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Autore: Tinucha    13/03/2016    2 recensioni
"Non ci sei mai stato, Jorge. Mai"
"Dovevi dirmelo, Martina"
"Mi avresti sbattuto la porta in faccia un'altra volta ed io, io sarei crollata"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Mamma? >> mi immobilizzo sul posto perdendomi negli occhi della mia splendida bambina. I suoi occhi dannazione, terribilmente identici a quelli di Jorge, mi accovaccio al suo fianco carezzandole una guancia. << Si piccolina? >> << Mi dirai mai chi è il mio papà? >> mi irrigidisco all'istante, non è di certo una domanda da una bambina di appena 2 anni. Sorrido soltanto cominciando ad intonare una ninna nanna e vedendo i suoi occhi chiudersi piano. La stringo forte a me, mentre il mio viso si ricopre di lacrime come ogni notte.



FLASHBACK
"JORGE, GUARDAMI CAZZO, SONO IO. ANCORA IO. LA TUA TINI" deglutisce senza guardarmi "È stato un errore Martina, ho esagerato nel bere stanotte, non dovevamo"
FINE FLASHBACK


Sento il mio cellulare vibrare sul comodino, lo prendo leggendo il nome di mia madre. << Mamma >> sussurro in modo da non svegliare la piccola. << Oh amore mio non ci posso credere che fra una settimana sarai di nuovo qui >> grida come un'isterica facendo dipingere un sorriso sul mio volto, che ovviamente scompare all'istante quando mi ricordo di doverle "presentare" Violetta. << Tini, ci sei? >> << Mamma quando sarò a Buenos Aires dovremo parlare di parecchie cose >> sussurro guardando Vilu portarsi teneramente il pollice sinistro alla bocca. << Che succede figlia mia? >> << Ne parleremo quando sarò lì >> << D'accordo bambina mia. Buonanotte >> sorrido amareggiata. "Purtroppo mamma non sono più una bambina, sono cresciuta. Troppo in fretta" << Buonanotte Mamma >> ma per un istante voglio sentirmi piccola. 




1 settimana dopo
Porto una mano alla testa cominciando a fare mente locale di quel che mi serve. << Allora.. La valigia ce l'ho, la mia bimba anche >> sorrido rivolgendomi a Violetta che è tra le mie braccia e che ricambia con un sorriso altrettanto splendente << Mamma? >> << Mh? >> << Mi sa che hai dimenticato i biglietti >> ridacchia mentre io le bacio la fronte. << Cosa farei senza di te, eh? >> abbassa lo sguardo imbarazzata circondandomi il collo con un braccio e donandomi un tenero bacio. << Ti voglio bene >> << Anche io Ti voglio bene, tesoro >> annuisco raccogliendo i biglietti per poi chiudere la porta di casa ed infilarmi in auto. Quando arriviamo in aeroporto l'ansia mi assale. Spero non mi riconoscano. << Perché sei incappucciata? >> ridacchia Violetta guardando il foulard nero e gli occhiali da sole dello stesso ed identico colore che mi coprono. Mi sforzo cercando di sembrarle tranquilla e scrollando le spalle mi faccio strada tra la gente. Per fortuna il mio agente ha deciso di farmi viaggiare con un nome falso, "è più sicuro" ha commentato ed io certamente non mi sono tirata indietro. Le uniche persone al mondo a sapere dell'esistenza di Violetta sono Mechi e qualche abitante del piccolo paesino in cui ho vissuto fino ad oggi. 
Il viaggio scorre abbastanza tranquillo ed io mi diverto ad ammirare la mia riccioluta chiacchierare animamente con il nostro vicino di volo. 



Un groppo mi si forma alla gola e con il cuore che batte a mille mi abbasso all'altezza di Vilu continuando a stringerle la mano. << Amore vedi questa casa? >> la indico e lei annuisce << Questa è la casa dei tuoi nonni >> rimane in silenzio continuando ad annuire. << Vuoi conoscerli? >> << Si >> sorride stringendo la mia mano mentre io prendo la copia del mio mazzo di chiavi e dopo un respiro profondo le infilo nella toppa di casa. Spalanco la porta e mi sembra tutto così familiare e accogliente. "Proprio come me lo ricordavo" << ALEJANDRO, FRANCISCO SCENDERE È ARRIVATA >> sento mia madre gridare e tiro un altro respiro profondo. Vilu si nasconde dietro le mie gambe avvolgendole con le sue fragili braccia. Vedo la mia famiglia scendere di sotto sorridente pronta a buttarsi tra le mie braccia. Quando notano la piccola si bloccano tutti e tre sul posto, io sorrido soltanto invitandola a farsi avanti e prendendola in braccio. << Ciao famiglia >> dico solo guardandoli. Non fiatano, sembrano abbastanza scossi. Continuano ad alternare lo sguardo tra me e Vilu. << Lei è Violetta >> << Violetta?! >> domanda e afferma contemporaneamente Francisco sconvolto. Annuisco e la guardo. << La mia ragione di vita. >> prendo un altro respiro profondo << È mia figlia >> la torta di bentornato che mio padre stringe tra le mani cade rovinosamente per terra confondendosi con il pavimento. Vilu si muove, segno che vuole tornare in piedi e quando esaudisco il suo desiderio la vedo avanzare verso loro tre guardandoli in un modo indecifrabile per poi sorridere. << Ciao famiglia >>




