… che beffa crudele!

Perché doveva finire così? Perché non aveva il coraggio di tuffarsi, sfidare quelle nere acque minacciose, gli squali e le mine pur di tornare fra quelle candide e morbide braccia?

Perché doveva tornare dalla sua consorte, belloccia sia pure, ma così… convenzionale?  Perché doveva farsi imprigionare ancora dal suo amore così soffocante?

Perché il suo comandante in capo non l’aveva lasciato dov’era? Perché un uomo straordinario come Andy Greason, che giustamente si vantava di combattere per la libertà, non aveva rispettato la sua? Perché continuava a farsi tutte quelle domande stupide?

“Sigaretta…?”

Archibald sussultò e, volgendosi all’indietro, distinse la figura del generale mentre si accendeva una Lucky Strike.[2]   

“No, grazie” borbottò nel rivolgergli uno sguardo corrucciato “non fumo.”

“Meglio così” commentò il generale gettando in mare il fiammifero “un vizio di meno…!”

Il tenente ebbe un moto di disappunto: “A che vorrebbe alludere, signore?”

Greason alzò le spalle: “A nulla… presumo.”

Ad Archie scappò un grugnito: “Se pensa che sia un depravato, lo dica pure chiaro e tondo!” ribatté senza tanti preamboli

“Non lo penso” rispose asciutto l’altro “e comunque non sono affari miei.”

“Questo è poco, ma sicuro!” puntualizzò il collega, stringendo il parapetto.

“Ad ogni modo” l’asso aspirò una boccata e soffiò il fumo lentamente “procedi pure, se vuoi sfogarti.”

“Cosa le fa credere che mi voglia sfogare?” chiese Archie, con aria di sfida.

“Mah… da quando ci siamo rivisti non mi rivolgi praticamente la parola e ogni volta che mi guardi trasudi dalla voglia di mollarmi un pugno in piena faccia. Inoltre…” proseguì, mandando il mozzicone a raggiungere il cerino “…non ho mai visto un ex disperso così poco entusiasta di tornare a casa!”

Cornwell ghignò, amaro: “Il ritorno non è sempre uguale per tutti, generale!”

“Per tacere del tuo formalismo inedito: se ben ricordo mi davi del tu, in privato.”

Archie si rese improvvisamente conto di quanto il suo atteggiamento fosse sciocco: anziché rallegrarsi di essere scampato alla prigionia o alla morte assieme al suo capo ed amico, gliene voleva perché lo stava riportando dai suoi cari! E che avrebbe dovuto fare? Lasciarlo dove stava, con la sua nuova amichetta?

La mattina dopo la sua “improvvisata” nella casa di Catherine, un reparto della 3a Divisione Corazzata aveva raggiunto il villaggio di Pont Hebert e un felice quanto stupito maggiore Albert McKenna aveva messo gentilmente a disposizione la sua jeep per riaccompagnare i due aviatori fino alla costa. Lo stesso comandante del 5° RCT[3] aveva riferito al generale Greason che un reparto del 2° Battaglione Rangers aveva rinvenuto un P-47 sotto un covone di paglia improvvisato. Riconosciutolo come quello dell’asso, aveva segnalato al servizio logistico di mandare un mezzo di recupero per riportarlo indietro. Il consorte di Flanny Hamilton non poteva credere a tanta fortuna!

Chi non poteva invece credere a tanta scalogna era il consorte di Annie Brighton, occupato a consolare la povera Catherine, che singhiozzava disperata conficcandogli le unghie nella schiena, già indolenzita dalla notte insonne passata sul divano… amaro paragone col morbido e caldo letto della dolce francesina!

Dopo reiterate raccomandazioni e promesse, i due avevano dovuto rassegnarsi alla dolorosa separazione, con Andy per nulla lieto di far la parte del Don Rodrigo, soprattutto per le velenose occhiate dalla gallica sosia di Candy… anche se la situazione, più che i manzoniani Promessi Sposi, ricordava maggiormente la pucciniana Madama Butterfly!

Gli yankies avevano infine lasciato la casa, con la soccorritrice di Archie Cornwell sulla porta che li guardava astiosamente fra le lacrime, maledicendo sia la malasorte che il marchese di Lafayette tutte e due insieme[4]

***

Dopo aver ricondotto il compagno alla loro cabina, il generale richiuse la porta, si frugò nel giubbotto della combinazione di volo ed estrasse una fiaschetta dalla tasca interna.

