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Autore: jacksmannequin    12/03/2016    1 recensioni
Secondo Frank, lavorare in un ufficio era incredibilmente noioso.
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Attenzione: questa storia non è mia, ma una traduzione dell'utente @PenceyPr3p di Wattpad, che mi ha dato il permesso di tradurla.
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un'ora o due spese a mostrare a Gerard il posto, Frank decise di presentarlo a Ray e Bob. Gerard era eccitato dall'idea di conoscere nuove persone, arrivando persino a essere lui a condurre Frank all'ascensore; quest'ultimo però lo bloccò a metà strada e lo fece voltare, spingendolo verso le scale, ricevendo così dal moro un gemito di protesta.

"Amico, dobbiamo proprio prendere le scale? L'ascensore è là!"

"Esattamente. Ora taci, dobbiamo dimagrire." Frank sorrise ironicamente, flettendo i suoi muscoli inesistenti. Gerard gli colpì il braccio.

"Giuro, se fossi un cartone animato, questi ti cadrebbero a terra."

Frank alzò gli occhi al cielo e colpì appena il maggiore, trascinandolo subito dopo verso le scale.

"Forza, culo moscio, stai per conoscere delle persone fighe, pensavo li volessi incontrare."

"Beh, lo voglio, ma non pensavo che sarei dovuto morire per farlo - e, comunque, anche tu lo sei, non è abbastanza per un giorno?"

Le guance di Frank si colorarono di un lieve rosa, ma cercò di fare finta di niente.

"Dai!"

Gerard sospirò e lo seguì nella tromba delle scale, salendo i gradini con lui; dopo nemmeno cinque passi, Gerard stava già ansimando.

"Dio, stai bene?" domandò Frank, mentre sul suo viso appariva un'espressione preoccupata.

"Troppo... Lontano..." Gerard ansimò, indicando con una mano la porta in cima alle scale.

"Come cavolo hai fatto a farti assumere?" gli chiese Frank, divertito e incredulo allo stesso tempo.

"Zio Ted - o come lo chiami tu, il signor Parish - è il cugino di mio padre. Mio padre gli ha detto che ero un 'caso senza speranza' e che 'dovresti assumerlo perché è un bravo ragazzo', ma 'è davvero pigro e lavorare con te lo aiuterebbe a maturare'. Praticamente, mio padre l'ha supplicato e siccome a Ted piaccio davvero, mi ha assunto... Comunque, sono abbastanza sicuro che se non l'avesse fatto mio padre l'avrebbe preso a calci in culo."

Frank scoppiò a ridere. "Sei come l'animaletto della maestra alle elementari!" Iniziò a sghignazzare, facendo rimbombare la sua risata per tutte le scale.

"Mi odi solo perché non puoi essere me." Gerard ridacchiò.

"Ti piacerebbe.

Allora, stai meglio ora?"

"Sì, credo."

Gerard si stiracchiò, lasciandosi sfuggire un lamento quando avvertì la propria schiena scrocchiare. "Okay, andiamo a incontrare queste fantomatici tizi fighi di cui stai parlando."

Corse su per le scale, mentre Frank rimase interdetto a metabolizzare quello che aveva appena sentito. Gerard era davvero un essere reale? Sembrava più un alieno arrivato dallo spazio che non capiva davvero i comportamenti degli umani.

Lo seguì e entrò nella sala di registrazione, guardandosi intorno per trovare il suo nuovo amico idiota. Dopo qualche secondo di ricerca, vide Gerard aspettarlo mentre Ray e Bob giocavano a carte. Gli si avvicinò e lo afferrò per un polso, per poterlo trascinare dai due dietro di loro, che stavano litigando su chi di loro stesse barando e per decidere se iniziare un'altra partita (sto pezzo non mi convince smh).

"Hey ragazzi, abbiamo un ospite." L'urlo di Frank li interruppe, facendo sollevare lo sguardo a Ray, che fece un sorrisetto.

"Hey, nanetto!"

"Hey Frank! - lo salutò Bob - chi è questo?"

Si alzò subito dopo per andare ad aprire il minifrigo che tenevano in un angolo dello studio e offrirgli da bere.

I due accettarono l'offerta e si sedettero al tavolo.

"Hey, io sono Gerard, grazie per la bibita!"

"Di niente, io sono Bob e il nostro afro power qui è Ray."

"Allora," lo interruppe Frank, mostrandosi più interessato a ciò che aveva da chiedere piuttosto che alla loro conversazione. "avete trovato qualche nuova proposta interessante?"

"Niente di niente. E tu? Come vanno le cose nel tuo spazietto?"

"Laggiù è sempre la stessa fottutissima noia, ora che Webber è in maternità devo pure svolgere il suo lavoro."

"Bambini, ew." Gerard fece un verso di disgusto, facendo ridere gli altri tre.

Mentre giocavano a carte, parlarono delle loro esperienze passate e di tutto ciò che gli passava per la mente, come se fossero già dei vecchi amici. Frank li stava a guardare, osservando soprattutto Gerard, che usava la sua idiozia e le sue stranezze per rendersi ancora più simpatico agli occhi di Ray e Bob. La sua tattica sembrava funzionare, a giudicare dalle risate isteriche provenienti dai due e dalle loro lacrime alla fine del suo discorso su "Perché dovrebbe esistere una giornata nazionale dei sottaceti" e altri argomenti ancora più insensati.

Dopo che si furono calmati, Ray si schiarì la gola, l'ombra di un sorriso ancora sulle sue labbra.

"Allora, fra circa due settimane andremo a vedere una band suonare al bar alla fine della strada. Voi due venite?"

Gerard annuì, voltandosi verso Frank.

"Ovvio. Tu vieni?"

Normalmente Frank avrebbe rifiutato l'offerta, ma questa volta, si disse, si meritava anche lui un po' di divertimento.

"Okay, vengo."

Ray quasi urlò, prendendo a pugni l'aria mentre Bob indirizzò a Frank un sorrisetto. Quest'ultimo ricambiò, confuso, ma non fece domande.

"Ah, credo che dovremmo tornare al lavoro, prima che ci licenzino-" Frank tentò di parlare, quando Gerard lo interruppe con un gesto insofferente della mano.

"Nah, tranquillo, non succederà niente."

Frank sorrise. "Se lo dici tu."

"Fidati, conosco il tuo capo come le mie tasche, non licenzierà né me, né te. Ti ha chiesto di mostrarmi il posto, no? E poi, mio padre lo ucciderebbe con un cucchiaio se lo facesse... E poi ucciderebbe anche me con lo stesso cucchiaio."

Frank sbuffò, bevendo un sorso della sua bibita.

"Come ti pare, Gee."

   
 
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