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Autore: ombra_di_cenere    09/03/2016    2 recensioni
Hidan e Kakuzu sono in missione : devono catturare una nijna con una particolare abilità innata desiderata dal loro capo.
Dopo averla osservata per un po' e catturata Hidan scoprirà di provare un sentimento particolare per la ragazza e capirà finalmente che cosa voglia dire essere innamorati. Però non tutte le storie d'amore hanno un lieto fine...
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death

Good God, let me give you my life


                                                                                           ***

Lo odio! Lo Odio! Lo odio!
Detesto il mio capo; lui, con la sua aria di essere superiore, con la sua espressione arrogante e quegli occhi che, personalmente, trovo orribili.

È seduto sul sul trono, come se fosse un re, e ci osserva attentamente; più di tutti, però, osserva lei.

Appena siamo entrati l'ha squadrata da cima a fondo e io mi son sentito ribollire di gelosia, solo che non posso farglielo notare.
Kakuzu ci ha avvisati entrambi: ' Non dovete fargli capire cosa c'è tra voi due! '
Se il capo capisse che mi sono innamorato di lei, non solo la torturerebbe facendola soffrire, ma mi farebbe assistere alla scena.
Sto combattendo dentro di me per non voltarmi a guardarla e prenderle la mano. Io sono davanti a lei e Kakuzu e fino ad ora nessuno di noi ha detto una parola. Fa freddo nella grotta e il silenzio sembra rendere ancora più fredda l'aria.
Appena il capo viene affiancato dalla sua compagna, Konan, inizia a parlare.

