Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MimiRyuugu    09/03/2016    4 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiooorno *-*
perchè si, come al solito è oramai mattina. Ed io sono presumibilmente in ritardo, ma mi hanno cambiato i giorni lavorativi, per cui devo cercare di organizzarmi meglio le nottate libere XD 

Avvertenze: OCC, casino vario, vecchie e moleste conoscenze. I fazzoletti sono accanto all'insulina laggiù *indica banco 2 in fondo alla sala* u.u

In questo capitolo troviamo We Be Burning di Sean Paul (quanto vecchie le canzoni però XD), Bad Boy dei Cascada, Anna-Molly degli Incubus (una fra le mie preferite *^*) e Devour del caro Manson. Come al solito vi invito a sbirciare su Spotify sotto il nome mimiryuugu, in cui ci sono tutte le playlist delle ff *^*

Ora vi lascio al capitolo,
buona lettura <3



Trentunesimo Capitolo

Giulia corse veloce fino al castello. Fuori l’aria era diventata davvero gelida e nemmeno il suo cappotto bastava più. Strinse a se il peluche. E andò alla Torre di Grifondoro. Arrivata alla camera si fermò un attimo per prendere un respiro. Una luce si intravedeva da sotto la porta. “Non trattare le mie amiche così! Sono le persone più care che ho!” esclamò una voce. “E io chi sono?” sbottò una voce maschile. “Tu?! Tu sei l’uomo che mi ha regalato un bambino di cartone!!” urlò quasi la voce prima. La ragazza scosse la testa divertita. “Io voglio il tuo bambino di cartone Trey!!” squittì Hermione. “Io preferisco il lungo arnese di Richard…” commentò Anna. Per poco Giulia scoppiò a ridere. Però si trattenne ed aprì la porta. Le amiche se ne stavano sul letto della castana. La tv grandezza normale accesa sul loro telefilm preferito. Anche se in quel momento il prefetto stava colpendo Anna con una scarica di cuscini. “Io parlavo della rosa Herm!!” si difese quest’ultima. Quando sentirono la porta richiudersi le amiche si voltarono. Anna stoppò il dvd. “Che delusione! Mamma è tornata a dormire!” commentò poi. L’amica si spogliò il cappotto e glielo tirò addosso. “Sbaglio o hai un nuovo figlio fra le braccia?” notò divertita Hermione. Giulia abbracciò forte Gloria poi la ripose sul suo letto. “Dove siete andati?” chiesero quasi in coro le altre due. La ragazza si tolse le ballerine abbandonandole in un angolo. Poi ancora zitta andò in bagno con il pigiama su una spalla. Anna ed Hermione si guardarono incuriosite. Poco dopo Giulia tornò in camera. “Severus mi ha portata in centro a Londra…in un centro commerciale fighissimo! Con tantissime vetrine, sala giochi e cinema…” iniziò a raccontare. Le amiche si posizionarono tutte e due a pancia in giù dividendosi il letto. “Cosa siete andati a vedere? ‘Scenario Retrospettivo della Vita nelle Grotte Africane?’” ghignò Anna. La ragazza sorrise. Poggiando i vestiti sul baule. E sedendosi sul proprio letto a gambe incrociate. “Madagascar 2…” la corresse. Il prefetto strabuzzò gli occhi. Mentre la castana cadde a sedere in giù dal letto. “Abbiamo mangiato pop corn e diviso una coca cola…poi mi ha offerto un frappé…” elencò Giulia. Arrossendo un attimo al ricordo di Severus ed il gelato. Anna intanto si era tirata su. “E voi che avete fatto?” chiese divertita la ragazza. Hermione indicò la tv. “Mangiato dolci, continuato la maratona, urlato oscenità…il solito…” raccontò. La castana ghignò. “Dove siete arrivate?” chiese Giulia. Alzandosi e fiondandosi sul letto di Anna. “Trey ha regalato il bambino di cartone a Charlotte, Samantha fa finta che Richard non le piaccia e Carrie inizia a vivere con Aidan…” spiegò Hermione. La castana riprese il telecomando. “Finiamo la quarta serie?” propose. Le altre due annuirono. “Però dobbiamo tenere legata Anna…altrimenti violenta la tv finché c’è Richard…” precisò il prefetto. “Senti chi parla…miss McDougal…” la prese in giro Anna. Giulia rise e prese un biscotto.  “Avanti allora! E speriamo che Mr Big compaia al più presto!” esclamò. Ed ecco che castana premette play. Le ragazze si godettero la compagnia del telefilm fino a che la serie fu finita. In realtà sarebbero state in grado di continuare. Ma si erano rese conto che si sarebbero svegliate ad un’ora più disumana del solito se avessero proseguito la visione. Così le tre conclusero un altro sabato sera. L’ultimo di gennaio per la precisione. Febbraio le investì con il suo vento gelido contornato da umidità. Facendo sciogliere l’ultima neve rimasta. Ma portandosi con se la prima lezione di Materializzazione. Rivelando un trio piuttosto irritato il sabato successivo. La settimana era passata più svelta di quanto si fossero aspettate. Il ritmo dei compiti ed interrogazioni non faceva altro che abbondare. Portando con se serate tutte al femminile nel dormitorio. Il sette febbraio gli uragani si recarono in Sala Grande, dove si era deciso di spostare la prima lezione, causa maltempo. Infatti una violenta pioggia aveva iniziato a spirare quella notte. E non aveva dato nemmeno un attimo di tregua, continuando a frustare le finestre. Hermione, Giulia ed Anna si posizionarono accanto a Draco. La prima era di umore abbastanza neutro. Aveva avuto una serie di bei voti. Si era messa con Ron. Però non erano mai riusciti ad uscire come una vera coppia. In più c’era sempre il problema di Mark e dei compiti. La seconda era entusiasta ancora per i ricordi dell’uscita al cinema. E anche se per quella settimana non avevano fatto altro che correggere compiti lei ne era comunque felice. La terza era un po’ seccata di essere stata buttata giù dal letto anche di sabato mattina. Però almeno poteva vedere il biondo, che sembrava ancora immerso nei compiti. “Hey Draco!” lo chiamò Hermione. Il ragazzo si voltò seccato. “Che c’è?” sbuffò. “Hai visto Mark nelle ultime due settimane? In Sala Comune ad esempio…” gli chiese. Draco trasalì. “Si…anche se era sommerso dai libri…stanno davvero pestando duro i prof con quelli del settimo anno…” spiegò. Il prefetto annuì. Eppure c’era qualcosa che non le quadrava. “Hey amore…tutto ok?” chiese poi Anna. Il biondo trasalì. “Certo…perché non dovrei?” le sorrise. La castana abbassò lo sguardo. Oramai si vedevano solo ai pasti. Ogni sera c’era qualcosa. E lei si stava intristendo. E diventando pure paranoica. Giulia intanto scrutava la sala. C’erano i professori capi di ogni Casa. Accanto a loro un piccolo mago che doveva essere l’istruttore mandato dal Ministero. “Buongiorno…mi chiamo Wilkie Twycross e sarò il vostro Istruttore Ministeriale di Materializzazione per le prossime dodici settimane. Spero in questo periodo di riuscire a prepararvi…” iniziò a dire. “Possiamo vederci stasera?” sussurrò piano Anna. Cercando di avvicinarsi per prendere la mano a Draco. “Devo finire Trasfigurazione…e ho promesso a Blaise di aiutarlo in Pozioni…mi dispiace amore…” rifiutò. “Malfoy e Haliwell, silenzio! State attenti!” li richiamò la McGranitt. Il