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Autore: crucco    27/03/2009    0 recensioni
L'uomo si librava nell'aria,non aveva preoccupazioni,lui volava,niente gli premeva
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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l'uomo e il vento

L'uomo ed il vento


L'uomo sedeva sul suo vecchio sgabello sgualcito.
La stanza raffigurava la sua triste povertà:
la tavola che a stento si reggeva sulle sue quattro gambe accomodate con del filo di ferro e qualche chiodo storto;
le sedie con i loro rimasugli di impagliatura erano ormai legna da ardere per il vecchio caminetto nell'angolo della stanza,orami spento da mesi;il secchio del carbone vuoto,la cesta della legna gli faceva solidarietà restando anch'essa vuota.
L'uomo continuava a stare sul suo panchetto...non si muoveva,la testa rannicchiata tra le secche spalle,le mani avvolte in resti di bandane colorate,ormai imbrattate dal tempo.
L'uomo tra se e se si diceva:
< presto finirà questo freddo inverno,tra poco rivedrò le primule in fiore e rivedrò casa mia ribrillare delle luce del caldo sole primaverile. >.
Così si rassicurava l'uomo pensando tra se e se,ma lui,sapeva bene che l'inverno era appena cominciato e che prima che fosse trascorso sarebbe passato del tempo.
Ma all'uomo non importava,o anche se era così non lo dava a vedere.
Lo sguardo dell'uomo era fisso sul noce che si inalzava mestoso nel cielo,di fronte la sua casa malandata.
La sua casa non era niente rispetto all'enorme noce il quale con aria indifferente si faceva osservare dall'uomo.
La vista del noce riscaldava l'uomo:sotto la sua vasta chioma si erano seduti suo padre,suo nonno che mai conobbe e prima ancora i suoi avi.
Il nonno...morì durante la guerra,morì da partigiano,morì combattendo per la libertà.
Si può dire che è morto inutimente dato che la libertà è ormai un bene sconosciuto.
La collina dove l'uomo,la sua casa ed il possente noce stavano,era un tempo immersa nella campagna;
adesso una fumosa e grigia città coi suoi grattaceli si stende sull'orizzonte e copre tutto,anche la collina dell'uomo.

Oramai  la collina semra un tetro bubbone su quella deprimente vallata  che per mille anni era rimasta pura e incontaminata,
poi  venne  la ''civiltà'' ed affogò la vallata nel cemento.
Ma a il nostro uomo non importava ciò,poche cose gli premevano sull'anima,e di sicuro non gli sarebbe importato della pianura grigia;
no....non sarebbe stata questa la cosa che lo avrebbe depresso ogni mattina al risveglio,tra le rammendate lenzuola che a stento,reggevano il freddo.
La vita dell'uomo continuò così per diverso tempo ma l'inverno non passava o forse non voleva passare,il freddo si sentiva sempre di più.
Un giorno,si senti bussare alla porta,l'uomo sebbene debole e instranito per una presunta visita,andò ad aprire.
L'uomo con sguardo chino,aprì la decadente porta cigolante,un capolavoro di travi disconnesse e chiodi arrugginiti.....
quando l'uomo ebbe spalancato la porta,alzò lo sguardo per scoprire chi fosse il suo visitatore......
un onda di luce abbagliante e calda lo investì illuminandio ogni cosa intorno e dando un aria di rinascita e calore.....
ma l'uomo poco dopo era scomparso ed al suo posto c'era la vecchia porta che sbatteva sul vecchio muro,l' arcata della porta scomparsa come se non ci fosse mai stata.


