Anime & Manga > Slayers
Ricorda la storia  |      
Autore: raffychan    10/03/2016    2 recensioni
"Siamo riusciti a sopravvivere all'assedio e a tutto quello che in pochi mesi ci è successo. Ci siamo ritrovati dopo tante difficoltà e dopo mesi lontani l’uno dall'altra. La morte ci ha sfiorati non poche volte in questi ultimi mesi eppure, nonostante tutto, siamo riusciti a sfuggirle anche stavolta, insieme. "
Piccola OneShot dedicata alla FanFiction di SonLinaChan "L'Assedio".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dopo le Drabble torno con una nuova Oneshot ispirata alla FanFiction di SonLinachan “L’Assedio”. Dedico questa Shot a lei  che ultimamente mi sta ispirando tantissimo con le nostre conversazioni  e alla mia immancabile “Beta” Andre, grazie per il tuo immancabile aiuto. Ringrazio in anticipo tutte le persone che la leggeranno. Come sempre commenti e critiche sono ben accetti. Buona lettura ^^.  
 


 Il nostro nuovo inizio.
 

È stata una lunga giornata quella di oggi: l’incoronazione di Philionel, il ricevimento, tu che continuavi a nasconderti da Amelia.
Non ti sei mai trovata a tuo agio, vestita di tutto punto in mezzo a nobili e dignitari. Sei uno spirito libero, come me. Ami la cose semplici e la gente comune. Ti conosco da tanto tempo ormai e so bene come ti stai sentendo in questo momento mentre, nascosta dietro una colonna, mi fai cenno di star zitto sperando che Amelia non ti trovi. Annuisco. Se c’è una cosa che so far bene è quella di proteggerti, ormai sono una specie di veterano in questo. Vedo Amelia avvicinarsi a me insieme a Zel, anche lui vestito per la cerimonia. Mi chiedono di te, dove sei finita non appena l’incoronazione è terminata. Ti lancio una velocissima occhiata mentre dico ad Amelia che quasi sicuramente sei svenuta in qualche luogo dei giardini reali di Sailune colpa del troppo vino, non sarebbe una cosa così strana dopotutto.
“Oh no, sarebbe molto sconveniente questo Gourry-san”
“Sarà bene andarla a cercare e portarla in camera prima che qualcuno la trovi”
“Tranquillo Zel, ci penso io”
Senza nemmeno dare tempo ai mie amici di replicare scappo via .
 
 
È notte ormai quando ti vedo sbucare da una siepe. Sono seduto vicino ad una delle fontane che adornano i giardini di Sailune . Ti guardo avvicinarti a me. Il vestito che indossi  è di un azzurro chiaro, con le maniche bianche che scendono lunghe fino ai tuoi fianchi. Indossi un mantello dello stesso colore del vestito, bordato di pelliccia. Sicuramente l’hai scelto tu, vista la sua sobrietà, se fosse toccato ad Amelia a quest’ora ti vedrei con addosso tanti di quei pizzi e merletti da far invidia ad una bambola di porcellana.
“Sai devo congratularmi con te Gourry, nonostante ci conosciamo da anni riesci ancora a stupirmi”
Ti sorrido mentre ti siedi vicino a me e mi guardi con la tua solita aria da furbetta.
“Di cosa ti stupisci, Lina? Ormai riesco a leggerti dentro come un libro aperto.”
“Già, forse questo significa essere una coppia”
Sussurri abbassando lo sguardo imbarazzata. In un lampo i ricordi della sera precedente occupano la mia mente. Chissà se posso parlarne con te a cuore aperto, stringendoti a me, sussurrandoti all'orecchio quelle parole che ho ripetuto incessantemente per tutto il tempo.
“Ad ogni modo non credo che Amelia te la farà passare liscia, ci teneva a vederti confezionata a dovere per la cerimonia”
“Non ricordarmelo ti prego, per sfuggirle non sono riuscita  nemmeno a godermi il banchetto.”