biondo le strinse la mano per qualche minuto. Intanto Twycross proseguiva nella spiegazione. Precisando che la sala era stata liberata dal suo incantesimo anti smaterializzazione per un’ora da Silente. “Prego, disponetevi in modo da avere un metro e mezzo di spazio davanti a voi…” esordì poi. Gli studenti cercarono di obbedire. Causando soltanto un gran caos. Dovettero intervenire i direttori delle quattro Case per sistemarli in fretta. In più l’istruttore fece apparire dei cerchi sul pavimento. Attorno ad ogni alunno. “Le cose importanti da ricordare quando ci si Materializza sono le tre D!” spiegò Twycross. “Destinazione, Determinazione, Decisione!” aggiunse. Poi iniziò a precisare a punti i passi da svolgere. Quando diede il via iniziarono a vedersi le prime comiche. Hermione tentò con tutte le sue forze di girare su se stessa e materializzarsi. Ma tutto quello che ottenne fu solo un capogiro. Giulia invece prese troppo slancio e finì a sedere in giù nel suo cerchio. La determinazione di Anna era tornata a dormire. Quindi la castana provò a fare un breve giretto. Quando vide che non succedeva nulla si arrese. La McGranitt sospirò esasperata. Alla fine l’unica cosa di più simile ad una materializzazione fu lo Spaccamento di una ragazza di Tassorosso. Che finì singhiozzante e spaventata. Così l’ora passò senza particolari emozioni. Alla fine Twycross congedò gli studenti. Ed uscì dalla sala accompagnato dalla professoressa McGranitt. Draco diede un veloce bacio alla castana e si volatilizzò. “Draco…” sospirò affranta Anna. Hermione le battè una mano sulla spalla. “A quanto pare i Serpeverde sono troppo impegnati…” sbuffò. Poi prese Giulia per un braccio per evitarle l’ennesimo scontro con il pavimento. La sera non fu prolifera per nessuna delle tre. Hermione se ne rimase in dormitorio. Mark non dava segni di vita. Ed ecco che anche Ron la liquidava per i compiti. Giulia andò dal suo professore. Passarono tutta la sera chini sui soliti fogli. Mentre Anna rimase in camera con il prefetto. A rimuginare su cosa stesse combinando Draco. Così un altro week end trascorse. La seconda settimana di febbraio portò con se la festa prediletta degli innamorati. “Che gioia…” soffiò irritata Anna. Giulia sorrise. Le tre stavano andando a fare colazione in Sala Grande quel lunedì. Hermione in testa. Si erano svegliate in ritardo a causa del mancato suono della sveglia. D’improvviso la castana si sentì prendere la mano. Speranzosa che fosse Draco si voltò. Ma con suo disgusto era un altro ragazzo. “Quanto mi sei mancata mio tesoro! Mia vita! Mio sole estivo!” esordì tragico Keith, abbracciando Anna. Che si liberò subito. “E io che speravo fossi morto…” sibilò. Il Corvonero scosse la testa. “Sono vivo e vegeto! Sopravvissuto solo grazie al mio desiderio di stare con te amor mio!” recitò ancora. Però quando si voltò la diretta interessata e le sue amiche avevano già ripreso a camminare. “Quanto vorrei un Death Note…” sussurrò inviperita Anna. Le amiche scossero la testa divertite. Ovviamente il ritorno di Keith si sentì. Ad ogni buona occasione si fiondava sulla povera Anna. Sembrava deciso ad impegnarsi ancora di più per renderle la vita impossibile. Così quel venerdì la castana scoppiò del tutto. Esasperata al limite. “Piantala! Evapora! Sparisci!” gridò sfinita. Il trio stava andando a Pozioni. Ed immancabilmente era stato fermato. “Ma tesoro! Devo assolutamente proporti una cosa!” le disse fiero Keith. Anna lo guardò scettica. “Vieni con me alla festa di domani sera!” la invitò. Giulia lo guardò dubbiosa. “Festa?” chiese. Il ragazzo annuì. “Festa di San Valentino…dalle nove in poi nella Stanza delle Necessità!” spiegò. “E scusa…secondo la tua logica schiacciante, perché dovrei venire con te, visto che ho già un ragazzo?” sbottò acida Anna. Keith le scivolò vicino. “Perché a quanto pare tu e Draco non vi vedete quasi più…quindi ho ufficialmente campo libero…” spiegò mellifluo. Giulia ed Hermione gli tirarono i loro libri in testa. Mentre la castana iniziò a camminare verso l’aula. Fuori c’era proprio il biondo che le serviva. Quando lo vide lo raggiunse correndo. “Draco!” lo chiamò Anna. Il biondo le sorrise. Lei lo abbracciò. “Come mai tutta queste energia di venerdì?” osservò divertito. “Domani andiamo assieme alla festa vero?” disse subito lei. Draco la guardò dubbioso. “C’è una festa di San Valentino…” spiegò spiccia. Il biondo ghignò. “E da quando a te interessa questo tipo di feste?” commentò. Anna lo guardò implorante. “Non usciamo assieme da almeno un mese! Non ci vediamo se non in Sala Grande…sembra che…che non stiamo nemmeno più assieme!” confessò preoccupata. Draco scosse la testa. “Non dire sciocchezze…quando i professori smetteranno di soffocarci con i compiti torneremo a vederci regolarmente Anna…lo sai che se inizio ad andare male mio padre inizierà a rompere…” rimbeccò. “Quindi domani ci andiamo?” chiese ancora speranzosa. Il biondo scosse la testa. Anna tremò di poco. “Ti prego Draco…mi sto davvero preoccupando…” sussurrò. Il ragazzo le diede un bacio. “Non hai nulla di cui preoccuparti piccola…davvero…” rispose. Mentre il suo cuore sussultava. Si stava comportando veramente come un’idiota. Si era fatto prendere dal panico. Ed ora quello che davvero contava lo stava perdendo. Giulia ed Hermione li raggiunsero poco dopo. “Ora andiamo…non vorrai farti richiamare da Lumacorno?” commentò divertito. Anna fece il suo labbro tremulo ma il ragazzo rimase fermo sulla sua decisione. E così nemmeno quella sera i due si videro. Oramai Anna ed Hermione passavano ogni sera in dormitorio. Non era il massimo. Così decisero che, per premiarsi, la sera dopo sarebbero andate tutte e tre alla festa. Con o senza uno straccio di uomo accanto. Nonostante il proposito, Anna la sera si rifiutò di mangiare. Il giorno dopo non fece colazione e nemmeno pranzò. E ancora niente cena. “Giuro che stasera mi ubriaco…” disse secca Anna. Sistemandosi la gonna a balze. Hermione la fulminò con lo sguardo. “È da ieri sera che non mangi Anna…non vorrai rischiare il collasso…” osservò. Per poi raggiungere in bagno Giulia. “E poi non credo che ci siano alcolici…siamo a scuola dopotutto…” aggiunse quest’ultima. La castana sbuffò. Intanto la ragazza aveva iniziato a sistemare i capelli al prefetto. “Credi che ci sarà Ron stasera?” le chiese. Hermione alzò le spalle. “Non lo so…ammetto che mi piacerebbe, però questa è una serata fra ragazze…” recitò. Anna irruppe in bagno. “Sai che novità…abbiamo esaurito tutti i dvd a forza di serate fra ragazze…senza contare i tuoi libri Herm…quelli che avevi nel baule li hai finiti ed io ho letto l’intera saga di Twilight…” commentò acida. Dandosi poi una veloce passata di pettine ai capelli lisci e scuri. “Se solo Ron si fosse deciso a mollare Lavanda quando ancora non ci davano valanghe ci compiti sarebbe stata una relazione più