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Autore: xhimmelx    12/03/2016    7 recensioni
MISSING MOMETS DI YOU BLEED JUST TO KNOW YOU'RE ALIVE.
Cosa accadde quando Iris ed Harry riuscirono finalmente a ritrovarsi? Quando, nonostante tutto, trovarono il coraggio di arrendersi all'idea che senza l'un l'altro non stavano bene?
Come proseguì la loro storia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avevo rimuginato più e più volte sul come ripresentarmi al signor Bay, su come comportarmi, come parlare o addirittura come vestirmi. Alla fine, avvolta nella mia felpona che quel giorno mi sembrava più utile del solito, misi addosso un’ulteriore giacca e seguii mio fratello sulla sua auto.
Inutile negare che, in quelle 24 ore, il pensiero di dovermi mostrare seminuda a quell’uomo e salire su una bilancia mi aveva terrorizzata costantemente, e tutte le volte ero stata ad un passo dal chiedere a mio fratello di annullare l’appuntamento. Tuttavia, quel buonsenso che portai con me direttamente dall’Australia mi costrinse a rimanere calma perché, sì, sapevo di potercela fare. La macchina si arrestò circa dieci minuti dopo di fronte ad un edificio piuttosto imponente, quando ancora io ero intenta a mangiucchiarmi le unghie per l’ansia.
-Iris, tranquilla. Non sarà più difficile dell’ultima volta, giusto?-  Mi interruppe mio fratello a mo’ di incoraggiamento, portandomi con i piedi per terra.
Al che non mi restò che annuire e, facendomi forza, mi diressi verso l’interno del palazzo. Lo studio del signor Bay si trovava, con mio grande sollievo, al piano terra, perciò non appena venni riconosciuta da quella che doveva essere la segretaria mi fu permesso entrarvi. Bussai molto leggermente alla porta, aprendola appena qualche istante più tardi. Mi bastò guardare in avanti per riconoscere immediatamente il volto di un uomo che, per anni, si era costantemente preso cura di me e che conosceva quel mio lato oscuro più di ogni altra persona.
-Signorina Tomlinson!-  Bay mi accolse con un evidente sorriso in viso, sorriso che io riuscii a ricambiare solo in parte.  –È un piacere vederla in buone condizioni.-   Continuò poi, facendo un ovvio riferimento al mio fisico che, pur se parecchio magro, era migliorato con il suo aiuto.
-Ne sono parecchio soddisfatta, dottore.-  Ammisi allora in tutta sincerità, opprimendo però quella voce nella mia testa che mi urlava che ciò non fosse abbastanza.
-Si accomodi, prego.-   Raggiunsi la poltrona che stava a pochi centimetri dalla sua scrivania e, sotto il suo sguardo, mi sedetti.   –Immagino che lei sia qui per riprendere la dieta ingrassante alla quale la sottoponevo dentro l’orfanotrofio, o mi sbaglio?-
-È esatto.-
-Bene. Ma prima vorrei parlare d’altro. Lei come sta, signorina Tomlinson?-
A tale domanda, rimasi spiazzata. In passato il signor Bay si era sempre e solo limitato a chiedermi come stesse andando con la dieta, non arrivando mai ad uscire da questo argomento. Stavolta, però, percepii qualcosa di diverso nella sua espressione, palesemente davvero interessata. E allora capii, capii che ai suoi occhi io non ero più una povera bambina indifesa che tirava avanti grazie agli altri, anzi, ero diversa. Fu probabilmente grazie a lui che, quel giorno, compresi quanto io fossi cambiata: ero più sollevata, senza così tanti pesi sulle spalle, tranquilla e magari anche un po’ più forte e, ora lo sapevo, questi cambiamenti erano veri, non erano un semplice frutto della mia immaginazione.
Io come stavo?  
-Bene, sto bene.-  Affermai ciò. Tuttavia, continuai a sentire lo sguardo indagatore dell’uomo fisso su di me.  –Dico davvero, mi sento… felice.-   E, andando contro ogni mia aspettativa, mi accorsi di esserlo davvero, a tal punto da ammetterlo ad un dottore.
Bay rimase più che sorpreso dalla mia risposta, non essendo abituato ad una Iris così determinata.   –E cos’è, di preciso, che la rende felice davvero?-
-Sono tante piccole cose.-   Sussurrai quasi intimorita facendo ovviamente riferimento ad ogni singola cosa successa a Londra nell’arco di quei mesi, partendo dalla nuova vita insieme a mio fratello e dagli incontri con diverse persone, da quelli più piacevoli a quelli meno, sino ad arrivare ai piccoli problemi quali pettegolezzi che, all’interno di quello studio, mi parvero insignificanti. Sì, anche il faccia a faccia con questi ultimi o con, addirittura, Luke Harris mi rendeva adesso felice perché, volendolo o meno, mi avevano resa più combattiva.
-Mi parli di una di queste cose, allora.-  Mi invogliò il dottore. A questo punto non ero più sicura se si stesse limitando a svolgere il suo lavoro o se fosse sul serio così premuroso nei confronti di una sua paziente.
Quindi  -Ho conosciuto un ragazzo, non appena sono arrivata.-  Confessai. Qualche secondo dopo, pur non volendolo del tutto, mi vidi costretta a continuare.  -Si chiama Harry, all’inizio però dovevo chiamarlo Edward. È… è fantastico avere una persona come lui al mio fianco, sin dal primo momento ho scorto qualcosa di interessante e piacevole in lui e con il tempo non ha fatto altro che confermare le mie teorie. È come se lui fosse sempre lì per me quando ne ho bisogno, come se fosse costantemente aspettando dietro la porta per raccogliere i miei pezzi qualora io dovessi cadere in frantumi. Mi conosce bene e non è mai scappato, è questa la cosa che apprezzo di più. Sa, dottor Bay, c’è stato un periodo in cui ho persino tentato di allontanarlo.-