 -Bravi, almeno una ragazzina siete riusciti a catturarla... - detesto la sua voce, sempre calma  e quasi annoiata. Mi mordo l'interno della bocca per non controbattere: a dire il vero non ha collaborato molto all'inizio la piccola.
- Non è stato difficile, in fondo, la sua abilità non è nulla di che! - mi stupisco nel sentire la voce di Kakuzu che, stranamente, ha parlato prima di me.Vorrei voltarmi e fulminarlo con lo sguardo, come osa sminuirla in questo modo?
Però un secondo dopo capisco le sue intenzioni. Vuole sminuirla in modo che il capo non sia più interessato a lei e la lasci viva. Penso che è un genio! Decido di reggere il gioco.
- Per una volta son d'accordo con te! Non ci è voluto molto a catturarla, il problema è stato depistare i ninja ricercatori. - provo a controllare la mia voce facendola risultare il più normale possibile nonostante io sia teso come una corda di violino.
- Non mi importa, io voglio la sua abilità! Andatevene, tra poco avrò già finito! - Pain risponde scocciato e secco, scacciandoci con un gesto della mano. La sento trattenere il respiro dietro di me.
- Non sarebbe più utile averla viva? Lei la sa già utilizzare l'abilità e potrebbe diventare una spia per Konoha! - ho alzato la voce, non va bene. Ma non riesco a controllarmi: è in pericolo! 
Il capo mi guarda di traverso.
- Hai appena detto che la sua abilità è scarsa, meglio che la utilizzi io no? Dopo che l'avrò uccisa saprò subito sfruttare il suo potere.
- Nessun altro può usare il mio potere, idiota! - ha parlato lei; mi volto a guardarla, è rossa in viso, arrabbiata; tra poco dovrebbe infiammarsi. Scambio uno sguardo allarmato con Kakuzu; le avevamo detto di stare calma, ma non è molto brava in questo.
- Tu non sai con chi stai parlando ragazzina! Io sono Pain, un dio ai tuoi occhi e a quelli di tutti voi stupidi umani! Io posso usare qualsiasi potere! - è irritato a causa della reazione della mia piccola. Continuo ad osservarla, i nostri occhi si incontrano e la supplico in silenzio, con lo sguardo, di calmarsi. Lei ora stringe i pugni e guarda in basso, capisco che sta provando a trattenersi dall'arrabbiarsi ulteriormente. Le sono grato per lo sforzo che sta facendo.
- Ora andatevene! Voglio sistemare questa faccenda! - Pain è serio e ci osserva con quei suoi occhi concentrici, sentendosi e credendosi superiore. Purtroppo lui non sa nulla, e lui non è nulla per me. Lui non è superiore a niente, soprattutto non è superiore a ciò che provo per lei. Non posso permettermi di perderla solo per colpa di un folle; non posso perdere il suo sorriso a causa di un pazzo sadico. Ora sento dentro di me quel fuoco che di solita accende anche lei. La rabbia sale e non riesco a trattenerla.Senza pensarci mi muovo e parlo, lasciando fare l'istinto. Anche se prima sono stato io a intimarle di star calma ora sono io quello impulsivo.
- No! - mi sposto per coprirla alla vista del capo. Sento che lei sussurra il mio nome, come per riprendermi a causa delle mie azioni. Lo sa meglio di me che odio seguire le regole... mi ha capito da subito lei.
- Ti stai opponendo ad un mio ordine Hidan? - ora Pain mi guarda dritto negli occhi, con una rabbia fredda.
- Sì! Non la lascerò morire! - impugno la mia falce e continuo a  guardarlo, riversandogli addosso tutto il mio odio nei suoi confronti. So che quel che sto facendo è una pazzia, ma io sono immortale e lui non può farmi poi così male. L'unica cosa di cui mi preoccupo è che lui non deve, per nessun motivo al mondo, prendere lei.
- Mi stai sfidando? - chiede alzandosi in piedi e guardandomi dall'alto della sua superbia.
- Sì! Se questo serve a salvarla!
- Hidan, no! Posso difendermi da sola! - lei ribatte provando a prendermi per un braccio, ma io mi sono già lanciato verso Pain. Kakuzu la trattiene, non avrebbe alcuna speranza contro il capo nonostante tutta la sua rabbia.Per qualche secondo il combattimento procede alla pari, poi lui riesce, con la sua strana tecnica, ad avvicinarmi e poi slanciarmi contro la parete della grotta. Lo scontro contro questa provoca delle crepe nella roccia e sento la schiena scrocchiare, ma la cosa che mi fa più male sono le sue urla. Kakuzu continua a trattenerla mentre lei si dimena e urla il mio nome. Scalcia per liberarsi ma il mio compagno di squadra la trattiene: ha fatto una promessa, mi aiuterà a salvarla.
Mi rialzo per tornare all'attacco ma,  prima di ricominciare, vedo che lei si è infiammata. Ha attivato l'abilità e Kakuzu l'ha lasciata andare, ustionato su tutte le braccia. Ora sta correndo verso Pain, avvolta dalle fiamme, e insultandolo, ovviamente.
Scatto subito, per provare a bloccarla, ma lei è veloce ; non appena è davanti a Pain, lui  riesce a prenderla per il collo, con una sola mano, e a sollevarla.
Lei si dimena, scuotendo le gambe per provare a colpirlo, e graffiandogli il braccio, le fiamme bruciano la manica del mantello di lui, che rimane impassibile. Sento che dentro di me scatta qualcosa; improvvisamente mi sento inutile e impotente. Vedendola lì, bloccata nelle sue grinfie, che si dimena disperatamente, mi sento come un fiocco di neve in mezzo alla pioggia: insignificante.  La sua vita è appesa ad un filo, e così anche la mia, per quanto possibile , e io non ho la lucidità per contrattaccare. Per un secondo percepisco una tensione che mi soffoca, sono schiacciato dalla preoccupazione e dal panico. Ecco panico, è così che mi sento: sto annegando nel panico. Ho una paura pazzesca che lei possa morire, ora , davanti a me. Mi sento tremare, sto trattenendo il respiro. Poi una parte di me ha il sopravvento e ritrovo il dono della parola.
- No ti prego! Lasciala! - urlo. Le mie parole escono come una supplica, capisco che sarei disposto a tutto pur di salvarla, anche a pregarlo, sotterrando il mio orgoglio.
- Perchè dovrei? Ho a portata di mano l'abilità che tanto desideravo... _ Pain parla pensieroso.
- Lasciala ! Mollala subito! - non posso avvicinarmi, la ucciderebbe all'istante. Kakuzu è , anche lui, pietrificato e impotente.
- Sai una cosa Hidan... Non avrei mai immaginato che ti saresti potuto innamorare, quindi voglio divertirmi... Ma voglio anche constatare la tua lealtà nei confronti dell'organizzazione... - Pain la guarda,i loro occhi si incontrano. I suoi violacei e annoiati, quelli di lei di fiamma che bruciano, mentre prova a respirare; - Quindi Hidan, facciamo così: io la lascio vivere... - detto questo la molla, lei cade a terra, in ginocchio, tossendo e spegnendosi. Corro subito verso di lei, per farle da scudo col mio corpo. Pain è sopra di noi e ci guarda dall'alto.
- Ma solo per poco... Entro l'alba dovrà morire... Per mano tua!
Lui mi guarda sorridendo, con occhi pieni di crudeltà. Quei cerchi concentrici sembrano condurre in un abisso di dolore e odio.
Io mi sento morire, non riesco a respirare: - No! Mai! - la prendo in braccio e  mi allontano il più possibile da lui.
- Non lo faro mai! - ora la paura si trasforma in rabbia.
- Se vuoi può ucciderla Kakuzu, vedi te! - dice quasi divertito. Il mio compagno di squadra sta guardando nel vuoto, sembra scioccato .
- No! Io non farò- , -Pain... - Konan mi interrompe – non ti sembra di esagerare?
Lui nemmeno si volta a guardarla – No! Per niente! Questo mondo devo conoscere il vero dolore, quindi perchè non iniziare a farlo conoscere alla mia organizzazione? Come io ho sofferto, tocca anche a loro! Kakuzu, non ti sembra una situazione famigliare questa ?
Quest'ultimo alza gli occhi e son certo che, se avesse potuto, avrebbe ucciso Pain con il solo sguardo. Però subito li riabbassa e stringe i pugni.
Mi torna in mente il giorno in cui mi ha avvisato di non affezionarmi a lei, aveva detto che “anche lui ci era passato” ; subito capisco tutto.
Pain ha usato lo stesso trattamento anche con  Kakuzu.
- Sei solo un lurido bastardo! - la voce di Kakuzu è bassa ma decisa.
Pain sorride compiaciuto mentre Konan si volta, quasi come se fosse contrariata da quella situazione.
- A te la scelta Hidan, sappi che se proverai a scappare lei morirà; se all'alba sarà ancora viva, la ucciderò io; se provassi ad attaccarmi ancora, lei sarà uccisa... non hai via di scampo caro mio, ci aggiorniamo a domani! - si volta e se ne va con Konan. 
 
