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Autore: whelvenwings    07/03/2016    3 recensioni
Cas ha preso la cattiva abitudine di "rubare" la vasca da bagno degli altri proprio quando stanno per usarla, ma quando Dean decide che il troppo è troppo, le cose non vanno come aveva pianificato. Sicuramente non voleva rinunciare al suo meritato bagno, ma nemmeno condividerlo..
Traduzione di camilla_directioner
Spero vi piaccia quanto è piaciuta a me!
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note: questa storia non mi appartiene, ma è dell'autrice whelvenwings, io l'ho solo tradotta. Allo stesso modo non mi appartengono i personaggi e non scrivo a scopo di lucro.

Link storia originale:https://archiveofourown.org/works/3846640

 

 

L'acqua dentro la vasca profumava dolcemente di qualcosa di floreale e allettante. La sua sfumatura rosa si scorgeva da sotto la marea di bolle iridescenti che riflettevano la luce di una dozzina di candele, allineate sul bordo della vasca. Un caldo vapore appannava le superfici fredde del bagno, addolcendo l'immagine del profilo di Cas riflessa nello specchio, mentre questi osservava la scena con uno sguardo pensieroso.

L'acqua sembrava divina, e Cas non esagerava. Il profumo era incredibile e l'idea di immergersi in quel calore, facendo scorrere il tempo e lasciando che l'acqua allentasse la tensione dei suoi muscoli.... Sembrava il miglior modo per concludere quella giornata.

C'era solo un problema: non era stato lui a preparare la vasca.

Cas sospirò. Ovviamente non sarebbe stato corretto entrarci, non era lui che doveva goderne. Se avesse voluto fare un bagno, avrebbe dovuto aspettare e prepararsene uno tutto suo più tardi. Dopotutto, non mancava certo l'acqua calda al bunker. Però era sicuro che non sarebbe mai stato in grado di riprodurre quelle bolle in una maniera così attraente, inoltre si dimenticava sempre di accendere le candele prima di entrare e l' acqua era sempre troppo calda o troppo fredda..

Cas si sporse in avanti e immerse un dito nell'acqua. La temperatura era perfetta. Sospirò nuovamente e si raddrizzò. Avrebbe dovuto semplicemente prendere il pettine per cui era venuto, e andarsene. Sarebbe stata la cosa giusta da fare. Per di più non aveva il suo asciugamano in bagno, quindi se fosse entrato avrebbe dovuto correre fino alla sua camera completamente nudo e bagnando dappertutto. Però...

Era troppo tentato. Cas non poté più resistere: afferrò la maglietta che stava indossando e cominciò sfilarla dalla testa. La porta del bagno emise un cigolio. Cas, la maglietta mezza levata come prova della sua colpevolezza, la sfilò completamente, per poi sbirciare attraverso il bordo. Vide Dean, un asciugamano sulla spalla e un cipiglio sempre più evidente sul volto.

"Dean..." cominciò a dire mentre faceva scivolare, con un movimento lento, le braccia fuori dalla maglietta.

"Oh no", disse Dean, facendo cadere a terra il libro che teneva in mano. L'asciugamano scivolò dalla sua spalla. Indossava un accappatoio allacciato lascamente sui fianchi che gli lasciava scoperte le gambe e formava una grande V sul sul suo petto. "Dean... non è come sembra", disse Cas. Appallottolò la maglietta fra le mani, senza distogliere lo sguardo da Dean un secondo. Avrebbe dovuto cedere definitivamente quel bagno al suo legittimo proprietario, ma era arrivato fino a questo punto...

"Oh credo che sia esattamente come sembra", disse Dean, spostando più volte lo sguardo da Cas alla vasca da bagno. Socchiuse gli occhi. "Allontanati dalla vasca, Castiel".

Per un momento nessuno dei due mosse un muscolo. A interrompere l'immobilità e il silenzio fu il rumore di una goccia che cadeva nell'acqua. "Va bene", disse Cas, sollevando le mani vicino alla testa. Dean allora si rilassò un po', spostando il peso sui talloni per appoggiarsi al muro e permettere a Cas di passare per uscire dal bagno. "Va bene, fammi solo...", l'angelo giocherellò con la maglietta, come se stesse per rinfilarsela. Tenendola per l'orlo, facendo movimenti lenti. Se solo avesse potuto...

