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Autore: Ghost Writer TNCS    06/03/2016    2 recensioni
Nello stato di Hospea il tipo di magia più diffuso è quello degli evocatori, il cui potere si tramanda di generazione in generazione nei vari clan. Ogni clan ha i suoi animali caratteristici, e il suo prestigio è direttamente proporzionale alla forza delle creature a cui è legato.
Rex è un giovane evocatore, ma non uno qualunque: lui può richiamare i demoni, un potere straordinario che si credeva ormai perduto. Una simile abilità lo rende più potente di molti suoi coetanei, allo stesso tempo però attira su di lui astio e diffidenza, e questo per via della stirpe che, un decennio prima, ha seminato morte e terrore coi suoi famigli demoniaci: il famigerato clan degli Oblio.
Eppure questo a lui non importa. Rex vuole dare prova dell’utilità del suo potere e finalmente può farlo in una missione, tuttavia ben presto diventa chiaro che non si tratta di un semplice recupero: gli ingranaggi del destino si sono messi in moto e degli antichi poteri stanno per tornare alla luce.
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Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

Un vulcano eruttò in lontananza, sparando verso l’alto una fontana di lava accompagnata da lapilli e da una nuvola di cenere che andò ad intasare ulteriormente il cielo già scuro di pulviscolo. In quel territorio il sole era un alone chiaro nel cielo grigio, quindi l’illuminazione era garantita per buona parte dai fiumi di lava che scorrevano dai crateri, andando a creare dei veri e propri laghi incandescenti dove solo pochissimi demoni erano in grado di sopravvivere.

Un simile ambiente aveva ben poco da invidiare alla classica rappresentazione dell’inferno, ma per Quimera corrispondeva al nome di “casa”. Era nata e cresciuta tra eruzioni e terremoti, perfino l’edificio in cui viveva era stato costruito con vari tipi di pietre vulcaniche.

Quando era una bambina, i suoi genitori le avevano fatto visitare diverse volte Marath, un mondo strettamente connesso al suo e popolato da una specie animale evoluta in grado di produrre innumerevoli strumenti utili. Crescendo, le avevano insegnato la tecnica per creare lei stessa dei portali, tuttavia, dopo la loro morte, aveva smesso di visitare Marath, chiudendosi in se stessa e smettendo di cercare altre persone.

Poi però lui l’aveva evocata, e tutto era cambiato. All’inizio Drakuzan le faceva paura – non credeva che qualcuno sarebbe stato in grado di richiamarla – poi però aveva imparato a conoscerlo meglio e se n’era innamorata perdutamente. Avrebbe voluto stare con lui per sempre; perfino quando era scoppiata la guerra, non aveva voluto saperne di abbandonarlo.

Ricordare quel conflitto le strappò come sempre un sorriso amarissimo: le genti di Marath avevano dato inizio a quella faida contro il clan Shitsunen accusandoli di essere degli “evocatori di demoni”, e questo senza nemmeno accorgersi che tutti i famigli di qualsiasi clan altro non erano che demoni a loro volta, solo con un aspetto più simile a quello delle creature del loro mondo.

Un sospiro afflitto uscì dalle sue labbra.

Dei colpi la distolsero dai suoi pensieri e i suoi occhi lilla si tinsero di meraviglia: qualcuno aveva bussato?

Lasciò l’apertura nel muro che doveva fungere da finestra e raggiunse la tenda che aveva messo davanti all’entrata per non far entrare i demoni più piccoli. La scostò e con suo grande stupore trovò due persone, un ragazzo e una ragazza, entrambi sulla ventina. La femmina aveva un corpo viola che pareva liquido, tuttavia nessuno dei due era un demone.

«Chi siete? Come avete fatto ad arrivare qui?»

«Io sono Trickster, lei invece è Yanvyra[6].» rispose il giovane. Portava delle cuffie per la musica intorno al collo, ma la padrona di casa – originaria di un mondo piuttosto arretrato – non aveva modo di sapere cosa fossero. «Facciamo parte dell’organizzazione Delta. Tu devi essere Quimera, giusto?»