 
 
          Mancano poche ore all'alba, eravamo arrivati alla base che era già notte fonda. Ora siamo nel bosco vicino, in una piccola radura su un altipiano che si rivolge verso la pianura che porta al villaggio della foglia. Un fiume scorre sinuoso in lontananza, illuminato dai raggi argentei della luna. Sono seduto sul bordo dell'altura, abbracciato a lei.
Non abbiamo detto una sola parola da quando siamo usciti dalla grotta. L'ho presa per mano e portata qui, il mio posto preferito. Quando ero arrabbiato o mi sentivo solo, venivo qua ad osservare il mondo. Mi perdevo nei miei ricordi di quando ero bambino e ancora non sapevo cosa fossero il dolore e la tristezza. Però da bambino non sapevo neppure cosa fosse il vero amore, cosa potesse farti provare avere accanto la persona che ami, quella che riesce a leggerti dentro e a cambiarti la vita.
Ora sono qua, con lei, la mia piccola fiamma, che da quando l'ho vista illuminata dalla luna, non son più riuscito a togliermela dalla testa. Respira piano, piccola e fragile tra le mie braccia. L'ho coperta col mio mantello per non farle prendere freddo e il suo viso poggia sul mio petto. Le stelle brillano come quella notte sul tetto; cosa darei per poter tornare a quel momento, a quel bacio... il cielo continua a guardarci impassibile, a lui non importano i nostri problemi, il nostro dolore; il cielo continua sempre a brillare nonostante la tristezza del mondo.
Sento qualcosa di caldo scivolarmi sul petto, guardo in giù e vedo che lei sta piangendo.
In silenzio, senza muoversi, piange, guardando l'orizzonte e la luna, che continua ad avvicinarsi alla conclusione del suo viaggio nel cielo. Non l'ho mai vista piangere, e questo mi mette a disagio. Mi sento sprofondare nella tristezza pure io, vorrei scoppiare in lacrime, ma non posso; devo essere forte per lei. Fin'ora è stata lei il mio sostegno, adesso scambiamo i ruoli.
- Mi dispiace! - è l'unica cosa che riesco a dire. Non sono riuscito a proteggerla e per questo mi sento morire dentro, mi sento vuoto. Non riesco ad essere forte, o anche solo a fingerlo.
- Ma io non sono triste... - mi guarda, i suoi occhi scuri resi lucidi dalle lacrime brillano.Non capisco cosa voglia dire perciò la guardo confuso.
- Sono felice di essermi innamorata di te! Di averti incontrato e di aver capito che fantastica persona tu sia. Non avrei potuto chiedere di meglio. Anche se per poco, la mia vita è stata meravigliosa da quanto ti ho conosciuto...
- Ma io non son riuscito a proteggerti! Ho fallito... - non riesco a guardarla mentre ammetto la mia sconfitta.
- Hidan, tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata! Io non ho mai saputo cosa fosse l'amore prima di conoscerti! Non ho mai provato niente prima di incontrarti! Nessuno al mondo è mai riuscito a smuovere qualcosa dentro di me come hai fatto tu con un semplice sorriso! Io ti devo la vita Hidan , perchè da quanto ti ho incontrato ho capito cosa voglia dire essere felici!
Sta parlando con gli occhi brillanti, si asciuga il viso con le mani, sorridendomi.
Sento il naso che mi pizzica, sto per piangere ma cerco di trattenermi. Nessuno mi ha mai detto cose così belle.
- Piccola, io ti devo tutto! Sarei io quello che dovrebbe morire, perchè, nonostante io sia immortale, non mi son mai sentito vivo prima di conoscerti. Era come essere congelati, fermi nel tempo, senza mai sentire nulla dentro; poi sei comparsa tu, la fiamma che scioglie il ghiaccio, il mio cuore di ghiaccio, che ha cominciato a battere! Io...- non riesco a trattenermi e una piccola lacrima mi scende sul viso, scivolando fino al mento.Lei mi asciuga il volto accarezzandomi e continuando a guardarmi negli occhi. Riesce a sorridermi nonostante io abbia firmato la sua condanna a morte. Non riesco a guardarla, lei mi ha salvato, facendomi vivere e io la ripago così. Come al solito è lei che fa da sostegno a me, anche ora si dimostra forte.
- Hei... Va tutto bene! - mi gira il viso così che io torni a guardarla, - tu non hai nessuna colpa, ok?! Sapevamo come sarebbe finita, già dall'inizio. La colpa è solo del destino che mi ha fatto nascere con questa stupida abilità che ho sempre odiato! Da quando sono nata tutti mi hanno trattato con un occhio di riguardo, cercando di essere gentili e amichevoli solo per non rischiare di farmi arrabbiare; perchè avevano paura di me! Invece tu ...tu sei diverso! Mi hai trattata normalmente, come se non fossi una specie di torcia umana con un autocontrollo praticamente inesistente! Sei stato gentile solo perchè lo sei di natura, anche se non lo dai a vedere!
- Ho solo fatto quello che mi sentivo di fare... - mi sento arrossire un po', è proprio vero che riesce a leggermi dentro.
- E io ti amo per questo! Amo il tuo essere gentile ma vanitoso, sarcastico ma anche premuroso e sbadato, hai in te tutte le cose più belle di questo mondo! Ti amo perchè mi hai trattata normalmente, senza aver paura di me...guardando i tuoi occhi, per la prima volta ho visto uno sguardo che non contenesse paura nei miei confronti...