Dean sbuffò impaziente e in quel momento Cas lanciò la maglietta in avanti. Quella svolazzò in aria, attraverso il vapore, per poi cadere dritta in testa a Dean. "NO!", gridò il cacciatore, cercando di levarsi di dosso l'indumento. A tentoni si mosse in avanti verso la vasca, allungando una mano per afferrare l' altro, e Cas, che nel frattempo aveva cominciato a slacciarsi i jeans prima di immergersi nell'acqua, dovette affrettare i tempi. Quando Dean alla fine lo raggiunse, sollevò una gamba e scavalcò il bordo della vasca, l'acqua calda che sommergeva il suo piede nudo; Dean, finalmente riuscito a districarsi dalla maglietta e lanciò un grido quando vide Cas quasi dentro l'acqua. "NON DI NUOVO!", urlò, strattonando il braccio di Castiel e scavalcando a sua volta il bordo della vasca. Cas barcollò violentemente ma riuscì a rimanere in piedi mentre Dean lo afferrava per le spalle per costringerlo a uscire. "TU NON LO FARAI DI NUOVO, TU...". Cas diede all'altro una leggera spinta e riuscì a destabilizzarlo, guadagnando abbastanza da tempo da permettergli di fare un altro passo dentro la vasca. Adesso entrambi i suoi piedi erano dentro l'acqua, il risvolto dei suoi pantaloni ora gli arrivava alle caviglie. Dean ringhiò e restituì la spinta con forza, poi afferrò la tendina da doccia per riacquistare abbastanza equilibrio da permettere anche a lui di entrare completamente nella vasca. Ora si trovavano faccia a faccia e Dean afferrò i bicipiti di Cas per ingaggiare una lotta; Cas sentì i suoi piedi slittare sulla superficie scivolosa. "Dean... DEAN!" Cas si sbracciò per trovare un appiglio per rimanere in piedi e le sue mani trovarono la cintura dell'accappatoio dell'altro. Entrambi si sbilanciarono per poi ritrovare l'equilibrio, spingendo per buttare fuori l'altro dalla vasca. "Non rinuncerò questa volta!", affermò un furioso Dean, scivolando in avanti per spingersi contro Cas, che staccò una mano dalla cintura dell'altro per appoggiarsi contro il muro, per poi sfruttarla per spingere l'altro a sua volta. Le braccia di Dean mulinarono per non cadere, e solo la stretta di Cas sul suo accappatoio gli evitò di schiantarsi contro il muro, prima che riuscisse a rimettersi dritto. "Dean, è una scemenza, uno dei due finirà per farsi male!", replicò Cas, flettendo le ginocchia per abbassare il suo baricentro visto che l'altro lo aveva nuovamente afferrato per le spalle per costringerlo a fare un passo fuori dall'acqua. "Allora arrenditi!", gli gridò Dean in risposta. Le mani di Cas si stringevano in una presa mortale sulle braccia di Dean, mentre le mani del cacciatore scivolavano dalle sue spalle nude per il sudore causato dallo sforzo e dal calore del bagno; Cas socchiuse gli occhi e si abbassò per allontanarsi abbastanza dalla presa di Dean da permettergli di sollevare una manciata di schiuma e lanciarla in faccia all'uomo. "Figlio di puttana!" gridò Dean, e stavano di nuovo lottando, la condensa che gli faceva perdere la presa sull'altro. Cas afferrò i capelli di Dean e tirò, e questi gli diede una gomitata nello stomaco; l'angelo afferrò l'accappatoio di Dean e tirò forte. Ci fu un rumore di stoffa strappata e gli occhi di Dean si spalancarono per la rabbia, e sfruttando il fattore sorpresa, Cas incastrò il piede intorno al tallone d'Achille dell'uomo e tirò verso di sé. Dean girò su se stesso, cercando di rimanere in equilibrio. Si rivolse verso Cas per cercare un appoggio, ma trovò solo il muro liscio; cominciò a sbilanciarsi sempre di più, finché Castiel, in un momento di lucidità, non realizzò cosa stesse accadendo e provò a spostarsi, ma non ebbe abbastanza tempo e...