fattibile…” sbuffò il prefetto, alzandosi. Giulia le aveva fatto i boccoli e lisciato la frangia con la piastra. “Io però sono un po’ scettica riguardo a questa festa…erano Fred e George gli organizzatori di solito…” confessò quest’ultima. Anna annuì. “Loro si che mettevano musica quasi decente…se io sento anche solo un tunz tunz para para tunz tunz me ne torno in camera eh…” precisò subito. Storpiando le parole per via delle labbra aperte per mettersi il suo rossetto rosso acceso. Hermione si mise giusto un velo di lucidalabbra. Poi il trio tornò in camera. Per controllarsi allo specchio più grande. Dalla finestra si vide un lampo squarciare il cielo scuro. Seguito da un tuono. Il prefetto sobbalzò andando addosso alla castana. “Stai tranquilla Herm…è solo un tuono…” sospirò lei. Facendole una carezza sulla testa. Hermione la guardò stupita. “Ho carenze d’affetto ok?” ammise seccata. Il prefetto sorrise e l’abbracciò. Dopo diedi minuti Anna la staccò a forza. “Pronte?” chiese Giulia. Le altre due annuirono. Così uscirono a braccetto dalla camera. La Sala Comune era vuota. Probabilmente tutti erano già alla festa. I Tre Uragani percorsero tranquillamente i corridoi. Nemmeno un deserto era più vuoto. Un quarto d’ora dopo erano arrivate. Una porta apparve davanti a loro. “Le dieci meno venti…puntuali eh?” osservò Hermione. “Noi siamo dive…ci facciamo aspettare!” sorrise Giulia. Anna ghignò ed aprì. La prima visione della festa non diede una bella impressione alle ragazze. La stanza era immersa in una luce rossa molto ambigua. Alle pareti festoni con cuori ondeggiavano. Sembrava addirittura che la stessa stanza fosse stata ingrandita. Per permettere di piazzare, tutt’intorno alla pista da ballo, dei divanetti. Le note di Sweet Dreams degli Eurithmics accompagnava le coppiette che già ci si erano piazzate. Da un lato anche un lungo tavolo faceva la sua presenza. Sopra vasta scelta di bottiglie di ogni colore troneggiava. “Non è poi così male…” cercò di autoconvincersi Giulia. Anna entrò indifferente. “Era meglio quella di Manson…” soffiò. Andando subito al tavolo. Le amiche la seguirono. La castana iniziò a analizzare le bottiglie. “Limoncello, Jack Daniels, Anima Nera…sono tutti alcolici!” esclamò allibita Hermione. Anna ghignò e prese un bicchiere. Giulia scosse la testa. “Ti farà male…” la rimproverò. Ma la castana non volle sentir ragioni. E si versò una dose abbondante di Baileys. Il prefetto guardò fra le bottiglie. Non trovando nulla che le suonasse bene e non sapendone i gradi optò per il solito caro Limoncello. Giulia invece non si versò nulla. Non aveva sete. Anche se forse una bella dose di alcool le avrebbe fatto bene. Tutto pur di offuscare quella festa. Era il disfacimento di tutto quello che avevano cercato di costruire Fred e George. In quel momento si che si sentiva la loro mancanza. “Che palle che sei Ginny! Dammi quel Jack!” rimbeccò una voce vicino a loro. “Non rompere tu e vai a ballare con Blaise!” sbottò Ginny. Scolandosi un lungo sorso dal bicchiere che aveva in mano. Hermione le guardò allibita. “Quello è il mio bicchiere!” si lagnò Mary Kate. Anna rise. “Da quando bevi sorellina?” la prese in giro. La baby Haliwell sbuffò. Subito la raggiunse Blaise. Passandole un altro bicchiere. “Ecco qua bimba… sapevo che Ginny si sarebbe appropriata del tuo Daniels…” sorrise. Mary Kate gli saltò quasi in braccio. Bevve un sorso dal bicchiere. Poi guardò male Ginny e prese a braccetto il Serpeverde. Passando accanto alla sorella. Anna prese Blaise per un braccio. “Controllala e non farle bere troppo…” soffiò. “Si signora!” esclamò serio il ragazzo. Mary Kate lo strattonò ed i due tornarono sulla pista da ballo. Anche Ginny si dileguò subito. “Questa festa è oscena…” commentò stizzita Hermione. Bevendo a tratti dal bicchiere. “Sei più credibile senza il Limoncello in mano Herm…” le fece notare Giulia. La castana rise. “Io credevo che ci fosse solo la piovra del Lago Nero…ed invece guardate la…” osservò indignata il prefetto. In effetti le coppie sui divanetti mostravano chiaramente la loro passione reciproca. Mani ovunque. Gonne troppo alzate. “Che spettacolo degradante…” commentò Anna. “Potrebbe capitare di peggio…” osservò una voce famigliare. Il trio si voltò. Trovando Ron apparso da chissà dove accanto ad Hermione. “Tipo?” chiese divertita Giulia. “Potevano trasformare la stanza nella magione di Playboy…” commentò. Solo dopo il prefetto notò che anche il rosso aveva un bicchiere in mano. “Mione…tu bevi?” la superò lui. Lei arrossì. E si guardò intorno innocente. “Solo qualche volta…” rispose. “Anche tu però vedo che non scherzi! Martini bianco?” cercò di indovinare Anna. Facendo una radiografia del bicchiere di Ron. Lui scosse la testa fiero. “Sempre e solo vodka…” commentò. Hermione sorrise incredula. Era vero che nelle feste tutti davano il peggio di se. “Dove hai lasciato il paranoico?” chiese ancora Anna divertita. Bevendo l’ultima goccia di Baileys. “Harry dici? Era qui in giro…anche se penso che si tornato in dormitorio…e tu, dove hai lasciato il platinato?” commentò Ron. La castana alzò le spalle. “Non è voluto venire…magari si sono incontrati in segreto…ti immagini che scoop?” osservò. Poi lei e il rosso si guardarono. E rabbrividirono. Una canzone famigliare divagò nell’aria. “Toh guarda il caro Alice Cooper…” sorrise Anna. Ron non se lo fece ripetere ed invitò Hermione a ballare. Le amiche la spinsero quasi verso la pista. Così i due bevettero d’un fiato ciò che rimaneva nei bicchieri e si tuffarono. “Quanto sono carini quei due insieme?” sospirò Giulia. La castana ghignò. “Dovremmo fare una statua a Ron…l’ho veramente rivalutato…” osservò. Poi fece per riprendere la bottiglia di Baileys per versarsene dell’altro. Però qualcuno ebbe la sua stessa idea. “Molla l’osso! Prima le signore!” ringhiò. Il malcapitato rimase a bocca aperta. “Accuccia Haliwell…stai calma…non te la rubo mica…” commentò Josh quasi impaurito. Anna si riempì veloce il bicchiere e andò accanto a Giulia. Il ragazzo rinunciò alla sua dose. Poi si avvicinò. “Hey bodyguard, posso parlare un po’ con Giulia?” le chiese. La castana lo fulminò con lo sguardo. Ma l’amica le battè una mano sulla spalla. “Tranquilla Anna…è tutto apposto…” sorrise. Anna si allontanò. “Guarda che ti tengo d’occhio…” soffiò verso Josh. Andando a poi sistemarsi in un angolo accanto al tavolo. “Scusala…è un po’ nervosa…” disse timida Giulia. Il ragazzo alzò le spalle. “Strano…di solito è sempre attaccata a Malfoy…problemi di coppia?” buttò li. La ragazza lo guardò male. “S…scusa…io…io non intendevo fare nessuna insinuazione…” si scusò subito. Giulia scosse la testa. “Già…basta Keith a rompere le scatole…” sbuffò secca. Josh sospirò. “Il troppo studio a volte fa morire i neuroni…mai sentito dire che lo studio fa male?” commentò. La ragazza sorrise divertita. Era tranquilla. Dopo la chiacchierata del primo novembre ogni brutto sentimento verso di lui si era cancellato. “Sono…felice sai? Dico…di questo…” esordì ancora Josh. Giulia annuì timida. “È bello parlare come…una volta…” aggiunse ancora lui. La ragazza sorrise. La musica si interruppe per un minuto. “Allora ragazzi, vi state divertendo?” esclamò un ragazzo da sopra la consolle. Doveva essere del settimo anno. Dalla folla si levò un grido di eccitazione. “Perfetto! E ora l’atmosfera si scalda! Avanti!” urlò ancora. Per poi riprendere la musica alzandola di altri dieci decibel. “Più che una festa di San Valentino sembra una festa per trovarsi chi portare a letto stasera…” commentò un poco irritata Giulia. Josh la guardò allibito e lei arrossì. “Ti va di ballare? Prometto di stare ad una distanza di sicurezza…” la invitò. La ragazza alzò le spalle. Così i due si buttarono in pista. Just gimme the gees an we be clubbin yow.