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Autore: Astrea9993    13/03/2016    2 recensioni
"Non so cosa tu ci veda. Tutta questa perfetta compostezza è noiosa, per non parlare di quel muso lungo!"
Per Fred Weasley quella composta perfezione era un affronto.
"Oltre che fastidiosa pure secchiona" la canzonò quindi mentre Lizzie continuava ad ignorarlo facendo levitare alcune gelatine tutti i gusti più uno.
Infastidito da quell'assenza di reazione Fred stava per afferrare il libro di testo della ragazza quando, quegli occhi scuri e penetranti, furono improvvisamente su di lui.
"Non osare provarci, Weasley."
[...]
"Ammetti che non puoi resistermi, Black, lo so che mi vuoi"
Quante volte le aveva sussurrato quelle parole all'orecchio mentre la sbatteva contro la parete di qualche ala deserta del Castello, mentre le mordeva quella pelle candida, mentre la leccava, la baciava, la torturava.
"Mai" replicava lei tra un gemito e l'altro mentre le mai di lui si facevano di volta in volta più bramose ed audaci.
"È davvero un peccato." Rispondeva allora Fred mentre poneva fine a quella dolce tortura.
Ennesima One Shot su Fred ed Elizabeth: dal loro smistamento a quando, per la prima volta si scoprono innamorati.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Fred Weasley, George Weasley, Lee Jordan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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La bellezza è potere; un sorriso è la sua spada.
 
 
1 Settembre 1989
 
"Promettimi di stare attenta e di scrivere spesso!" Esclamò Antonella White nello stringere la figlia al petto.
Non avrebbe voluto lasciarla andare eppure la sua bambina stava crescendo.
Aveva già undici anni e quello sarebbe stato il suo primo anno ad Hogwarts.
Nel ripensare al castello Nelly non poté fare a meno di sentire una fitta al cuore.
In quel luogo aveva vissuto gli attimi più belli della sua vita ed i più dolorosi.
"So badare a me stessa." La rassicurò Elizabeth con pacatezza mentre un lieve sorriso le illuminava il volto.
A volte non poteva fare a meno di chiedersi chi, tra loro due, fosse l'adulta.
"Cerca di non cacciarti nei guai!" Le raccomandò invece Remus.
Per un attimo parve che un lampo di indignazione attraversasse il volto impassibile di Lizzie.
"Io non mi caccio mai nei guai!" Sentenziò la bambina inarcando un sopracciglio.
Un sorriso malandrino si fece largo sul volto di Remus mentre Nelly sospirava profondamente. Lei gli assomigliava così tanto...
"Il fatto che tu sia brava a nascondere le tracce non significa che tu non ti sia cacciata in un guaio." Le fece notare Nelly.
Era triste ammetterlo ma sua figlia era una piccola criminale in erba e, cosa ancora più grave, nel compiere i suoi misfatti non lasciava mai prove che riconducessero a lei e, il più delle volte, Nelly era costretta a punirla sulla base di mere supposizioni.
Certo, Lizzie si limitava a realizzare scherzi al fine di proteggersi o vendicarsi delle angherie dei gemelli Weasley ma Antonella White era spaventata al pensiero di ciò che avrebbe potuto fare con la magia, in una scuola dove, dato l'elevato numero di studenti, sarebbe stato praticamente  impossibile beccarla e in cui avrebbe convissuto proprio con i gemelli Weasley...
"Se non ci sono prove il fatto non sussiste." Replicò Elizabeth mentre un sorriso furbo, così simile al suo, le illuminava il bel volto.
"Ora devo andare o resterò a terra!" Replicò nell'allontanarsi prima ancora che lei o Remus potessero aiutarla a trasportare il baule.
Per la seconda volta Nelly si trovò a sospirare.
"Avrei dovuto spedirla a Beauxbatons. Hogwarts non sopravviverà alla lotta intestina tra Lizzie ed i gemelli."
"È sopravvissuta ai malandrini, sopravviverà anche a loro." Replicò Remus mentre un sorriso triste per un attimo attraversava il suo volto.
 
