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Autore: Crazy_YDA    05/03/2016    5 recensioni
Jorge Blanco è il bellissimo ragazzo dagli occhi verdi, con i quali cerca la felicità ormai persa da tempo, senza rendersi conto delle possibilità di gioia che la vita gli offre.
Martina Stoessel è la ragazza misteriosa e frizzante che ha deciso di mettere le cose in chiaro nella sua vita, senza accettare distrazioni per evitare tutto ciò che possa assomigliare al dolore.
Ma cosa succede quando Martina salva il ragazzo dalle perfide acque marine?
Due animi completamente differenti uniti da un legame indissolubile, che li porterà a compiere pazzie mai sfiorate col pensiero prima d'ora. Ma davvero quanto può resistere la forza dell'amore dinanzi alle difficoltà?
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francesca, Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Wuoh, Blanco, cos'hai? Parli di lei come se fosse una divinità" Ridacchiò l'italiano, prendendo per i fondelli il suo migliore amico che non da poco tempo, dettagliatamente, stava raccontando della sua serata passata con quella misteriosa e fantastica ragazza.
"Aha, non sei divertente Pasquarelli, sai? Guarda che ti rimando in Italia con un calcio nelle palle" Gli sorrise in modo falso, ma subito dopo scoppiarono entrambi a ridere, due grandi amici con una chimica indissolubile.
"Lo so che non lo faresti mai Blanco, mi vuoi troppo bene. Gli italini restano nel corazón" E pronunciando l'ultima parola si batté con la mano destra la parte sinistra del petto, con un sorriso compiaciuto di chi sa di aver perfettamente ragione. Jorge, in tutta riposta, gli lanciò un cuscino in pieno viso, urlando un "Vaffanculo egocentrico del cazzo" Ruggero gli puntò un dito contro, rimproverandolo, come il bue che dava del cornuto all'asino.
"C'è tua sorella nella stanza a fianco coglione!" Il suo sguardo minaccioso gli donò una falsa nota d'adulto che non gli si addiceva minimamente.
Lupus in fabula. Una trottola dagli occhi verdi irruppe nella camera, facendo sobbalzare i due sessi maschili e si precepitò da Ruggero, saltandogli addosso.
"Ruggeeeeee!" Gridò esaltata, come se avesse vinto alla lotteria.
"Ehi, Julia, che c'è?" Le domandò, accarezzandole la cascata di morbidi boccoli. 
"Lo sai che riesco a capire tutto quello che dice la madrelingua d'italiano, mentre i miei amici no?" Le brillavano gli occhi, una tenerezza indescrivibile che provocò il sorriso di entrambi i ragazzi.
"Ah, sì? Proprio tutto, tutto?" Alzò le sopracciglia scrutandola, gesto quasi intimoritorio per la bambina che abbassò il capo tossendo.
"Cioé tutto tutto proprio no... Ma ehi, non è colpa mia se alcune parole sono troppo diverse, siete voi italiani ad essere complicati!" Disse con decisione, limpida e sicura nelle sue affermazioni. Ruggero e Jorge risero sguaiatamente, scambiandosi sguardi amichevoli per l'ingenuità e la spudorezza infantile.
"Perché ridete?" Chiese Julia confusa, sentendosi messa in disparte, correndo fra le braccia del fratello che si trovava disteso sul materasso. 
"Ah!" Esclamò dolente, dopo che la sorella minore si era lanciata su di lui, precisamente sul suo stomaco. Gli legò le braccia al collo e spostandosi col corpo lo affiancò, allargando la presa dei suoi arti superiori.
"Julia se lo fai di nuovo ti ammazzo, okay?" L'avvisò, voltando il capo verso di lei.
"Va bene fratellone" Rispose, scherzando e dandogli un leggero schiaffo sulla gote.
"Ehi!" Protestò e prima che i due potessero combinarsi in una rissa fraterna, Ruggero s'intromise proponendo di mangiare qualche schifezza. Ci vollero un paio di sguardi, prima che si fiondassero in cucina affamati come se non mangiassero da mesi.