(clubbin yow). Gal a make we please and we be thuggin' now.(thuggin' now). Si sistemarono verso il bordo. “Non so tu, ma non ho voglia di finire la in mezzo…” osservò riluttante Giulia. Josh annuì. “Probabilmente quelli là non sanno nemmeno come uscirne, ecco perché c’è così tanta gente sulla pista…” commentò. La ragazza rise. Non ci credeva nemmeno lei! Stava ballando con il suo ex ragazzo. Che l’anno prima l’aveva quasi violentata. Eppure non provava più nulla. Rabbia, rancore, erano tutti sentimenti che si era lasciata indietro. Little hennesy an we'll be bubblin yow.(bubblin yow). Set we mind at ease we got to take it slow. Giulia continuò a muoversi senza badare molto nè a chi aveva vicino nè alla folla a qualche passo da lei. Josh però la guardava eccome. Era come essere tornati ai vecchi tempi. Se solo fosse cresciuto prima. Prima, di commettere tutti quegli errori. Anche se lo aveva notato subito. Non solo lui era cresciuto, anche lei. Quella che per lui sarebbe stata sempre ‘Giuly’. In un attimo l’aveva vista vicino al tavolo con Anna. Nelle sue solite Converse viola. Solo che qualcosa era diverso. La vedeva sotto un’altra luce. E non centrava di certo l’illusione rossa da cui erano avvolti. Lei gli piaceva ancora, la voleva ancora più di ogni altra cosa. Però era abbastanza saggio da non fare nulla di avventato. Non voleva farla soffrire di nuovo. So when you see the S.p. floatin don't provoke him, cause the girls we be poking have to smoking. “Hey Josh! Tutto ok?” gli chiese Giulia. L’aveva visto un pò imbambolato. “Tutto ok…tranquilla…” sorrise lui. Non era più abituata a tutto quel movimento. Era fuori allenamento. Così la ragazza provò a fare dei semplici passi, seguendo il ritmo. Best thing fi the recreation a fi get the best girls inna every nation. All Topper girls we promotin and suportin. “Ehm…Giuly…come…come va con il tuo ragazzo? State ancora assieme?” chiese d’improvviso Josh. La ragazza si fermò un attimo, fulminandolo con lo sguardo. “Io…io non volevo fare nessuna allusione, lo giuro! Volevo solo…ecco…sapere se ti tratta bene…” si corresse subito. Giulia tornò a ballare. “Si, stiamo ancora assieme e ancora si, mi tratta benissimo…e tu? Con quella ragazza del ballo?” rispose. Josh alzò le spalle. “Helena? Non ci stavo assieme…sai mi ha fatto tenerezza ed allora ho accettato il suo invito…per il resto nulla, felicemente single…” spiegò. Giulia lo guardò divertita. “Felicemente?” commentò. Il ragazzo annuì. And dem love how we flow king here them shouting. First class ticket invitation girls from New York, England and Jamaican. All’improvviso qualcuno urtò Giulia. Josh la prese giusto prima che cadesse a faccia in giù. Venendo così investito dal suo profumo. La ragazza si rialzò imbarazzata. “Grazie…” sussurrò. “Potevano allargare la pista invece che far posto per quegli stupidi divanetti…” osservò lui. Giulia annuì, tornando a ballare. Chissà che stava facendo Piton. Correggeva compiti. Ultimamente ne aveva veramente una montagna. La ragazza si sentiva un po’ in colpa per averlo lasciato da solo. Però lui aveva insistito che prendesse parte ad uno dei “rituali dell’adolescenza”, come li chiamava lui. Raccomandandole di non bere e non accettare caramelle dagli sconosciuti. Giulia gli aveva sorriso da brava bambina. In fondo non aveva ancora bevuto nulla. Però le stava venendo sete. Everyday we be burnin not concernin what nobody wanna say. We be earnin dollars turning cause we mind de pon we pay. “Cos’hanno, svaligiato le cucine per riempire tutta la tavola?” commentò divertita la ragazza. Josh rise. “Da quanto so hanno altre tre casse di superalcolici…” rispose. “Prevedo una romantica nottata a tenersi la testa a vicenda sul water del dormitorio per molte di queste coppiette…” esordì Giulia. Facendo una piroetta. “Penso che tu sia l’unica che non beve qui…” sorrise Josh. Lei scosse la testa. “Io bevo…ma solo se ho sete…e sinceramente me ne sta venendo abbastanza…” confessò. Il ragazzo si accorse di essersi avvicinato. “Se vuoi possiamo andare a prendere qualcosa…” propose. Ma la ragazza rifiutò. “È da tanto che non ballo! Voglio sgranchirmi le ossa!” precisò. Josh rise. “Il tuo ragazzo non è venuto stasera?” le chiese. Giulia scosse la testa. “Immerso nei compiti di Difesa…” rispose. Il che era vero. “Anche a San Valentino? Però!” osservò quasi impressionato Josh. Ora entrano davvero vicini. Troppo. Bastava che qualcuno spingesse un dei due e si sarebbero potuti tranquillamente baciare. Ma il ragazzo scosse la testa. Si allontanò facendosi spazio. Mentre Giulia continuava a ballare ignara di tutto. A Josh bastava così. Ballare con lei anche solo un’ultima volta. Senza sfiorarsi. Come ai vecchi tempi, quando lui la osservava dal suo tavolo a pranzo. Worth more than gold and oil and diamonds girls we need dem everyday. Recognize it, Pimpin as we riding. Anche un’altra coppia ballava senza freni. Poco più in la Hermione era letteralmente appiccicata a Ron. Appena la canzone finì i due presero un profondo respiro. “Che dici, pausa bevuta?” propose la ragazza sfinita. Il rosso rise. “Hermione Granger…devo forse intuire che le tue amiche ti hanno condotto sulla via sbagliata?” commentò. La ragazza scosse la testa. “Io sono sempre stata così…solo che tu te ne sei accorto solo ora…” ghignò. Ron la tirò a se per un braccio e la baciò. “Quanto mi piace quando fai così Mione!” esclamò. Hermione arrossì. Però rise. Ed ecco che un’altra canzone iniziò. Remember the feelings, remember the day, my stone heart was breaking, my love ran away. “Eh no…questa la dobbiamo ballare!” decise subito Ron. Hermione alzò le spalle. I suoi piedi potevano resistere un altro round. Quando si voltò per tornare a ballare vide Giulia e Josh. “Hey, Roberts è vivo e vegeto…non mi dirai che sono diventati amici!” disse sorpreso il rosso. Ricominciando a muoversi. “Non lo so sinceramente…dopo Giulia mi dovrà raccontare un po’ di cosette…” rispose