Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Tony Stark    08/03/2016    4 recensioni
Aveva visto i giganti a Trost, l'aveva visto morire, ma era solo un incubo. Giusto?
""No, no... Marco!"; Il gigante inclinò la testa all'indietro, spalancando la bocca mentre portava il corpo di Marco verso di essa."
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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It's only a Nightmare... All will be okay


Il distretto era stato invaso.

Le loro squadre venivano spazzate via. I giganti avanzavano con quelle loro espressioni vuote, mentre afferravano i suoi compagni e li divoravano.

Mentre lui correva, correva. Si allontanava il più possibile da quei mostri che stavano mietendo tutti i suoi compagni, uno dopo l'altro.

Non si voltò indietro. Non aveva  il coraggio di farlo, di vedere i suoi amici morire mentre lui correva via come un codardo.

Il cavo non partì e lui si trovò a cadere verso la strada... non era abbastanza in alto per finire ucciso dalla caduta, ma lo era abbastanza per finire seriamente ferito.

Quando si scontrò contro il duro suolo, lanciò un grido per la scossa improvvisa e lancinante di dolore che lo aveva colto... portandolo quasi a rimanerne paralizzato, bloccato lì in mezzo alla strada insanguinata.

Dove giacevano i corpi per metà divorati dei suoi compagni.

Gli sembrava che lo guardassero, che lo incolpassero delle loro morti... perché era stato troppo codardo per combattere.

Non riusciva a muoversi, non sapeva cosa lo bloccava... se fosse il dolore o la paura o se fossero semplicemente entrambi.

Poi sentì un sibilo, il sibilo dei cavi di un 3DMG, e poi una voce, una voce terrorizzata, una voce preoccupata chiamarlo.

<< Jean! >>; Lo sentì, lo vide atterragli accanto. Quegli occhi castani cercare i suoi nella speranza  di vedervi la vita che vi bruciava dentro e di non incontrare gli occhi freddi di un cadavere.

<< Oh, Sina! Jean sei ferito? >> gli chiese, mentre si chinava verso di lui, cercando di aiutarlo ad alzarsi, era così pericoloso rimanere in strada mentre i giganti erano nel distretto.

Marco era sempre così gentile con lui, nonostante il modo in cui alle volte lui gli scattava contro dopo una discussione con Eren... Chissà se il suicida era ancora vivo?

"Sto bene, Marco" cercò di dire, ma non appena cercò di farlo un dolore acuto al fianco lo lasciò muto... aggiungendo altre preoccupazione allo sguardo di Marco.

<< Va tutto bene, Jean. Non preoccuparti. >> disse dolcemente Marco << Ora ti porto via da qui. Andrà tutto bene >>

E lui gli credette. Finché lo  vide, un gigante classe 4. Era dietro di loro, come potevano non averlo sentito?

Allungò la sua mano gigantesca e poi afferrò Marco mentre lui ancora lo guardava. Con quel leggero sorriso rassicurante a distendergli le labbra.

Vide lo sguardo di Marco farsi via via più spaventato, perché non combatteva? Perché non si liberava dalla mano del gigante?

E poi se ne rese conto Marco non aveva più lame, non aveva più lame per combattere.

Marco si agitava nella mano del gigante, allungando la sua di mano verso di lui. Quasi pregandolo per il suo aiuto.

<< Jean! >> gridò, in preda al terrore mentre la bocca del gigante si faceva sempre più vicina.

"No, no..." << Marco! >> gridò lui, nonostante il dolore, mentre si rimetteva in piedi tremante per le scosse continue di dolore che gli scuotevano il corpo al minimo movimento. Strinse le mani attorno al dispositivo di controllo.

Doveva salvarlo, doveva farlo.

Ma i cavi non partivano, non importa quanto tentasse. Voleva correre verso quel gigante, distrarlo, fargli lasciare la presa su Marco.

Il gigante gli bloccò anche la parte superiore del corpo, stringendola con l'altra mano.