“Per vuotare meglio il sacco” dichiarò porgendola al tenente “omaggio del maggiore McKenna!”

L’altro esitò un istante prima di afferrarla, quindi svitò il tappo e annusò l’imboccatura: “Il bicchierino non c’è?”

Andy volse sospirando gli occhi al soffitto: “No, mi dispiace… coraggio, signor Andrew: qui sua zia non la potrà vedere!”

“Molto spiritoso” ribatté Archie, prima d’imboccarla con decisione “passabile!” giudicò poi.

“Sicuramente avrete di meglio nella cantina della vostra villa di Lakewood…” commentò salace Andy.

Archie gli lanciò un’occhiata torva: “Ne paghiamo regolarmente le tasse, generale!”

“E chi ha detto il contrario?” ribatté il superiore, sdraiandosi sulla branda.

“Oltretutto sono anni che non ci metto piede” precisò “dacché mio cugino Anthony passò a miglior vita e Candy se ne tornò alla Casa di Pony, a me e al mio povero fratello sembrò sempre di più una prigione… come la nostra stessa famiglia, del resto!” concluse, concedendosi un’altra sorsata.

“Ed ora più che mai… vero, tenente?” lo stuzzicò Andy, subito prima di pentirsi.

Archie interruppe bruscamente la deglutizione per dare alcuni colpi di tosse, quindi lo fissò, scuro: “È inutile che lei cerchi di capire” esclamò, con tono acceso “bisogna provarla sulla propria pelle la beffa atroce di trovare l’amore vero quand’è troppo tardi. Quando tutto è ormai inutile!” altra sorsata.

L’asso sospirò di nuovo: “Con tutto il rispetto, Archie, non ti sembra di esagerare? La conoscevi da meno di un mese!”

“Perché, lei quanto ci ha messo a innamorarsi di sua moglie?” rimpallò il compagno, piuttosto sarcastico.

“Numero uno, piantala di darmi del lei” gl’ingiunse piccato Andy, puntandogli contro l’indice “numero due, io non ero ancora sposato! Numero tre, non è notoriamente mia abitudine impicciarmi degli affari privati dei miei sottoposti… ma, come amico personale tuo e di tua moglie, mi sento in dovere d’invitarti a pensarci bene, prima di buttare tutto all’aria!”

Archie scosse la testa: “Crede forse che…” s’interruppe e respirò a fondo “…credi che non ci stia pensando? So benissimo che sarei l’ultimo dei miserabili se facessi questo ad Annie… ma che ci posso fare se provo per lei solo affetto, mentre di Catherine me ne sono innamorato?” ribadì, dando un pugno alla parete.

“Te ne sei innamorato perché somiglia a Candy?” s’informò con noncuranza il generale, incrociando le braccia.

“Non è solo per quello che… ma tu come lo sai?!” domandò, sgomento.

“Se non ti dispiace, ho ancora i miei dieci decimi, dall’ultimo controllo” rispose il capo tagliando l’aria con la mano “mi sono preso un mezzo accidente quand’ho spalancato la porta di quella camera!”

“Già… la tua discrezione ha lasciato anche me senza fiato.”

“La prossima volta appendi una crocera alla maniglia” lo erudì il generale “non lo sapevi che il segnale è quello?”[5]

“Purtroppo non ho la sua esperienza, signore…” ironizzò il subalterno.

“Beh, modestamente… ehi, c’é sempre stata solo Flanny con me, in quelle stanze, sappilo!”

“Sono affari suoi, generale.” annuì il tenente alzando le mani.

Andy sbuffò, mettendo fine al gioco: “Vorrei soltanto che voi due non vi faceste più male del necessario” dichiarò seriamente “tutto qui!”

Archie lo guardò a lungo, per poi chiedere: “Che cosa dovrei fare, allora?”

“Capire bene se quanto provi per quella donna è veramente amore, senza farti condizionare troppo dai suoi lineamenti!”

“Fosse facile…” borbottò l’altro, stendendosi a sua volta in cuccetta.

“In fondo anche quella per Candy poteva essere una semplice infatuazione.”

“Non lo era!”

“Lungi da me sminuire le sue qualità” puntualizzò il compagno “ma farne sempre l’unico punto di riferimento…”

“Alchimia, signore. Con tutto il dovuto rispetto, ma forse anche lei ha qualcosa da imparare!” commentò l’altro, nuovamente formale per scherzo.