dubbiosa. Poi anche lei lo seguì. This moments I knew I would be someone else, my love turned around and I fell. Era incredibile come si sentisse sciolta. Libera. E dire che ci erano voluti ben due anni per arrivare a quel punto. Eppure non era soddisfatta. Però cercava di nasconderlo ballando. Seppur fosse felice di essere con Ron, di poter stare finalmente con lui. Una persona a cui teneva si stava affievolendo pian piano nella sua vita. In realtà la prima cosa che la ragazza aveva fatto quando era entrata era controllare se lui c’era. Che Ron ci fosse era palese. Ma Mark non si era visto. Doveva dirgli un sacco di cose. Be my bad boy, be my man, be my week-end lover but don't be my friend. Anche il rosso si stava scatenando. Non apprezzava particolarmente quella musica però si doveva scaricare. Per poco Harry lo aveva fucilato quando gli aveva detto che lui ed Hermione si erano messi insieme. Loro avevano così tanto da fare e lui pensava a una misera cotta adolescenziale! Il rosso però l’aveva semplicemente ignorato. Se solo avesse smesso di farsi certe paranoie anche lui si sarebbe goduto le poche occasioni di vera vita. Di certo quando la guerra sarebbe scoppiata non ci sarebbe più stato posto per feste. E allora tanto valeva spassarsela finché si poteva! You can be my bad boy but understand that I don't need you in my life again. Hermione aveva buttato l’occhio verso il tavolo delle bevande. Anna se ne stava in piedi appoggiata al muro. Con la sola compagnia del suo Baileys. Guardava fisso il bicchiere da almeno qualche minuto. Era ancora quello che si era riempita quando lei era andata a ballare. Quindi poteva stare tranquilla. Però le dispiaceva. Durante l’ultimo mese erano praticamente rimase sole ogni sera. E certe volte Anna si lasciava prendere dallo sconforto. La ragazza spostò lo sguardo su Josh e Giulia. Ballavano ancora, ad una distanza media. Won't you be my bad boy, be my man, be my week-end lover but don't be my friend. Ron invece le si avvicinò di più. Ballavano praticamente appiccicati. Come una cosa sola. Hermione sorrise. Chissà che cosa avrebbe detto la se stessa di qualche anno fa se l’avesse vista. Probabilmente l’avrebbe presa per un orecchio e portata fuori dalla pista. Le avrebbe indicato tutte le cose che, in qualità da prefetto, avrebbe dovuto proibire. Però sinceramente a lei in quel momento non fregava un granché. Fare la guastafeste non la soddisfava più. Così fece un ultimo slancio. Il rosso le ballava attorno sorridente. You can be my bad boy but understand that I don't need you again, no I don't need you again. Anna se ne stava appoggiata ancora la muro. Lo stesso bicchiere di Baileys in mano. Non le piaceva così tanto. Ma voleva bere qualcosa. Se fosse stato Assenzio l’avrebbe bevuto d’un fiato. La castana sbuffò. Non era da lei starsene in un angolo a contemplare un bicchiere. Era pure sobria! Di solito si scatenava sempre in pista, era quasi una tradizione. Però con lei c’era sempre Draco. Quando pensò quel nome rimase qualche minuto imbambolata. Poi si risvegliò, sentendo un ritmo rimbombante provenire dalla pista. La folla si era divisa in due. Appostata ai due lati della pista. Al centro un duo di ragazze si esibiva. Anna conosceva quella specie di danza. Di solito si ballava nelle discoteche. Consisteva nell’alzare le gambe al ritmo tartassante di quella che per la castana non era vera musica. Solo un tunz tunz elettronico. Facendo una specie di battaglia coreografica congiunta. Anna guardava la sorella e Ginny esibirsi. Erano abbastanza coordinate. E le seccava un po’. Perché in pista di solito lei e Mary Kate erano rivali. Si sfidavano a coppie. Lei e Draco contro l’altra e Blaise. Non ballando certo quella cosa infernale. Facendo semplicemente a gara di mosse su una musica qualsiasi. Con delle parole magari. Gesti sensuali. Anche se la sorellina se ne usciva sempre con qualcosa di volgare. Però era una tradizione. Le seccava un po’ essere messa da parte. “Non vai a sfidare tua sorella?” le chiese una voce. Anna sbuffò. “Credi che io vada a rendermi ridicola ballando quella cosa?” rimbeccò acida. Senza accorgersi di chi aveva vicino. “Eppure fino a poco fa tu e Mary Kate vi sfidavate in pista…e vincevi sempre tu…” osservò ancora l’interlocutore. La castana sbattè irritata il bicchiere sul tavolo. Non ne poteva più. Né di quel rimbombo né di quella festa. E anche di quel bell’imbusto che le si era appiccicato. Quando Anna vide chi era i nervi le saltarono ancora di più. Keith se ne stava appoggiato con aria spavalda al tavolo. “Che ne dici se andiamo a dare una lezione a quelle mocciose?” sogghignò. La castana lo guardò scettica. “Io non ballo senza il mio compagno…” lo liquidò, passandogli vicino. Il ragazzo la bloccò. “Però ci sono qui io…” osservò. Anna ghignò. “Grazie Keith…mi hai dato un altro valido motivo per tornarmene in dormitorio…” soffiò. Ma il diretto interessato non demordeva. “È un invito?” sogghignò allusivo. La castana sospirò esasperata. Decise di adottare la politica dell’indifferenza e lo sorpassò. Keith la seguì. Nel contempo la musica rimbombante cessò. Così Giulia, Josh, Hermione e Ron tornarono al tavolo, stufi di ballare. “Hey…ma dov’è Anna?” chiese subito la prima. Il prefetto si guardò in giro preoccupato. “Prima l’ho vista allontanarsi con Keith…” osservò Josh. Le due lo guardarono allibite. “Cavolo! Vuoi vedere che si è davvero ubriacata e ora quel verme se la porta chissà dove?” ipotizzò Hermione in panico. Giulia scosse la testa. Invece i due interessati avevano appesa scavalcato la folla davanti alla porta. Ed erano arrivati in corridoio. Il caos all’interno della stanza si sentiva anche da fuori. Un’altra canzone partì. Stavolta più sul rock per far prendere fiato, e possibilmente anche bibite, agli studenti. “La vuoi piantare di seguirmi?!” gridò esasperata Anna. Keith la raggiunse subito. “Sei tu che mi hai invitato!” rimbeccò lui. La castana scosse la testa. Per quella sera era troppo. Voleva solo tornare in dormitorio. Buttarsi nel suo letto. L’mp3 a tutto volume, con il suo Manson che la consolava con parole suadenti. Ed addormentarsi per spegnere il cervello per un po’. A cloud hangs over this city by the sea. “Avanti Anna…lo sai perfettamente che io non ti farei mai questo…” esordì ancora Keith. La castana chiuse gli occhi. “Questo cosa?” sibilò. “Io ti amo Anna…non ti lascerei mai sola!” continuò chiaramente determinato il ragazzo. Anna riprese a camminare veloce. Ma lui la bloccò ancora, prendendole una mano. I watch the ships pass & wonder if she might be out there & sober as well from loneliness. Please do persist, girl it’s time we met & made a mess. “Anna…se io potessi averti fra le mie braccia non ti lascerei più andare…” iniziò a dire Keith. La castana lo guardò a occhi sbarrati. Subito l’immagine di Draco le si figurò in mente. “Se