Dean gli si spinse contro, facendoli cadere entrambi mentre cercavano qualcosa da afferrare. L' acqua schiumosa li accolse con un tremendo splash, gocce d'acqua che schizzavano ovunque. Un'enorme onda si alzò, bagnando il muro prima di tornare indietro e inzuppare i due uomini seduti, ancora in cerca di un appiglio e che si contorcevano provando ad alzarsi, prima di rendersi conto che ogni tentativo era vano e rimanere immobili. Respiravano entrambi faticosamente, Dean seduto fra le gambe di Cas, quest'ultimo incastrato contro il muro del bagno a causa del peso del cacciatore che gravava su di lui. Dopo un primo momento di immobilità, Cas si schiarì la voce. "Direi che... ci è andata bene", disse con tono ironico. Dean provò a voltarsi verso di lui costretto a stare in quella posizione, incapace di muoversi. "E' andata bene?" domandò, tenendo lo sguardo fisso verso l'estremità opposta della vasca. "E' tutto quella che hai da dire? Era il bagno perfetto, Cas." "Sì", disse malinconicamente quello, "lo era". I suoi jeans erano fradici, e stavano diventando pesanti e stretti in posti molto scomodi. Il peso di Dean sicuramente non aiutava. Se solo avesse potuto muovere le gambe... Ma non c'era modo, non con Dean che lo schiacciava contro il bordo della vasca. "Era perfetto", ripetè Dean amaramente, il suo accappatoio che vorticava intorno a loro, scintillante ma fradicio. I capelli di Cas cominciavano ad attaccarsi alla sua fronte a causa del calore. Con un immenso sforzo riuscì a sollevare il suo peso di qualche centimetro. Oh si, lì andava molto meglio, con la linea dura della colonna vertebrale di Dean che non spingeva in un punto a cui non piaceva essere schiacciato. "Mi dispiace, Dean", disse Cas sinceramente. "Un mi dispiace non basta", ringhiò l'altro. Cas notò che il corpo dell'altro tremava leggermente e realizzò che il cacciatore stava usando tutta la sua forza per trattenersi dallo sdraiarsi contro il suo petto. I suoi sforzi erano per lo più inutili, ma sembrava davvero scomodo. "Riesci ad alzarti?" Cas chiese cautamente. Dean ansimò e si divincolò in un tentativo di sollevarsi. Grugnì e ritentò ancora e ancora, ma ogni volta che provava a muoversi, scivolava e cadeva addosso a Cas. "Oooft", esalò Cas quando Dean franò su di lui per la quinta volta. -"Dean..."

-"Se solo potessi... alzare le tue gambe..."

-"Non ci riesco", gli disse Cas, "sono incastrate".

Dean sospirò, reclinando la testa indietro per la frustrazione e appoggiandola per un momento al petto di Cas. Sobbalzò di scatto, ma quando l'altro non disse una parola né si spostò, la riportò lentamente e con esitazione dove era prima. Cas respirava piano e regolarmente. "Quindi...", cominciò Dean dopo un po'. Il vapore saliva ancora dall'acqua, tracciando nell'aria disegni a malapena distinguibili. "Hai un piano per come uscire da qui?" Cas abbassò lo sguardo sulla testa di Dean. I suoi capelli erano imperlati di gocce d'acqua e qualche bolla di sapone, sembravano soffici. "Penserò a una strategia", affermò solennemente e Dean annuì, i capelli che sfioravano il mento dell'angelo. "Bene", disse, "perché non è questo che avevo in mente quando ho deciso di fare un bagno." Stettero in silenzio per un lungo minuto. Cas poteva sentire il corpo di Dean rilassarsi lentamente, il peso su di lui che aumentava man mano che i muscoli dell'altro si scioglievano. Non era scomodo, anzi; in effetti era quasi... bello. Sembrava che Dean stesse facendo pensieri simili ai suoi. “Per lo meno sei comodo”, la sua voce più bassa, più calma. “Ti sto facendo male?”