Dici sporgendo fuori il labbro inferiore. In quel momento hai quell'espressione da bambina che adoro. Mi giro prendendo tra le mani un fagotto poggiandotelo sulle gambe.
“Cos'è?” chiedi guardandomi con uno sguardo sorpreso
“Aprilo”
Il tuo viso si illumina di colpo non appena sciogli i lacci e scorgi il contenuto: dolci alla crema, al limone, cestini di frutta e biscotti al burro.
“E c’è anche questo” prendo tra le mani una bottiglia di vino alla cannella e due calici di  cristallo.
“oh Gourry, ma come..?”
“Beh non potevo certo lasciarti a digiuno o le cucine reali di Sailune ne avrebbero pagato le conseguenze”
Sorrido soddisfatto della tua espressione felice iniziando a versare il vino nei calici.
“Gourry ti ho mai detto che ti adoro?”
“Mmm..no, credo che tu abbia usato ben altre parole stanotte” dico calcando sull'ultima parola.
 Arrossisci di colpo capendo all'istante a cosa mi riferisco e mi stupisco come, nonostante quello che è successo tra di noi, io riesca ancora ad esercitare questo potere su di te. Certe cose non cambiano mai, vero Lina?
Finisco di riempire i bicchieri porgendotene uno. “A cosa brindiamo?”.
Ci pensi un attimo prima di rispondermi “A noi. Al nostro nuovo inizio”
Già, un nuovo inizio, niente di più vero. Siamo riusciti a sopravvivere all'assedio e a tutto quello che in pochi mesi ci è successo. Ci siamo ritrovati dopo tante difficoltà e dopo mesi lontani l’uno dall'altra.  La morte ci ha sfiorati non poche volte in questi ultimi mesi eppure, nonostante tutto, siamo riusciti a sfuggirle anche stavolta, insieme.
“Al nostro nuovo inizio” ripeto facendo incontrare i nostri calici e un dolce “tin” si diffonde nell'aria.
Bevi a sorsate agguantando uno dolce alla volta. Ti guardo e non posso fare a meno di sorridere. Sei così tenera in questo momento, con la bocca sporca di briciole e quel sorriso soddisfatto sul volto. Gli occhi chiusi mentre assapori con piacere un dolce alla volta. Avvicino il mio calice alla bocca e un sapore dolce si diffonde nel mio palato. Appoggi il vassoio con i dolci in mezzo a noi e d’istinto allungo la mano verso un dolce alla crema. In un attimo il vassoio si svuota e tu ti sdrai soddisfatta leccando dalle dita gli ultimi rimasugli di panna.
“Adesso si che sono felice. Ora manca solo una buona dormita e, che Lon ce la mandi buona, finalmente partiremo. Tutti questi mesi a Sailune mi stanno rammollendo”
Annuisco di rimando prendendo il vassoio ormai vuoto spostandolo dall'altra parte della panchina. Mi avvicino a te e come in un tacito accordo la tua testa si appoggia delicatamente sulla mia spalla. Allungo a mia volta un braccio, cingendoti le spalle. La mia guancia sfiora i tuoi capelli e mi rilasso quando sento il loro profumo invadere i miei sensi. Fa freddo qui fuori. L’inverso è ormai arrivato e una patina bianca ricopre i giardini di Sailune eppure, nonostante tutto, nessuno di noi ha il coraggio di muoversi :I nostri corpi, stretti l’uno all'altro, bastano a scaldarci.
Sono io a rompere quel silenzio dopo pochi minuti.
“Dove pensi di dirigerti stavolta?”
“Non lo so, di certo non ho intenzione di lasciare il continente, due mesi dall'altra parte mi sono bastati.”
Cerco la tua mano stringendola nella mia. Da quando ci siamo ritrovati lo sento come un bisogno fisico, non posso farne a meno. Chissà come reagiresti se ti dicessi che nei miei incubi ho sempre paura di non trovarti al mio fianco, di perderti ancora, e che sto dannatamente bene quando mi sveglio e mi accorgo che invece sei qui, accanto a me.