io potessi baciarti non mi staccherei mai!” continuò lui. Draco sorridente. “Se io potessi avere l’opportunità di amarti non smetterei di ripetertelo per un secondo…” proseguì il ragazzo. Draco imbronciato. “Se io potessi averti nel mio letto non ti staccherei mai le mani di dosso!” concluse infine Keith. Eppure nella mente di Anna c’era solo Draco. Però in quel momento, lui dov’era? I picture your face at the back of my eyes. A fire in the attic, a proof of the prize! Anna-Molly, Anna-Molly, Anna-Molly. Giulia ed Hermione avevano guardato in lungo ed in largo. Ma nella stanza di Anna non c’era traccia. Così decisero di uscire e provare a vedere nei corridoi intorno. Con l’aiuto di Josh e Ron. “Giuro che se quel verme le ha fatto qualcosa lo ammazzo!” ringhiò Giulia. Intrufolandosi nella folla di studenti davanti alla porta. “Io poi lo resuscito così poi possiamo ammazzarlo di nuovo…” aggiunse il prefetto. Josh e Ron erano davanti a loro. Cercando di liberare un po’ la via. A cloud hangs over & mutes my happiness. A thousand ships couldn’t sail me back from distress. “Basta…” protestò Anna. Cercando inutilmente di divincolarsi dalla presa di Keith. “Perchè neghi così l’evidenza? Draco ti sta trascurando…non vi si vede nemmeno più in giro assieme!” commentò. La castana si coprì un orecchio con una mano. “Basta…” ripetè esausta. Il ragazzo la prese per le spalle e la strattonò. “Anna svegliati ti prego…io so cos’è bene per te!” la pregò. Lei scosse la testa decisa. Wish you were here I’m a wounded satellite. I need you now, put me back together, make me right. Intanto in qualche corridoio più in la un biondo famigliare faceva grandi passi verso un punto preciso. Draco non ce la faceva più. Se n’era reso conto in dormitorio. Continuamente chino sulle scartoffie che dovevano essere le opzioni per il suo piano. Quando aveva lanciato uno sguardo al suo polso il sangue gli si era congelato. La stava veramente perdendo. E lui di certo non voleva. Non voleva mentirle. Non voleva smettere di vederla. Di abbracciarla. Di amarla. Eppure sembrava il contrario. Così si era deciso ed era uscito di tutta furia dai sotterranei. I picture your face at the back of my eyes. A fire in the attic, a proof of the prize! Anna-Molly, Anna-Molly, Anna-Molly. I quattro erano finalmente usciti da quel casino. “E ora dove andiamo?” esclamò ansiosa Hermione. Giulia si voltò davanti a se. “Ho visto qualcosa…” osservò Ron. “Sembra il rumore di passi!” aggiunse ancora Josh. Il gruppetto si guardò. E corse veloce in quella direzione. I’m calling your name up into the air. Not one of the others could ever compare! Anna-Molly, Anna-Molly! Anna si era liberata dalla stretta di Keith. Veloce aveva iniziato a camminare verso il passaggio segreto più vicino. Sentiva che se avesse ascoltato anche un’altra sola parola il suo cuore si sarebbe spezzato. Era delusa. Triste. Stanca. Ed in parte arrabbiata. Ma Keith questo non lo comprendeva. Così la trattenne ancora. Stavolta prendendola per i polsi. Immobilizzandola davanti a se. Stufo di ogni parola sprecata, si decise a compiere quel gesto che gli urlava l’istinto. Wait…there is a light…there is a fire, de-fragmenting the attic. Fate? Or something better? I could care less, just stay with me a while. E fu un secondo. Giulia ed Hermione, seguite dagli altri due voltarono l’angolo. Affrettandosi vedendo due figure nella semioscurità. Dall’altra parte del corridoio invece appariva Draco. Bloccandosi a bocca aperta. Wait…there is a light…there is a fire illuminated attic. Fate? Or something better? I could care less, just stay with me a while. Keith si era chinato ed aveva quasi unito le sua labbra a quelle di Anna. Ma la ragazza l’aveva fermato. Si era liberata dalla sua presa e gli aveva stampato quattro dita su una guancia. Keith sorrise divertito. Non sarebbe bastato per farlo arrendere. La castana se ne accorse. E lo spinse via violentemente. Poi. Un lampo. A poca distanza da loro c’era lui. Il suo lui. Draco si avvicinò incredulo. “Dove diavolo eri?!” gli urlò la castana. Era furiosa. Il biondo si arrestò a bocca aperta. “Dove diavolo eri?!” ripetè Anna. La sua voce rimbombò per tutto il corridoio. Picture your face at the back of my eyes. A fire in the attic, a proof of the prize! Anna-Molly, Anna-Molly, Anna-Molly. Draco la raggiunse subito. “Anna stai bene? Cos’è successo?” le chiese. “Mi hai lasciata da sola…se tu fossi stato con me…sarebbe andato tutto bene…” soffiò adirata la ragazza. Il biondo le tese una mano per cercare di calmarla. Ma tutto quello che ottenne fu uno spintone. Poi Anna singhiozzò e sentendo le lacrime che salivano lo sorpassò correndo. Finendo subito inghiottita nel buio. Il biondo si avventò subito su Keith. “Che le hai fatto? Parla o giuro che ti spezzo un braccio!” ringhiò furioso. I quattro li raggiunsero subito. I’m calling your name up into the air. Not one of the others could ever compare! Anna-Molly, Anna-Molly! “Cos’ho fatto io? Pensa piuttosto a cosa non hai fatto tu…” ghignò il ragazzo. Draco gli storse il braccio destro, facendolo cadere a terra. Poi gli mollò due calci nello stomaco. Ron lo immobilizzò. “Hey Malfoy calmati! È mezzo morto dai!” cercò di dissuaderlo. “Appunto! Io voglio che quel bastardo muoia completamente!” soffiò acido il biondo. Josh prese in spalla il suo amico. “Lo porto in infermeria…anche se non se lo meriterebbe…” osservò. Giulia annuì. “Cavolo…chissà dov’è andata Anna…dobbiamo andarla a cercare! Potrebbe venirle una crisi respiratoria…oppure potrebbe svenire…non mangia da ieri e ha bevuto un sacco!” squittì in panico Hermione. Draco sbarrò gli occhi. “E lasciami!” ringhiò a Ron. Liberandosi dalla presa. “Dobbiamo andarla a cercare…” commentò decisa Giulia. Il biondo sobbalzò. Anna sarebbe andata in un solo posto. Ci andava praticamente sempre prima di mettersi con lui. “Io so dov’è!” esclamò Draco. Per poi subito dileguarsi nella stessa direzione della ragazza. “Che casino…” sbuffò il rosso. Le altre due annuirono. “Speriamo che la trovi…” sospirò Hermione. Ron sorrise. “Certo che i Corvonero hanno una quantità inesauribile di ormoni…” sbuffò ancora il prefetto. Giulia si voltò verso la finestra. La luna era coperta da pesanti nuvoloni grigi. La pioggia picchiettava violenta sulle finestre. E lampi squarciavano il buio. “Il tempo sta davvero peggiorando…speriamo che Anna non sia andata davvero in Guferia…” sussurrò. Hermione si portò le mani alla bocca. Ron le cinse i fianchi con le braccia. “Ora basta ragazze…vi riaccompagno in dormitorio, così almeno potrete aspettare lontane da questo caos…” propose. La musica interrompeva il silenzio nei corridoi vicini. Il prefetto annuì. “Ora si che ci vorrebbe un bel bicchiere di Limoncello…” sospirò in pena Giulia. Ron sorrise e le battè una mano sulla spalla. La festa per quella sera era decisamente finita.
