Rin non riuscì a identificare il tono della sua voce, non riuscì a dare un nome a quella durezza.
Non era in tono “amichevole”, o almeno non del tutto, ma non si sentiva nemmeno minacciato.
Per alcuni secondi prese in considerazione l’idea di tacere e di starsene fermo lì, sul posto, aspettando che se ne andasse senza proferire verbo. Magari, così facendo, avrebbe creduto di aver preso un abbaglio.
I passi di Sousuke, purtroppo, lo fecero ricredere.