No”, rispose Cas, “è ok”. Dean fece guizzare pigramente le dita sulla superficie d'acqua. “Stai ancora lavorando sul tuo piano di evasione, Houdini?”, chiese. “Sì”, gli mentì Cas, provando a inventarsi qualcosa velocemente. “Potrei usare la mia grazia per... far scomparire l'acqua”. Ci fu una pausa. “Evaporare l'acqua”, disse Dean, con una piccola risata che si intuiva nel suo tono terribilmente serio. “Sì, sì, è un... un grande piano”.

Oppure”, propose Cas, “ potresti raggiungere la tendina con i piedi e sollevarti grazie alla presa delle tua dita”.

Non sono sicuro di avere abbastanza forza”, disse Dean, riuscendo a malapena a contenere una risata, le sue spalle che si scuotevano un po' contro il petto dell'altro. “Be questo è inaccettabile”, disse Cas. “Se riusciamo a uscire di qui dovrai lavorare sulle tue dita dei piedi”. Da Dean uscì una risatina nasale, e poi stavano entrambi ridacchiando, ed era difficile smettere vista la situazione: due uomini adulti sdraiati nella vasca con addosso i vestiti, incastrati e immersi nell'acqua profumata di rose. Cas rideva silenziosamente, gli occhi strizzati, la testa piegata in avanti e una guancia poggiata sulla testa di Dean. “Ovviamente potremmo chiamare Sam”, disse quindi, facendoli scoppiare a ridere ancora più forte al pensiero di Sam davanti a loro due conciati in quella maniera, coperti di bolle e incastrati nella vasca. Ogni volta che Dean provava a smettere percepiva il petto di Cas ancora scosso dalla risata che lo faceva scoppiare a ridere di nuovo, finché i suoi occhi non lacrimarono. “Ok, ok”, disse infine. “Smettila o mi farò la pipì addosso”.

Dean!”, esclamò l'altro terrificato e ovviamente questo fece scoppiare nuovamente Dean in una risata, ridacchiando incontrollatamente a ogni lamentela di Cas. “Smetti di ridere! Non osare fare la pipì, non rimarrò bloccato in una vasca che... Smettila di ridere!” Cas spostò ciecamente la mano sulla faccia di Dean, dove pensava ci fosse la bocca, smorzando il suono della sua risata. “Css, mmmm sfmm”, provò a dire Dean, soffocato dalla mano dell'altro che non si spostò finché le spalle di Dean non si rilassarono e smise di ridacchiare. Quando Cas lasciò andare, il cacciatore non parlò, ma lasciò cadere pesantemente la testa sul petto di Cas. Il silenzio si propagò attorno a loro, caldo e confortante. La mente di Cas era per lo più vuota, e tutto ciò su cui era concentrato erano i punti in cui il corpo di Dean premeva sul suo. “Sai, non era così che immaginavo di dividere un bagno”, disse un Dean sonnolento.

Cas non disse niente per un po', mentre le parole pronunciate lentamente volteggiavano nell'aria come vapore. Evidentemente lasciò passare troppo tempo, poiché sentì Dean spostarsi da lui, teso. “Uh... aspetta, intendevo... ahahahah, suonava come se...”, disse Dean, per niente convincente. “Intendevo che di solito non è così che si condivide un bagno, quindi...”

Credo che sedersi dalla parte opposta sia più tradizionale”, disse Cas con un tono grave, e l'altro si rilassò un po'. “Sì”, disse, sollevato. “E sai, di solito non ci sono i vestiti. Uh.. non che vorrei non li stessimo indossando...”. Dean mormorò qualcosa che Cas non riuscì a sentire, probabilmente una serie di imprecazioni.

Forse staremmo più comodi se non li indossassimo”, fece notare Cas.