"O DIO MIO. TU DEVI PORTARTELO A LETTO, ORA" Le urla di fangirl sfegatata dell'italiana sarebbero arrivate anche ai vicini se le porte e le finestre non fossero state chiuse astutamente dalla castana.
"Sssssh!" La biasimò, poggiando l'indice destro sul naso, con un'espressione seria che fu tradita dalle labbra che si estesero in un sorriso.
"Lo conosco da un giorno, pazza!... Beh, sì, è bello, ma niente di più" Rivelò, scavando nella scatola dell'amore vuota da ormai troppo tempo. Lodovica assottigliò lo sguardo, scrutandola attentamente da provetta dective in mancanza di lente d'ingrandimento. 
"Lodo, ma che stai facendo?" Chiese sconcerata l'argentina, che non avrebbe mai smesso di sorprendersi del comportamento dell'amica del cuore. La Comello, sospirò, massaggiandosi la fronte con la mano sinistra, facendo mente locale degli ultimi aggiornamenti su quella complicata situazione.
"Hai troppa paura Martina, troppa paura di lasciarti andare. È stato così anche con me, ma io sono stata paziente ad aspettare che ti aprissi. Ricorda però che non tutte le persone sono così amica mia" La guardò con una nota di dispiacere negli occhi: avrebbe voluto vederla felicemente innamorata, ma il suo modo di essere arginava quella desiderata possibilità.
"Lodo, avere un fidanzato non è tutto" Sbuffò infastidita, quell'argomento era sempre stato un tasto dolente. L'italiana incrociò le braccia, decisa e tenace nel raggiungere i suoi obiettivi.
"E pensi di terminarla in questo modo? Mi rifiuto di acconsentire a questa stronzata!" Ammise, allargando le braccia per enfatizzare. Martina sgranò gli occhi e scuoté le mani velocemente davanti il volto dell'amica.
"Cosa? Non fraintendere e soprattutto non crearti questi film mentali! Domani lo chiamo e chiacchieramo, come due normali conoscenti che aspirano a diventare AMICI" Calcolò l'ultima parola per mettere in chiaro le cose, ma invano.
"No. Tu lo chiami adesso, se ti dici domani non lo farai mai più. Su, forza o lo faccio io" Era incredibile la capacità della Comello di riuscir a comandare a bacchetta, avrebbe potuto avere una carriera come conollello se non avesse posseduto grandi doti artistiche.
"Ti odio" Proferì una stizzita Martina, succube per la millesima volta di una perfida dittatrice che stava sorridendo compiaciuta.

"UNO!" Esultò la minore, alzando le braccia in segno di vittoria, con un enorme sorriso dipinto sul volto. Gli altri due giocatori si accasciarono malinconici sulla sedia, sbuffando rumorosamente.
"Non vale! È la quinta volta di seguito che vinci, tu bari!" Si lamentò il fratello, indignato, gesticolando. Perdere contro sua sorella di otto anni di certo non gli avrebbe migliorato la reputazione. Julia gli sorrise strafottente, scrollando le spalle.
"La vincitrice non può discutere con un simile perdente" Affermò, duplicando i nervi del maggiore irritato per la quinta partita persa. Ma fu un attimo sfuggente perché si soffermò su quel radioso sorriso che lo riportò al ricordo di quello della sua adorata madre, puro, sincero e capace di influenzare l'umore delle persone circostanti. Non avrebbe permesso mai a nessuno di spegnere quella luce che brillava sul suo volto ovale e che la rendeva quasi speciale.
Un trillo li distrasse e l'italiano e la messicana si voltarono verso il destinatario della chiamata, che cacciò dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare sollevando la parte posteriore del corpo. Quando lesse il nome del mittente sul display sorrise spontaneamente e si affrettò a strisciare la cornetta verde col pollice destro, ma prima che potesse avvicinare l'oggetto all'orecchio, Ruggero glielo strappò dalle mani.
"Ehi, possibile bellezza hai mandato in palla il mio amico" Jorge lo guardò gonfiando il petto di rabbia come un uccello, pronto a scagliarsi sul suo adorabile migliore amico.

"LODO!" La rimproverò la Stoessel, sbracciandosi per riottenere il suo I-Phone. La Comello le lanciò una fugace occhiata disinteressata che provocò l'abbassamento del livello di sopportazione dell'argentina messo a dura prova da ormai troppo tempo.
"E tu saresti un amico di Jorge?" Intuì furba l'italiana, mentre teneva a debita distanza l'amica con una mano, la quale indisposta ad accettare quella situazione.
"Migliore amico. E deduco che tu non sei per niente Martina" Ruggero sorrise divertito, guardando il suo messicano preferito ormai rassegnato all'idea di una nuova figura di merda.
"Giusto. Sono Lodovica, la sua migliore consigliera e soprattutto appoggiatrice in future relazioni come questa" Informò con un'aria buffa da manager d'amore che causò la risata dell'interlocutore.
"Oh, bene, perché sono d'accordo. Jorge è in astinenza di sesso da troppo tempo e questo lo porta ad essere scorbutico" La persona in questione lo guardò con uno sguardo assassino, mentre mentalmente preparava la futura morte di un fresco fiore di gioventù diciassettenne.
"Anche la mia cara amica. Per questo ho deciso che stasera ci vediamo tutti e quattro al pub 'Mi svago' alle nove. Non fateci aspettare" E detto questo staccò la chiamata, ritrovandosi davanti una Stoessel infuriata, paragonabile ad un toro in un'arena. Peccato che a Lodovica mancasse il lenzuolo rosso, così non le restò altro che fuggire a gambe levate, cosciente che presto le corna dell'animale l'avrebbero trafitta.