Sono senza parole, non mi era mai capitato che qualcuno mi parlasse così. Che qualcuno apprezzasse chi sono veramente. Nessuno mi aveva mai guardato come lei ora guarda me, con Amore, quello con la A maiuscola. Quell'Amore che ti riscalda e che ti farebbe vivere in eterno. Che riesce ad accendere il fuoco dentro di te, ma non brucia niente, al contrario ,alimenta la  passione. Sento un tremito nello stomaco, mai in vita mia qualcuno mi ha fatto provare certe cose. La guardo, ha la frangia spettinata e i capelli sono colorati dall'argento della luna. È  bellissima, così sorridente col viso bagnato dalle lacrime. Vorrei poter fermare il tempo, bloccare la mia vita qui, in questo istante, con lei davanti a me, tra le mie braccia per sempre. Ma la realtà è un'altra, ed è molto più brutta e difficile.
- Ascolta Hidan... ti ricordi cosa mi raccontasti sul tetto?
- Abbiamo parlato soprattutto di Jashin... - un piccolo sorriso mi sfugge ripensando a cosa è successo quella notte.
- Ecco, quella sera, sei riuscito a convincermi che forse avevi ragione su di lui. Ci ho pensato e sembra che Jashin avesse capito tutto sul mondo e su come funziona...
- D-Davvero? - non ci credo, nessuno aveva mai preso davvero in considerazione Jashin quando ne parlavo. Lei sembrava interessata, ma non a tal punto da credere davvero.
- Sì, davvero. E stavo pensando che, visto che dovrò morire prima dell'alba, voglio morire come suo sacrificio!
Strabuzzo gli occhi, mi sento stupito, felice ma mi sento anche morire dalla tristezza.
Mi sta chiedendo di offrirla in sacrificio al mio dio. Per quanto sarei felice di fare un sacrificio così bello, non potrei mai ucciderla, non ci riuscirei. Sono già arreso all'idea che toccherà o a Kakuzu o a Pain.
Non abbiamo vie di scampo, è vero, è condannata, quindi preferirei morisse per mano di Kakuzu che essere anche solo sfiorata dalle grinfie di quel bastardo di Pain!
Però la sua richiesta mi ha spiazzato.
- Io non... non ci riuscirei... - anche il solo pensiero di vederla morire per mano mia mi distrugge; non sopporterei se fosse vero.
- Hidan, guarda questa situazione in modo diverso. Mi hai detto che le tue prede non si rendono mai conto del privilegio che gli dai offrendoli in sacrificio a Jashin; bene, io me ne rendo conto! Sarei onorata di morire sapendo che tu stai facendo qualcosa per il tuo dio, per il quale nutri un rispetto e un'ammirazione infinite.
- Non riuscirei a vivere sapendo che sei morta per mano mia!
- Sarò morta scegliendo di  morire per mano tua!
Mi guarda e capisco che è decisa e irremovibile dalla sua scelta. Così piccola ma così forte e testarda; la amo anche per questo.
- C'è un rituale... ma non ci riesco!
- Preferiresti vedermi uccidere da quel pazzo coi capelli arancio?
- No! questo mai!
- E riusciresti ad addossare questo peso a Kakuzu? Che ci è già passato?
- No...
Continuo a guardarla negli occhi e leggo la sua convinzione. Vuole davvero essere sacrificata al mio dio.
 Per un attimo mi lascio convincere dal suo sguardo ma poi sento un nodo alla gola.
Non posso farcela, Jashin, per quanto lo adori, non si merita nulla di così bello!
- Devi capire che io sono egoista, il più egoista di tutti e non voglio lasciarti andare! Voglio tenerti con me per sempre, perchè voglio essere felice per sempre!
- Hidan, guarda in faccia alla realtà. Per quanto orribile bisogna affrontarla, non possiamo scappare. E io non voglio essere uccisa dal tuo capo, mi farebbe male solo per divertimento e per fare soffrire te!
Quanta verità c'è nelle sue parole... Pain è molto più forte di me e Kakuzu e riuscirebbe a bloccarci entrambi senza troppe storie ma almeno noi siamo immortali, lei no.
Manca poco all'alba, massimo un'ora.
- Sei sicura?
- Sì! Sarò onorata di essere uno dei tuoi sacrifici...
La faccio alzare e mi avvio verso il centro della radura. Si ferma davanti a me; io tolgo il mantello e lo getto a terra. Appena incrocio i suoi occhi mi sento il cuore andare in frantumi.
- Non ci riesco! Io non posso farlo!
- Hidan... ti prego! - parla a bassa voce – non sai quanto sia difficile anche per me! Ma ho paura di morire per mano di qualcun altro che non sia te! Mi fido solo che di te!
- Non sono abbastanza forte... io non... -  mi sento tremare, non per il freddo, ma per la tensione e per la paura.
- Jashin si ricorderà del tuo dolore, e ti ricompenserà... - ha appena citato uno dei principi Jashinisti.
- Non mi perdonerò mai! - mi arrendo all'idea di assecondarla. In effetti ha ragione, non voglio che muoia per mano di Pain! Preferisco vivere per sempre con questo peso che dargli questa soddisfazione!Lei allunga una mano verso di me, io con la punta della falce le pizzico il palmo.
Dal piccolo taglio esce una goccia di sangue rosso fuoco; la avvicino a me e appoggio la sua mano sulla mia bocca, leccando il sangue. Appena sento il sapore metallico, vengo attraversato da un tremolio generale. Dalle punte dei piedi alla testa son percorso da un brivido. Le mie mani diventano nere, come il resto della mia pelle. I disegni bianchi brillano con la luce della luna. Lei mi osserva, sembra incantata.
- Anche così sei bellissimo... - mi sorride. Appoggiandomi la mano sulla guancia.Per un momento mi godo quella sensazione di calore che mi trasmette il suo tocco.