All’inizio la demone non capì, poi riconobbe i ciondoli a forma di triangolo dei due, e di colpo ricordò. «Voi siete già venuti…» esalò puntandoli con un artiglio «volevate reclutare me e Drakuzan…» Scosse il capo. «Mi spiace, siete arrivati tardi. Drakuzan… Drakuzan è morto anni fa.»

«Purtroppo ho saputo, ma non siamo qui per Drakuzan. Vorremmo che tu insegnassi a Rex Kioku come sfruttare i suoi poteri, sei certamente la persona più adatta. So che non è una scelta facile, anche noi abbiamo perso i nostri compagni e posso immaginare quello che provi, però pensaci, ok?»

«Il nostro obiettivo è quello di ricreare Delta, ma per farlo avremo bisogno di nuovi membri, e Rex è uno dei candidati.» aggiunse Yanvyra.

Quimera appoggiò un pugno sul muro e guardò altrove. «Venite qua, all’improvviso, e mi chiedete di aiutarvi… Voi cos’avete fatto per aiutarci quando ne avevamo bisogno?!» Il grido della demone si perse per le lande scure e i fiumi di lava.

«È proprio per aiutare la gente, che vogliamo ricreare Delta.» le spiegò la ragazza in tono gentile. «Sappiamo di non poter aiutare tutti, ma questo non vuol dire rinunciare e non aiutare nessuno. Credimi, anche noi vorremmo poter cambiare il passato, ma questo è impossibile. Possiamo solo impegnarci per il futuro.»

Quimera serrò i pugni e non rispose.

«Ti lasciamo questo, nel caso volessi contattarci.» affermò l’uomo appoggiando su una pietra un ciondolo identico a quello che aveva al collo.

I due si congedarono e si allontanarono di qualche passo dalla casa, prima di svanire in un fascio di luce.

Rimasta sola, la demone richiuse con uno strattone il telo. Dopo la morte del suo amato, aveva vissuto un periodo di dolore straziante e aveva immaginato i modi più crudeli per vendicarsi, ma poi il peso della solitudine aveva schiacciato ogni cosa.

Perché doveva aiutare quei tizi? Come potevano anche solo pensare che, dopo tutto quello che aveva patito, avesse ancora voglia di dare una mano al prossimo?!

Uscì di casa, assaporando l’aria calda e dall’odore familiare.

Ripensò al momento in cui era stata evocata, e un misto di emozioni si risvegliò dentro di lei: in passato avrebbe dato qualsiasi cosa pur di sterminare tutti gli hystricidi, eppure tornare su Marath l’aveva resa felice. Non riusciva a crederci, però era così. Quel ragazzino aveva sì riacceso il dolore sopito, però allo stesso tempo l’aveva risvegliata dall’apatia, restituendole quella vitalità che credeva di aver perduto insieme al suo amato. In lui aveva rivisto suo figlio, e l’istinto le aveva detto di aiutarlo.

Si voltò, osservando il ciondolo argentato lasciato sulla roccia.

Una volta aveva sentito la voce di Drakuzan che la chiamava, però era come se non fosse davvero lui, quindi non aveva avuto la forza emotiva per rispondere e aveva respinto l’evocazione. Ogni volta che ci pensava, aveva la terribile sensazione di aver commesso il più grave errore della sua vita; era un sentimento orribile e, pur di non alimentarlo ulteriormente, aveva permesso a Rex di evocarla.

Strinse i pugni. Non voleva aiutare quelli di Delta e non voleva rivedere quel ragazzino. Almeno non subito. Doveva riflettere, schiarirsi le idee e meditare con calma sul suo futuro.

Drakuzan non era il mostro che tutti si immaginavano, non era un guerrafondaio sanguinario, al contrario il suo sogno era di fondare una gilda per aiutare le persone. Proprio come Delta.