"JULIAAAAA" Gridò l'italiano il nome della tenera bambina che accorse in suo aiuto, ponendosi tra i due combattenti. Ruggero afferrò con delicatezza le gracili braccia della minore e la strinse al suo petto.
"Se uccidi me, uccidi anche lei" La indicò con un cenno del capo con uno strafottente ghigno dipinto sul volto. Julia sgranò gli occhi cercando di liberarsi dalla presa del migliore amico del fratello che l'aveva ingannata.
"Oh, lo sai benissimo Ruggero che per me non cambierebbe niente" Il sorriso malefico che si dipinse sul volto del messicano costrinse l'italiano a chiedere perdono.
"Jorge, amicone mio, perdonami. Lo sai che ti voglio bene, no?" Sorrise sornione, continuando ad indietreggiare timoroso.
"Ah, sì? Beh, mi sa che è il momento di dimostrarti tutto il mio affetto" Strinse il pugno destro nel palmo sinistro, sorridendo sghembo. Ruggero però spinse violentemente Julia verso il fratello, il quale, avendo i riflessi pronti, l'afferrò, impedendo che barcolassero.
"Blanco ci vediamo stasera!" Urlò Pasquarelli, fuggendo dalle perfidie dell'amico. Avrebbe sicuramente potuto interpretare facilmente il leone fifone ne 'Il mago di Oz'.

"Lodo, come sto?" Sbottò Martina con i nervi a fior di pelle, specchiandosi. Dei bianchi pantaloni skinny collegati a un corpetto anch'esso bianco fiorato che aveva un effetto vedo-non vedo le fasciavano il corpo, risaltando le sue forme; mentre i tacchi neri alti a punta la slanciavano, donandole qualche centimetro in più. Si toccò i capelli che aveva lasciato sciolti, ma che non potevano nasconderle il bellissimo viso, perché fermati da una perfetta treccina.
Lodovica sbuffò, indossando i suoi tacchi brillantinati a sandali neri che si abbinavano perfettamente al suo attillato vestito nero -che le arrivava un po' prima del ginocchio- con stampate varie lettere di diversi colori brillantinati, a maniche lunghe trasparenti. Con una mossa rapida scattò dal materasso, agitando i suoi capelli sciolti ondulati, e si avvicinò alla migliore amica, posandole le mani sulle spalle.
"Guardaci! Siamo stupende. Quei due cadranno ai nostri piedi" Esclamò con indiscutibile sicurezza, sorridendo. Martina trovò certezza, non solo in quell'affermazione, ma soprattutto in quel sorriso, che le era sempre stata regalato senza aver meriti.
"Hai ragione" Disse, per poi abbracciare di slancio la migliore amica, che non poté fare a meno di ricambiare calorosamente.
"Okay, però non ubriacarti, altrimenti ci vai a letto e poi non ricordi niente" Le batté la mano sinistra sulla schiena, ricevendo di rimando uno schiaffo.
"Ehi!" Ribatté Martina, ma entrambe scoppiarono a ridere.
"Andiamo pazza" La Stoessel indossò il suo giubbotto di pelle nera e successivamente prese a braccetto l'amica e la tirò fuori casa, nonostante le sue fastidiose lamentele.
"Ma sono le otto!" Replicò la Comello, stizzita.
"Ti ricordo che noi non abbiamo la patente, il pub dista molto da qui e abbiamo i tacchi, quindi cara Comello, muovi quel culo!" Rise, sentendo sbuffare l'amica, che questa volta fu lei a cedere.

"Ruggeroooo, smettila di guardarti allo specchio" Lo rimproverò, infilando le mani nelle tasche dei suoi stretti pantaloni beige accompagnati da una camicia bianca e azzurra a quadretti e da delle adidas dello stesso colore di quest'ultima.
L'italiano sospirò, guardando per un'ultima volta il suo riflesso: dei pantaloni rossi calcavano il suo posteriore, mentre una cannottiera bianca delineava il suo fisico non eccessivo palestrato, coperto abbastanza da una felpa bianca e blu tipica delle divise dei college americani.
"Va bene, andiamo principino" Gli diede una pacca sulla nuca, per poi diregersi a passo svelto verso l'uscio. Jorge scuoté il capo: vendicarsi l'avrebbe solamente più indetto a dargli fastidio. Seguì l'amico e si avviarono tra buffonate e sberle verso il luogo dell'incontro.