<< Marco! >; Provò ancora a far partire i cavi. Niente.

E poi un rumore risionò nel silenzio, uno schiocco. Il gigante aprì la mano che aveva stretto attorno alla parte superiore del corpo di Marco.

Quegli occhi castani così spaventati fissi verso di lui, ma sapeva che Marco non riusciva più a vederlo.

"No, no... Marco!"; Il gigante inclinò la testa all'indietro, spalancando la bocca mentre portava il corpo di Marco verso di essa.

Metà del suo corpo era effettivamente dentro la bocca del gigante quando questo la chiuse di scatto.

***

Jean Kirschtein si svegliò, i suoi occhi si spalancarono, la pupilla così dilatata da inghiottire l'iride.

Il respiro veloce e affannato, il suo cuore che batteva velocemente.

I capelli umidi di sudore appiccicati alla fronte e una strana sensazione che sembrava essere sia paura che disperazione e preoccupazione che gli gravava nel petto.

Quello che aveva visto gli era sembrato così reale... Marco, dov'era Marco?

Stava per alzarsi dalla cuccetta, per cercarlo, quando voltandosi il suo sguardo cadde sulla cuccetta di fianco alla sua. Marco era lì.

Dormiva tranquillo.  Il viso leggermente voltato verso di lui, la sua espressione era  rilassata.

Nel vederlo Jean si calmò quasi istantaneamente... Marco stava bene... lui aveva avuto solo un incubo. Solo uno stupido incubo, dannatamente realistico.

Era ancora notte fonda, probabilmente aveva ancora quattro ore per dormire davanti a sé.

E con questo pensiero Jean tornò a sdraiarsi sul lettino, voltato su un fianco. E per qualche minuto, per quanto inquietante fosse, rimase a guardare Marco dormire.

E nello stesso istante in cui Marco Bodt aprì gli occhi, svegliato dalla sensazione di essere osservato, Jean Kirschtein si assopì con un piccolo sorriso gentile a distendergli le labbra.

Marco si guardò intorno per un attimo prima di scuotere leggermente la testa come a cacciare via quella sensazione, per poi riassopirsi anche lui.

***

Le prime luci dell'alba cominciarono ad illuminare il distretto di Trost, l'aria ancora fresca della sera che cominciava a scaldarsi del piacevole tepore mattutino.

I componenti della 104° Squadra del Corpo d'Addestramento erano già svegli. La squadra di manutenzione numero quattro, composta da: Eren Jaeger, Connie Springer, Thomas Wagner, Mina Carolina, Sasha Braus e Samuel Linke-Jackson, era già sul Muro ad occuparsi dei cannoni.

Mentre loro, Jean Kirschtein, Marco Bodt, Krista Lenz e Ymir erano al quartier generale  della Guarnigione di Trost ad aiutare col trasporto di alcune casse dal cortile esterno al magazzino. Tutto sommato gli era capitato qualcosa di abbastanza semplice e veloce. Avrebbero finito prima delle altre squadre, questo era certo.

Jean continuava a pensare a quell'incubo, mentre svolgeva il suo compito, quasi non riusciva a guardare Marco negli occhi... sentendosi colpevole della sua morte e ogni volta si diceva che era stato solo uno stupido incubo... Non poteva farsi tormentare così da qualcosa che non era reale.

---

Come previsto terminarono per primi  il loro compito. E il comandante li congedò dicendo loro che avevano il resto della giornata libero.

Lui e Marco erano nel cortile esterno del quartier generale, in piedi uno accanto all'altro.

Il silenzio fra loro non era né teso, né scomodo ma Marco decise comunque di spezzarlo chiedendo: << Cosa c'è che non va, Jean? >>

Jean si voltò per guardarlo in viso, ma non appena lo fece, un flash dell'incubo lo costrinse ad abbassare lo sguardo, e rispondere: << Niente, Marco. Va tutto bene >>

Ma ovviamente Marco non gli credette.

