Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: Rozalin Kyouko    05/03/2016    1 recensioni
"Da quando sono diventato così patetico e triste?
Da prima o dopo che mi hai masticato e sputato?
Mi hai strappato alla vita come si fa con i fiori belli."
{Dal testo, il monologo di Jungkook.}
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Monologue:


La pioggia scendeva violenta ricoprendo ogni cosa.
Vedevo le persone correre al riparo per non bagnarsi, mentre io non battevo ciglio.

Mi era sempre piaciuta la pioggia.

Rimasi lì, immobile ad ammirare il cielo che era tinto di grigio scuro.
Non faceva molto freddo, nonostante fossi ormai fradicio.
Ero seduto solo su una panchina, stavo piangendo e la pioggia stava lavando via la sofferenza dal mio volto.
La guardai picchiettare sull'asfalto e riempire pozze che riflettevano la mia immagine.
Mi osservai in quello specchio.

Da quando sono diventato così patetico e triste?

Da prima o dopo che mi hai masticato e sputato?

Mi hai strappato alla vita come si fa con i fiori belli.

Per cosa poi?

Egoistica voglia di amare, ancora ed ancora.

Ma io sono umano, raggiungo un limite e superato quello mi spezzo.
Mi spezzo come una corda strattonata troppo forte e troppo a lungo.

Ma infondo é colpa mia, lo ammetto.

Ti ho accoltellato al cuore e dopo ti ho chiesto scusa.
Ma ovviamente non ho ricevuto il perdono, e quella che sta sanguinando per la accoltellata sono io.

Quanto sono stato stupido.
Dovevo arrivare a ciò per capire?

Per capire quanto la mia esistenza sia completamente futile senza di te.

Non ho mai capito seriamente i tuoi sentimenti, mi hai mai amato?
O ero solo l'idea di avere qualcuno accanto che ti importava?

Tutt'ora mi pongo questo interrogativo cercando di capire dov'è stato l'errore che ha distrutto tutto.

Sono stato io con la mia esigenza oppure tu con la tua distrazione?
Sei scivolato dalle mie mani prima che potessi accorgermene per afferrarti saldamente, prima che potessi davvero rendermi conto che non ti saresti più voltato verso di me.

Le lacrime non cessavano di rigarmi il volto oramai spento e segnato dalla sofferenza.
E ancora alzai gli occhi al cielo, cercando una risposta che mai avrei ottenuto, solo altre gocce umide e gelide di pioggia.

Forse ho imparato troppo tardi cosa significhi realmente amare.
Avevo intenzione di donarti tutto me stesso, risanando il tuo cuore sanguinante, ma tu mi hai fermato prima che ne avessi l'opportunità.

Sei andato da colui che ritengo mio nemico, colui di cui non c'è da fidarsi.
Non sono mai stato perfetto, ma la sincerità l'ho sempre fatta prevalere su tutto, per questo dovresti essere al corrente del fatto che i miei sentimenti fossero autentici, e tutt'ora lo sono.

Ma non hai intenzione di voltarti verso di me, ancora una volta, non è così?

E mentre continuo a pensare, il cuore brucia nel petto, la mia mente urla di dolore, ed io rimango immobile, incapace di dare realmente un senso a tutto ciò.

La prima cosa che mi passa per la mente, perché continuare a stare così?
Con quale motivazione posso procedere ed andare oltre?
Era il mio tutto, adesso sono senza niente.
Sono rimasto con un vuoto dentro di me, che continua a divorarmi l'anima.
Posso fare finta di nulla, davvero?

Forse, porre fine ad ogni cosa, si potrebbe ritenere più efficace.

Mi alzai, cominciando a camminare lungo il canale.
Con una mano percorrevo il lungo scorrimano freddo e ruvido.
Ci salii e mi ci misi seduto, a fissare l'acqua sottostante.
Era lurida, sporca, e miserabile come me.
Questo sentivo in quell'istante.

Qualcuno urlò il nome, mi voltai al terzo richiamo, era la sua voce.
L'avrei riconosciuta fra un milione di voci, la sua così melodiosa, dolce e armoniosa come la corda perfetta di un violino.

Stava correndo verso di me, lo avrei aspettato, avrei voluto sapere cosa volesse dirmi.
Perché stesse correndo in modo così disperato.

Non ti farò più del male, non mi farò più del male.

L'attimo dopo, la ringhiera non era più sotto di me.

I miei piedi erano immersi nel vuoto più totale.

Una sensazione di angoscia avvolse il mio corpo e la mia mente. La consapevolezza di non avere qualcosa di solido a sorreggermi mi stava facendo pentire della mia decisione.
Ma non avevo forse vissuto così di recente? Senza certezze e punti di appoggio. Completamente solo e in balia della mia incoscienza. Responsabile dei miei sbagli e di quelli degli altri, senza neanche una possibilità di rimediare.

Piano piano mi resi conto di quanto quella discesa si stesse facendo assuefacente. L'adrenalina che stava invadendo ogni cellulla del mio essere mi rendeva, secondo dopo secondo, sempre più attaccato alla vita.
Non volevo arrivare a destinazione, ma era tardi.

Neanche il tempo di realizzarlo che mi ritrovai avvolto nel gelido abbraccio dell'oceano. L'ultimo abbraccio della mia vita.
La mente si appannava secondo dopo secondo ed ogni tentativo di risalire era inutile.
Ero paralizzato dalla paura e dal freddo, tutto ciò che mi restava era aspettare il dolce bacio della morte.

{L'angolo di Roza:
Questa One-shot cortina è un'idea che mi è scaturita mentre ascoltavo per l'appunto Rain.
È stata scritta in collaborazione con la mia amica Mela (non parlo di un frutto).
Il finale potete immaginarlo come preferite, é stato lasciato "vago"apposta!!

Spero comunque vi piaccia questa storia un po' diversa~
Chu.}
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Rozalin Kyouko