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Autore: Youth_    12/03/2016    2 recensioni
[What if?]
Cosa sarebbe successo se la Regina "Cattiva" non avesse mai lanciato il sortilegio? E se Emma fosse cresciuta con i suoi genitori, lodata e ammirata in quanto futura erede al trono, sarebbe stata diversa? Avrebbe incontrato Killian Jones, e se sì, come?
Ma soprattutto, come sarebbe andata la storia?
Un gioco di scacchi dalle mosse imprevedibili, uno spettacolo di marionette in cui i pupazzi e i burattinai si confondono tra loro; il re cadrà, e la corona verrà spezzata, rivelandone le debolezze.
Un prigioniero temibile, un mozzo, una regina esiliata e una traditrice: Once Upon A Time, come non l'avete mai visto.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“La vita è l’infanzia della nostra immortalità
- Goethe”




- Ah-ha! Non mi prendi!-
Un paio di occhi verdi scrutarono il sentiero da dietro la siepe del giardino. Ridevano, ma se qualcuno avesse allungato un po’ di più il collo, avrebbe visto anche il sorriso del ragazzo, splendente come il sole che illuminava il castello quel giorno.
- Vedremo, piccolo marinaio!-
Una matassa di capelli biondi illuminò lo spiazzo in pietra, il centro del labirinto dei giardini reali: gli occhi azzurri della fanciulla scrutarono attentamente lo spazio circostante.
Il ragazzo si lasciò scappare una risatina, e allora la bambina si voltò, individuando quegli occhi giocosi che la scrutavano con pericolosa e pura ammirazione. Sorrise, vittoriosa, e si lanciò di nuovo all’inseguimento.
Il ragazzino, dando prova della sua effettiva dimestichezza con la corsa, si allontanò a grandi falcate, con una velocità impressionante per un giovane, giovanissimo marinaio.
Lui e la sua simpatica inseguitrice avevano appena nove anni, meno di quanti loro potessero considerare effettivamente importanti, eppure sulle loro teste capeggiavano i nomi più chiacchierati di tutto il regno.
La ragazza si fermò esausta: un movimento di troppo, e il fanciullo si rivelò ai suoi occhi attenti: troppo stanco per scappare subito, si concesse un secondo di tregua.
Approfittando di quel momento di disattenzione, la principessa intraprese il salto più coraggioso che avesse mai fatto prima di allora, e si gettò sul ragazzo, inchiodandolo a terra.
Il ragazzo si sentì imprigionato, più dagli occhi della bambina che dalla sua presa sui polsi.
Rise di gusto, mentre la ragazzina cercava di bloccargli le gambe con le ginocchia: avrebbe potuto liberarsene in un attimo, ma preferì lasciarle godere quel piccolo momento di gloria:
- Che si decanti tutto, della principessa Emma!- esclamò lui con voce pomposa, come era solito fare quando voleva imitare uno di quei ridicoli ambasciatori che la scortavano dappertutto:- La bellezza, la grazia, l’intelligenza... Ma che nessuno sottovaluti la sua astuzia!-
- Smettila!- ridacchiò la principessina, pulendosi le mani sporche di terra sulla giacca del fortunato ragazzo, come era solita fare solo con lui:- Dovresti sapere con chi hai a che fare-
- Con una ragazzina?-
- No- sorrise lei, come da rituale:- Con una guerriera!-
Il ragazzo ricominciò a ridere, facendo arrossire le guance rosate dell’aggraziata fanciulla:- Perché fai così?-
- Perché sei solo uno scricciolo, Swan-
- E tu, Killian, sei solo un marinaio antipatico!-