La giornata scorre fastidiosamente tranquilla, appena gli occhi di Vilu si chiudono sono pronta a fare i conti con la realtà. Lo sguardo dei miei genitori e di mio fratello è deluso. << Avrei dovuto dirvelo molto tempo fa, lo so bene >> << Ma non l'hai fatto >> sussurra amareggiata mia madre senza più nemmeno guardarmi in viso << È chiaro che non l'abbia fatto, mamma. >> Fran osserva dolcemente la piccola alternando lo sguardo tra me e lei. << I suoi occhi, cazzo. Quando è successo? >> è incazzato, ed io non so né che dire né che fare. << È Jorge il padre >> quella dura verità mi fa stringere il cuore come se ci fossero intorno delle catene che tirano sempre di più. << No. >> scuoto il capo << Si dannazione Martina, non prenderci per culo più di quanto tu abbia fatto finora i suoi occhi sono quelli di Jorge >> << Potrebbero essere quelli di chiunque >> << Il colore così strano, il sorriso che accompagna gli occhi.. Non è una cazzata, non mentirmi è Jorge >> tremo, tremo senza fiatare. << Non lo sa, vero? >> << E non lo deve sapere >> sussurro spaventata << Non lo deve sapere? Sei impazzita, per caso? Cazzo è sua figlia certo che lo deve sapere e poi se lo verrà a sapere troppo tardi e da chiunque altro sarà la fine per voi. Martina dannazione basta guardarla negli occhi per capire a chi è figlia. Ha gli occhi ed il sorriso tuo e di Jorge. >> mi tappo le orecchie con le mani. << A questo problema i penserò dopo, e da sola. Mi dispiace essere diventata così riservata e misteriosa, ma sono cresciuta, ok? >> << Cresciuta? Hai nascosto Violetta a tutti noi e a suo padre e ti credi cresciuta? >> queste invece sono le parole di mio padre, taglienti come lame. << Non puoi definirti cresciuta, sei ancora una stupida ed ingenua ragazzina Martina >> si alza e va via guardando per un millesimo di secondo Vilu. << Ha ragione, e stavolta sappi che non ti appoggerò. Sono finiti i tempi dell'aiuto della mamma, sei cresciuta hai detto? Veditela da sola, allora. >> anche mia madre dette queste parole sparisce. Fran è ancora in piedi che alterna lo sguardo tra me e la piccola. Mi si siede di fronte prendendomi le mani mentre sento il mio viso attraversato da miriadi di lacrime. << Vuoi per favore spiegarmi cosa è successo? >> deglutisco, devo raccontare questa storia per la seconda volta. L'ho già fatto con Mechi la prima volta e non credo ci sia mai stato niente di così complicato da fare nella mia vita. Scuoto il capo, tremando mentre lui avvolge le mie mani stringendole. << Fran ci ho fatto l'amore con lui. Gli ho donato tutta me stessa perché lo amavo davvero. In segreto, di nascosto come un'ingenua e stupida ragazzina proprio come ha detto papà. Quella notte non l'ho deciso è accaduto e basta. Non me ne fregava niente del dolore, né di perdere la verginità con qualcuno che probabilmente nemmeno mi amava. L'importante era che in quel momento c' eravamo solo noi due e il mondo poteva andarsi a fare benedire >> prendo un respiro profondo << È andato tutto bene è stato tutto perfetto. Troppo perfetto. La calma, la dolcezza, le carezze, le coccole e le parole di conforto sussurrate, ma è cambiato tutto al sorgere dell'alba. Io e Jorge non ci vediamo più da quel giorno >> non fa niente. Non parla. Non sorride. Non mi guarda deluso. Mi abbraccia perché mi conosce e sa che è l'unica cosa di cui ho bisogno in questo momento.







