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Autore: Cest97    05/03/2016    0 recensioni
La scrittura, secondo me
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mani tremano e gli occhi non sbattono mai le palpebre.
In una spasmodica danza di dita compongo quella che a me appare come poesia ma che dopo due minuti cambia e si trasforma in pura spazzatura.
Questa è la scrittura per me.
Crea assuefazione, dipendenza, talvolta mi disintossico da questa droga così salutale e al tempo stesso distruttiva, è come se mi trascinasse sempre più a fondo all’interno della mia stessa coscienza.
Scrivendo scopro me stesso, e creo persone completamente diverse da me.
Per me scrivere significa trovarsi in una precisa situazione, una frenesia pura in cui mi conduco volontariamente, caffè e tabacco, tra gli sbuffi della mia pipa e la luce della lampada della mia scrivania, sempre a tarda notte nell’ora in cui i sogni prendono vita, mi conduco ad un sonnambulismo vigile e le parole fluiscono da sole.
Scrivere è eccitazione e iperattività, non si scrive quando si è stanchi ma quando si vorrebbe scalare una montagna, e tutta l’energia la si concentra nella propria testa.
Un lavoro stancante, una grandissima soddisfazione, e l’incertezza di ciò a cui si ha dato vita. L’incapacità di comprendere se si vale qualcosa o se siamo semplicemente persone comuni: uno fra tanti? Il solito megalomane ambizioso privo di modestia.
E poi, il blocco.
Giorni a pensare a come procedere, mesi, anni bloccati in circoli viziosi che poi si sbloccano con la velocità di un lampo di luce, un’esplosione di idee che risolvono ogni problema; l’ispirazione.
Continui alti e bassi.
Un cambio di stile, un cambio di dizionario, una nuova visione della vita e non sono più sicuro non solo dell’esattezza di ciò che scrivo quanto di chi sono io stesso.
Raggiungo i limiti della mia persona, li supero, torno indietro e ricomincio.
Avanti e indietro per la stanza, misuro a grandi passi la mia casa, talvolta mi fermo con la testa tra le mani, e quando mi sento pronto mi scarico su carta e inchiostro.
Tutto perde importanza, lavoro, studio, sport, non esiste nulla in quei pochi minuti in cui immagino e produco mondi così simili o impassibilmente diversi dal mio.
 
La scrittura è il respiro che prendo quando vengo a galla dall’apnea della giornata quotidiana, inspiro e rapidamente mi rigetto sotto trattenendo il fiato, e cercando di farmi durare l’ossigeno.
 
Critico verso di me, intransigente verso gli altri, e comunque per niente modesto e fermamente convinto della mia genialità, anche se nessuno probabilmente mi darebbe un centesimo per una sola delle parole che scrivo.
Una vita di controsensi, distrazioni, insicurezze e gioia, e soprattutto dolori.
Mai avrei pensato di potermi sentire così vivo.
   
 
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