Emma si alzò, lasciando che anche la sua vittima potesse alzarsi e pulirsi le maniche sporche.
- Tua mamma?-
- Uhm?- mormorò la bambina, non curandosi dell’orlo del vestito sporco di fango.
- Tua madre. Non dovrebbe essere qui?-
- Per quanto ne so, è in giro con mio padre- rispose lei vaga, con quel tipico scarso interesse dei bambini nei confronti degli affari dei “grandi”:- A fare delle... Cose-
- Sembra molto interessante-
- Insolente!- lo rimproverò lei, dandogli un colpetto sulla spalla:- Comunque hai ragione, non dev’essere granché, la vita di due sovrani. Sono sempre di qua e di là a cercare di acquietare il regno...-
- Un giorno sarà tutto tuo- sorrise Killian, incamminandosi con lei verso il palazzo:- La cosa non ti emoziona?-
La principessa sembrò pensarci, come se la prospettiva del suo futuro come regina, in fondo, non le interessasse poi tanto:- Dovrebbe?-
- Direi proprio di sì- annuì il ragazzo, sedendosi su una panchina.
- Allora sì, ne sono estremamente lusingata- dichiarò lei, utilizzando quei paroloni che aveva appreso, dai significati più grandi della sua stessa bocca.
Si sedette accanto al fanciullo, e sospirò:- Tu hai una vita grandiosa-
- Chi, io?- esclamò Killian, strabuzzando gli occhi:- Sì, certo, immagino che pescare sia un’attività che va molto di moda a corte-
- Non intendo questo- lo riprese lei, piuttosto spazientita:- Tu giri coi piedi nudi. Giochi quanto vuoi. Hai visto posti che non riuscirei nemmeno a sognare, e per di più non devi sottostare a nessuna regola d’etichetta-
- Ci sono pro e contro, fidati- ribatté allora lui, incrociando le gambe all’indiana:- Posso giocare più spesso ma non c’è molto con cui giocare: non restiamo mai nello stesso posto per troppo tempo, farsi degli amici è praticamente impossibile-
- Ma ci sono io- rispose lei, con ovvietà.
Killian sorrise, accondiscendente:- Ci sei tu perché abbiamo un contratto con la tua famiglia. Vi dobbiamo sempre portare il ricavato della nostra caccia per mare-
- Beh, e allora di cosa ti lamenti?- sorrise lei, accomodandosi accanto a lui sulla panchina.
Killian non arrossiva mai, ma quando si trattava di Emma, era sempre sul punto di fare un’eccezione:- Non esisti solo tu, Swan-
- Che simpatico- replicò lei, punta nel vivo da quell’affermazione:- E comunque vale la stessa cosa anche per te. Ci sono un sacco di bambini che vorrebbero giocare con me. Figli di conti e di principi di altri regni-
- E allora perché io sono qui?- ridacchiò lui, sfoggiando uno dei suoi sorrisi che l’avevano sempre salvato dalle situazioni sconvenienti.
Ma con la Swan era diverso. Emma non ci cascava mai.
- Rispondi tu alla domanda-

