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Autore: EffeI    06/03/2016    1 recensioni
Un piccolo excursus nel passato di Lydia, per ricordare chi era Allison e chi era lei stessa con Allison al proprio fianco.
Il ricordo di un'amicizia distrutta troppo presto.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allison Argent, Lydia Martin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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La neve cadeva lentamente, in modo quasi impercettibile, come a voler formare un manto che ricopriva il terreno. Dava l’idea di una coperta stesa con lo scopo di proteggere dal freddo, sembrava un gesto confortante.
Eppure non c’era nulla di confortante.
Alcuni fiocchi vorticavano leggeri nell’aria, cadevano giù spinti da una leggere brezza che li teneva in ostaggio fino a lasciarli cadere sulla superficie di legno nero della bara. Si era creato un leggero contrasto tra il bianco puro e candido della neve e il nero legno lucido, poetico; l’innocenza e la purezza di una vita in contrasto con l’oscurità del mondo. 
Lydia si era fermata fuori dal cerchio di persone che erano più vicine al feretro. 
In prima fila c’era Chris Argent con il suo profilo spigoloso reso ancora più tagliente dal dolore di quella nuova perdita e al suo fianco chino su se stesso, Gerard. 
Seguivano poi Isaac con gli occhi lucidi e la testa bassa, Kira e Malia, lo Sceriffo che con un’espressione di contrito cordoglio sosteneva Melissa che non era riuscita a controllare le lacrime. Proprio al loro fianco Lydia scorse Stiles, che incontrò il suo sguardo e le sorrise debolmente. 
Anche lui come suo padre sosteneva qualcuno, in realtà aveva solo la mano appoggiata sulla spalla di Scott che aveva un’espressione indecifrabile stampata sul volto. 
Pensò che probabilmente fosse la stessa che aveva lei in quel momento.
Si sentiva vuota, non sentiva nulla. 
Più volte si era ripetuta ciò che era successo ma quelle parole non avevano suscitato nulla.
Allison è morta. Allison se ne è andata. Per sempre”
Razionalmente ne era consapevole, sapeva benissimo che Allison era stata uccisa da un Oni mentre li combatteva. 
Non stava rifiutando quell’idea, la aveva accettata.
Si era rassegnata al fatto che la sua migliore amica, l’unica persona che la aveva capita per davvero, che era stata in grado di fare breccia dietro quella sua maschera, l’unica con la quale si era sentiva in perfetta sintonia senza dover temere mai di essere giudicata o criticata, se ne era andata.
Non aveva pianto. 
Non era riuscita a versare una sola lacrima per la sua morte, non c’era nessun blocco emotivo, non stava negando nulla e non stava nemmeno attraversando le varie fasi del lutto, era direttamente arrivata ad accettare l’idea che Allison non c’era più. 
Non sarebbe passata a prenderla per andare a scuola la mattina, non avrebbero parlato più in macchina di come lei cercasse di ignorare Scott ma non ci riusciva, non avrebbero scherzato più su quanto buffo risultasse Stiles quando entrava in classe in ritardo, non avrebbe più riso alle sue battute.
Non avrebbe mai più sentito la sua risata. 
Non la avrebbe più guardata negli occhi e non vi avrebbe letto quello stesso affetto, quella premura e quella dolcezza che i suoi occhi nocciola riservavano solo a lei.
Aveva ormai accettato il lato soprannaturale della sua vita, aveva accettato di essere una banshee, con tutto quello che questa consapevolezza comportava; compresi i presagi di morte.
Era accaduto così anche per Allison.
Mentre lei era tenuta prigioniera dal nogistune che si era impossessato di Stiles, aveva percepito quella sensazione di oppressione e un’improvvisa ondata di dolore, dolore e paura.
 Una folle paura che le aveva attanagliato l’anima. 