L'uomo si risvegliò poco dopo,gli sembrava d'essere in sogno:il vento che lo sfiorava dolcemente,l'aria pura che gli penetrava nei polmoni come coltelli.
Quando riapìi gli occhi sia accorse di essere sospeso in aria dal vento,che,soavemente soffiava.
L'uomo all'aprire gli occhi si accorse anche di sorvolare la tetra vallata,dove l'unica cosa che variava di tonalità e di bellezza era il suo amato noce.
L'uomo fino ad allora chiuso in casa,escluso per la sua povertà,deriso per il proprio corpo ed abiti;volle vedere cosa la cara ''civiltà'' gli avrebbe riservato se fosse un altra volta uscito di casa per la città:
l'uomo vide per prima cosa un lungo e rumoroso serpentone,che a stento si muoveva,proprio nel centro della città e che spesso si diramava in altri piccoli serpenti rumorosi,ed agitati....così,all'uomo parevano le ingorgate strade di città,invase dai clacson e dallo smog;
poi tanti piccoli esserini che invece di camminare corrono da una parte all'altra,come formiche alla disperata ricerca di cibo,chi scappava da una parte,chi scappava dall'altra,nessuno stava fermo.
< Che forse siano tutti talmente felici di esistere,a tal punto da correre per non perdere nemmeno un attimo della loro preziosa vita? >,questo si poneva l'uomo.
Ma aguzzando la vista,si accorse che,quei piccoli esserini si tiravano spintoni,si infamavano,si sputavano,addirittura si picchiavano.
L'uomo comprese,< No,non è per amore della vita la loro velocità;è lo stress,il rumore,la rabbia,l'egoismo e l'egocentrismo che muove questa gente,non l'amore.I loro cuori si sono spenti nel tempo,affogati in questo mare di gente sperduta senza ideali senza scopi e senza morale,se non quella dei soldi.Quasi niente è cambiato dall'ultima volta. >.
L'uomo aveva capito cosa veramnte fosse quella massa grigia che si estendesse sulla pianura,ma ciò non gli bastò,incuriosito volle continuare la sua osservazione di quella strana,deforme poltiglia fatta di rumore odio e cemento.

Il vento ora soffiava più forte di prima,ma l'uomo non se ne badava,ora era nell'intento di analizzare quella strana spece così mal cresciuta,cresciuta nella vera e propria cattività.
Gli occhi dell'uomo,agganciarono una strana costruzione:era alta,con tetti a punta,una torre ripiena di involucri grigi,dall'alto aveva quasi la forma di una croce;dall'entrata della strana costruzione usci una colonna di uomini,il primo vestito riccamente,i suoi scagnozzi gli stavano dietro ed uno reggeva un enorme croce color oro,la torre comiciò a rimbombare l'aria di rumori,provenienti dagli involucri grigi al suo interno.In fondo alla colonna di uomini comparve una statua di una signora,che con aria triste,reggeva un bambino in fasce,entrambi con un cerchione giallo che gli premeva sulla testa.La colonna cominciò anche ad invocare una serie di cantilene.
L'uomo mai aveva visto cosa così strana in tutta la sua vita.
< Questi sono ancora più strani degli altri >,si disse.
Intanto intorno si era formata una cupola di gente che ascoltava e ripeteva insieme alla colonna.
L'uomo non capiva che senso avesse tutto ciò,il perchèlogico di questo insolito evento.L'uomo si forzava,si spremeva le meningi ma niente,alla fine dovette abbandonare perchè il vento non gli permise di rimanere a guardare.Però per lui,rimaneva un mistero tutta quella gente davanti ad una tale costruzione così rumorosa,a ripetere,a cantinelare in coro.
Il vento lo portò più in là lontano da quel comizio di pazzi.
Un altro edificio si presentava all'orizzonte,più alto,più serio,più grigio,più triste.
Nell'avvicinarsi notò la sua enorme altezza,quasi sembrava grattasse il cielo;all'interno,gente lavorava fissa su degli schermi luminescenti,gli potevi vedere la stanchezza fin nelle pupille degli occhi;dalle finestre uomini incuriositi,in giacca e cravatta lo guardavano,lo indicavano.Non ci fece poi così caso,a lui non importava.< Ma come mai si sono  spinti fino quassù?Come mai hanno voluto fare questo sforzo per fare un tale edificio,per poi riempirlo di gente attaccata a schermi come spine alla presa della corrente?Questa è un altra delle tante cose che non potrò capire di questa gente così stramba. >
Niente diverso lo attese:lunghi serpenti rumorosi e file di esserini agitati che non finiscono più.

Il vento,con la sua frescuria,con la sua dolcezza e con la sua delicatezza,culla l'uomo che pensieroso guarda il paesaggio.
< Quello che ho visto non è descrivibile in maniera sensata,ciò che ho visto non ha niente di logico o normale,la loro mente è condizionata da tutto:dal rumore,dalla fretta,dall egoismo,dal avarizia.....
Io non mi aspettavo che la 'civiltà 'potesse riservarmi cose  così deludenti,non credevo che potessero distruggersi in tal modo.Io non sarò nessuno di importante o di chi sa quele intelligenza....ma non ci vuole un teorico,per capire che la loro vita,non è più vita,sono stati traformati in bestie.
Io non sarò certo un altra vittima di quella insulsa società.Io non scenderò al loro livello.Io rimarrò qui,dove regna la pace e la tranquillità.
Addio civiltà,addio >

L'uomo continuò ad essere trasportato dal vento,fino alla fine,senza problemi,senza ricchezza,senza fretta.Lui continuò a volare,mai vi fu uomo più felice,mai vi fu uomo così libero.

 
  
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