Devo controllare il respiro per non mettermi a piangere.
Mi ero quasi dimenticato come si piangesse prima di incontrala, poi lei è riuscita a farmi piangere sia di felicità che di dolore. È meraviglioso come certe persone riescano a cambiarti e farti scoprire nuove sensazioni.
Prendo un ultimo respiro e poi inizio a disegnare il simbolo della mia collana per terra; l'erba attorno appassisce subito.
Lei mi osserva in silenzio. Io continuo a tremare leggermente mentre procedo col rituale.
Finito di tracciare il triangolo mi fermo di fronte a lei. Lei mi osserva, non sembra spaventata, ma nei suoi occhi vedo che si è arresa all'idea della morte.
- No! deve esserci un altro modo! io...- non riesco, non sento la forza nelle braccia , mi tremano le ginocchia.
- Hidan! Guarda le stelle... - seguo il suo sguardo verso il cielo. Gli astri brillano come sempre; sono così lontani e io mi sento così piccolo.Lei con una mano prende il mio ciondolo e inizia rigirarlo tra le dita.
- Quando ti mancherò guarda il cielo. Pensa che sarò da qualche parte, ad aspettarti, osservando lo stesso cielo. E che anche tu mi mancherai, ma continuerò ad aspettarti per sempre. E se Jashin vorrà un giorno ci rincontreremo. - la sua voce è piena di speranza e fiducia; crede davvero in ciò che le ho detto su Jashin, e pure io.Non riesco a trattenere le lacrime, mi scorrono sul viso una dietro l'altra.
Torno a guardarla, senza vergognarmi di mostrare la mia debolezza; lei mi sorride gentile e mi prende il viso tra le mani. Ci guardiamo negli occhi per un po' , in silenzio, con le stelle che si riflettono nei suoi.
Dopo un po' lei parla, a voce bassa, continuando a guardarmi; anche lei ha il volto rigato di lacrime.
- Puoi farcela, mi fido di te... -  si allontana di qualche passo, capisco che devo procedere col rituale.
- Mi dispiace! - prendo la mia falce e la guardo, - questo sacrificio non potrà mai essere eguagliato …!
Preparo l'arma di fronte a me; le ginocchia tremano, così anche le mani.
Sento il cuore martellarmi nel petto e devo ripetermi che lo faccio perchè me lo ha chiesto. Perchè ha paura di Pain e perchè io lo odio.
Però mi ricordo anche che è colpa mia se è finita in questa situazione, è colpa mia se l'abbiamo catturata, è colpa mia se lei sta per morire.
Continuo a piangere in silenzio; la guardo supplicandola di perdonarmi.
Lei annuisce sicura, sorridendo leggermente. È convinta di ciò che sta facendo.
Le faccio segno di no con la testa, che non ci riesco; difatti non riesco neppure a parlare. Ho un nodo alla gola e non sento più l'aria nei polmoni.
Lei si avvicina, prende la mia falce e mi guarda triste; sicura e impassibile, spinge le lame della falce così da trafiggere in tre punti diversi il mio torace.
Stringe gli occhi, gemendo dal dolore; la sua maglietta rossa diventa ancora più scura in corrispondenza dei tagli.
Io sono sotto choc! Non capisco più nulla, mi sento perso, disorientato.
Nelle vene sento il classico piacere che provo durante i rituali, ma ora mi sento anche distrutto.
Estraggo le lame e getto la falce lontana, prendendo lei tra le mie braccia.
Si accascia in ginocchio, la tengo e piango. È ancora viva, respira a scatti e perde molto sangue.
- No! No! No! Ti prego non lasciarmi! - urlo disperato. La sento sempre più pesante tra le mie braccia, che continuano a tremare come il resto del mio corpo. Lei riesce a tirarsi su un poco, tanto da guardarmi negli occhi. Il volto è pulito, i capelli solo leggermente disordinati ma c'è una cosa che mi stupisce: sorride.
Sta sorridendo mentre mi guarda, i suoi occhi sono felici, nonostante stia soffrendo.
Non riesco a trattenermi e le do un bacio, faccio piano, non voglio farle male. Ma sento il bisogno di quel contatto, non voglio perderla. Lei risponde, debole, al tocco delle mie labbra. Quando mi allontano continua a guardarmi, stiamo piangendo entrambi, in silenzio, poi, con un filo di voce mi dice – Hidan...il cielo, ricorda...
Io non riesco a risponderle, la mia voce è sparita, bloccata a metà tra il cuore e le labbra.
Sorride un po' di più di prima e ,accarezzandomi una guancia con la mano debole e sporca di sangue, mi dice – Grazie …
I suoi occhi si chiudono nascondendomi il suo sguardo e la sento accasciarsi tra le mie braccia, più pesante di prima.
Capisco che è morta quando torno del mio colore naturale e in quell'istante la realtà mi investe. Come se stessi correndo a tutta velocità e mi schiantassi contro un muro. Una valanga di emozioni mi invade e mi soffoca. L'emozione che vince le altre è la disperazione.
Urlo il suo nome, disperato e a pezzi, mi sento vuoto. Piango e la stringo a me. Il suo sangue mi sporca il petto, il viso, le mani ne son piene. Urlo e piango sentendo che dentro di me qualcosa si è rotto. Il mio cuore di ghiaccio, che si era sciolto conoscendola, ora si è frantumato in mille pezzi. Tremo tutto per il dolore che provo dentro.
Mentre mi dispero il cielo è lì e mi osserva , silenzioso, impassibile e brillante. Il sole fa la sua comparsa all'orizzonte.
È l'alba e la mia piccola è morta tra le mie braccia.
 