 
 
*****
 
 
 
Per l'ennesima volta Elizabeth si trovò a maledire se stessa.
Era stato arrogante da parte sua supporre di riuscire a caricare da sola il baule a bordo dell'espresso per Hogwarts ed ora si trovava lì, ferma da almeno dieci minuti ad ostruire l'ingresso e a spingere quel dannato baule augurandosi solo che non le planasse addosso.
Durante quell'estate, prima della sua partenza, sua mamma aveva provveduto ad insegnarle diverse tecniche di autodifesa, a suo dire Hogwarts era sempre piena di gradassi attacca brighe ed era bene essere preparati.
Lizzie si era rivelata una brava allieva e, nonostante la sua corporatura minuta, aveva imparato a proiettare a terra avversari ben più grossi di lei sfruttando contro di loro la loro stessa forza.
Ma ora, Elizabeth White, aveva appreso un importante lezione: nulla, neppure la più sopraffina tecnica di autodifesa, era efficace contro quel dannato baule!
Per un attimo Elizabeth si chiese come fosse possibile che nessuno le si fosse ancora avvicinato e, aveva appena finito di formulare questo pensiero, quand'ecco giungere da lontano due risate identiche, due risate che Lizzie avrebbe fatto molto volentieri a meno di sentire...
Nell'arco di pochi istanti un paio di mani le scompigliarono i bei capelli neri poi, prima che potesse fare qualsiasi cosa, i due idioti scavalcarono malamente il suo baule e si lanciarono all'interno del treno.
"Piuttosto ingombrante, White..." aveva iniziato George
"Dovresti fare qualcosa per quel baule." Aveva concluso Fred mentre lei non aveva potuto far altro che emettere un mugolio strozzato mentre scivolava inesorabilmente indietro schiacciata dal peso del suo stesso bagaglio.
Glie l'avrebbero pagata cara, quanto era vero che il suo nome era Elizabeth White!
Poi, proprio quando se la stava vedendo più brutta, due forti braccia giunsero in suo soccorso sollevando il suo bagaglio e risparmiandole una poco elegante caduta.
Istintivamente Lizzie rivolse a Charlie Weasley un raro nonché  grato sorriso.
"Ecco dove ti eri cacciata!" Esclamò lui che già si trovava a bordo dell'espresso, mentre trascinava il baule verso di se.
"Ho avuto qualche incidente di percorso." Replicò Elizabeth nel guardare male i gemelli e nel contempo salire a bordo mentre si risistemava i capelli.
"Stavi decisamente meglio prima Lizzie, la perfezione è noiosa nonché sopravvalutata." Aveva commentato Fred.
"Nessuno ha chiesto la tua opinione." Aveva replicato Lizzie freddamente mentre Charlie continuava a scrutarla come fosse un' adorabile cucciolo di puffola pigmea.
Fred non riusciva proprio a capire cosa ci trovasse di dolce in quella creatura infernale ma, considerando la passione di Charlie per i draghi, tutto appariva più chiaro...
 
 
 
*****
 
 
 