"Sono le nove e mezza Jorge, capisci?!" Esclamò irritato l'italiano, alterandosi. Jorge scrollò le spalle, molto meno agitato.
"Sono ragazze, amano farsi aspettare" Le difese e nel momento in cui Ruggero stava per contrabbattere, videro arrivare da lontano due fighe da paura che identificarono come Martina e Lodovica.
"Improvvisamente ho voglia di fare sesso" Sussurrò Jorge all'amico, che rise sguainatamente, esultando un 'Finalmente!'. Blanco gli diede una gomitata e quando le due belle donzelle gli furono dinanzi fu il momento delle presentazioni.
"Io sono Lodovica, piacere" Sorrise. Ruggero ricambiò, facendoci su un piccolo pensierino senza sapere che quella apparente innocua ragazza sarebbe divenuta la sua dannazione.
Gli altri due, dal canto loro, rimasero a ponderarsi l'un l'altro con meraviglia, per poi in fine incrociare i loro intensi sguardi, luccicanti di un connubio di sensazioni che lì si manifestavano senza permesso, ribelli.
"Sei..." Jorge deglutì, interrompendo per un attimo il contatto visivo per bearsi di quel corpo divino. "...Stupenda" Continuò, leccandosi le labbra. Gesto che fece avvampare la ragazza, che chinò il capo imbarazzata, sentendosi quasi spoglia davanti a quelle due pozze verdi.
"Grazie... Anche tu" Sorrise genuina, percependo un brivido attraversarle pericolosamente la schiena.
"Imbambolati noi stiamo per entrare, venite?" Urlò l'italiana, ridendo per la scena, ma rimasta tuttora sorpresa di aver trovato finalmente un suo compaesano.
I due si risvegliarono da quella dolce magia che li aveva trattenuti a perdersi in qualcosa di indescrivibile e raggiunsero frettolosi i due italiani.
"Jorge, noi andiamo in pista" Avvisò Pasquarelli, trascinandosi con sé la Comello. Martina sorrise negando col capo.
"Che c'è?" Chiese Jorge ingenuamente.
"È una pazza quella" Jorge intuì che era rivolta all'amica e sorrise anch'egli.
"Beh, anche Ruggero... Che ne dici di parlare un po'?" La Stoessel annuì ed entrambi si sedettero su un paio di sgabelli. Il messicano ordinò un cosmopolitan, mentre inaspettatamente Martina chiese un mojito.
"Tu bevi? Credevo dessi solo schiaffi" Martina alzò una mano in alto, scherzando, ed ambedue risero.
"Beh, sì, amo bere quando posso" Confessò intimidita, stringendosi nelle spalle.
"Ah, quindi qui abbiamo una diciassettenne alcolizzata. Sai, mia mamma dice che non bisogna frequentare persone così" La prese in giro, con un sorriso esteso su quel perfetto volto. L'argentina alzò le sopracciglia.
"Jorge, se non ti zittisci cambio metodo e ti castro" Fece segno con la mano di un taglio secco, che raggelò il ragazzo. Per fortuna i drink furono serviti.
"Mh, buono" Commentò Martina, socchiudendo gli occhi.
"L'ho detto io che sei un'alcolizzata" Sghignazzò Jorge, consapevole che gli sarebbe arrivato uno scappellotto.

"Jorge" Martina soffiò sulle labbra di lui, che la teneva stretta, mentre sensualmente si muoveva al ritmo della musica, abbastanza brilla. Jorge ingoiò un bel po' di saliva, pregando che il suo autocontrollo non cedesse dinanzi quell'invitante sesso femminile, incosciente in quel momento. Spirò.
"Sì?" La sua voce assunse un tono roco irresistibile.
"Devo andare un attimo in bagno" La Stoessel rise. Jorge lasciò la presa su di lei e in quell'istante sentì la mancanza di quel corpo a contatto col suo, ma decise di non dare molto peso a quella sensazione.
"Stai attenta" Sussurrò, guardandola dirigersi verso i bagni. Non poté fare a meno di mordersi il labbro inferiore e di vagare con la mente in pensieri poco casti.

Martina si diresse verso la toilet, si accertò che non ci fosse nessuno ed entrò in un bagno, chiudendo la porta, che non possedeva all'interno aggeggi per impedire a donne irrispettose di spalancare la porta. Non ci fece molto caso, mentre si liberava dei liquidi in eccesso. Ma sentì il cuore prendere una forte sbandata quando udì il rumore di una porta che veniva chiusa a chiave dall'esterno: la sua.

*Angolo autrice*
Ma eeeeehi, come va? Spero bene. Cioé, io amo troppo Julia e i Lodoggero. E i Jortini? *^* Su, voglio sapere tutto ciò che pensate su chi sia la persona che ha rinchiuso dentro Tini e vedervi sclerare per le parti Jortini. Un grande bacio, grazie per seguire la mia storia💕
-Crazy_YDA

  
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