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Autore: HatsuneNMiku    08/03/2016    3 recensioni
Quando la pazzia divora il tuo essere, diventi un vero e proprio pazzo psicopatico.
E se questo pazzo fosse anche un padre?
Sarebbe... un padre pazzo.
Aya è una ragazzina di undici anni, che vive insieme al padre e la sua assistente in una grande villa. Una notte, un urlo disturba il riposo della piccola, e ad urlare era proprio suo padre.
~Un viaggio tra bambole che camminano, tizi senza un occhio, persone inquietanti che parlano da sole, corpi mutilati che ti inseguono,pazzi psicopatici, mogli gelose e molto altro ancora!
Divertitevi!~
||Versione scritta del gioco Mad Father di Sen||
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alfred Drevis, Aya Drevis, Dio, Maria, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1-L’INIZIO DELLA MALEDIZIONE

 

Germania del Nord

Residenza Drevis

 

I passi risuonarono all'interno del corridoio buio dei sotterranei. La ragazzina aveva sempre odiato quel luogo: era troppo buio, troppo angosciante. Ma continuò ad avanzare fino ad arrivare di fronte ad una tavola che definirla porta era farle un complimento. Alzò la mano e bussò due volte sul legno.

-Papà...-

Bussò nuovamente.

-Papà, sei qui dentro?-

La vecchia porta si aprì cigolando, e un uomo alto e dai capelli castani uscì mettendosi di fronte a lei,il camice bianco che quasi toccava il pavimento.

-Papà!-

-Aya! Quante volte ti ho detto di non venire qui sotto?- disse lui, la voce soffocata dietro la mascherina bianca.

La ragazzina abbassò lo sguardo.

-Mi dispiace, papà...ma... ecco... sono troppo spaventata per dormire da sola...-

L'espressione arrabbiata dell'uomo svanì.

-Aya...- si inginocchiò di fronte a lei -Non ti preoccupare. Tu non sei mai sola. La tua mamma è sempre dalla tua parte... lei ti guarda sempre, Aya. Okay? Ora per favore, vai a dormire.-

Aya annuì.

-Sì, papà...-

-Brava bambina-

L'uomo si rialzò e lei fece per andarsene. Ricordandosi di qualcosa, si voltò nuovamente.

-Papà, domani è...-

-Sì, l'anniversario della sua morte... visiteremo la sua tomba insieme.- continuò suo padre per lei.

-Okay.-

-Ora, vai a dormire, per favore. Resterò qui per poco.-

-Okay...- disse nuovamente la figlia.

Osservò il padre rientrare nella stanza e cominciò ad andarsene.

Arrivata a metà del corridoio, una voce la fece fermare di botto.

-B-Basta!-

Una motosega venne accesa.

-Nooo! AAAAAAAH! Aiutatemi! AIUTOOOO!!-

La bambina velocizzò il cammino, mentre il rumore della motosega riempì i sotterranei.

Io conosco il segreto di mio padre.

Mio padre è uno scienziato.

Ama la ricerca e sta sempre rinchiuso nel suo laboratorio nei sotterranei.

Ed io ho sempre sentito delle strane cose provenire da quel laboratorio...

Urla animali e umane...

Anche in giovane età, sapevo cosa faceva mio padre.

Però ho sempre fatto finta di nulla.

Di non sapere o sentire nulla.

Ho finto ignoranza tutto il tempo.

Perché io volevo bene a mio padre.

Questo non è l'unico segreto che conosco.

Quando io e mia madre non eravamo vicine, lui e la sua assistente...

 

 

-Un campione interessante…- affermò l’uomo posando una provetta nell’armadietto.

La giovane donna si voltò verso di lui.

-Andrò a smaltire i materiali restanti.-

-Possono aspettare. Vieni, Maria.- disse l'uomo allargando le braccia.

-Dottore...- mormorò lei tuffandosi nel suo abbraccio. -Dottore...- ripeté.

D'un tratto divenne seria e lo fissò negli occhi.

-Lei è consapevole della nostra... relazione.-

L'uomo parve infastidito.

-Hm? Qual è il problema?-

-Io non credo mi accetti. Questo è il problema.-

-La bambina avrà 11 anni fra poco. E' un'età problematica, questo è certo... sii gentile con lei, per favore. Assicurati che stia bene. Lei è la mia più preziosa...-

 

 

L’orologio suonò la mezzanotte, mentre le luci ebbero un corto circuito.

Qualcuno si trovava proprio dietro la coppia.

 

 

 

L'orologio ticchettava, mentre la ragazzina era sdraiata sul letto, insonne.

-E' mezzanotte...oggi è il giorno in cui mamma è andata via...mamma...- si mise seduta. -Non riesco a dormire quando penso alla mamma...-

Si inginocchiò di fronte alla bambola accanto al suo letto, mentre il ricordo del giorno in cui suo padre gliel'aveva regalata riempiva la sua mente.

 

 

 

La bambina con le codine fissava con occhi curiosi l'oggetto in mano al padre.

-Ti ho preso un regalo, Aya!-

-Yeee! E' una bambola!- esclamò lei prendendola in braccio. -Grazie, papà!-

La fissò meglio.