Quello era il senso di morte, la traccia che lasciava su di lei che lei stessa come banshee doveva riprodurre.La aveva sentita in quel momento, il dolore che la travolgeva, la paura e il terrore; a quel punto aveva urlato e in quell’urlo c’era tutto il suo dolore. Per questo non aveva versato una lacrima, per questo non sentiva nulla, semplicemente perché tutto quello che aveva provato lo aveva urlato.
Il dolore, la paura, il terrore e la disperazione. In quell’urlo c’erano tutte le emozioni che aveva provato in quel momento. 
Allison era forte, coraggiosa e avrebbe voluto che tutti lo fossero, eppure il dolore è ciò che ci rende davvero umani. 
E allora era cosi sbagliato cedergli? Era cosi sbagliato abbandonarsi e lasciarsi travolgere da tutta quella sofferenza? Il dolore rende umani certo ma non perché lo si prova, non perché si cede, ma perché ogni volta si ha forza sufficiente per rialzarsi e liberarsi dal suo giogo. 
Lei avrebbe voluto tanto cedere, avrebbe voluto abbandonarsi a quel senso di dolore, di disperazione per aver perso una persona così importante; eppure non lo fece, non ci riusciva perché non c’era niente che lo innescasse.
Non si era accorta che la funzione era ormai terminata e alcuni si stavano allontanando, alla fine rimasero solo Scott, Stiles lei e sua madre che la accompagnava.
“Lydia tesoro vieni, torniamo a casa” 
Non si mosse.
“Lydia, andiamo.”
 Al secondo tentativo rinunciò e aggiunse:
“Ti aspetto in macchina allora”
La sentì allontanarsi dietro di se e prima che si girasse rivolse uno sguardo ammonitore a Stiles che annuì in risposta. 
Aleggiava ancora il silenzio e la neve non accennava a smettere di cadere continuando a depositarsi sul feretro. 
Lentamente si avvicinò a testa bassa, pesando ogni passo che lasciava la sua impronta sulla neve.Si affiancò a loro e per un breve istante sentì lo sguardo di Scott su di se, ma lo ignorò continuando  a fissare la bara e all’improvviso esclamò: 
“È colpa mia.”
Fu sorpresa dal sentire la sua voce così roca e piatta. Stiles e Scott, altrettanto sorpresi dal sentirla parlare, alzarono lo sguardo verso di lei. Lentamente Scott le si avvicinò, le prese la mano tornando a guardare diritto davanti a se:
“No Lydia, non è colpa tua. Non è colpa di nessuno. È successo tutto al momento sbagliato”disse con voce spenta.
“ Era venuta per me. Lo sai che è cosi”
“Si, era venuta per salvare la sua migliore amica, così come io stavo cercando di salvare il mio. Ma non devi fartene una colpa, è stata una sua scelta. E poi lo sai come è fatta, è cosi testarda che una volta presa una decisione niente e nessuno potrà farle cambiare idea parlò con una dolcezza nella voce che Lydia non gli aveva mai sentito e per un breve momento fu tentata di sorridere al ricordo della testardaggine di Allison, ma ci fu solo una cosa che fu in grado di notare:
Era. Era testarda. Lei non c’è più. Se n’è andata, Scott” per la prima volta alzò la testa e incontrò il suo sguardo.
Diversamente da lei, che non riusciva a sentire nulla, lui provava ogni cosa. 
Gli si leggeva in viso.
I suoi occhi erano spenti e le pupille così dilatate, riuscì a leggere nei suoi occhi il dolore e la disperazione che lei non provava. Per un breve istante lui la guardò e strinse forte la sua mano tra le sue. Era il suo modo per dirle che non era sola, per farle capire che il dolore li accomunava in quel momento, ma sopratutto per farle capire che lui aveva bisogno di lei.
Dopo aver ricambiato la stretta, sciolse la sua mano da quella di Scott e si avvicinò alla bara fino a sfiorarne il legno. 
Istintivamente si portò la mano al collo e avvolse tra le dita il ciondolo che indossava, chiuse gli occhi e per un attimo tornò indietro nel tempo:

 

“Hai davvero intenzione di continuare ad ignorarlo?” 

La voce di Lydia le arrivò direttamente dai meandri del suo armadio, stava cercando qualcosa di carino da indossare per quella sera. Sarebbero uscite solo loro due, come ai vecchi tempi.

“Che cosa hai detto? Se non esci da quell’armadio continuerò a non capirti” le rispose lei. 

Allison sorrise pensando a chissà quale vestito sarebbe riuscita a ritirar fuori; Lydia aveva questa straordinaria capacità oltre che un incredibile gusto in fatto di moda, cosa in cui lei, al contrario, era negata.

“Ho detto, hai davvero intenzione di continuare ad ignorarlo?” Stavolta emerse dall’armadio facendo capolino da una delle ante. 

“Cosa dovrei continuare ad ignorare? Lydia si più specifica, e poi non distrarmi sto cercando di studiare. È una domanda davvero importante?” 

Era vero. 

Aveva passato l’intero pomeriggio con il libro di biologia aperto senza che quello che stesse leggendo le entrasse in testa. Lydia al contrario aveva finito un’ora prima di lei e nonostante si fosse offerta di aiutarla lei aveva rifiutato. Era una questione di principio, doveva riuscirci da sola.

“Mmh vediamo, vuoi davvero che sia più specifica? Be in tal caso non credo sarà un problema. Scott.

 Intendevo dire, hai intenzione di continuare ad ignorarlo ancora per molto? “

Per un momento Allison  avvertì un brivido nel sentire pronunciare quel nome; si, avrebbe preferito che Lydia non fosse stata cosi specifica, anzi avrebbe preferito che non avesse formulato affatto quella domanda. 

Da due settimane non parlava con lui, cercava di ignorarlo. Si era ripetuta più volte che era la cosa giusta mantenere le distanze, non era stato lui ad uccidere sua madre, ma il fatto che lui continuasse a fidarsi di Derek non la aveva aiutata. 

Non ottenendo risposta Lydia si allontanò dall’armadio e si sedette sul letto aspettando che lei rispondesse. Non ci volle molto, la conosceva troppo bene. 

Posò la matita sul libro ancora aperto e si girò trovandola seduta sul letto con un’espressione interrogativa sul viso. 

Respirò a fondo e alzò lo sguardo fino ad incrociare quello di lei; non le sfuggiva niente, era incredibile.  

Voleva lasciarsi dietro tutta quella storia con Scott ma seppur non parlandoci e ignorandolo, non era cambiato nulla: non c’era giorno in cui non le mancasse.

“Non lo so Lydia. È tutto così complicato e mi sembra che l’unica soluzione per adesso, possa essere questa.” disse

“ Tu lo credi davver0? Allison tu non sei una persona che scappa dai problemi o li  rimanda. Tu li affronti.

Scott è un problema. So che la questione è più complicata di cosi, ma vedila in questo modo. Tu provi qualcosa per lui, lo hai fatto da quando avete cominciato a frequentarvi e lo provi anche adesso sebbene vi siate lasciati. Ti dirò una cosa, quel sentimento non svanirà mai. Si, potrà attenuarsi ma sarà sempre lì, si trasformerà in affetto, in amicizia o persino in odio ma non svanirà, mai. Perciò per come la vedo io,citando il caro vecchio Rafiki, anche se lui parlava del passato, ci sono due cose che puoi fare: 

Risolvi il problema. Affronti Scott, gli dici tutto quello che pensi e tutto ciò che provi  oppure continui a ignorarlo.    

La differenza è che nel primo caso, anche se le cose vanno male, un giorno saprai di aver fatto di tutto, saprai di averci provato; nel secondo caso invece il pensiero di non essere stata onesta, il pensiero di non aver provato a superare la cosa, quel pensiero ti ossessionerà e rimpiangerai di non averci provato abbastanza” 

Mentre le stava dicendo quelle cose Allison percepì un senso di rimpianto nelle sue parole e seppe immediatamente che stava pensando a Jackson. Alzò lo sguardo su di lei e le sorrise, poi alzandosi dalla sedia si sedette sul letto al suo fianco, le strinse il braccio e le appoggiò la testa sulla spalla.

Era cosi minuta, in confronto a lei, eppure  era consapevole che possedeva una forza inaudita. Chiuse gli occhi e cercò di imprimere quel momento nella sua memoria, lo avrebbe ricordato per sempre

“Sei la mia migliore amica, Lydia Martin” 

Lydia abbassò lo sguardo verso di lei e con un sorriso compiaciuto esclamò:

“Lo so” 

 

 

Mezz’ora più tardi uscirono dirette in uno dei grandi centri commerciali decise a compiere spese folli. Convinta da Lydia, Allison aveva abbandonato l’idea di riuscire a capire cosa il libro di biologia tentasse di comunicarle, decidendo di rimandare lo studio al giorno successivo. 