Sì ma... amico...”, disse Dean, sembrando a disagio. Cas sospirò.

Sai, credo... se solo...” posizionò le mani su entrambi i bordi della vasca e si tirò su, sollevando tutto il suo peso con la forza delle sue sole braccia. “Oh”, disse Dean spostandosi mentre Cas si muoveva sotto di lui e piegandosi in avanti per far si che l'altro potesse svincolarsi. Per un momento diventarono un groviglio di arti, ma subito dopo Cas era fuori, i suoi jeans che sgocciolavano sulle piastrelle del bagno. Dean lo stava osservando, il suo sguardo che si mosse dal petto nudo e dalle spalle di Cas, verso il suo viso, per fermarsi sui suoi occhi.

Beh, è stata una bella esperienza”, disse, cercando di sorridere. All'improvviso sembrava più giovane, pensò Cas, seduto nell'acqua profumata con l'accappatoio che gli era scivolato giù da una spalla, la pelle rosea a causa del calore. Cas deglutì, si piegò per recuperare la sua maglietta e dirigersi verso la porta.

Cas...”, disse Dean, e quello si girò, “Uh.. uh. Ci vediamo dopo allora?”

Il suo tono era interrogativo, cercando di capire se avesse arrecato alcuna offesa. Cas sospirò, distendendo la bocca in un piccolo sorriso e annuì. “Goditi il bagno”, disse, con una scintilla di malizia nello sguardo. Dean lo notò e sorrise di rimando. “Sicuramente”, disse, “avrai più fortuna la prossima volta, Cas”.

 


 

Tre giorni dopo, Cas era seduto in cucina con una grossa tazza fra le mani mentre rivedeva alcuni appunti che Sam aveva lasciato perché lui e Dean gli dessero un'occhiata:un possibile caso, una caccia a qualche città di distanza. Era troppo tardi per partire quel giorno, siccome il sole era già sorto, ma Cas pensava che fosse necessario controllare di persona. Aveva appena bevuto il primo sorso della sua cioccolata calda quando la testa di Dean spuntò dalla porta. “Vado a fare un bagno “, disse.

Bene”, gli rispose Cas, senza nemmeno guardarlo. Passò qualche secondo, ma Dean non si era mosso. Cas alzò quindi gli occhi, le sopracciglia aggrottate.

Uh...”, disse Dean. “Sei impegnato?”

Sto studiando questo caso”, ribatté Cas. “Se partiamo domani sarà meglio essere preparati”. “Già, sì”, concordò Dean mentre con gli occhi gli faceva una domanda che Cas non era sicuro di capire. “Già. Beh, ci vediamo”.

Ci vediamo dopo”, rispose meccanicamente Cas. Dean scomparve dietro la porta. Cas si morse un labbro mentre ascoltava i passi dell'altro nel corridoio verso il bagno, da solo.

 

 


 

Una settimana dopo quell'episodio, Cas entrò in bagno per cercare il suo asciugamano, e rimase sorpreso. La vasca era nuovamente piena e il vapore saliva seducente dall'acqua, come dita che lo invitavano. Questa volta il profumo di gelsomino si spandeva nell'aria e c'erano ancora più bolle; la scena era perfetta, come in un film, tutto pulito e posizionato con cura. Cas osservava l'acqua, non provando neanche a misurare la temperatura, sarebbe stata perfetta di sicuro. Si accigliò.

Hey”, disse una voce dietro di lui. “Non osare”. Cas si girò per vedere Dean in mezzo alla porta, pronto a scattare verso di lui. “Dean?”

Questo è il mio bagno”, disse Dean. “L'ho preparato io”.

Bene”, disse allora Cas.

-“Quindi non pensarci neanche di entrare dentro”.

-“Infatti”.

-”Te ne pentiresti”, lo avvertì Dean, facendo un passo in avanti e gonfiando il petto, minaccioso. Cas sollevò leggermente le spalle.

-”Allora non lo farò”.

Dean si sgonfiò. “Bene”, disse aspramente, “bene. Hai imparato la lezione”.