Killian si morse il labbro inferiore, a disagio. La principessina era molto più astuta di quanto lui stesso volesse ammettere, forse più di tutte le figlie dei re che aveva incontrato. Non che ne avesse incontrate tante: e quelle poche i cui genitori avevano consentito a comprare la loro merce, erano decisamente troppo viziate per lui.
Emma Swan, prossima erede al trono, era decisamente l’unica persona al mondo che riuscisse a mettere alle strette il promettente figlio del capitano della nave più conosciuta della Foresta Incantata, destinato al posto d’onore del padre, dopo aver terminato l’estenuante tirocinio da semplice mozzo.
- Perché sono affascinante?- provò a cavarsela, cercando di disarmarla.
Lei scosse la testa, semplicemente:- Non sei affascinante-
- Questa è blasfemia, mia principessa-
- Hai gli occhi troppo piccoli. E comunque non hai ancora risposto alla mia domanda-
Ci sarebbe stato un tempo, molto lontano ai loro occhi inesperti, ma in realtà molto prossimo, in cui Emma avrebbe scorto il lato affascinante e seducente del giovane Killian, e ne sarebbe rimasta compiaciuta: ma anche allora non le sarebbe bastato, e anche allora avrebbe scosso la testa, come quel giorno.
- Perché ti faccio divertire?-
- Discretamente. Sai correre bene, meglio del ragazzo di Agrabah, ma sei nettamente più scarso del principe di DunBroch. Quindi no-
Il ragazzo si mordicchiò la lingua, infastidito da quell’osservazione.
In effetti non poteva negare di sentirsi lusingato di essere il favorito della principessa della Foresta Incantata, ma Emma era talmente lontana da quella realtà fittizia e lontana che è il mondo dei reali da essere quasi normale. Sentirla parlare come una principessa, e soprattutto mentre decantava le doti di un principe a discapito suo, lo faceva sentire nettamente inferiore.
E Killian Jones non si faceva mai sconfiggere da un titolo nobiliare.
- Perché sotto quella coroncina sei una testa dura, Swan- sorrise lui, compiaciuto dalla sua deduzione:- E tra testardi ci s’intende, no?-
Lei ridacchiò, e annuì facendo ondeggiare i capelli biondi, che risplendevano come spighe di grano sotto la luce del sole estivo:- Risposta esatta-
- Mi merito un premio?-
- Le principesse di solito danno un bacio come premio-
- Non nascondo che non mi dispiacerebbe-
- In teoria dovrebbe, perché io non te ne darò neanche uno- s’impuntò la principessa, stringendo i pugni come se quella dovesse essere una minaccia.
Killian osservò con tenerezza le mani bianche, molto più piccole delle sue e troppo delicate per fargli male, ma decise di stare al gioco:- Non ci scommetterei nemmeno il mio straccio-
- Dico sul serio!- continuò la ragazza, con una prepotenza che solo i bambini possono giostrare così facilmente:- Ti sei visto? Preferirei baciare un rospo-
- Fammelo sapere, voglio assistere allo spettacolo- ridacchiò lui, alzandosi di scatto.
S’inginocchiò dinanzi alla principessa come a chi porge il saluto al sovrano, poi, facendole l’occhiolino, disse:- Io, Killian Jones, prometto che ti farò rimangiare le tue parole-
- Giammai, sporco marinaio!- esclamò Emma, prima di spingerlo via e correre a nascondersi di nuovo nel labirinto.

Il fanciullo si lasciò andare ad una risata: ma prima che potesse seguire la giovane ragazza dai capelli dorati, una mano gli afferrò la spalla e lo rimise in piedi bruscamente.
Killian se la massaggiò, piuttosto infastidito: alzò gli occhi e non si stupì di trovare il padre di Emma, il re in persona, al suo cospetto. Lo guardava con un’aria truce, ma ormai ci era abituato.
Non c’era la regina, accanto a lui: probabilmente era andata a recuperare la figlia, per assicurarsi che non si fosse fatta male, o che quel sudicio mozzo non l’avesse importunata.
- Vostra Altezza- recitò il ragazzo, inchinandosi come aveva fatto prima, ma molto più svogliato e sicuramente meno divertito dalla situazione.
- Jones, che ci fai qui?-
- Intrattenevo vostra figlia, Signore- mormorò lui, tenendo lo sguardo chino: era abituato a sorbirsi i rimproveri del padre di Emma. D’altronde, sapeva benissimo che nessuno dei due genitori approvava la loro amicizia.
Nonostante fossero, a giudicare dall’opinione pubblica, delle persone dall’amore infinito e dei sovrani eccezionali, non riuscivano ad accettare una presenza come quella di un navigante come compagno di giochi della loro tanto amata erede.
- Non devi fare qualcosa, alla tua nave?-
- C’è sempre qualcosa da fare a bordo- sorrise lui, alzando il capo e raddrizzando la schiena:- Ma vorrei almeno poter salutare vostra figlia prima di togliere il disturbo-
Il re James lo osservò come se stesse scrupolosamente cercando, nella sua espressione, un qualunque pretesto per non acconsentire: e di motivi ne avrebbe avuti molti, a giudicare della sua posizione sociale.
Ciononostante annuì, piuttosto controvoglia, e osservò un punto preciso del giardino reale; Killian si volse per vedere la figura imponente della regina, bellissima come sempre nel suo vestito bianco come i petali di una margherita, mentre reggeva in braccio la figlia.
Emma osservò con malcelata seccatura la situazione; si ripeteva ormai tutti i giorni, da quando i due bambini si erano conosciuti, e da nessuna delle due parti c’era stato modo di chiarire la situazione e dissipare il notevole attrito che impediva a Killian e al re e alla regina di capirsi.
Il ragazzo le lanciò un’occhiata complice: la regina se ne accorse e strinse la mano della figlia più forte.
Emma cercò di liberarsi dalla presa ferrea della madre, spingendo come per liberarsi da un intreccio di spine:- Mamma, io e Killian stavamo giocando, fammi andare...-
- Non c’è più tempo per giocare- rispose la regina con tono apprensivo:- Saluta il tuo amico e vieni su, hai le scarpette sporche di terriccio-
- Ma io...-
- Swan, ascolta tua madre- intervenne Killian, dipingendosi sul volto un sorriso di circostanza:- Io dovevo comunque andare, mio padre ha bisogno di me-