<< Non mentirmi, Jean. >> disse calmo << E da sta mattina che non riesci a guardarmi negli occhi...perché? >>

Jean non voleva rispondergli, per quanto Marco fosse comprensivo, probabilmente anche lui gli avrebbe riso in faccia se gli avesse spiegato che il motivo era un semplice incubo. Questo però non gli impedì di rispondere alla domanda di Marco con un altra domanda.

<< Marco, puoi promettermi una cosa? >>

<< Jean... Non hai risposto alla mia domanda >> gli rispose col suo solito sorriso tranquillo.

<< Marco, per favore.... Ascoltami. >> disse Jean << Poi promettermi una cosa? >> gli chiese poi.

E il sorriso di Marco scomparve, la sua espressione si fece seria, appena preoccupata. Doveva essere stato il tono quasi disperato di Jean a causare quel suo cambio d'espressione.

<< Certo. Ma Jean dimmi che sta succedendo? >>
<< Marco, promettimi... promettimi che qualunque cosa succeda, tu devi pensare prima a te... alla tua sicurezza. >> gli disse invece.

<< Che sta succedendo, Jean? Perché dovrei promettere una cosa simile? >> gli chiese, sembrava sempre più preoccupato oltre che perplesso.

<< Ti prego, Marco, promettimelo! >>

<< Va bene, Jean. >> disse << Lo prometto. >>

Nonostante sapesse che probabilmente lo aveva detto solo per calmarlo, Jean si sentì più tranquillo non appena glielo sentì promettere.

<< Ora puoi dirmi cosa sta succedendo, Jean? Perché sei così spaventato? >> gli chiese preoccupato

<< Ehm... Ecco, Marco... >> cominciò e poi gli spiegò il motivo della sua paura, gli parlò dell'incubo e di quello che aveva visto. E quando finì, si aspettava davvero che Marco o ridesse della sua stupidità o si arrabbiasse, se pur poco, per averlo fatto preoccupare tanto.

Quello che Marco fece, invece,  fu abbracciarlo.

<< Va tutto bene, Jean. >> gli disse, con un tono che lo tranquillizzò tantissimo << Era solo un incubo, ma se mai dovesse succedere. Ti prometto che manterrò la mia promessa, Jean. >>

<< Grazie, Marco. >> sussurrò Jean. Stringendosi un poco al suo migliore amico, prima che sciogliessero l'abbraccio.  Quel silenzio scese di nuovo fra loro due.  Prima che Marco si voltasse verso il Muro. Piegando leggermente la testa verso l'alto, guardando il cielo.

Sorridendo.

<< Guarda che bella giornata, Jean >> gli disse. E anche Jean guardò il cielo assieme a Marco.

Quel cielo così bello e infinito, abbellito da vaporose nuvole bianche. Il castano non disse nulla ma sorrise solamente.

<< Andrà tutto bene. >>

<< Sì >> concordò Jean << Domani a quest'ora saremo nel Muro Sina, con lo stemma della Gendarmeria, saremo davvero al sicuro lì >>

<< E potremo proteggere il Re >> gli ricordò Marco

<< Già... >> accordò Jean << E proteggeremo il Re >>


Jean era tranquillo, rassicurato dalle parole e dalla presenza di Marco. Mentre entrambi pensavano al loro sogno che stava per realizzarsi...

...

...

Se solo avessero saputo che da lì a poche ore l'incubo di Jean sarebbe diventato realtà, se solo avessero saputo che quella era l'ultima volta che parlavano insieme.

Se solo avessero saputo che presto della loro coppia inseparabile sarebbe rimasta in vita solo una metà...

... Se solo l'avessero saputo probabilmente non avrebbero ancora tenuto per loro i sentimenti che provavano uno per l'altro... No, non l'avrebbero fatto.













Note dell'Autore

Buonsalve(?) a tutti fandom di AoT.

Sono tornato con un altra storia, sta volta su Jean e Marco... :'(

Spero che la storia vi piaccia.

-Anthony Edward Stark
   
 
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