Intanto la diretta interessata aveva attraversato il giardino, arrivando alle scale della Guferia. Anna si appoggiò al muro esausta. Non aveva più fiato. Aveva corso ininterrottamente anche sotto la pioggia. Ed era fradicia. Il cuore le batteva a mille. Era l’adrenalina che ancora le scorreva dentro. Aspettò che il respiro le si calmasse per iniziare a salire le scale. Ma dopo qualche minuto ancora non si era stabilizzato. La castana vide per un attimo sfocato. Si tenne al muro digrignando i denti furiosa. “Stupida crisi…” ringhiò. Scosse veloce la testa per cercare di riprendere in controllo. Sentiva i piedi affondare nel fango. Anna cercò di prendere quanta più forza poteva e con uno scatto veloce saltò sul primo gradino, per poi salire. Non sarebbe stato il suo stupido fisico malandato a fermarla. Aveva già abbastanza sensazioni in lei quella sera. Non si sarebbe aggiunto un quasi svenimento. Così continuò ad avanzare, tenendosi al muro. Arrivata ad una certa altezza si fermò. Si sporse verso il giardino. Le mancava ancora molto per arrivare alla fine. Però doveva ammettere che il suo corpo voleva cedere prima di lei. La castana tornò all’altro muro. Sentiva ogni minuto il respiro morirle in gola. Senza pensarci oltre ricominciò a salire, fermandosi ogni tanto per controllare la situazione. Il vento e la pioggia le battevano contro. Bagnandole il viso. I vestiti. Rendendole la salita ancora più difficile di quanto non fosse nelle sue condizioni. Però Anna ce la fece. Arrivò all’ultimo scalino e si buttò in un angolo. Nel suo angolo. Raccolse le gambe e le tenne strette al petto. Il respiro pesante. Poi chiuse gli occhi. I'll swallow a bowl of you like a big bottle of big, big pills. Non era stato facile. Come da piccola, quando con una corsa saltellante faceva anche due gradini alla volta. Per raggiungere il suo piccolo rifugio. In quella Guferia erano accadute un sacco di cose. Una in particolare. Anna tremò di poco. Non aveva nemmeno la bacchetta per potersi asciugare. Your the one that I should never take but I cant sleep until I devour you, I cant sleep until I devour you. Sentiva tutte le giunture immobilizzate. Il respiro non si era stabilizzato. E lei era sola. Arrabbiata. Furiosa. La ragazza si portò una mano sul cuore. Le faceva male. Ma non a causa della crisi. Sentiva che si era spezzato. Lo sentiva vuoto. Era così da quando Keith le aveva buttato in faccia tutte quelle parole. Your flowers withering, I cant feel your throns in my head, his is no embrashion ability. Era in collera. Con lui, perché aveva tentato di baciarla nonostante lei l’avesse riiutato più volte. L’insistenza era una delle cose che non tollerava nelle persone. Anche se lei stessa ne faceva sfoggio. E poi, ’era l’altro. Che in realtà sarebbe dovuto essere il suo punto di sicurezza. E lo era stato, fino a quando aveva iniziato a svanire pian piano. La verità era che Anna aveva paura. Giulia ed Hermione erano la sua famiglia. Mentre Draco, era il suo futuro. La castana si lasciò andare con la schiena sul muro. Non ce la faceva più. Ora sia la testa che il corpo si erano messi d’accordo. Nessuno dei due voleva resistere con lei. Your not crying this is blood all over me, your not crying this is blood all over me, your not crying this is blood all over me. Anna riaprì gli occhi. Sentiva lo scroscio della pioggia dietro di se. Però i suoi occhi mettevano a fuoco solo buio. Qualche mattone del pavimento scrostato. Lampi dall’arco in pietra che era la porta. Tuoni. La castana si tirò su debolmente gli occhiali. Non cambiava molto. Sentiva il proprio respiro rotto da quelli che sembravano singhiozzi. Eppure lei non stava piangendo. O si? And I’ll love you if you let me and I’ll love you, if you wont make me stop. D’improvviso un altro lampo. Seguito da un tuono fortissimo. Anna chiuse gli occhi di scatto. Forse aveva paura. Quando li riaprì però rimase a bocca aperta. Una sagoma se ne stava appoggiata alla porta. Capelli di un biondo quasi bianco. Due occhi color del ghiaccio la guardavano spalancati. “Anna!” la chiamò Draco. La castana lo fissò con sguardo vacuo. Vedendola in quello stato, il biondo per poco ebbe un infarto. Corse subito da lei. Used to hold your heart tonight i know I’ll miss you if i close my eyes I'll be so lonely if i open them I'll see you and I’ll blow your heart to pieces. “Anna…piccola come stai? Rispondimi…Anna ti prego…” la implorò Draco. La castana cercò di metterlo bene a fuoco. La sua voce risuonava così lontana. Il biondo non sapeva cosa fare. Non l’aveva mai vista in certe condizioni. Sembrava più pallida del solito. Anna tentò di allontanarsi. Mentre Draco allungava una mano per sentirle la fronte. Ma lei gliela mandò via con un debole schiaffo. “Cavolo…sei gelata…hai preso tutta la pioggia!” osservò il ragazzo. Poi le poggiò una mano sul petto. L’altra invece la mise sul proprio. Il ritmo di quello di Anna era molto più accelerato. I will blow your heart to pieces, I will blow your heart to pieces, I will blow your heart to pieces. La castana tentò di mandarlo via. “Andiamo Anna…non fare così…” la pregò lui. Ma Anna non voleva arrendersi. Era furiosa. E anche se il suo corpo non l’ascoltava più non si sarebbe lasciata andare. Draco cercò di accostare una mano alla sua guancia. La castana si ritrasse. “No…” sussurrò. Con un filo di voce. Il cuore del ragazzo sobbalzò, sentendo quel bisbiglio. “Anna avanti…stai tremando dal freddo…” le disse ancora, avvicinandosi. Anna si schiacciò contro il muro. “Piccola…ti prego…vederti così mi sta uccidendo…fatti proteggere da me…almeno ora…” sospirò Draco affranto. La ragazza lo guardò. Gli occhi ridotti a fessure. “Saresti…dovuto…arrivare prima…” soffiò. Poi chiuse per un attimo gli occhi. La testa si mosse di lato. Per poi tornare dritta con un sobbalzo. Il biondo scosse la testa. “Perdonami…” sussurrò. E senza darle il tempo di ribellarsi, l’abbracciò. And I’ll love you if you let me, and I’ll love you if you wont make me stop, oh oh oh oh, oh oh oh oh, oh oh oh oh, oh oh oh oh. Anna cercò di opporsi. Però non aveva la forza necessaria. E neppure il suo orgoglio era più così forte da sostenerla. Anzi. La ragazza sentì il cuore rallentare, riprendere un ritmo normale. Draco la prese in braccio piano. Per poggiarla sulle sue ginocchia. Il pavimento era ghiacciato. Non voleva che la salute già precaria di Anna ne approfittasse. La castana si lasciò muovere. Per poi accoccolarsi addosso a lui. Anche Draco era fradicio. Eppure emanava un grande calore. “Prometto che non ti lascerò più sola…mai più…” sussurrò piano il biondo. Tenendola stretta. Anna annuì piano. Il respiro le stava tornando regolare. “Sai…ho mandato Keith in infermeria…” ghignò soddisfatto Draco. La ragazza stentò un sorriso. Weights no ashamed to repeat itself, weights no ashamed to repeat itself, weights no ashamed to repeat itself, weights no ashamed to repeat itself. Il biondo iniziò a farle piccole carezze sulla testa. “Come stai?” le chiese. Anna immerse il viso nel suo petto. “Meglio…” rispose. Però la sua voce suonava ancora come un sussurro. “Dobbiamo aspettare che il tempo migliori…altrimenti potresti stare peggio…” spiegò. Poi la strinse piano a se. “Draco…ti…ti ricordi di quando…eravamo piccoli?” esordì lei. Il biondo annuì, sorridendole dolce. “Certo…siamo cresciuti assieme in pratica…” osservò. Anna cercò di tirarsi su, senza risultati. Ricadde sul suo petto. Come una bambola. “Non ti sforzare piccola…sei fredda ma ho paura che tu abbia la febbre…” commentò preoccupato Draco. La castana riuscì a scuotere la testa. “Non…non sono così debole come credi sai?” precisò. Però un colpo di tosse la sminuì. I can't sleep until I devour you, I can't sleep until I devour you, I can't sleep until I devour you, I can't sleep until I devour you. “Draco…perché…perché eri nel corridoio?” gli chiese ancora Anna. Il biondo appoggiò la sua guancia sulla sua testa. “Stavo venendo alla festa…” rispose semplicemente. La castana lo guardò stupita. “Stavi…stavi…venendo…da…da me?” sussurrò senza fiato. Draco annuì. Anna cercò di abbracciarlo. Ma tutto ciò che riuscì a fare fu solo prendere un lembo della sua maglietta fra le mani. “Tranquilla piccola…ora ci sono qui io…” sorrise il biondo. Tenendola stretta. La castana chiuse gli occhi. Calma. Non era più arrabbiata. And I'll love you, if you let me. And I’ll love you, If you won’t make me stop.