Le parole erano uscite dalle mie labbra con quanta più naturalezza possibile, perché Harry era davvero tutto questo per me. Anzi, era di più. Più di una semplice persona da amare, più di una spalla su cui piangere o una mano sulla quale aggrapparmi. Era come l’ancora alla quale ero appesa, chè se affondavo io affondava anche lui. Se salivo a galla, lo faceva anche lui.
Al mio contrario, però, l’uomo di fronte a me non si mostrò più tanto stupito quanto prima, piuttosto contento.  –E perché voleva allontanarlo, secondo lei?-
-Oh beh, io stavo con un altro ragazzo in quel periodo e la sua compagnia avrebbe solo peggiorato la situazione.-   Risposi sinceramente, facendo non molti sforzi per tornare indietro nel tempo.
-Non si fa una cosa del genere solo perché si sta con qualcun altro, signorina Tomlinson. No, perché lo ha realmente allontanato?-
Non seppi di preciso cosa il dottore stesse cercando di dirmi, perciò buttai lì la prima risposta che mi parve sensata.  –Glie l’ho detto, perché non potevo.-
-Può fare un altro piccolo sforzo.-
-Beh…-   Esitai poi, quando all’improvviso la soluzione parve venire da sé.   –Perché l’attrazione che provavo nei suoi confronti era molto forte e non volevo che distruggesse tutto quello che mi ero costruita attorno.-
-Si riferisce a quell’altro ragazzo, non è vero? Non voleva perderlo perché le sembrava una delle poche certezze che aveva.-
Sì, doveva essere così. Adesso me ne rendevo conto pure io.
-Spero che alla fine abbia fatto la cosa giusta.-   Il dottore ammiccò un sorriso e, ancora comodo sulla sua sedia, incontrò il mio consenso.   –E qual è stata la cosa giusta da fare?-
-La cosa più giusta da fare fra tutte è stata ritrovare Harry.-
-Quindi adesso questo Harry la rende felice standole vicino?-
-Lei lo chiami Edward, per piacere.-   Lo interruppi ad un tratto, confusa quanto lui. La verità era che mi ero sentita in dovere di proteggere l’immagine di Harry da un estraneo, non volevo esporlo troppo così come non avrebbe voluto lui.  –Lui si ostina a farsi chiamare Edward da quelli che lo conoscono, ma non troppo bene.-
-E da quand’è che lei lo chiama Harry, dunque?-  Mi chiese Bay, trovando molto misterioso questo lato della conversazione.
-Da quando mi sono successe delle brutte cose e lui mi è stato d’aiuto.-
-Edward sembra proprio una persona buona. A lei piace per questo?-
-Una persona semplice, a dire la verità.-  Lo corressi io.  –Semplice dietro le sue coperture.-
-E per questo vuole passare molto tempo con lui.-
-Ad essere onesti, non so che fine faremo. Sa, la fine del liceo, l’inizio del college, un possibile lavoro. Non posso di certo ostacolare i suoi progetti. Probabilmente a distanza di qualche mese potremmo allontanarci di nuovo, ma per ora sento che stare con lui è la cosa migliore per me.-
-E allora non se lo lasci scappare, lo segua. Non per forza fisicamente, ci sono tanti altri modi per stare vicino a qualcuno, e lei lo sa bene.-
-È quello che voglio fare.-
–Si starà chiedendo perché tutte queste domande. Beh, credo che sfogarsi sia più che utile quando si ha una vita così frenetica. Comunque, ho un’ultima cosa da chiederle: posso sapere se è venuta qui di sua spontanea volontà?-
-Si, signore. Ho fatto una specie di viaggio illuminante, in tutti i sensi, e mi ha portata qui. Ho deciso di prendere la mia vita in mano e fare ciò che mi sembrava giusto.-
-Allora mi segua.-   Bay mi porse la sua mano, in modo da guidarmi verso uno spazio più largo e vuoto.  –Può andare lì dietro e spogliarsi, mi raggiunga quando è pronta.-
In seguito ad un grosso sospiro, mi avviai verso la tendina e, con fare adesso molto insicuro, mi spogliai della maggior parte dei miei indumenti. Una volta fatto, costrinsi le mie gambe a smettere di tremare e mi avviai oltre il separé. Il dottore, ovviamente non sorpreso, mi invitò a salire sulla bilancia ed io eseguii tale ordine con parecchia riluttanza. Conoscevo bene il mio peso, eppure non sapevo di preciso quanto positivo sarebbe stato per un medico.
-Beh-   Bay interruppe dopo qualche secondo ogni mio pensiero, portando il mio cervello a bloccarsi del tutto.  –Non c’è male, davvero. Non è affatto peggiorata dall’ultima volta che l’ho visitata, tempo fa, e devo dire che sta tenendo il passo.-  Al che incontrò un mio grande sorriso dovuto al sollievo. I miei sforzi erano risultati validi e sufficienti.
-Quindi è apposto?-
-Un momento, niente fretta. Ora, deve dirmi la verità: qual è il suo attuale rapporto con il cibo?-
Certo, dovevo pur aspettarmelo.  –Ad essere onesti, dottore, non è come una volta ma fatico ancora un po’.-
-Io credo che la sua vecchia dieta possa andare bene, solo un po’ modificata.-
-D’accordo.-  Acconsentii soddisfatta.
Una volta rivestita, seguii nuovamente il dottore verso la sua scrivania, ricevendo da lui il programma da seguire accompagnato da ogni sorta di raccomandazione.
-Signorina, sta facendo un ottimo lavoro. Lei non è più la Iris di un tempo.-   Mi salutò così Bay, accompagnandomi alla porta e assicurandomi un secondo appuntamento.
Io… io ero più che felice per ciò che era appena successo.