Entrarono in ogni negozio, provando ogni tipo di indumento, dal vestito semplice acqua e sapone ai completi più eleganti e rigidi. Provarono gioielli e accessori di ogni tipo, cappelli, sciarpe, guanti. 

Chiunque le vedeva non poteva di certo smentire che si stessero divertendo, erano cosi spensierate e felici, due semplici adolescenti mentre facevano shopping. Arrivata l’ora di cena passarono in un fast food e ordinarono il peggior cibo spazzatura, al diavolo la dieta per un giorno! Tornarono a casa di Allison e sedute sul letto cominciarono a mangiare cercando di non sporcare i cuscini con salse e olio, ma proprio quando Allison stava dando l’ultimo morso al suo secondo panino Lydia la interruppe:

“Dicevo sul serio prima, sai?” 

Allison lasciò cadere l’ultimo pezzo nella carta e dopo aver preso un bel respiro alzò lo sguardo su di lei;  aveva capito benissimo che Lydia voleva di nuovo spostare la conversazione su Scott, così decise di essere completamente onesta.

“Lo so Lydia, lo so.”

“E allora?”

“Allora cosa? Non è cosi semplice te l’ho detto. Vorrei davvero tanto che lo fosse ma non è cosi”

“Si ma per come la vedo io, in realtà, è abbastanza semplice. Lui ti ama, tu lo ami. Semplice, tutto il resto Allison, tutto il resto non conta”

“ Diresti la stessa cosa se Jackson stesse ancora frequentando la persona responsabile della morte di tua madre?”

“No, ma il punto è un altro e infondo.…”

“Ah si? Be allora spiegamelo Lydia! Spiegamelo perché ti giuro che non c’è altro che vorrei di più in questo momento. Tu non hai idea di quanto mi ferisca non poter stare con lui, non potergli rivolgere la parola, non poterlo abbracciare. 

Non sentire le sue dita che si intrecciano alle mie e i suoi occhi che mi guardano come se non avessero mai visto nulla di simile! E il mio cuore, il mio cuore Lydia, ogni singola volta che incontra quegli occhi batte così forte, tanto che ho paura possa uscirmi dal petto. Pensi davvero che io voglia rinunciare a tutto questo?  Che voglia infliggermi una tale punizione? Non c’è cosa che vorrei di più al mondo se non quella di stare con lui, di sentirmi al sicuro e protetta tra le sue braccia. È una sensazione che mi manca, mi manca troppo. Ma non posso farlo, perciò credo che dovrò semplicemente conviverci e aspettare che passi da sola.” 

Lydia non aveva battuto ciglio al suo sfogo , era stata ad ascoltarla per tutto il tempo senza commentare. Nel suo sguardo c’era un misto di emozioni che Allison non riuscì a decifrare bene. Tristezza, compassione, comprensione. Rimasero per qualche minuto in silenzio fino a quando non fu Lydia ad interromperlo.

“Ti ricordi quando mi dicesti cosa avrei dovuto provare per Jackson? L’idea del cuore che batte all’impazzata, desiderare che la campanella suoni per uscire e vederlo in corridoio lì ad aspettarmi. Be io non ho i provato nulla del genere, con nessuno. Ma tu si, tu sai cosa significa amare qualcuno cosi tanto da starci male. E se avessi la possibilità di porre fine a questa sofferenza la sfrutteresti? Non pensare a ciò che ha fatto Scott, lui ha i suoi motivi per frequentare Derek, e bada bene non lo sto giustificando, però dico solo che ha i suoi motivi, qualunque essi siano. Tra l’alto credo che tua madre avrebbe voluto vederti felice e non continuare a perderti in inutili elucubrazioni su quanto vorresti stare con lui ma non puoi. Fallo e basta! Prenditi il tempo che ti serve ma sappi che quello che provi non sparirò se lo continui a nascondere sotto la sabbia. E so che non lo stai nascondendo perché hai paura, sei solo combattuta tra l’idea di fare la cosa giusta per rispettare la memoria di tua madre e ciò che provi. Perciò per quanto possa contare e per quanto so che questa sia una frase scontata; segui il tuo cuore”

Le disse queste parole con tutta la convinzione che riuscì a trovare e in quel momento ad Allison suscitò un’incredibile tenerezza.