“Potremmo andare a Zelphiria, mi piacerebbe vedere la tua città natale.”dico in un sussurro.
Sospiri stringendo a tua volta la mia mano, le nostre dita si intrecciano senza accorgercene.
“Perché no, se partiamo adesso arriveremo in tempo per la stagione della vendemmia.”
Rispondi alzando lo sguardo guardandomi negli occhi con la stessa voglia che in questo momento sta assalendo anche me.
Mi avvinco a te, le nostre labbra ad un soffio di distanza.
“E dimmi come mi devo presentare davanti ai tuoi genitori?”
Mi sorridi e di nuovo vedo comparire sul tuo volto quello sguardo da furbetta.
“Come quello che sei: una guardia del corpo con la forza di un troll e il cervello di una medusa.”
Sussurri prima di avvicinarti a tua volta, annullando definitivamente la distanza tra di noi.
Le nostre labbra si incontrano e in un attimo ci ritroviamo a stringerci a vicenda. Sento il sapore dei dolci dalla tua bocca mischiarsi alla mia e le assaporo affondo godendo del loro tocco, della loro dolcezza.  La tua mano dal mio collo scende lungo il mio petto e la sento stringere forte la mia tunica,l’altra mi accarezza dolcemente la guancia. Quando ci stacchiamo nemmeno mi rendo conto che qualcosa scivola fuori dalla mia tunica. Sei tu ad accorgertene prendendolo tra le mani.
“Gourry ma questo…”
Abbasso lo sguardo arrossendo di colpo cercando  di nascondere il più velocemente possibile l’oggetto della tua curiosità ma sei sempre stata più veloce di me. Lo prendi e lo studi attentamente mentre sento l’imbarazzo crescere aspettando l’ora della mia imminente morte.
“Che significa?”
Mi chiedi sventolando davanti ai mie occhi l’oggetto incriminato. Sospiro. Dopotutto avevo promesso di parlartene.
“Non arrabbiarti Lina, io….io ecco…non so nemmeno io perché l’ho fatto e…non pensare a niente di strano perché credimi, non è come pensi.”
“E cosa starei pensando secondo te?” Ops, il tuo tono arrabbiato non mi dice niente di buono.
“Ecco io…”
“Gourry, non avrai mica pensato di vendere i MIE capelli, VERO?”
“Ma no Lina cosa dici, non potrei mai farlo io ecco…io…avevo bisogno di sentirti vicina, tutto qui.”
Dichiaro finalmente, stavolta sono io che cerco di nascondere l’imbarazzo delle mie parole abbassando lo sguardo guardando la punta dei miei stivali.
Sicuramente Lina non ha capito perfettamente quello che volevo dire, eppure è la pura e semplice verità.

Lina amava i suoi capelli, erano il suo più grande orgoglio eppure non aveva avuto alcuna esitazione a tagliarli pur di convincere Philionel a non dare Amelia in sposa all'uomo che, non pochi mesi fa, aveva assediato la città. Li aveva tagliati perché voleva dare una possibilità ad Amelia.
Perché, per quanto cerchi di tenerlo nascosto al resto del mondo, lei ha un cuore grande, più grande della sua magia. Perché si farebbe in quattro per le persone che ama, perché è fiera e orgogliosa e non ammette nessun tipo di sconfitta. Perché sapeva che Sailune sarebbe uscita vittoriosa da quella battaglia.
Eppure i miei occhi avevano scorto una lacrima bagnare la sua guancia mentre fissava i suoi capelli adagiati sul grande tavolo di legno.
Quando alla fine era uscita mi ero avvicinato al tavolo e, senza che nessuno mi vedesse, avevo raccolto una ciocca dei suoi capelli.
Quei capelli rappresentavano Lina.