<< BUONGIORNOOOO >> grida Violetta correndo a baciare mamma, papà e Fran facendoli sorridere, per poi sedersi sulle mie gambe per fare colazione. Il campanello suona pochi istanti dopo e quella pazza della mia migliore amica entra in casa stampando un dolce bacio sulle labbra di mio fratello che l'attira per la vita. Sono così belli. << Zia Mechi >> sorride birichina Violetta facendole segno di avvicinarsi per poi salutarla con un bacio seguita a ruota da me. << Allora Tinucha sei pronta? >> il silenzio cala a tavola, nessuno mi chiama più così. L'unico a farlo era.. Jorge. << Si ritorna sotto i riflettori >> sorride cercando di alleggerire l'atmosfera mentre io annuisco sicura. << Come si chiama il film? >> << Stupendo fino a qui.. E anche oltre >> scrollo le spalle curiosa di leggere il copione. << Ti accompagno io, ovviamente >> Mechi tira fuori le chiavi della sua auto, giocherellandoci. << Posso venire anch'io? >> mi guarda con uno sguardo supplicante Vilu. La guardo attentamente, deve uscire allo scoperto ed io non voglio tenerla rinchiusa in una campana di vetro. Prima o poi il mondo saprà di lei. Annuisco. << Andiamo a prepararci? >> annuisce << Viene anche nonna Mariana? >> si volta a guardare dolcemente mia madre a cui cade la fetta biscottata dalle mani, cadendo sul tavolo e frantumandosi in mille pezzi. << Ehm si >> cerca di sorridere ripulendo il casino che ha combinato. << Nonno? Zio? >> mio padre e mio fratello che stanno chiacchierando tra di loro alzano lo sguardo. << Se mi faccio troppo bella, voi fate i gelosoni? >> << Anche di più >> le sorride il moro alzandosi e prendendola in braccio per farle fare una giravolta.





Negli studi di registrazione mi sento particolarmente nervosa, non so il perché infondo sono stata sotto le telecamere per 4 anni ed anche più, probabilmente è il fatto che non sono più abituata. Cammino nervosamente nei corridoi bui con Violetta tra le braccia e Mechi al mio fianco che prova a rassicurarmi, mentre tutti continuano a guardarmi in un modo strano. Quando finalmente arriviamo alla nostra meta vedo gli occhi della bionda spalancarsi. << Cos'hai Mechi? >> indica con il capo di fronte a se ed io trattengo il respiro. Sono 2 anni che non lo vedo ed il mio cuore sembra essere impazzito. << Che ci fa lui qui? >> sussurro nervosamente << Non lo so Tini, ma adesso questo è l'ultimo dei nostri problemi. >> annuisco guardando Vilu e sorridendole dolcemente la lascio tra le braccia di Mechi chiedendole di stare buona. << OH MARTINA >> grida qualcuno ed io mi volto lentamente verso il regista del film.