XHIMMELX.
E bene sì, dopo mesi e mesi di assenza eccomi di nuovo qui a pubblicare! Si vede che sono fin troppo legata a questa storia, vero? Non incolpatemi per questo!
Comunque, ho deciso di pubblicare questo Missing Moment perché in realtà You Bleed just to know you're alive avrebbe potuto durare molto di più, ma io ho preferito non allungare il brodo e quindi ho tagliato molti capitoli. E niente, avevo voglia di farvene leggere almeno uno. 
Dunque... Quando Iris è tornata a Londra ha deciso, grazie anche a Louis, di ricominiare le sue sessioni con il dottor Bay, e qui potete leggere come è andato il loro primo appuntamento. In realtà la cosa più importante, oltre ai cambiamenti già visibili di Iris, è il sentimento che dice di provare per Harry. E' un'ulteriore conferma del loro amore, ecco.
E fra l'altro ha finalmente chiarito a sé stessa che, nonostante volesse molto bene a Niall, la ragione principale per la quale stava con lui era per sentirsi forte, per avere un punto di riferimento. 
Non credo di avere altro da dire, spero solo che questa OS vi sia piaciuta e che non vi siate dichiarati troppo stufi della mia storia! In tal caso... pazienza. 
PS: Sto scrivendo una nuova ff sui 5sos, basata principalmente su Michael, Luke ed un nuovo personaggio. Ho già scritto quasi venti capitoli ma la pubblicherò solo quando e se la terminerò. Chi sarebbe interessato? 
Un bacione enorme, grazie ancora a chi ha letto!

xhimmelx. 




Era come l’ancora alla quale ero appesa, chè se affondavo io affondava anche lui.
 
   
 
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