-Quant'è carina...(sembra quasi reale!)-

 

 

Aya sospirò e appoggiò le braccia sul comodino.

Un portafotografie era l'unica cosa posta su di esso.

-Mamma...-

La foto raffigurava una donna dai lunghissimi capelli castani e gli occhi blu, uguali a quelli della figlia.

-Cosa posso fare, mamma? Io voglio bene a papà, però...- stette in silenzio per qualche minuto.

-Lei mi spaventa... lei è sempre... a guardarmi con quegli occhi...- sospirò abbassando lo sguardo -La odio. Ma so che a papà piace. Se papà e lei si sposassero, scommetto che diventerebbe la mia nuova mamma...non voglio che lo diventi. Non ho bisogno di una nuova mamma. C'è solo una mamma nel mondo per me...- affermò riprendendo a fissare il viso che la guardava sorridente dalla fotografia.

-Mamma...perché te ne sei andata?-

Si sedette accanto il giaciglio di Palla di Neve e prese ad accarezzargli il manto candido.

Lo sguardo le ricadde sulla libreria in mogano e gli angoli della bocca le si piegarono all'in su, pensando al libro che la madre le leggeva sempre prima di dormire.

Un brivido la riportò all'improvviso alla realtà.

-La stanza è diventata così fredda...ho paura..-

Si avvicinò alla porta.

-Papà diventerà pazzo se esco un'altra volta.. meglio tornare a dormire.-

Si coricò nuovamente sul suo caldo lettino e si addormentò.

 

 

Fiori profumati di tanti colori riempivano la visuale della bambina, che stava cantando allegramente Green Sleeves, in attesa di chissà cosa da parte di suo padre.

-Canti così bene, Aya!- affermò lui continuando a lavorare sul regalo per la figlia.

-Papà, posso guardare?- chiese Aya impaziente.

-Dammi un momento. Devo solo mettere questo qui...Sì! E' finita!-

Poggiò qualcosa sul capo della figlia.

-Una corona di fiori? Mi sta bene?- disse lei entusiasta voltandosi verso il genitore.

-Sì, penso ti stia davvero bene.- sorrise l’uomo di fronte a tutto quell’entusiasmo.

La bambina esultò battendo le mani.

-Grazie, papà!-

-Mi dispiace per il fatto che non posso giocare sempre con te.-

-Papà... E' tutto a posto! Sono felice che tu abbia giocato con me oggi!-

Una bellissima donna dai lunghi capelli castani si avvicinò ai due, completando così il quadretto familiare.

-Oh, cielo! Voi due stavate giocando?-

-Mamma!- Aya le si avvicinò saltellando -guarda! Papà mi ha fatto una corona di fiori!-

-E' così bella! Ti sta davvero bene, Aya.

Quindi hai giocato con lui tutto il giorno?-

-Sì! Dovremmo rifarlo, papà!- affermò Aya voltandosi verso il padre.

-Sì, dovremmo. La prossima volta, tua madre si unirà a noi.- disse annuendo.

-Sarei lieta di farlo...- un violento colpo di tosse interruppe la sua frase.

-Mamma!-

-M-Mi dispiace... solo un altro...- dovette interrompersi nuovamente.

-Non dovresti affaticarti così. Vieni, prendi delle medicine da Maria. Ti faranno sentire meglio- disse l’uomo alzandosi in piedi.

Il sorriso della donna svanì.

-No... posso farlo da sola...-

-Mamma, stai male? Va tutto bene, giusto?- chiese Aya guardandola con i suoi grandi occhioni blu.

-Mi dispiace averti fatto preoccupare. Sto bene... non essere ansiosa, ti prego! Aya, il tuo sorriso mi fa sentire sempre meglio! Se non ti vedo sorridere... è l'unica cosa che mi preoccupa...-

-Mamma...- non sembrava molto convinta, ma fece un gran sorriso -okay!-

-Ora, torniamo a casa per la cena. Ho preparato le bistecche, le tue preferite, Aya!-

La diretta interessata fece un gran salto dalla gioia.

-Urrà!! Amo le bistecche della mamma! Giusto papà?-

L'uomo rise.

-Certo! Le sue bistecche sono le migliori al mondo!-

 

Eravamo così felici allora.

C'era anche Maria,sì, ma...

Noi tre eravamo una famiglia felice.

Ma quando la mamma è morta per la sua malattia... la felicità che avevamo...

 

 

L'orologio si fermò di botto.

Un urlo lacerò il silenzio, strappando Aya dal suo dolce sogno.

-Eh?! Quell'urlo... papà?-

Si alzò dal letto, completamente sveglia.

-E' successo qualcosa... devo andare a cercare papà! Ho un brutto presentimento...-

Uscì dalla sua stanza, sentendo un rumore che faceva accapponare la pelle.

-Cos'è questo suono...? Una voce?-

Passi insanguinati coprirono velocemente il muro e il tappeto, facendola cadere dallo spavento.

Due mostri apparvero di fronte a lei,il primo con la pelle di un colore viola pallido, al quale mancavano gli arti inferiori, l’altro era di un verde malaticcio, e lunghi capelli biondi sporchi, unti e insanguinati.

