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Autore: Yume Azuka    27/03/2009    2 recensioni
Aggrottò le sopracciglia. Non gliela avrebbe data vinta un'altra volta. Al momento era più intento a scegliere quali delle molte bottiglie di birra prendere dal frigorifero per quella sera.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shino Aburame
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Alcune precisazioni prima di cominciare (e sì, siamo alle solite note dell'autrice XD):
- questa fic era stata scritta per il roundrobin indetto da rekishi per lo yaoi day (5 marzo) ma purtroppo, causa assenza di internet, non mi è stato possibile partecipare... basta il pensiero comunque no? o.O
- il titolo! Visto che sono una dannata certosina per certe cose, vi preannuncio che ci sono due modi per interpretarlo: “è semplice, basta chiamarlo amore!” e “finiamola col chiamarlo amore!”... In titolo veritas, mandando a farsi un giro chissà dove il latino ù.ù
- visto che scrivo sempre ispirata dalla musica, per questa fic mi sono ascoltata in ordine “Amore amore” di Gianna Nannini, “You don't have to call me” di Taylor Swift e “Torneranno gli angeli” di Fiorella Mannoia. Per me ci stavano bene come sottofondo... Fatemi sapere che ne pensate voi.

Ed ora, buona lettura... Baci ^.^



Basta chiamarlo amore


Mise la chiave nella toppa della serratura e la girò energicamente, guardando il portachiavi a forma di volpe che saltellava allegramente seguendo il movimento del suo polso. La porta si aprì con uno scatto ed entrò nel corridoio senza prendersi la briga di accendere la luce. Conosceva quel posto come le sue tasche. Era un piccolo appartamento. Era casa sua.

Una spia rossa rischiarava leggermente il mobile su cui si trovava il telefono.

Passandovi davanti per entrare nella cucina adiacente al corridoio, premette il bottone della segreteria telefonica.

Il nastro cominciò a girare, gracchiando rocamente i primi istanti.

La sua stessa voce lo salutò, annunciò che non c'era, probabilmente altrove, probabilmente a fare qualcosa di meglio e che avrebbe ascoltato i messaggi al rientro.

Poi, il suono elettrico del bip. Silenzio.

E quella voce che non sentiva da tempo.

“Naruto. Come va? Ehi... mi spiace... Ripensaci. Sai come trovarmi.”

Un messaggio sintetico. Come era solito lasciare lui. Come era lui.

Il tono, in bilico tra l'annoiato e l'irritato, mostrava appena un vago accenno del dispiacere che aveva nominato. Però gli sembrò strano che gli avesse chiesto della sua situazione.

Era un individuo terribilmente egoista ed egocentrico, Sasuke.

Era ovvio che avesse un secondo fine. Con lui era sempre stato così. Come lo si poteva definire?

Dolce? Si, dolce come un coito sull'asfalto.

Ferite e vergogna. Lo prendeva, lo usava e lo lasciava a suo piacimento.

E poi era Naruto quello che rimaneva sempre solo, a curarsi le cicatrici di quel rapporto che chiamava amore, anche se non ne aveva lo stile. Di cui era l'unico a pensarne in quei termini.

Aggrottò le sopracciglia. Non gliela avrebbe data vinta un'altra volta.

Al momento era più intento a scegliere quali delle molte bottiglie di birra prendere dal frigorifero per quella sera. C'erano troppe marche diverse!

Ne afferrò due per il collo e chiuse lo sportello del refrigeratore, bloccando la luce accecante nell'oscurità. Le fece scivolare di fretta nello zaino arancio che la cinghia teneva aggrappato alla sua spalla destra e tornò sui suoi passi, attraversando il corridoio, premendo uno dei tasti dell'apparecchio telefonico.

Cancella.

Chiuse la porta.


Arrivò ai piedi della collina. Non aveva la minima idea se avesse rispettato l'orario prestabilito o meno.

Iniziò ad inerpicarsi lungo la salita, assaporando il rumore dei teneri steli verdi che si piegavano sotto i suoi sandali. Il sole stava iniziando ad espandere i suoi caldi raggi infuocati nel cielo. Il loro tepore gli riscaldava piacevolmente la schiena, facendogli dimenticare momentaneamente qualsiasi cosa lo potesse turbare. Chiuse gli occhi.

Nulla più esisteva.

“Se stai li imbambolato ancora un po', le birre non saranno più tanto fresche.”
Come il fulmine a ciel sereno, ecco che lo destò dalla sua reverie quella voce che... Che non sapeva come definire.

“Ma fatti i fatti tuoi!” gli rispose fintamente scocciato, incrociando le braccia davanti a sé.

“Ti ricordo che sono fatti miei... La devo bere pure io quella birra.” sottolineò l'altro con un sorriso beffardo.

“Ah! Tanto l'hai sempre vinta tu Shino!” tirò un sospiro, forse un ultimo tentativo di nascondere la stanchezza della corsa che l'aveva portato fin li, e si accasciò accanto al moro, sul cappotto grigio di quest'ultimo, disteso a mo' di telo.