Si chinò e raccolse il pendente.

Anche in punto di morte, il suo amato aveva messo gli altri davanti a sé, dando la vita per salvarla. Forse tenere vivi i suoi ideali sarebbe stato il modo migliore per onorare la sua memoria…

***

L’inverno aveva ormai preso il pieno controllo del clima, stendendo un’inusuale coperta bianca anche in quella zona solitamente temperata.

Incurante del freddo, l’uomo continuò a recitare la litania di parole arcane, leggendo senza esitazione le rune scritte sul vecchio tomo. Il cerchio alchemico che aveva tracciato si risvegliò, illuminando con un bagliore azzurrino la carcassa nel suo centro. Lampi di magia crepitarono tutto intorno dall’amuleto che aveva al collo.

La voce del mago si innalzò, più forte e sicura: ci stava riuscendo!

L’incantesimo raggiunse l’apice e la voce si arrestò, le reazioni magiche si attivarono in rapidissima successione, risucchiando energia dal pendente, e il corpo dell’animale sfavillò di luce azzurra, quasi accecante.

Quando il bagliore si attenuò, l’uomo dischiuse le palpebre e finalmente osservò i frutti del suo incantesimo: l’amuleto era diventato inerte e opaco, in compenso la creatura si era rianimata e la carcassa, prima in composizione, ora aveva riacquisito la sua integrità.

Gli scappò un risolino stentato, poi una mezza risata, e alla fine tutta la sua gioia sfociò in un’esultanza dalle sfumature folli: ci era riuscito! Ci era riuscito davvero! Aveva speso anni, anni per trovare quel libro, ma ne era valsa la pena. Riportare in vita un animale era un traguardo straordinario, ma quello a cui puntava davvero era, ovviamente, resuscitare le persone.

Appoggiò su uno sgabello il prezioso tomo: le sue mani tremavano per l’eccitazione e non voleva rischiare che gli cadesse.

Era talmente felice che non sentiva più nemmeno il freddo nonostante i vestiti vecchi e logori. Ora il suo piano era realizzabile! Il progetto a cui lavorava da un decennio poteva dirsi fattibile! Mancavano ancora molti tasselli, doveva ammetterlo, eppure le sue guance erano rigate da lacrime di gioia.

Una persona priva di poteri come lui poteva fare ben poco, ma non appena fosse riuscito a resuscitare il suo clan, allora tutto sarebbe cambiato: questa volta sarebbe stato lui a muovere guerra contro le cinque Grandi Nazioni, e la sua vendetta sarebbe stata tremenda. Tutto l’odio accumulato negli anni sarebbe stato ripagato!

Lui, Damon Shitsunen, l’unico vero Erede degli Oblio, avrebbe mostrato al mondo intero la reale potenza degli evocatori di demoni. Gli servivano solo due cose: i cadaveri dei suoi parenti – che già sapeva dove erano stati sepolti – e poi una fonte di energia sufficiente per riportarli tutti in vita. Questo in effetti era un problema non irrilevante: gli serviva moltissimo potere magico per resuscitare un clan intero, non poteva utilizzare dei semplici catalizzatori. Aveva bisogno di qualcosa di straordinariamente potente, qualcosa come… una pietra arcana.


Note dell’autore

Drakuzan Shitsunen compare anche in DS - 2 - L’isola bianca.

Altre Spade Infami di Gendarmeria sono presenti in Armi contro il passato e nella saga Delta Survivors, dove compaiono anche Trickster e Yanvyra.

 

Sul mio sito potete trovare un disegno (fatto con la mia zampa di gallina) di Rex, ecco il link dell’articolo: http://tncs.altervista.org/articoli/disegno-rex/.

Scopri di più su L’Erede degli Oblio e tutte le altre saghe, visita tncs.altervista.org!


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[6] Trickster e Yanvyra sono presenti anche nella saga Delta Survivors.

   
 
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