“Lydia, non devi essere sempre tu a confortare me, lo sai vero?” 

“Si, lo so”

“Bene.” 

Allison rimase in silenzio sperando che Lydia si aprisse con lei e le confidasse cosa la turbava. Lo aveva percepito quel pomeriggio, in quelle parole e sopratutto glielo leggeva negli occhi. La conosceva troppo bene e sapeva che sarebbe bastato poco per farla cedere. Cosi la guardò con aria interrogativa sperando che lei capisse il suo intento. Susseguì un’ animata conversazione con gli occhi e dopo numerosi sguardi di disapprovazione e di ostinazione Allison la ebbe vinta

“Oh e va bene!” esclamò Lydia.

Aveva ceduto all’insistenza di Allison che in quel momento gongolava felice di averla spuntata. Come ulteriore esortazione Allison sistemò i cuscini per renderli più comodi e incrociò le braccia aspettando che parlasse, pronta ad ascoltare.

“Sarà meglio che tu ti tolga quell’espressione soddisfatta dal viso o non dirò un bel niente” esclamò Lydia

“Va bene, ma lascia almeno che mi goda la vittoria, seppur temporanea” in risposta ricevette una cucinata che sortì l’effetto sperato; spingerla a parlare.
“So che sembra sciocco e stupido ma, sono arrabbiata con te!” 

“Arrabbiata con me? E cosa avrei fatto per farti arrabbiare?”

“È per questo. Tu non ti rendi conto di quanto sei fortunata ad avere qualcuno che ti ami come Scott, non riesci nemmeno a vederlo. So che non è facile ma vorrei davvero tanto che tu capissi questo”

“ Ma Lydia io lo capisco, davvero..”

“Ah davvero? Bene , allora domani mattina parlerai con lui così tornerete insieme. Allison io non ho mai avuto una persona che mi guardasse come Scott fa con te, che mi amasse cosi. Con Jackson era tutta una menzogna, ero troppo coinvolta e credevo che lui mi amasse allo stesso modo ma, evidentemente, non era così. E ora Aiden, insomma mi sembra di essere di nuovo  quella sciaguatta superficiale che pensa solo alla moda e a quale ragazzo più figo portarsi al letto.

 La verità Allison è che sono stanca, davvero stanca. 

È troppo chiedere qualcuno che mi ami per chi sono davvero, senza essere condizionato dal mio passato da reginetta della superficialità? Sono cambiata, dopo tutto quello che è successo con Peter e dover accettare di  essere una banshee, tutto questo mi spaventa cosi tanto. Mi spaventa perché  non solo non ho idea di come affronterò la cosa  ma non so nemmeno cosa significhi tutto questo e ad essere onesta non ho nemmeno  il coraggio di pensarci. Mi sento diversa e vorrei tanto che ci fosse qualcuno che lo capisca e che mi accetti ed apprezzi così come sono.” 

“C’è” rispose Allison

“Cosa?” 

“C’è. Quella persona, quella che ti accetta cosi come sei adesso e che ti ha sempre accettato per come eri anche prima.  E in più sono sicura che ti accetterà per quella che sarai in futuro. Tu sei molto più di quello che dai a vedere. Sei intelligente, furba, sagace oltre che bellissima e io so per certo che lì fuori c’è esattamente la persona che stai cercando”  Le sorrise e allungò una mano trovando la sua e stringendola forte.

“Non può essere lui, Allison, andiamo”

“Perché no? E poi chi ti dice che stiamo parlando della stessa persona?Non lo puoi sapere Lydia! Anzi ti dirò una cosa di cui sono sempre stata convinta: lui è esattamente quella persona.

 È sempre stato l’unico ad appoggiarti e supportarti in ogni momento difficile che hai passato ultimamente. 

Pensaci. Lui è sempre stato lì anche quando tu non lo vedevi perché eri troppo distratta dall’essere reginetta della superficialità. Credo che tu infondo lo sappia, perciò non ti rimane altro che accettarlo. Cosi come io devo superare il mio problema con Scott beh tu devi accettare che Stiles è sempre lì per te e che con molta probabilità ti conosce persino più di me”

“Ok. Potrei ammettere che in effetti si è sempre dimostrato desideroso di starmi accanto e..oh no andiamo Allison,è così buffo! Non può essere lui." esclamò ridendo.

