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Autore: Sinnheim    10/03/2016    3 recensioni
Versione 2.0, modificata ed arricchita.
Secondo volume della serie "A Dance of Light and Shadow".
Tre anni dopo la pubblicazione del suo primo diario, Bloom si vede costretta a scrivere di getto tutto ciò che è accaduto negli ultimi mesi, non per svago, ma per raccontare quella terribile verità che ha colpito tutti ma che nessuno è stato in grado di capire in tempo. Azioni terribili richiedono terribili provvedimenti e Bloom, ancora una volta, è pronta a pagare il prezzo delle conseguenze delle sue azioni e di quelle degli altri. Questa volta, però, senza essere sicura di cosa ciò comporti. Sequel de Il Canto della Guerra.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'A Dance of Light and Shadow'
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CAPITOLO 1: INCIPIT AL REQUIEM

 

 

 

Non mi rimane più molto tempo ormai, devo fare in fretta. Per gli dei, ho così paura. Mi tremano le mani e non riesco a tenere ferma la penna nella mia presa. Le mie parole piangono, così come il mio cuore.

A chi leggerà questa storia, vi prego di darmi ascolto: non credete a ciò che i malvagi vi diranno, abbiate fiducia in chi vi ha sempre protetto e in questa follia che vi sto per narrare.

Questa che vi lascio è la mia eredità, la verità assoluta, ciò a cui dovete aggrapparvi per non sprofondare nel terrore. Perché, io... oh, credetemi, io sto morendo dal terrore di ciò che dovrò fare per non farlo subire a tutti voi.

Non è più tempo di scrivere per liberare l'anima dal male, ma per farvi comprendere più chiaramente cosa sta succedendo e cosa succederà. Mi avete conosciuta come un'eroina decadente, colei che ha salvato sia l'Universo, sia la propria sorella ad un prezzo forse fin troppo alto.

Questo diario, però, non è la stessa cosa. Non si tratta di narrare gesta impossibili, è la mia missione più grande: salvare il futuro.

Ho già i crampi alla mano, devo stilare questo racconto raccapricciante molto velocemente, ma ciò non significa che sarò avara di dettagli: questo documento deve essere letto. Dovete tutti sapere cosa è successo affinché coloro che amo non debbano pagare per le scelte prese da altri in altri tempi, per farvi conoscere il motivo delle mie azioni e della mia scelta, solo ed esclusivamente mia.

Ho dovuto decidere le sorti dell'Universo nello spazio di giorni, a mio e a vostro rischio e pericolo.

Perché sto dicendo tutto questo? Perché sono così catastrofica? Perché, povere anime, non ho nessuna certezza di ciò che accadrà dopo che avrò finito di scrivere.

Non lo so. Potrei salvarvi tutti come potrei condannarvi a morte. Sta di fatto che, quel che andrò a fare, è dettato quasi unicamente dal mio egoismo, puro e semplice. Spero davvero che sarà proprio questo a risolvere le cose.

Ho piena fiducia di chi ho intorno, delle persone che amo. Tuttavia, dopo il mio racconto, non posso biasimarvi se tale fiducia non sarà percepita anche da voi che leggete.

Sforzatevi di credere al mio giudizio, stavolta non credo di sbagliare. Tecna una volta mi ha spiegato una teoria secondo la quale le azioni compiute non possono essere cambiate, come se il destino fosse già scritto: non importa quante volte ci provi, alla fine accadrà sempre la stessa cosa.

Potrebbe benissimo valere anche in questa situazione, ma io dico questo: è tutto da vedere. Se dovrò essere divorata per salvare tutto e tutti, se dovrò... rinunciare alla mia felicità, così sia.

Non riesco a smettere di tremare, non sono pronta, per gli dei, non voglio andare via. È anche per questo che ho denominato i vari capitoli con riferimenti alla musica: l'intera storia non è altro che un massivo canto del cigno, un presagio di morte imminente per me, e… una potenziale dipartita per loro.

 

 

Sono passati tre anni da quando ho pubblicato il diario che narra le vicende mie e di mia sorella: ha riscosso molto successo, ma anche ribrezzo. A parte questo, le cose non sono cambiate nella solita routine: ricoprivo ancora il ruolo di Guardiana degli Orphan e insegnavo ad Alfea, era rimasto tutto pressoché uguale.

