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Autore: Gniagna    28/03/2009    1 recensioni
“proprio una frase stupida, non una di quelle che ti spinge a ragionare su qualcosa o a esporre le tue idee, solo una frase ad effetto come quelle che trovi nei cioccolatini.”
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Condannato ad amare senza essere amato”, le parole scivolano velocemente dalla biro del ragazzo al foglio bianco, la mano rimane un attimo sospesa nell’aria, mentre gli occhi rileggono le ultime righe scritte, “Che frase stupida,” pensa, accartocciando il foglio e lanciandolo nel cestino, “proprio una frase stupida, non una di quelle che ti spinge a ragionare su qualcosa o a esporre le tue idee, solo una frase ad effetto come quelle che trovi nei cioccolatini.”

In fondo cosa voleva veramente dire amare? Era una domanda che si faceva sempre nei lunghi momenti passati a pensare alle sue disavventure amorose, cosa voleva veramente dire amare? Una volta aveva ricevuto una risposta, una risposta che aspettava da una vita, ma che era stata molto diversa da quella sperata: “Infondo amare è solo una questione chimica, è una cosa molto razionale che avviene tra i nostri ormoni e per questo assolutamente non controllabile.” Ricordava ancora la sua faccia illuminata dagli ultimi raggi del sole autunnale, e la sua espressione così rilassata e sorridente, eppure, nonostante non sembrasse assolutamente innervosito dal fatto che il suo migliore amico gli avesse appena detto di amarlo, non lo aveva mai guardato in faccia, aveva continuato ad osservare l'orizzonte e a parlare: “Ecco, perché non potrò mai innamorarmi di te, non si può decidere chi amare, per quanto uno si sforzi l'amore resterà sempre incontrollabile.”

Scosse la testa cercando di allontanare quei ricordi, non voleva più pensarci, era tutto troppo doloroso, troppo difficile. Quasi involontariamente le sue labbra si dischiusero in un sussurro: “Condannato ad amare senza essere amato...”, forse la peggiore di tute le condanne, così definitiva, così dolorosa; ma si poteva, veramente, essere condannati a non essere mai amati o era una cosa che capitava una volta o magari due e si era molto sfortunati? Insomma, era un ergastolo o una semplice condanna a tre anni con possibilmente uno sconto di pena per buona condotta?

Sorrise tra sé e sé, attirando lo sguardo confuso di suo fratello che, seduto dall'altra parte del tavolo, fingeva di studiare esattamente come lui. Chiuse il libro e si alzò, “Hai già finito?”, guardò il fratello.

“Io, sì. Sai cosa vuol dire la frase: condannato ad amare senza essere amato?

Il ragazzino alzò le spalle, annoiato e poco convinto: “Perchè? Vuol dire qualcosa?”

“No” concluse l'altro uscendo dalla stanza, “è solo una frase.”.
  
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