 
 
 
Non so quanto tempo sia passato; so solo che ho finito le lacrime. Gli occhi mi bruciano ma non riesco a smettere di stringerla a me. Sussurro il suo nome in continuazione, dondolandola in un abbraccio silenzioso. Il viso nei suoi capelli, che profumano di lei, ma anche di sangue, il suo sangue, provocato dalle mie azioni.
Ho smesso di tremare ma non riesco a formulare nessun pensiero che non sia lei. Non percepisco nient'altro al di fuori di lei tra le mie braccia, che non risponde alla mia presa.
Mi ci vuole un po' prima di capire che qualcuno è dietro di me, mi ha appoggiato una mano sulla spalla. Smetto di dondolarmi avanti e indietro e giro leggermente la testa, quanto basta per vedere una mano e capire che è di Kakuzu.
- Ha deciso di morire per mano di chi amava... è una cosa onorevole Hidan; è stata coraggiosa fino alla fine...Mi dispiace, era simpatica anche a me... - la voce di Kakuzu è triste e sincera.
- La mia piccola...perchè? Perchè proprio a me? Come faccio a vivere ora? - la mia voce esce piano, in un sussurro, sgretolata dal dolore che sento ancora dentro.
- Il destino ha voluto che noi non fossimo felici; lei avrebbe voluto che tu continuassi ad essere forte, quindi riuscirai ad andare avanti Hidan.
- Lei mi ha detto di guardare il cielo...quando mi sarebbe mancata... quindi guarderò il cielo per l'eternità...
Kakuzu si avvicina e , delicatamente, mi sfila il suo corpo esile dalle braccia. Vorrei oppormi ma non ho la forza. Piangere mi ha svuotato, non mi sento più niente, non sento il cuore che batte, le vene che pulsano al testa che fa male. No, sento solo il vuoto dentro di me, sento il buio, la solitudine e so che non ci sarà nessun'altra fiamma che verrà ad illuminare le tenebre dentro di me.
 