L’asso scosse la testa: “Tu, tuo fratello, i tuoi cugini… quell’attore… ha fatto una bella strage, non c’è che dire!”

“Ci metta anche mio zio, nella lista.” rivelò Archie, sprimacciando il cuscino, deciso a tentare di dormire un po’.

“William Andrew? Ma questo è troppo!” sbottò Andy, scherzosamente scandalizzato.

“Non faccia il superiore, capo: ci sarebbe cascato anche lei, se l’avesse conosciuta prima di Flanny!”

Punto sul vivo, Andy voleva replicare, ma poi si lasciò scappare soltanto un “Chissà…!” e si mise a riflettere, per concludere dentro di sé *Ma per fortuna l’ho conosciuta dopo…!*

“Comunque sia” disse ancora al suo subordinato “accetta solo un ultimo consiglio…”

“Sono tutt’orecchi, generale…” bofonchiò Archie, già nel dormiveglia.

“Fatti la doccia, prima di sbarcare” si raccomandò il superiore “perché quel profumo francese si sente fino a cinquanta yarde!”[6]

Distesosi anche lui nella sua branda, chiuse poi tranquillamente gli occhi, mentre il tenente Cornwell, perduta ogni traccia di sonno, si mise ad annusarsi con preoccupata cura...

 

***

Quando il cacciatorpediniere approdò finalmente alle banchine di Portsmouth erano già le sette del mattino. I due “ex dispersi”, dopo una gradita colazione offerta dallo stato maggiore della nave, stavano aspettando che l’equipaggio sistemasse la passerella per scendere sul molo, dove una discreta folla, composta non solo dal personale di marina ma anche da diversi ufficiali dell’esercito e da alcuni civili, palesavano un’impaziente attesa. Dopo avere stretto la mano al comandante Partridge, il generale Greason batté la mano sulla spalla del tenente Cornwell, che sembrava irrigidito presso la murata, con molta poca voglia di sbarcare. L’acuta vista dell’asso non aveva infatti tardato a scorgere la figura di una giovane dagli sciolti capelli corvini che, avendo riconosciuto anche lei il suo compagno, tendeva con trepidazione le braccia verso di lui, mentre due rivoli di lacrime le scorrevano lungo le guance arrossate.

Accanto a lei un’altra giovane bionda, che le cingeva la vita con un braccio in evidente atteggiamento protettivo, anziché indossare un abito civile come l’amica, sfoggiava una fiammante uniforme da ufficiale, non dissimile da quella che portava una sua collega poco lontano, acconciata con una lunga e bruna coda di cavallo.

Dopo avere interiormente sussultato nel riconoscere quei due militari in gonnella, il nostro asso sospirò, mormorando all’orecchio del compagno: “Coraggio, Archie: i cambiamenti bisogna saperli affrontare!”

Il tenente Cornwell non rispose, chiedendosi però se quella frase il generale l’avesse diretta a lui o a sé stesso, avendo a sua volta riconosciuto le due accompagnatrici della moglie.

Cercando di manifestare maggior aplomb possibile, i due aviatori della Decima FA discesero quindi la passerella, avvicinandosi al gruppo dei militari di entrambi i sessi, mentre più indietro diversi MP[7] tenevano a bada numerosi giornalisti, accompagnati da altrettanti fotoreporter che facevano scattare i loro flashes.

La giovane bruna anzidetta, abbandonata la tutela della compagna, si fiondò con uno scatto da centometrista sul pilota più giovane, stringendolo in un abbraccio degno di un anaconda brasiliano, per poi tempestargli la faccia di baci roventi.

Discretamente più flemmatica di lei, la “soldatessa” dalla coda di cavallo raggiunse anche lei il suo consorte, gli accarezzò lentamente il viso come a sincerarsi della sua tangibilità per poi abbracciarlo più lentamente, ma in una stretta non meno intensa della signora Cornwell.

I coniugi Greason rimasero parecchi secondi a guardarsi negli occhi, scambiandosi un’espressione seria e profonda, fin tanto che l’asso abbozzò un leggero sorriso: “Niente male il tuo nuovo look…” commentò lisciandole i risvolti della giacca marrone, indugiando sulle mostrine del corpo medico dell’esercito.[8]

“Davvero ti piace?” chiede lei di rimando, non alludendo tanto all’uniforme, quanto al fatto di averla indossata.