POV JORGE
Quel nome. Quella ragazza. Si volta facendo svolazzare i suoi capelli ed il mio cuore perde un battito, o forse anche due. I nostri occhi si scontrano e solo adesso mi rendo conto di quanto mi sia mancata, so che ha sofferto ma so anche di aver fatto la cosa giusta fingendo quella mattina che non mi importasse di niente, perché lei merita di più. Molto di più di me. << Quanto sei bella, piccola donna >> le sorride Federico portandola di fronte a me. << Ragazzi questo film sarà un successone. La storia non conta, è la classica storia stupida, ma lì fuori il mondo aspetta un ritorno Jortini, ed anche noi qui dentro >> si allontana perché lo richiamano ed io non so né che dire né che fare. << Ciao Martina >> sussurro guardandola di sfuggita. << Ciao Jorge >> risponde timida ed insicura come al solito. << Come stai? >> ridacchia, una risata fredda ed amareggiata. << 2 anni fa mi hai abbandonata in quel letto sola ed impaurita, ma sto andando avanti >> la prima di tante frecciatine. Beh, me le merito, no? << E tu come te la passi? >> scrollo le spalle << Normale >> annuisce << Normale >> ripete poi. << MAMMA ZIA MECHI NON VUOLE FARMI TOCCARE LE TELECAMERE, VERO CHE POSSO? >> la vedo sgranare gli occhi mentre una bambina le tira il bavero della maglietta per poi saltarle al collo. A quella vista e soprattutto a quelle parole non posso che seguirla a ruota sgranando gli occhi anch'io. << Mamma? >> chiedo confuso mentre quelle bambina si volta a guardarmi. Sgrano maggiormente gli occhi. Avrà i capelli e la dolcezza di Martina si, ma i suoi occhi sono identici.. Ai miei. La bimba mi guarda attentamente. << Mamma questo signore ha gli occhi uguali ai miei >> spalanca dolcemente la bocca mentre un senso di tenerezza e protettivitá mi nasce dentro. << È lui il mio papà? >> sorride stendendo le braccia nella mia direzione. Senza esitazioni la prendo continuando a guardarla estrefatto. Dovrebbe avere all'incirca 2 anni, ed io e Martina abbiamo fatto l'amore.. Oh Dio i conto tornano alla perfezione. Guardo Martina abbastanza amareggiato mentre Mechi sembra chiederle scusa con lo sguardo. << Si, io sono il tuo papà >> le sorrido come non ho mai fatto finora porgendole la mano << E tu sei la mia bimba, allora? >> annuisce mentre le sue labbra tremano << Come ti chiami? >> << Jorge, tesoro, mi chiamo Jorge >> prova invano a ripetere il mio nome, fallendo miseramente e facendoci ridere tutti e tre. << E tu come ti chiami? >> << Io, Violetta >> lancio ancora un'occhiata a Martina che cerca di asciugarsi gli angoli degli occhi senza farsi vedere. L'ha chiamata Violetta. Sorrido. << Sei splendida, Violetta >> << E tu sei bello, papà >> storce dolcemente il nasino per poi tornare tra le braccia di Mechi. In stanza non c'è nessuno, è come se tutti avessero avvertito il bisogno che io e Tini avevamo di parlare-discutere. << Non ci posso credere, davvero >> scuoto nervosamente il capo. << Invece Credici >> << Dovevi dirmelo >> << Dirti cosa? Jorge quella cazzo di mattina nel letto spaventata e abbandonata c'ero io, c'eravamo solo io e Mechi a tremare al quarto test di gravidanza positivo, c'ero solo io al vomito, alle nausee e alle voglie. Non c'era nessuno cazzo. Perché non potevo entrare nella mia casa, andando dalla mia famiglia per dire.. Per dire cosa, Jorge? Che avevo fatto l'amore con te e che per te era stato solo un errore dovuto ad un bicchiere di vino in più? Tremavo io Jorge, non tu. Era Mercedes a stringermi la mano in sala parto, non tu. È stata lei a vedere insieme a me Vilu per la prima volta, non tu. È stata lei a vedermi distrutta, non tu. È stata lei ad aiutarmi, non tu. È stata lei al mio fianco, non tu. C'era lei la prima volta in cui ho allattato, la prima volta in cui ho fatto il bagno a Violetta, la prima volta in cui si è ammalata, non tu. C'è stata lei ai suoi primi passi e alle sue prime parole, non tu. Tu non c'eri mai Jorge >> << Dovevi dirmelo! >> sbotto infuriato. << Mi sto perdendo tutto, Martina >> << Cosa dannazione dovevo fare? Prendere un treno, correre da te a dirti che aspettavo un bambino nonostante mi avessi detto esplicitamente che per te non contavo un cazzo. No Jorge, non potevo permetterti di sbattermi di nuovo la porta in faccia, perché allora non avrei retto. Sarei crollata una volta per tutte >>



Respiro profondamente suonando il campanello della piccola villetta di Jorge. Apre il cancello mentre io entro titubante, lui è sulla porta in jeans e maglietta a maniche corte. << Che ci fai qui? >> domanda calmo, abbiamo discusso abbastanza negli studi dando spettacolo. << Dobbiamo parlare di Violetta >> << Voglio vederla crescere, lo voglio perché è la mia bambina e perché anche se la conosco appena da qualche ora lei è mia figlia e sento di amarla più di ogni altra cosa al mondo >> incrocia le braccia al petto guardandomi duramente << Non ti impedirò di avere a che fare con lei, Jorge. Non sono cattiva >> << Lo so >> scrolla le spalle. << Perché mi hai abbandonata su quel letto? >> domando spiazzandolo definitivamente. << Se davvero mi avessi voluto bene, avremmo trovato una soluzione insieme >> << Meriti il meglio Martina, ed io non lo sono >> << Se merito il meglio Jorge, merito di stare con chi amo ed io.. Io amo te >> è un attimo e ci ritroviamo entrambi ad un soffio dalle labbra dell'altro, senza esitazioni facciamo incastrare le nostre bocche come i pezzettini di un puzzle. I nostri vestiti volano per aria e ci ritroviamo a fare l'amore per la seconda volta. Questa volta però lui non mi ha abbandonata. Questa volta è rimasto e mi ha detto che mi ama e che io, lui e Vilu saremmo stati una famiglia.
E non ha mentito. Niente più odio, niente più nascondigli. Ci siamo sposati in segreto e finalmente abbiamo avuto il nostro lieto fine. Vilu? Vilu ha trovato il suo Leon.
   
 
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