“Ovvio!” ghignò di sottecchi, attirando a sé il biondo e baciandogli una tempia.

Naruto bofonchiò sommessamente, ma lo lasciò fare, allacciandogli le braccia attorno al collo per riposare sul suo petto e sulla sua pelle che sapeva di primavera.

“Sei in ritardo...”
Non lo stava rimproverando. Era il suo modo di dimostrargli preoccupazione, lo aveva capito.

E gli era grato.

Per non trattarlo da bambino, come facevano gli altri,

per non maltrattarlo, come aveva fatto Sasuke.

Ma tutto questo non lo tratteneva dall'essere dispettoso nei confronti di Shino.

Gli piantò la lingua di fronte al viso, con un'espressione offesa che offesa non era realmente.

“Sentilo questo! Io abito distante da qui, mica dietro l'angolo come un signorino di mia conoscenza.” si era tirato a sedere, le gambe a cavalcioni dell'altro e le braccia che sventolavano nell'aria come bandierine al vento “E anche il sole tramonta più tardi, non sempre allo stesso orario! Si stanno allungando le giornate! Fra poco arriverà l'estate!” Naruto tentava di giustificarsi invano, blaterando insensatamente, mentre il compagno lo guardava un po' sconcertato da dietro le lenti nere.
“Ah! E cosa sono poi questi occhialetti? Non vorrai mica fare come quelli alla moda in discoteca che tengono su gli occhiali da sole anche al buio?!”
Fra una boccaccia e l'altra gli tolse la montatura per infilarsela lui stesso “Ecco! Così va meglio!”
Shino guardò sempre più sconcertato il sorriso beota del biondo, ma non potette trattenersi dal ridere anch'egli delle buffonate.

Il moro allungò la mano sinistra dietro quella testa scema, per passare le dita fra i fili dorati e, abbassandone il capo verso di sé, baciarlo sulla bocca.

Naruto si tolse gli occhiali, appoggiandoli di fianco, e felice rispose a quel primo approccio della serata.

Sfregandosi le bocche, mischiandosi la saliva, sussurrandosi parole proibite a fior di labbra, sfiorandosi le mani e i corpi, lasciandosi solo quando il fiato nei polmoni scarseggiava.

Si scambiarono un sorriso complice, fissandosi negli occhi così diversi ma che esprimevano lo stesso sentimento, e poi una mano abbronzata aprì la cerniera dello zaino dimenticato sull'erba poco distante per estrarne i vetri.

Sedendosi accanto a Shino, Naruto gli passò una birra e iniziarono a bere sorsi del liquido dorato, chiacchierando pacificamente del più e del meno come erano soliti fare.

Il sole scese veloce dietro il profilo delle colline, delle case, dei palazzi e delle vite delle altre persone disinteressate che in quel momento non potevano essere più lontane dal capirli.

Il cielo era già scuro quando il moro finì la sua birra che, nonostante tutto, lo lasciò ancora assetato. Vedendo che il compagno stava in quel momento bevendo ancora la propria, aspettò che poggiasse a terra il contenitore per piegarsi su di lui e, con un finto bacio, bere direttamente dalla sua bocca la bevanda.

Ben presto però il bacio da finto divenne vero. Dimentichi della birra, i due protrassero a lungo la loro sessione di pomiciata, fino a che non iniziarono a desiderare qualcosa di più.

L'aria si era fatta ormai fresca col calare della sera, ma la coppia non se ne rendeva conto per la propria attenzione posta altrove. Il tepore delle loro bocche unite li riscaldava profondamente, preludendo ad un calore maggiore.

Mentre le bocche riscoprivano nuovi percorsi su distese di pelle appena liberate, le mani si intrecciavano fra loro, con gli strati di stoffa che come un non nulla venivano allontanati dai corpi bollenti.

Ciò che una volta venivano considerati due individui separati, Shino e Naruto, erano ora uniti in una singola entità, che cercava, sentiva e provava piacere. E amore.

La volta celeste non era mai stata così splendente.


Il vento di una notte primaverile che non era ancora sbocciata in estate pizzicava la loro pelle ancora sovreccitata, facendoli stringere in un abbraccio molle e calmo, soddisfatto.

Naruto sentiva il cuore che gli galoppava in petto, forza della natura primordiale chetata solo dall'esistenza di una persona speciale, superiore a tutte le altre.

Fissò trasognato le stelle che sfarfallavano di luce in lontananza, sembrando così vicine agli occhi degli innamorati. Ed il suo sguardo venne rapito da una candida scia che solcava la notte siderale, forgiando speranze e colmando di bellezza la vista.

“Oh... una stella cadente...” bisbigliò quasi infantilmente il biondo.

“Esprimi un desiderio allora” replicò Shino stringendolo di più a sé.

“E cosa potrei mai desiderare? Ho già tutto quello che potrei volere...”


Fine

  
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