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Autore: Notteinfinita    09/03/2016    3 recensioni
Diana usa il sistema della carota e del bastone per costringere Martin a studiare ma ciò avrà risvolti inaspettati...
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Diana allungò la mano verso la scatola dei biscotti ricoperti di cioccolato e ne portò uno alla bocca gustandolo con soddisfazione mentre teneva lo sguardo sul libro di storia.
Seguendo l'esempio dell'amica, anche Martin, messo da parte il fumetto che stava leggendo sdraiato a terra, allungò una mano sul tavolino basso e agguantò alcuni dolcetti per poi ingurgitarli.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ultimo Togo

 

Diana allungò la mano verso la scatola dei biscotti ricoperti di cioccolato e ne portò uno alla bocca gustandolo con soddisfazione mentre teneva lo sguardo sul libro di storia.

Seguendo l'esempio dell'amica, anche Martin, messo da parte il fumetto che stava leggendo sdraiato a terra, allungò una mano sul tavolino basso e agguantò alcuni dolcetti per poi ingurgitarli.

«Martin, mi avevi promesso di studiare per l'interrogazione di domani.» lo rimproverò la ragazza. «Se non prendi il libro puoi scordarti di continuare a mangiare i miei Togo. Questi sono solo per chi si impegna.» continuò, tirando a se la scatola e poggiandosela sulle gambe.

«Hey ma questo è un ricatto!»

«Si, e ti conviene cedere.» affermò Diana sorridendo soddisfatta.

«Ma lo sai che dopo due righe perdo il filo del discorso.» si lamentò Martin facendo la faccia da cucciolo.

«Va bene, arriviamo ad un compromesso. Io leggo a voce alta, tu mi ascolti e dopo t'interrogo. Per ogni risposta giusta ti do un Togo.» gli propose, sventolandogli davanti la confezione dei biscotti.

«Hai vinto.» mormorò il ragazzo, sedendosi in ginocchio e lasciandosi cadere con la mascella sul tavolo mentre lei gli sorrideva trionfante.

 

 

 

Era ormai passata un'ora.

Soddisfatta, Diana osservò la scatola dei dolcetti ormai quasi vuota. Era incredibile il potere che il cioccolato poteva avere su di un goloso.

«Siamo all'ultima domanda.» annunciò la ragazza sventolando l'ultimo biscotto. «Chi fondò il nuovo insediamento da cui poi si sarebbe sviluppato l'attuale Québec? Voglio nome e cognome.»

«Pignola!» protestò Martin prima di stringersi il mento tra due dita e mettersi a riflettere.

«Ci sono! Simon de Champlain!»

«Sbagliato! È Samuel de Champlain, non Simon!» esclamò la ragazza. «Quindi questo lo mangio io.» affermò, portandosi il biscotto alle labbra e mostrandolo al ragazzo come fosse una linguaccia.

«Crudele!» gridò Martin mettendosi in piedi.

Diana avrebbe voluto imitarlo ma, a causa del troppo tempo passato in ginocchio, le gambe non vollero obbedirle.

Approfittando della difficoltà dell'amica, in un balzo le fu a fianco e, presole entrambe le mani, gliele bloccò a terra affinché non potesse sfuggirle.

«Ho sgobbato come un mulo, me lo merito.» protestò avvicinando il viso al suo.

Diana cercò di allontanarsi ma non le era possibile muoversi.

Per qualche attimo Martin rimase ad osservarla, il viso a due centimetri da suo mentre lei non poteva fare a meno di chiedersi che intenzioni avesse.

Lo vide spostare lo sguardo dagli occhi alle labbra diverse volte poi, lentamente, colmare lo spazio che li separava fino a sfiorare le sue labbra con le proprie e mordere la metà del biscotto che era rimasta visibile.

Quel lieve contatto bastò a destabilizzarlo.

Lasciata la presa sulle mani di Diana, le cinse la vita e portata una mano alla sua guancia l'avvicinò nuovamente a se baciandola con trasporto mentre il cuore di lei partiva per un galoppo sfrenato e incontrollabile.

Quando si staccarono avevano entrambi il fiatone.

«Wow!» sussurrò Martin con le labbra ancora a due millimetri da quelle di lei.

Quell'esclamazione la fece sorridere, solo lui poteva uscirsene con un commento del genere.

«Infondo non è così male la storia.» gli suggerì.

«Vedremo.» ribatté lui, stringendola a sé con sguardo malandrino.

Diana rise cingendogli il collo con le braccia, aveva l'impressione che lo studio della storia non sarebbe più stato lo stesso.

 

 

 

Nota dell'autrice: Avevo questa scena in testa e mi divertiva essere l'autrice della quarantesima storia del fandom. Non ho altre giustificazioni.

 

  
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