Intanto nel dormitorio due ragazze rimanevano in attesa. Giulia era seduta sul davanzale della finestra, con lo sguardo rivolto verso il giardino. Hermione girava per la stanza inquieta, voltando gli occhi verso l’orologio ogni due minuti. Fuori la pioggia aveva iniziato a farsi leggera. Niente più tuoni. Niente più lampi. Era passata almeno un’ora da tutto il trambusto in corridoio. Ron era rimasto un po’ con loro in Sala Comune, poi le due avevano deciso di andare in camera. Da quando erano entrare il silenzio aveva regnato. Solo sguardi. Fino a che la porta si era aperta all’improvviso, rivelando tre figure. Giulia ed Hermione si alzarono di scatto. Draco e Ron entrarono. Sulle spalle ognuno teneva per un braccio Anna. Il prefetto scoppiò a piangere. “Herm Santo Manson…sono già abbastanza fradicia, non mi serve anche la tua fontanella!” commentò la castana. Poi tolse le braccia dalle due stampelle improvvisate, rimanendo in piedi per qualche minuto. “Scusate per l’attesa…ma abbiamo dovuto aspettare che la pioggia smettesse…” si scusò Draco, anche lui fradicio. Giulia guardò dubbiosa Ron. “Ero in Sala Comune ad assistere Ginny…quella stupida ha bevuto troppo, così l’ho dovuta aiutare a trovare il dormitorio…” iniziò a spiegare. Poi sbuffò seccato. “Quando sono tornato in Sala Comune ho visto il quadro che si apriva e siccome Draco non aveva la bacchetta ho fatto l’incantesimo anti-maschio per venire qui al posto suo…” continuò. Hermione  lo guardò con un piccolo sorriso. “Insomma stasera hai fatto la crocerossina…” osservò divertita Giulia. Ron rise. “Praticamente…ora però è meglio che torni in dormitorio…sempre se non trovo altra gente da soccorrere in Sala Comune!” disse infine. Poi schioccò veloce un bacio al prefetto ed uscì. Anna intanto era andata in bagno. “Grazie mille Draco…grazie davvero…” lo ringraziò ancora Hermione. Il biondo sorrise. “È il minimo…la colpa di quello che è successo è mia…” sospirò. Giulia prese veloce la bacchetta. “È meglio che anche tu ti dia un’asciugata o ti prenderai una polmonite fulminante…” osservò. Draco le si avvicinò. E la ragazza lo asciugò con un colpo di bacchetta. “Draco…forse è meglio se rimani qui a dormire…” propose il prefetto. Giulia e il diretto interessato la guardarono sbalorditi. “Perché quella faccia?! Non sono poi così severa di solito…” sbuffò Hermione. Draco la guardò scettico. “Di solito sei al pari della Signora Rottenmeier…” commentò. L’altra ridacchiò. “Hey Giulia! Prendimi il pigiama da sotto il cuscino per favore…” le chiese Anna dal bagno. L’amica ubbidì. La castana uscì dopo dieci minuti, rinfrescata e asciutta. Ma incredibilmente stanca. Le amiche decisero di usare il bagno a turni. Quando finalmente tutti furono in pigiama sotto le coperte, Hermione spense la luce. “Buonanotte!” esclamò Draco. Giulia trattenne una risata. “Notte!” rispose. Il prefetto sospirò incredula. “Buonanotte…e scusate se vi ho fatto preoccupare…” disse infine Anna. I Tre Uragani si addormentarono subito. Giulia ed Hermione finalmente calme. E la castana immersa nell’abbraccio sicuro di Draco, che aveva deciso di concludere la sua falsa con la ragazza. Entro la fine del mese le avrebbe fatto vedere il Marchio Nero. In modo da non passare più serate come quella. Fra bugie. Pentimenti. E liti.
La mattina il trio si svegliò verso l’ora di pranzo. Anna era più debole del solito. Le amiche fecero una breve capatina in Sala Grande e le portarono un’abbondante colazione. poi rimasero con lei. Invece Draco si trattenne solo fino al pasto. Aveva una cosa molto importante da fare. Voleva farlo da molto tempo ma non si era mai deciso. E tutto il trambusto della sera prima lo aveva spinto. Così subito dopo pranzo si trovò nei sotterranei. Era arrivato al bivio che divideva i dormitori con l’altro territorio, quando incontrò un ragazzo famigliare. “Hey Draco!” lo salutò Mark. Il biondo gli sorrise. “Alla fine sei andato alla festa ieri sera?” gli chiese l’amico. Draco alzò le spalle. “È successo un casino con Anna, comunque ora è tutto apposto…da quello che mi hanno raccontato non ti sei perso nulla…l’unica cosa decente era l’enorme quantità di alcool…” riassunse. Il ragazzo annuì. “Più che altro volevo vedere Herm…” sospirò affranto. Il biondo gli battè una mano sulla spalla. “Ora è in dormitorio con Anna e Giulia…se vai a farci un salto penso che potrete parlare tranquillamente…” consigliò. Mark sorrise ed annuì. “E tu dove vai?” chiese curioso. Draco ghignò. “Vai dal tuo prefetto e non fare domande…” rimbeccò divertito. L’amico scosse la testa ridendo. Gli scompigliò i capelli e continuò la sua strada. Lo stesso fece il biondo, che svoltò veloce verso la direzione opposta. Non sapeva esattamente come fare. Però oramai che era li tanto valeva portare il suo proposito fino infondo. Ed ecco che nemmeno qualche minuto dopo stava bussando alla porta dell’ufficio. “Avanti…” rispose secco il professore. Poi alzò qualche minuto la testa per vedere chi fosse. Le sue speranze caddero quando vide Draco entrare. “Buongiorno professor Piton…” lo salutò. “Buongiorno signor Malfoy…” rispose Severus. Il biondo si richiuse la porta alle spalle e andò diretto verso la poltrona davanti alla scrivania. “Professore io…devo dovrei chiederle una cosa…” iniziò a dire Draco. Piton lo guardò. “In merito a…?” commentò. Il ragazzo si sistemò nella poltrona, un po’ nervoso. “Ebbene? Signor Malfoy al contrario di lei io non ho tempo da perdere…” sbottò irritato il professore. Draco deglutì a fatica. “Lei…lei tiene ad Anna vero?” gli chiese. Severus lo guardò alzando un sopracciglio. “Non tema signor Malfoy…non ho intenzione di farle da rivale…” rimbeccò acido. Ma il biondo scosse la testa. “Non sto scherzando professor Piton…io ho…un favore da chiederle…” disse finalmente. Piton rimase zitto in attesa. “Lei sa…che cosa io sono stato incaricato di fare giusto?” gli chiese. “A grandi linee si…” rispose piatto Severus. “Ecco…una volta che avrò concluso…vorrei affidarle Anna…” spiegò. Il professore sorrise ironico. “E che cosa le fa pensare che io abbia i mezzi per poterle fare questo favore? In primis, signor Malfoy, siamo nella stessa barca a quanto pare…senza contare che non sono una balia! Avrebbe dovuto pensarci due volte prima di accettare…la proposta…se è davvero così tanto intenzionato a proteggere la signorina Haliwell…” sbottò d’un fiato. Draco rimase a bocca aperta. “Sa benissimo che lei ha molti più mezzi di me per fare quello che le ho chiesto!” ribatté nervoso. “Le devo ricordare chi dei due comanda qui, signor Malfoy?” esordì freddo Piton. Ma il biondo scosse la testa. Severus non voleva di certo essere cattivo. O almeno, non stavolta. Sapeva benissimo cosa provava Draco. Era la stessa cosa che stava succedendo a lui con Giulia. Però non poteva arrivare a proteggere anche Anna. Aveva ben altri compiti da eseguire, oltre le promesse a Giulia. E si era già allargato troppo concedendo un favore a Narcissa. “Se proprio vuole saperlo, so cosa sta provando signor Malfoy, però purtroppo è tutto segnato oramai…mi dia retta, prepari la sua cara amata all’avvenire…quando sarà il momento sono certo che una soluzione la troverà…” si azzardò Piton. Draco lo guardò dubbioso. “Lei sa cosa provo? Davvero? Io non ne sarei così sicuro…” soffiò acido. Severus sorrise amaro. “Più di quanto si immagina signor Malfoy…ma non sono tenuto a renderne conto a lei…ed ora esca di qui, ho molto lavoro da sbrigare…” lo liquidò. Il biondo si alzò. Non era sicuro di aver capito bene. Quindi c’era qualcuno che anche il professore si era impegnato a proteggere? In effetti lui non poteva pretendere di saperne di più. Era solo uno studente. Però in qualche modo Draco si sentì sollevato. “Allora…arrivederci professor Piton…” lo salutò. Per poi uscire dall’ufficio. Così il biondo optò per tornare nel dormitorio da Anna. Ora c’era solo una cosa da fare. Dirlo a lei. Però era troppo presto. Doveva farla riprendere almeno dalla festa. Oppure era sicuro che Anna avrebbe avuto un collasso.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MimiRyuugu