Cas lo osservò più attentamente, chiedendosi cosa sarebbe successo se avesse osato. E se avesse interpretato male i segnali? Se fosse andata male, se Dean lo avesse rifiutato, sarebbe stato peggio che se non avesse parlato affatto. Però...

Dean era in piedi, le mani che si sfregavano nervosamente e i suoi occhi incontrarono fugacemente quelli di Cas. All'improvviso l'angelo realizzò che l'altro stava avendo gli stessi tipi di pensieri. Fece un sorriso, piccolo e genuino.

Certo che ho imparato la lezione”, disse, facendo un passo verso Dean, che deglutì e posò per un attimo lo sguardo sulle labbra di Cas. La maglietta di quest’ultimo cominciava ad aderire alla sua schiena a causa del calore. “Ho imparato ad entrare nelle vasche degli altri solo quando sono invitato”. “Invitato?”, borbottò Dean. Le sue guance erano arrossate, ma non si spostò. Cas alzò gli occhi al cielo; doveva rendere la cosa ancora più facile. “Invitato”, confermò. “Ad esempio... se dicessi:”Vorresti condividere questo bagno con me?”, tu risponderesti...”

Sembrava che Dean avesse qualcosa incastrato in gola. Quando parlò, la voce uscì leggermente acuta.

Sì”, riuscì finalmente a rispondere. Cas sorrise e Dean gli sorrise di rimando.

-“Diresti di sì?”

-”Direi di si”.

Si guardarono negli occhi per molto, molto tempo.

Indosserei meno vestiti questa volta”, disse Cas, avvicinandosi ancora al cacciatore.

Io...”, squittì Dean ma poi si schiarì la voce. “A me andrebbe bene”.

Cas guardò Dean ancora qualche secondo e poi annuì, cominciando a spogliarsi.

Fece scivolare la maglietta dalla testa e Dean slacciò il suo accappatoio facendolo cadere sul pavimento. Si muovevano piano, dolcemente, con delicatezza, come se stessero ballando una danza che avevano già provato. I loro occhi non si scostarono mai dal corpo dell'altro, viaggiando sulla pelle scoperta, Cas senza vergogna mentre Dean era arrossito. L'angelo sbottonò i suoi jeans e se li tolse completamente, consapevole dello sguardo dell'altro che viaggiava sulle sue gambe fino alle cosce nude. Gli porse la mano e Dean la prese. Insieme entrarono nella vasca. Dean sibilò a contatto con l'acqua calda. “Come l'altra volta?”, gli chiese Cas e lui annuì, senza parlare. Cas lasciò la mano di Dean per girarsi e afferrare i suoi fianchi. La presa di Cas era ferma sulla pelle calda e arrossata di Dean. Si sedettero in contemporanea; Cas grugnì quando Dean si posizionò, sdraiato proprio come prima, con la schiena e la testa premute contro il petto di Cas. “Sono troppo pesante?”, gli chiese l'uomo e Cas si spostò leggermente, in modo che la testa dell'altro poggiasse sul suo cuore. “No, per niente”, gli rispose. Sentiva l'acqua calda sciogliergli i muscoli e dopo un profondo respiro si permise di rilassarsi. Dean si era sdraiato in modo più naturale rispetto alla prima volta; Cas poteva vedere il suo petto abbassarsi e sollevarsi, lentamente e regolare. “Assomiglia di più alla tua idea di condividere un bagno, così?”, gli chiese Cas. Stava molto più comodo senza i jeans fradici stretti attorno alle gambe. Dean girò la testa di lato così da poter guardare Cas. Si leccò il labbro superiore e sorrise.

Oh sì”, disse. “Questo gli assomiglia molto di più”.

Cas piegò il collo e premette gentilmente le labbra contro quelle dell'altro.

Quando finalmente uscirono dalla vasca, l'acqua era diventata fredda.

 

 

 

 

Grazie a tutti quelli che sono arrivati qui in fondo, spero che la storia vi sia piaciuta e di non averla rovinata con la mia traduzione :D

Recensite e fatemi sapere cosa ve ne pare :)

   
 
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