Erano rossi, come i suoi occhi. Erano belli, come lei. Erano morbidi, come la sua pelle. Emanavano un calore rassicurante con i loro colore e la loro vitalità. Quante volte ero rimasto incantato guardando quei capelli mossi dal vento, quando danzavano attorno al suo corpo mentre recitava uno dei suoi incantesimi. Li guardano la notte, adagiati dolcemente sulla nuda terra, incorniciandole il viso.
Infine quei capelli erano stati la mia forza e il mio sostegno quando Lina era stata rapita. Mi bastava guardarli per avere la certezza che l’avrei ritrovata, che avrei sentito di nuovo la sua voce. Che avrei rivisto di nuovo quei lunghi capelli scendere dolcemente sul suo corpo.
Li stringevo a me la sera e sentivo in qualche modo di stringere lei.

Continuo a tenerli con me anche adesso che Lina è al mio fianco, non so perché. Forse è diventata una cosa naturale, come da sempre accade tra di noi.
Prendo un lungo respiro e lentamente mi giro verso di lei.
Devo affrontare il discorso, ormai non posso più sottrarmi.
“Lina…”
Mi volto e vedo che sul suo viso non compare nessuna delle espressioni che mi aspettavo di trovare. Invece i suoi occhi si allargano per la sorpresa, come se le avessi detto che Sailune è di nuovo sotto assedio.
“Sei uno stupido cervello di medusa”Ecco…lo sapevo!
La vedo avvicinarsi a me legando il ciondolo al mio collo. Sento le sue dita sfiorarmi lentamente il collo e un calore rassicurante mi invade. Un leggero vento inizia a soffiare muovendo i capelli di Lina. La osservo a lungo. Il suo viso è sereno, la sua mano torna a stringere la mia. Mi rilasso non appena sento le nostre dita intrecciarsi di nuovo, cercando dentro di me la forza di confessarle tutto.
“Lina io…io volevo solo tenerli con me. Mi sono sentito così solo quando non eri con me, quando sei stata rapita, e il solo vederli mi dava la forza di lottare, di impugnare quella spada. Io non riuscivo ad accettare l’idea di non vederti più, di trovarti diversa da quello che eri. Hai ragione sono uno stupido, uno stupido sentimentalista ma io…”
“Si è vero sei uno stupido. Il più stupido, il più tonto e quando dico che sei un cervello di medusa non scherzo.” Sospiri. I tuoi occhi alla fine mi guardano e in un secondo leggo in quegli occhi tutta la dolcezza delle tue parole. “Ma sono certa che in nessun’altra parte del mondo riuscirei a trovare qualcuno come te. Tu sei un essere speciale, Gourry. Sei stato la mia salvezza più volte. Anche quando non eri con me. Mi bastava pensarti per non cedere alla pazzia e quando ti ho ritrovato mi sono sentita la persona più fortunata al mondo. Io, non so cosa ho fatto per meritarti, ho un pessimo carattere, tu sei sempre così dolce con me. Non sono arrabbiata e nemmeno sorpresa per quello che hai fatto, questo gesto è dannatamente da te.  ”.
Sorridi mentre la mia mente registra ogni parola. Dei, il solo pensiero di perderti mi porta alla pazzia, che farei senza te? Senza un solo respiro perso nei tuoi capelli, un solo bacio, un solo tocco della tua mano. Io…ho bisogno di te, Lina, ne ho bisogno come un cuore ha bisogno di battere. Stringo più forte la tua mano avvicinandola alle mie labbra, baciandola. Odora di dolci e zucchero, la porto sulla mia guancia e sento le tue dita che lentamente mi accarezzano.
“Quindi…niente punizione stavolta? Ti stai rammollendo mia cara”
“Diciamo” sussurri, le tue labbra ancora una volta sono a un passo dalle mie “che è solo rimandata”.
Un lungo silenzio ci avvolge in questo momento mentre le nostre ultime parole si perdono nell'aria e sento solo le tue labbra premute contro mie infondendo in me, nella mia anima, qualcosa che mancava e che ora ho finalmente ritrovato.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slayers / Vai alla pagina dell'autore: raffychan