“Di sicuro ti si addice” confermò lui, con voce lievemente strascicata per poi concedersi un guizzo d’ironia “così ora mi toccherà rigare ancora più dritto! Eh, tenente?”

“La sua preoccupazione è fuori luogo” confutò la neo infermiera militare lisciandogli le stellette sulla spallina “lei è pur sempre un mio superiore, signor generale!”

“Già… ma lei è pur sempre mia moglie, signor tenente. E se è vero ciò che dice Shakespeare…”[9] un pensiero improvviso, scaturito da un’associazione di idee, lo fece poi scoppiare in una fragorosa risata.

“Che cosa ti prende?!” domandò Flanny, leggermente preoccupata.

“Niente, cara.. sto solo pensando che il boy friend della tua amica avrà da preoccuparsi ben più di me… non le ha mica le stellette, lui!”

“Come sempre il tuo sarcasmo mi toglie il fiato, Andy!” ribatté la seconda ufficialessa del corpo infermieristico, che aveva appena finito di abbracciare il cugino adottivo lasciandolo ancora più depresso: anche il profumo di Candy gli ricordava, in tutto e per tutto, quello di Catherine…[10]

“Non te la prendere, amica mia” le rispose l’asso calcando, forse inconsciamente, sulle ultime due parole “quando l’umorismo ti è indispensabile per non impazzire in questa maledetta guerra, non lo tieni facilmente a bada!” quindi l’abbracciò a sua volta, baciandola sulla guance “sei splendida, come sempre: sono felice di rivederti!”

“Mai quanto me, con tutto il riguardo per Flanny” rispose, asciutta, la bionda “stavolta ci hai fatto davvero paura, ragazzaccio!”

Andy abbassò gli occhi: “Lo so… e mi dispiace. E ancora una volta devo ringraziarti per esserle stata vicino!” concluse, guardando sua moglie mentre faceva qualche domanda ad Archie sul suo stato di salute.

“Ormai, per me, è come una sorella” specificò Candy “dovresti saperlo!”

“In effetti l’ho sempre saputo” sorrise l’aviatore “però questo non m’impedisce di pensare che stavolta hai esagerato ad andarle dietro!” concluse, alludendo alla sua uniforme.

Candy arrossì come un peperone: “Beh… sai com’è: se fossi rimasta un’infermiera civile, ci avrebbero separato e allora…”

“Capisco, capisco” convenne lui, benevolmente “anche se non riesco a non stupirmi: un’antimilitarista come te!”

“Si vede proprio che la guerra cambia le persone!” ammise l’amica, facendo una smorfia.

“Eh, già… cribbio, quando Romeo ti vedrà conciata così gli verrà un colpo: capace di passare ai tedeschi per farla pagare a noi yankies…”

“Dai, ora basta!”

“Scommetto invece che se ti vede Neal cascherà di nuovo ai tuoi piedi come una pera marcia!” continuò l’altro, imperterrito.

“T’ho detto di smetterla, Andy!!” gridò a questo punto lei, alzando la mano destra.

Visto il gesto, il generale s’affrettò a rientrare nei ranghi: “Ok, ok… ti chiedo scusa!”

“Passi anche stavolta” sbuffò la bionda “ma dovresti davvero imparare a tenere più a freno quella tua lingua!” lo esortò, agitando l’indice.

“Hai ragione. Te lo promett…”

“Andy… Andy…!”

Il generale si voltò per trovarsi di fronte al viso di Annie Brighton Cornwell, coi nerissimi occhi ancora lucidi, ma raggianti di felicità. La giovane afferrò le mani dell’asso e le strinse forte: “Andy… grazie. Grazie di avermelo riportato!!”

“Non ringraziarmi, Annie: abbiamo avuto fortuna!”

“In ogni modo non lo dimenticherò mai… sarai nel mio cuore per tutta la vita!”

“Sei troppo buona. Ma non preoccuparti per me: sono già in ottime mani. Pensa invece ad avere cura del tuo ragazzo!” la consigliò decisamente.

“Non dubitarne: so che qualcosa non andava nel nostro rapporto… e può darsi fosse anche colpa mia. Forse ero troppo possessiva… ma ora rimedierò. Ci chiariremo e ti assicuro che lo renderò l’uomo più felice del mondo!”