Tutto, tranne un dettaglio: era sottile, non tutti potevano averlo colto. Le persone intorno a me stavano cambiando drasticamente comportamento, in negativo. Voi mi potreste dire che sono solo le paranoie di una squilibrata mentale, e non potrei darvi torto. D'altronde, lo sono davvero.

Però, però, credete alle parole di questa folle: vi sto parlando di qualcosa di profondamente sbagliato, lo senti nell'aria, lo senti sulla pelle. Parlo proprio del fare del male senza motivo, di cambiare completamente carattere e atteggiamento in modo radicale e senza dare nessun tipo di segnale, di aggredire qualcuno per una semplice parola storta.

È un fenomeno sempre più dilagante. Mi accorsi che non solo su Magix, ma anche sugli altri pianeti le persone avevano iniziato a dare i numeri, per non parlare della crescita esponenziale degli Orphan! Eravamo davvero pochi fino a qualche anno fa, pochi in vita, intendo.

Parlando al presente, invece, la clinica della Griffin è piena, e io sono sempre in giro a pescare poveri disgraziati che, di punto in bianco, perdono la testa e si corrompono senza nessun motivo. Esattamente. Niente contagio, niente di niente, solo... solo questo.

Se ricordate come sono diventata io una Orphan, vi rendete conto che la cosa è di una gravità sconcertante, una vera e propria emergenza. Ho interrogato molti di questi poveri sfortunati e tutti mi hanno detto la stessa cosa: nessuno di loro è venuto a contatto in modo viscerale con fonti di potere opposte alle loro. Si sono sentiti strani, come oppressi per un lungo periodo di tempo, e poi boom. Corrotti.

Ho scandagliato l'Universo per diversi giorni alla ricerca di streghe o fate con poteri superiori alla norma, così, per sicurezza. Ok, a dirla tutta cercavo le Trix o esseri simili a loro. Cercate di capirmi, mi hanno un tantino traumatizzata in tutti questi anni, mi rifiuto anche solo di immaginare le loro ceneri che complottano qualcosa ai miei danni.

So che vi state chiedendo se io stia raccontando un sacco di favolette per giustificare la follia che ho in mente di fare, che sui vostri pianeti non vi siete mai accorti di niente e tanti saluti.

Viviamo tutti in balia dello stesso fiume. Inesorabilmente, navighiamo nella stessa direzione, non importa su quale sponda: quella è la vostra normalità, e tutti coloro che provano ad andare controcorrente sono considerati anomali. Tuttavia, se un giorno il fiume iniziasse a scorrere al contrario, tutti voi lo seguireste: quella, sarebbe la vostra nuova realtà, e non ve ne accorgereste perché ci vivete dentro. 

Io posso guardare entrambe le situazioni e notarne i particolari perché la mia normalità non coinciderà mai con nessuna delle vostre, nemmeno nel peggiore dei casi. Io sono qualcosa a parte, fuori dallo schema cosmico.

Le mie allieve sono un esempio: mi raccontavano di comportamenti ed episodi strani accaduti sui loro pianeti, ci ridevano su di gusto. Questo, finché quei comportamenti strani li assunsero anche loro: ogni giorno era una continua guerra di litigi, aggressioni, maldicenze.

A quanto ne so, questa situazione è presente anche nelle altre scuole. Ogni tanto prendevo una dose extra di farmaco per essere sicura di non essere io impazzita completamente.

Per quanto mi addolori dirlo, i guai seri iniziarono qualche mese dopo. Se prima riguardava solo le giovani fate, adesso riguarda un po' tutti, da Faragonda alla Griffin, dalle Winx alla mia stessa sorella.

Devo, ho dovuto, prendere una durissima decisione: sappiate solo che sarà terribile da affrontare. Detto questo, vi prego, abbiate pietà per me, per loro, per tutti voi. Non diffondete odio gratuito dopo aver letto ciò che sto per scrivere, non è colpa di nessuno.

Io ho paura. Se potessi evitarlo, lo farei: ormai ho imparato com'è la vita che mi è toccata in sorte, ho imparato come essere abbastanza felice nonostante tutto. Eppure, ancora una volta, dovrò infliggermi la pena più grande per il bene di chi amo. Stavolta, però, sarà l'ultima.

Questa è la storia di vite in frantumi: io sto solo cercando di raccoglierne i pezzi e rimetterli insieme.

  
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