Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: udeis    10/03/2016    2 recensioni
Questo è un tributo a tutte le ore passate a far salire i miei pokemon di livello e a battere le palestre. Insomma la vita di un videogiocatore medio vista da un altro punto di vista. Storia partecipante al contest Ho letto un libro, una volta (si chiamava...) indetto da zbor liber sul forum di EFP
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non ero fatto per lottare.
Mentre gli altri pokèmon mettevano facilmente K.O l’avversario con una tecnica ben eseguita io ero lento, debole, impreciso.
Non ero forte abbastanza, ecco la verità, e mi chiedevo perché mai il mio allenatore continuasse a tenermi in squadra, lui, che avrebbe facilmente scalato le vette della Lega Pokemon, se non fosse stato per me.
Per tutti loro ero solo un peso morto e lo sapevo perfettamente: nei loro occhi vedevo bruciare il desiderio di continuare a viaggiare, ma, per colpa mia, facevamo soltanto avanti indietro dal Centro Pokèmon.
Perché continuava a tenermi in squadra? Per quanto ci provassi non riuscivo a migliorare. Sarebbe stato meglio se mi avesse lasciato marcire in un box.
Invece si ostinava a mandarmi in battaglia per poi sostituirmi dopo pochi minuti di lotta, scoraggiato, deluso. Non capivo se sperasse in un qualche miracolo o se lo facesse solo per umiliarmi.
Gli altri suoi pokèmon mi guardavano tutti con disprezzo e si tenevano alla larga: per colpa mia non avevano mai la soddisfazione di vincere una sfida come protagonisti assoluti e per di più dovevano cercare di rimediare ai miei disastri.
Più mi affannavo ad eseguire gli ordini, più mi sforzavo ad imitare le movenze decise dei miei compagni di squadra, più mi rendevo ridicolo: eppure desideravo disperatamente essere come tutti gli altri! Ammiravo l’abilità con cui sferravano colpi potenti e letali, la grazia con cui schivavano i colpi e la determinazione con cui si rialzavano in piedi, ma mi rendevo conto che io non sarei mai stato come loro.
Non ne ero all’altezza.
 
La verità era desolatamente semplice: se non riuscivo neanche ad incrociare lo sguardo del mio avversario senza tremare di terrore, sconfiggerlo era totalmente fuori dalla mia portata.
 
 
Una sera che eravamo tutti fuori dalle pokeball, uno dei compagni di viaggio del mio allenatore mi indicò e chiese: “Perché te lo porti dietro?”
Per assurdo mi sentii felice: finalmente avrei avuto la risposta alle domande che mi ponevo da mesi. Il mio allenatore si avvicinò a me, appoggiò una mano sul mio capo e disse: “Il mio amico ha del potenziale.”
“Ma se non è riuscito neanche a battere il Rattata che avevo appena catturato!”
“Migliorerà.”
“Ma se te lo porti indietro inutilmente da secoli!”
“Torna il mese prossimo e il tuo Rattata sarà fatto a fettine.”
“Ci sto.” Disse il suo amico e suggellò la scommessa con una stretta di mano.
Il mio allenatore notò la mia rassegnazione e mi sorrise: ”Non ti preoccupare, piccolo, metteremo a punto una nuova strategia e vinceremo. Ci basterà sfruttare i tuoi punti forti.”
“Quali punti forti?” Pensai.
L’umano si sbagliava: non sarei mai riuscito a battere un pokèmon da solo neanche tra mille anni, figuriamoci tra trenta miseri giorni.
 
 
 
Adesso che è passato un mese, il Rattata si è trasformato in un enorme Raticate io e lui ci squadriamo pronti alla lotta che decreterà il vincitore della scommessa.
Incrocio lo sguardo con il mio amico umano e lo vedo colmo di quell’amore che, fino a poco tempo fa, non ero in grado di riconoscere.
Irrigidisco i muscoli e parto all’attacco.
Io non ho paura.
Non più.                                                                 
E lo sappiamo entrambi.
 
 
 
Note: sono stata una grande videogiocatrice, in passato, almeno per quanto riguarda i Pokemon, ho scritto questa storia ispirandomi a un’esperienza personale visto che molte volte mi sono trovata ad allenare pokemon scarsi o deboli solo perché mi piacevano o perché sapevo che la loro evoluzione sarebbe stata veramente forte (esempio a caso: Magikarp, ma non è l’unico, ce ne sono molti altri). Ci vuole un sacco di pazienza e un sacco di perseveranza (soprattutto se sei ad inizio gioco), quindi ho provato a capovolgere la situazione e a riscrivere la situazione dal punto di vista di un pokemon, il cui tipo non ho specificato perché ognuno possa immaginarsi il quello che vuole. L’unica cosa che vi posso dire con certezza è che non è un rattata.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: udeis