Ad Allison però non sfuggì l'impressione che Lydia stesse dicendo quelle cose solo per convincere se stessa e non perché le credeva davvero.

"Sai Lydia, se qualcuno ti fa ridere è un buon segno"  disse accennando un leggero sorriso

" È così buffo dai! E poi non fa ridere solo me! Lo vedi anche tu la mattina quando arriva in classe sempre affannato, con lo zaino aperto e con quell'espressione così trasognata. Come puoi non ridere. Cosa c'è adesso?" 

Mentre pronunciava queste parole Allison si lasciò sfuggire una risata e cercò di contenere l'espressione di sorpresa sul viso, ma questa non sfuggì a Lydia.

" Niente. Si sì, hai perfettamente ragione" 

“Allison?" 

“Lydia?" 

" Oh andiamo!" 

" Cosa?" 

"Voglio sapere perché avevi quell'espressione sul viso! Ho forse detto qualcosa che ti ha fatto ridere?" 

" Vuoi davvero saperlo?" chiese  Allison, sorridendo

" Oh per l'amor del cielo! Basta farti pregare, direi che si stai prendendo fin troppo gusto con questa storia. Forza sputa il rospo!" 

" Come preferisci. Pensavo solo che è strano che tu abbia notato tutti questi dettagli su di lui. Lo zaino aperto, "quell'espressione trasognata". Potrei persino azzardarmi a dire che tu lo abbia osservato e anche con un certo interesse. Puoi forse smentirmi?" concluse lei con un'aria compiaciuta 

“Questo non c’entra niente e lo sai benissimo.” rispose lei con aria sicura

“Ah si? Be e allora perché io non l’ho notato e tu si?
“Forse perché in quel momento eri troppo occupata a mangiarti Scott con gli occhi!”

Per un secondo calò il silenzio, Lydia pensò di essere andata troppo oltre, infondo lo sapeva che non era affatto semplice per lei. 

Stava per chiederle scusa quando Allison scoppiò a ridere.

Fu una risata del tutto spontanea, cristallina e vera.

Per un istante Lydia rimase interdetta ma vista l’espressione sul viso di Allison scoppiò a ridere a sua volta. 

Continuarono a ridere in quel modo per qualche minuto, guardandosi mentre  la risata dell’una  non faceva altro che incrementare quella dell’altra. Gli occhi di Lydia stavano cominciando a riempirsi di lacrime e i muscoli degli zigomi ad indolenzirsi quando si fermò per riprendere fiato e vide Allison piegarsi su se stessa gettandosi  con il viso sul cuscino per soffocare di nuovo quell’incontenibile ondata di entusiasmo. 

“Sai, hai ragione tu.” si interruppe colta da un’altra risata “Non l’ho davvero preso in considerazione, ero troppo concentrata su Scott da non vedere nessun altro!” continuò a ridere fino a quando Lydia si rese conto che quella risata si stava trasformando in un pianto silenzioso. Allison si portò le mani al viso e abbassò la testa cercando di nascondere le lacrime, ma non ci riuscì.

Senza esitare Lydia, con un’espressione triste, le fu accanto e la circondò  con le braccia stringendola forte a se.

Rimasero così per un po’; Allison continuò a piangere silenziosamente mentre lei, ritenendo qualunque parola superflua, si limitò a stringerla ed appoggiare la testa a quella di lei che si era accoccolata sulle sue spalle.

Pochi minuti dopo Allison cercò di riprendersi  e asciugandosi le guance si rivolse a Lydia:

“Dormi?”

Si era abbandonata sulla testata del letto chiudendo gli occhi e aspettando che il sonno sopraggiungesse, così quando Allison la chiamò era ancora sveglia.

“Umh? No, per quanto lo vorrei il sonno sembra non voler arrivare stasera. Tu invece perché non provi a chiudere gli occhi, rilassarti e dormire? Ti farebbe bene, sopratutto ora”  

Spostò lo sguardo verso di lei e la vide sorriderle debolmente; non c’era bisogno di parlare,Lydia sapeva che con quello sguardo Allison la stava ringraziando per ogni cosa.