Emma gli lanciò un’occhiata inequivocabile, di quelle che avrebbero potuto incantare un serpente e convincerlo a fare per lei qualsiasi cosa ella volesse, come sembrava fare con tutti, effettivamente; nonostante fosse troppo giovane per saper esercitare bene quel fascino puro e capriccioso che ispirano i visi come i suoi, Killian non ne era affatto indifferente.
Nonostante ciò, era molto più preoccupato dallo sguardo che il re gli stava rivolgendo per lasciarsi ammaliare; salutò la ragazza con un cenno del capo, raccolse la sacca che aveva lasciato ai piedi della panchina, e si incamminò verso i cancelli del castello.
- Killian! Killian!-
Il ragazzo sorrise, voltandosi: quella piccola peste era riuscita a sgusciare dalle mani della madre e in quel momento stava correndo verso di lui. Si dice che le principesse debbano camminare elegantemente, con un portamento appropriato, schiena dritta e tutte quelle cose su cui blateravano gli insegnanti della piccola; eppure, non le sembrava mai tanto bella come in quei momenti.
Lo raggiunse, e con il fiatone che le percuoteva il petto, gli sorrise:- Domani vieni, vero?-
Lui ridacchiò, scompigliandole i capelli biondi, arruffati sulla testa:- Certo. E non riuscirai a prendermi-
- Vedremo!- esclamò lei, sistemandosi le ciocche dietro le orecchie.
Il ragazzo stette sull’attenti, battendo i tacchi sulla pietra del sentiero e portando due dita alla fronte, come se stesse imitando un saluto militare:- Arrivederci, Swan-
- Emma! Torna qui!-
La principessina roteò gli occhi, abbozzando un altro sorriso.
Killian s’incamminò frettolosamente fuori dal cancello, verso il porto. Anche lei si mise sull’attenti, e mise la mano sul cuore. L’aveva visto fare alle guardie durante le cerimonie importanti, e anche ai suoi genitori, a volte.
- Arrivederci, piccolo marinaio-






Nota dell'autrice. 

Salve carissimi lettori, 
Intanto vi ringrazio per essere arrivati sin qui. A meno che non siate Odisseo e quindi siate avvezzi a viaggi tortuosi e spericolati, siete stati molto coraggiosi. Bando alle ciance, questa è la prima fanfiction che m'impegno a voler continuare su questo profilo. Vi prometto che la situazione si farà molto pepata quando vedremo Emma un po' più cresciuta: ma l'introduzione del personaggio (e ovviamente di Killian, perchè non mi sarei sentita del tutto appagata senza di lui) era fondamentale. 
Detto ciò, vi ringrazio ancora, 
A molto, molto presto (sperando che quella maledetta tartaruga non superi la velocità dei miei updates), 
Fede xx





 
   
 
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