Passa un po' di tempo ;sono stato immobile ad osservare il cielo che si colorava con l'arancio debole dell'alba. Ora il respiro si è regolarizzato, il sangue addosso è secco e sento il suo odore metallico. Kakuzu si siede a fianco a me e mi passa un piccolo oggetto.
Un coprifronte della foglia, il suo. Lo prendo con la mano tremante e, stupendomi, piango. Scopro di avere ancora lacrime, di non averle già finite. Continuo a piangere osservando il simbolo nero inciso sul metallo. Vedo il mio riflesso storpiato e mi torna in mente lei, il suo sorriso, i suoi occhi neri, la sua risata. Il suo modo di fare, i ciuffi rossi, il fuoco che aveva dentro.
Piango per non so quanto tempo, e Kakuzu rimane accanto a me, in silenzio. Anche se non parliamo la sua compagnia mi aiuta un po'.
Anche lui ha sofferto così , ma in quel momento era solo. Sono grato della sua premura.
Dopo ore di disperazione, riesco finalmente ad alzarmi. Non sento più le gambe, ho i muscoli intorpiditi. Quando mi volto devo che, sotto un albero al limitare del bosco, c'è un cumulo di terra. Ci sono alcuni fiori sopra, fiori rossi come il fuoco; come lei.
Mi avvicino e vedo che, tra i fiori color sangue ce ne uno bianco, che fa contrasto. Non è bianco per via della specie, ma bensì perchè è di carta.
Sento gli occhi riempirsi ancora di lacrime e, con volto rigato, prima di andarmene con Kakuzu le dico – Mi raccomando piccola, aspettami!
 
