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Autore: Fabbricante Di Sogni    08/03/2016    1 recensioni
Rosso sangue.
Rosso come l’amore.
Rosso come la rivoluzione.
Rosso come la rabbia.
Genere: Drammatico, Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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A Sangue Freddo
 
Puoi nasconderti nei cortili
O fuggire per le scale
Tanto arriveremo
E poi faremo festa
Con le tue foto e i tuoi filmati
Con i tuoi slogan e pugni alzati
Credi davvero che ancora qualcuno
Voglia ascoltare la tua voce?
 

Il colpo parte e va a segno senza lasciare che un improvviso momentaneo silenzio.
La folla si è messa tutta di colpo a tacere, per un istante nessuno fa più casino per sovrastare i poliziotti che bloccano i manifestanti, persino gli agenti osservano senza parole il gelido spettacolo che gli si mostra davanti.
Eppure è propio dalla pistola di un poliziotto che è partito il colpo che ha colpito le cervella di un ragazzo.
Come si può continuare a lottare davanti a un simile spettacolo? Come si può non fermarsi un secondo davanti all’indifferenza con cui il ragazzo è stato ucciso?
I poliziotti, quelli che dovrebbero proteggere i civili, hanno appena privato un giovane della vita. Gli occhi di tutti sono disgustati, nauseati da quello stato che dovrebbe difenderli e rispettarli.
In tanto il sangue rosso sporca l’asfalto nero, pregnando l’aria di quell’odore acre.
Rosso sangue.
Rosso come l’amore.
Rosso come la rivoluzione.
Rosso come la rabbia.
Il corpo a terra immobile, sopra di lui però rinizia la battaglia per fermare gli oppressi che non fanno altro che manifestare per essere ascoltati.
Come può chi impone le leggi calpestare i diritti umani, arrivare a privare della vita uno stesso uomo?
Perché sì, prima di essere manifestante lui era un uomo, prima di essere un comunista lui era uomo, tanto quanto i politici, esattamente come i poliziotti.
Chi ha il diritto di privare della vita un altro uomo?
Ma quello è solo un momento, la lotta continua e continua ogni giorno, basta guardarsi attorno per vedere i diritti degli umani calpestati da altri umani.
Legittima difesa: è questa la giustificazione, una persona uccisa per legittima difesa, aveva in mano un estintore per questo gli è stato sparato.
Non è colpa del polizziotto, era legittima difesa la sua. Questa sentenza però non darà indietro a una famiglia il suo figlio e i soldi di risarcimento non hanno certo il calore di un corpo vivo.
Adesso però a Genova c'è una piazza che porta il suo nome, per non dimenticare, per non dimenticare che sono sempre quelli del popolo che perdono la vita come cani.
Ucciso da chi doveva difenderlo.
Un uomo ucciso da un altro uomo.
 

Spero che non ci sia bisogno di spiegare a quale evento faccio riferimento.
  
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