“Si, però prima vorrei che tu avessi una cosa” 

“Cosa? Allison è tardi,dai Domani avrai tutto il tempo che vuoi” cercò di insistere 

“No. È importante per me che tu lo abbia adesso. Aspetta” Si allontanò da lei e si girò verso il comodino accanto al letto, aprì uno dei cassetti e dopo averlo richiuso si girò verso di lei con due piccole scatole , una in ogni mano. 

Senza dire nulla ne una  porse a Lydia. 

“Che cos’è?” 

“ Aprilo” 

Lentamente Lydia aprì la  scatolina che rivelò il suo prezioso contenuto: un ciondolo.

All’inizio non riuscì a capire che cosa fosse, era semplice argento, sembrava un filo di paglia eppure ad uno sguardo più attento comprese di cosa si trattasse: era una freccia.

“È una freccia. Probabilmente mi riterrai un’instancabile feticista ma per me ha un valore incredibile sopratutto con questo” cominciò Allison.

Aprì a sua volta la scatolina che le era rimasta in mano e la porse a Lydia affinché potesse vederla più chiaramente. Era anch'esso un ciondolo ma molto più articolato: era un arco

“È un arco?” chiese Lydia 

“Si. Sono due dei miei oggetti preferiti, immagino siano nel mio DNA, e volevo tanto che tu ne avessi uno.” concluse 

“Grazie. Anche se ad essere onesta non è il mio genere, ma tu lo sai. E poi prima di conoscerti non avevo idea di quanto l’arco fosse particolare come oggetto e come arma. Poi riflettendoci ho cominciato a rivalutarlo.

Ho capito che l’arco e le frecce sono, come dire, speciali, in un certo senso si completano. L’arco da il meglio di se solo quando riesce a tendersi completamente e lo fa solo con la freccia, allo stesso modo questa può raggiungere il meglio di se solo quando è incoccata in un arco e tu me lo hai mostrato meglio di chiunque altro.

Si incastrano perfettamente e sai…la loro dinamica mi ricorda la nostra amicizia”

“Davvero?”disse Allison sorpresa

“Si. Be lo sai io mi sono sempre sentita statica quasi intrappolata e mai completamente libera così come un arco. Tu invece mi ricordi una  freccia, diretta, lineare e anche un po' affilata. Mi sono resa conto che con il tempo sto riuscendo a liberarmi da questa mia staticità e lo faccio sopratutto quando tu sei con me. Mi permetti di essere libera da questa mia rigidità, esattamente cosi come l’arco si tende per scagliare una freccia e riesce a farlo solo con lei.

E questa freccia, adesso, cade a pennello. Da oggi in poi la assocerò sempre a te, a quando tu sia importante per me, a costo di sembrare ancora più smielata di quanto lo sia già stata.” Lydia abbassò lo sguardo leggermente in imbarazzo per quel momento di spontanea sincerità.

Allison senza esitare la abbracciò forte e Lydia sorpresa ricambiò l’abbraccio, non era mai stata cosi onesta con nessuno e esporsi non era stato facile ma in qualche modo, dentro di se sapeva di poterlo fare con Allison.

“Ok,basta abbracci o potrei commuovermi” sciolse l’abbraccio e alzò lo sguardo verso di lei.

“Cosa? Oh mio Dio no, Allison. Mi dispiace ti giuro no volevo minimamente farti piangere” 

Allison sorrise asciugandosi gli occhi;

“No, non è colpa tua. È che non ho mai  avuto qualcuno che mi dicesse una cosa del genere, qualcuno di speciale. Perciò visto che siamo in tema promettimi una cosa, ogni volta che penserai a me ricordati che se anche dovessimo separarci, allontanarci, in un modo o nell’altro io sarò sempre con te.  Tu sei la mia migliore amica, Lydia Martin e non credevo davvero di avere la possibilità di trovare qualcuno di cosi semplice e al contempo di cosi prezioso come lo sei tu. Ti voglio bene, davvero.” disse sorridendo debolmente.