 
 
 
                                                                 ***
 
Questa è la storia che ha reso Hidan quello che è, il sarcastico vanitoso che nasconde il suo dolore dietro una maschera di esuberanza.
Kakuzu, che osservava il compagno di squadra da dietro la soglia della porta, sapeva che lui stava ripensando a quella ragazza. Quella che era riuscita a cambiarlo, a far vedere chi fosse il vero Hidan. Quella che per un certo periodo era riuscita a sciogliere quel cuore di ghiacchio che aveva il suo amico. Mentre questo aspettava che il suo smalto nero asciugasse, aveva alzato la testa al cielo, anche se era in una stanza chiusa, e aveva pianto in silenzio.
Non sapeva di essere osservato dal compagno che aveva , anche lui, provato lo stesso dolore.
Kakuzu sapeva che Hidan aveva cucito il corpifronte di lei all'interno del suo, così da averlo sempre con sé. E sapeva anche che ogni volta che si metteva lo smalto, si ricordava di quando lei glielo aveva insegnato; perchè Kakuzu quella sera faceva solo finta di dormire, li aveva visti mentre si passavano il colore sulle unghie sorridendosi.
Kakuzu non aveva più visto Hidan sorridere come in quei giorni. Continuava a credere nel suo strano dio, sperando e pregando di poter ritrovare “la sua piccola” come la chiamava Hidan. Continuava a mettersi lo smalto nero, per ricordarsela , e continuava a camminare sempre osservando le nuvole o le stelle. Decise di lasciarlo ancora un po' da solo, nei ricordi.
E così, mentre si spostava dalla porta per lasciare al compagno il tempo di ricomporsi, si trovò anche lui a pensare a colei che gli aveva rubato il cuore; l'unico che battesse veramente, e così una lacrima scivolò dai suoi occhi smeraldo.
                                                                   
 
 angolo scrittrice: finalmente, con circa un mese di distanza, pubblico l'ultimo capitolo! La scuola mi ammazza e ruba tutto il mio tempo!
                            Tornando alla FF , spero vi sia piaciuta! OK non odiatemi per il finale orrendo, ma io vi avevo avvisato che "non tutte le storie d'amore                               hanno un lieto fine". La frase all'inizio , tratta dalla canzone "take me to church - Hozier", mi ha ispirato un pochino.
                            Ho deciso di far finire così la storia in modo che si potesse attaccare alla storia vera del manga. Accetto, critiche, insulti e                                                compagnia bella!
                                                                                                                                           grazie per il tempo dedicato alla lettura della mia storia! ;)

                                                                                                                                                                                                 un bacio Ombra :*
   
 
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