-Noooo...!- si avvicinavano sempre di più.

-No... Non...-

-Da questa parte!- urlò una voce sconosciuta.

-Chi è?!-

-Vieni da questa parte!- insisté senza rispondere.

-C'è qualcuno qui...?- chiese Aya alzandosi.

Era poco convinta, ma comunque era meglio seguire chiunque l’avesse chiamata che stare lì con quei… cosi.

Corse in direzione della voce, allontanandosi così dai due mostri.

Un ragazzino biondo, che sembrava reggersi in piedi a stento. Era stato lui a chiamarla lì.

-Chi sei?- chiese Aya con voce tremante.

-Da questa parte.- disse lui.

-Chi...?-

-Resta con me. Ho detto, da questa parte!- disse fissandola con gli occhi color miele. O meglio, con l'occhio. L'occhio sinistro. Dove avrebbe dovuto esserci l'altro, c'era una cavità vuota,i nervi ottici in bella vista e la pelle morta.

Aya indietreggiò spaventata tornando nel corridoio da dove era venuta.

I mostri erano ancora lì, allora si infilò nuovamente nella sua camera.

Ma non era vuota.

Un uomo si trovava in piedi di fronte alla libreria. Indossava un completo nero, e un cilindro del medesimo colore in testa.

-Chi c’è qui?!-

-Ci sono dei libri davvero interessanti in questa camera...ti piacciono i libri, mia cara?- chiese lui con voce lenta, senza voltarsi.

-Chi sei?- chiese lei senza rispondere alla domanda.

-Non essere aggressiva. Sono solo un uomo d'affari- finalmente si voltò verso di lei, avanzando fino al centro della stanza.

-Un uomo d'affari...?- ripeté Aya,spaesata.

Cosa ci faceva un uomo d’affari nella sua camera, a quell’ora della notte, mentre fuori c’erano dei mostri spaventosi?

Lui si tolse il cilindro mostrando il capo calvo, facendo un profondo inchino.

-Chiamami Ogre. Speravo di conoscerti, giovane ragazza.- la fissava ardentemente con i piccoli occhi rossi.

-Ma c'è un problema qui... questi corpi che bighellonano dentro la casa...-

-Corpi...? Quei mostri qui fuori? Sembravano i mostri di una storia...- disse Aya voltandosi brevemente verso la porta.

-Perché questi mostri..-

-E' una maledizione- la interruppe Ogre facendola sobbalzare.

-Quelli sono i corpi dei soggetti degli esperimenti di tuo padre. Sono tornati indietro grazie al potere della maledizione. Per vendicarsi di tuo padre... è sicuro.- affermò facendo un sorriso divertito.

-Cosa? Quindi papà è in pericolo? Devo salvarlo!-

-Perché dovresti?-

Aya lo guardò interdetta.

-Per raggiungere i suoi obbiettivi, ha ucciso molte persone nei suoi esperimenti. Questo è il suo castigo. Hai conosciuto adesso... la vera natura di tuo padre... e vuoi lo stesso salvarlo?-

La ragazzina abbassò gli occhi. Dopo qualche secondo di silenzio uscì dalla stanza.

-Cara, cara... forse non può ancora capire il loro dolore...- mormorò l’uomo scuotendo la testa.

 

Aya avanzò lentamente nel corridoio,dove i mostri erano scomparsi, il rumore dei passi soffocato dal pesante tappeto rosso.

-Devo andare a salvare papà!-

 

 

 

Angolo Autrice

Ma solo io, quando Aya sogna e suo padre dice ‘le sue bistecche sono le migliori del mondo’ ho pensato ad un altro tipo di bistecche? Sadico com’è, poteva riferirsi a tutto.

E quando Aya dice “Papà diventerà pazzo se esco un’altra volta”… è già pazzo, non può diventarlo C:

Ciancio alle bande, eccomi con una nuova storia, stavolta tratta dall’RPG Horror Mad Father.

Cercherò di tenere fede più possibile agli avvenimenti del gioco. Metterò tutti i finali e cercherò di includere i due speciali, ovvero quello in cui si prendono tutte le gemme e ‘If’.

A proposito di gemme, le ho rimosse dalla storia, perché non hanno molto senso se raccontata così.

Una cosa: quando Aya ‘parla’ con il ritratto della madre e dice di odiarla, si riferisce a Maria, infatti non vuole che prenda il posto di Monika.

Lo ammetto, la prima volta che ho giocato,ho pensato fosse un po’ pazza e si riferisse alla sua stessa madre.

Pubblicherò la storia quando sarà completa, quindi questo è l’unico Angolo Autrice. Credo.

Ora concludo che altrimenti il mio angolo diventa più lungo del capitolo intero. Non so nemmeno se sto angolo è venuto bene perché sto scrivendo in mezzo al codice html, ho creato un casino perché l'ho tipo copiato da un documento nel pc, si è creato un manicomio insomma.

Datemi il vostro parere e date un’occhiata al mio profilo.

Ci si legge all’ultimo capitolo, o in qualche nota futura,

Miku.

 

 

   
 
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