“Anche io ti voglio bene” 

 

 

Aprì gli occhi e tornò alla dura realtà, pensò che in fondo seppur Allison se ne era andata avrebbe continuato a vivere con lei e di lei nei suoi ricordi. Non sarebbe stato facile e per un po’ il suo arco non avrebbe più potuto scagliare la sua freccia perfetta ma con il tempo le cose sarebbero andate per il meglio. Accettare la sua morte non era stato semplice e conviverci non lo sarebbe stato in futuro, immaginò che fossero vere le solite frasi di circostanza che si tendeva a dire in questi casi” Il tempo cura tutte le ferite, con il tempo sarà più facile”. 
Si, avrebbe anche potuto essere vero, il tempo l’avrebbe aiutata a famigliarizzare con la sua mancanza, a farle abbracciare quell’assenza fino ad incorporala dentro di se e a percepirla come qualcosa di normale, di quotidiano. Lentamente così come un unguento per curare una ferita fisica, applicato con pazienza e costanza. 
Il tempo sarebbe stato quell’unguento da applicare alla propria anima. 
Nonostante questo però non sarebbe stata mai più la stessa.
La verità era che Allison la aveva lasciata da sola e lei, be,  lei era furiosa per questo. 
Come si era permessa di andarsene e di lasciarla in questo modo?  L’unica cosa che il suo urlo non era riuscito ad espellere era questa rabbia, rabbia perché Allison la aveva abbandonata, aveva permesso a quell’Oni di ucciderla e allontanarsi da lei. 
Si era concessa un’unica debolezza in un momento fatale. 
Tristemente però sapeva che  non sarebbe riuscita ad essere arrabbiata con lei, in fondo perché Allison era andata lì se non per lei?
 E allora come la poteva accusare di averla voluta abbandonare? Era lei che voleva salvare, come tutti quella sera era consapevole del rischio che stava correndo eppure era andata lo stesso, e ne aveva pagato il prezzo più caro. 
L’ombra di un sorriso si affacciò sul viso di Lydia, pensò che fosse incredibile,non era possibile arrabbiarsi con Allison.
Si era chiesta per tanto tempo che cosa avrebbe fatto adesso, chi sarebbe diventata senza di lei, eppure non era riuscita a trovare una risposta fino a quel momento. 
Sarebbe stata la freccia del suo stesso arco. 
Non avrebbe compensato Allison semplicemente avrebbe lavorato per essere abbastanza per se stessa, sarebbe diventata una persona diversa, diversa da chi era stata e da chi era in quel momento. Allison avrebbe vissuto sempre dentro di lei e al suo fianco, sarebbe diventata ciò che l’avrebbe spronata ad essere migliore, l’avrebbe spinta e condotta verso una nuova Lydia.
La Lydia che sarebbe stata con lei.
Una Lydia di cui Allison sarebbe stata fiera, lo sarebbe diventata per lei.
Strinse forte tra le dita la freccia che indossava al collo, l’arco che Allison indossava invece, le era stato tolto qualche giorno prima e Chris lo aveva dato a lei dicendole che Allison avrebbe voluto che lei lo conservasse.
Era stata indecisa se posarlo sulla bara restituendolo a lei oppure tenerlo come suo ricordo, poi aveva deciso che lo avrebbe indossato insieme alla sua freccia. Tirò il ciondolo e ruppe la catena, sfilò la freccia e dopo aver preso il ciondolo con l’arco,che aveva portato con se in tasca, li agganciò insieme. Sull’arco c’era un piccolo avvallamento che corrispondeva esattamente alle dimensioni della freccia, così le bastò esercitare una leggera pressione affinché la freccia si incastrasse con l’arco e divenisse un singolo ciondolo. Lo indossò nuovamente e dopo averlo sfiorato con le dita posò  una mano sul legno nero della bara. 
Una lacrima, una piccola goccia solitaria, le solcò la pelle fredda lasciando una scia di calore fino a spegnersi e perdersi tra la neve sul legno nero
“Ti voglio bene anche io, Allison. Sempre”

Angolo autrice: Salve a tutti, questa è una piccola storia sull'amicizia tra Lydia e Allison che ho deciso di scrivere un po' perché già era un'idea che avevo in mente e un po' perché mi manca vederle insieme. Ho cercato di rappresentare la loro amicizia anche in un piccolo momento di quotidianità lontano dal soprannaturale e dalla morte. Spero vi piaccia :) EffeI
  
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