Andy gettò uno sguardo su suo marito, sorprendendolo a scrutare l’orizzonte marino verso il meridione… trattenne un groppo in gola e dichiarò, stringendo la mano di Annie fra le sue: “Ti faccio… anzi, vi faccio i miei più sinceri auguri…!”

“Grazie, ancora… arrivederci a presto!” lo salutò lei, raggiungendo il consorte. Questi le prese il braccio che lei gli offriva e, prima d’incamminarsi verso l’uscita del porto, guardò il superiore, salutandolo militarmente: “I miei rispetti, generale!”

“A presto, tenente. E abbia giudizio!” non poté trattenersi dal dire Andy.

Tornato a voltarsi verso la moglie, si trovò di fronte alcuni fra i suoi più fidi compagni: James Stone, Victor Sanders, Roy Master, John Bart Richardson, accompagnati dal generale Carl Spaatz.

“Complimenti, Greason” dichiarò quest’ultimo “neanche stavolta i crauti sono riusciti a metterla fuori gioco!”

“No, signore. E può star certo che, finché avrò al mio fianco questa donna eccezionale, nessun nemico, anche il più implacabile, riuscirà a separarci e quindi a non farmi tornare in servizio!”

“Già, già… non lo metto in dubbio” sorrise il comandante dell’USAAF nell’ETO[11] “e poi, adesso, siete anche colleghi!”

“Infatti” ammise l’asso “devo dire che mia moglie mi ha fatto una bella sorpresa!”

“Ho solo ricambiato una di quelle che finora hai fatto a me!” ironizzò lei.

“Non dico di no… ma questa ne vale almeno due!”

Spaatz ridacchiò, non potendo fare a meno di osservare: “Lasciatemi dire che siete una coppia davvero singolare, amici miei!”

“Può essere” ammise Flanny “ma vede, signore, abbiamo fatto un patto, quando ci siamo sposati: nessuno dei due avrebbe mai messo in discussione le scelte dell’altro in tema di lavoro!”

“Ah, è così…” fece il generale di stato maggiore, andando con lo sguardo dall’uno all’altro “…beh, a quanto pare l’accordo ha funzionato egregiamente. Giusto, Greason?”

Approfittando dello sguardo della moglie, sempre puntato sul generale, costui allargò le braccia in una muta richiesta di solidarietà maschile, per poi confermare: “Giustissimo, signore!”

“Bene, bene… ne sono lieto per voi. Alla prossima, generale. Tenente…”

“Arrivederci, signore!” rispose la signora Greason.

Partito il superiore, Andy Greason offrì a sua volta il braccio alla moglie dirigendosi verso la Buick personale mandata dalla base di Grant Field. Camminando rivolse il pensiero ai problemi che gli amici Archie ed Annie avrebbero dovuto affrontare, ritenendosi davvero fortunato che il suo matrimonio fosse, a confronto, così felicemente riuscito.

Era invece lungi dall’immaginare come i prossimi avvenimenti futuri lo avrebbero messo duramente alla prova…

 

 



[1] Task Group (Gruppo Navale); più TG formavano una Task Force (TF) o Squadra Navale.

[2] Io sono un accanito anti-fumatore (mi vanto di non aver fumato in vita mia nemmeno una sigaretta). Però, il fascino di Humphrey Bogart… non vorremo mica negarlo a Andy Greason, vero?

[3] Regimental Combat Team (Gruppo da Combattimento Reggimentale).

[4] Il marchese Paul Marie Lafayette riuscì a convincere Luigi XVI a mandare un contingente francese che fece pendere per il rotto della cuffia la bilancia a favore delle milizie di Washington, le quali, nonostante il loro valore, stavano rischiando di essere sconfitte dalle più numerose ed esperte truppe inglesi di Cornwallis. Penso si possa comunque affermare che, fra il 1917-18 e il 1944-45, i “cugini” d’oltre Atlantico abbiano restituito ampiamente il favore.

[5] Da un vecchio film americano degli anni Cinquanta o Sessanta.  

[6] Una yarda è il metro anglosassone e corrisponde a 3 piedi.

[7] Military Police, i componenti della polizia militare.

[8] Formato da un bastone alato, avvolto da due serpenti.

[9] La moglie del generale è il generale del generale!” (v. cap. 10).

[10] Dite che sono un po’ sadico?

[11] Il teatro operativo europeo.

  
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