Mezz'ora dopo Fred e George si trovavano all'interno di uno scompartimento assieme a Charlie, il suo migliore amico David, una Corvonero di nome Alisia ed un ragazzino del primo anno di nome Lee Jordan.
Sarebbe stato tutto perfetto se non fosse stato che, assieme a loro, vi era anche Elizabeth.
Fred non riusciva proprio comprendere quale fosse l'assurda ragione che aveva spinto suo fratello a permetterle di restare lì con loro.
Immediatamente lanciò un occhiata torva alla ragazzina.
Gli amici di Charlie erano simpatici e quel Lee che, trovando tutti gli scompartimenti pieni si era unito a loro, gli andava a genio, era uno in gamba.
Eppure la presenza di Lizzie continuava ad irritarlo.
La ragazza era rimasta in disparte da quando erano entrati, seduta in modo composto in un angolo era intenta ad esercitarsi in alcuni incantesimi elementari e le formule uscivano dalle sue labbra in un fitto mormorio.
Era un affronto.
Per Fred Weasley quella composta perfezione era un affronto.
"Oltre che fastidiosa pure secchiona" la canzonò quindi mentre Lizzie continuava ad ignorarlo facendo levitare alcune gelatine tutti i gusti più uno.
"E io che mi ero illuso che l'unico so-tutto-Io da cui avremmo dovuto guardarci fosse Percy." Rincarò la dose George giungendo in suo soccorso.
Infastidito da quell'assenza di reazione Fred stava per afferrare il libro di testo della ragazza quando, quegli occhi scuri e penetranti, furono improvvisamente su di lui.
"Non osare provarci, Weasley." Per un istante il ragazzino fece oscillare lo sguardo da lei alle caramelle che ancora fluttuavano nell'aria, sarebbe stato anche affascinato da quella capacità di concentrazione se non fosse stato che, in quell'istante, Elizabeth aveva sorriso in maniera a dir poco inquietante....
Lizzie aveva fatto un rapido gesto con la mano destra e, le due caramelle, gli erano finite con forza dentro al naso.
Per un istante nello scompartimento era calato il silenzio poi tutti erano scoppiati a ridere e c'erano voluti cinque minuti buoni prima che, tra una risata e l'altra, Charlie appellasse le caramelle fuori dal suo naso.
Ma ovviamente, a dispetto di tutto quel baccano, Lizzie era già tornata al suo libro e ad un nuovo incantesimo.
Ovviamente, giunti a quel punto, una persona ragionevole avrebbe lasciato Elizabeth White alle sue letture ma, Fred Weasley, non era mai stata una persona ragionevole.
"A quanto pare, White, vuoi la guerra." Aveva infatti sentenziato Fred nel brandire minacciosamente il succo di zucca di Felisia mentre, accanto a lui, George faceva altrettanto.
Povero George, avrebbe meritato la beatificazione per tutte le volte che aveva appoggiato le battaglie del gemello contro Elizabeth White!
"Non oserai!" Sibilò la ragazza con una tale foga che, per un istante, Fred si era chiesto se non stesse parlando in serpentese.
Ora l'attenzione della ragazzina era tutta per lui e per quel dannato liquido appiccicoso.
"Tu dici?!" Replicò alzando un sopracciglio.
"Indosso già la divisa."
"Questo non è un mio problema." Sentenziò Fred nel versarle il liquido tra i capelli.
 
Poi era diventato tutto confuso.
 
Quando erano intervenuti dei prefetti vagamente sconvolti a separarli Fred era sopra ad Elizabeth, intento a cercare di levarle la bacchettata dalle mani, mentre la ragazzina era distesa a terra e opponeva una tenace resistenza.
Probabilmente se si fosse soffermata a pensare alle tecniche di autodifesa che la madre le aveva insegnato avrebbe sistemato Fred Weasley senza troppi problemi ma, al momento, era troppo arrabbiata per pensarci.
E così loro erano tutti a terra e ricoperti di succo di zucca.
Be' tutti tranne George che, ad un metro di distanza da loro, era vittima di un gratta e netta di Lizzie ed una spugna gli stava ancora insaponando la faccia a dispetto di tutte le sue proteste.
Erano stati i prefetti a porre fine al fastidioso incantesimo e, dopo un minuto di imbarazzo generale, avevano aspramente rimproverato i nuovi studenti ai quali, disgraziatamente, non potevano ancora levare punti.
Per un istante, i prefetti, avevano lasciato scivolare lo sguardo su David che, a quanto pareva, aveva scommesso su quel duello anticonvenzionale ma, a giudicare dai galeoni che stava sganciando al primino seduto al suo fianco, aveva già ricevuto la sua punizione. 
 
 
Il resto del breve viaggio era trascorso serenamente, Felisia aveva ripulito i tre attacca brighe a colpi di bacchetta e poi era giunto il momento di separarsi.
Fred, George, Elizabeth e Lee si erano diretti alle barche mentre gli altri tre ragazzi si erano avviati verso le carrozze.
"Ci vediamo al nostro tavolo!" Si era congedato Charlie nel rivolgere un rapido cenno ad Elizabeth ed ai fratelli.
In silenzio Lizzie, Lee ed i gemelli erano saliti a bordo di una barca.
Per il momento avevano deciso di deporre l'ascia di guerra: nessuno di loro desiderava finire nel Lago Nero.
"Condividere con voi due anche la Sala Comune." Aveva mormorato ad un tratto la ragazzina tra se e se "no, credo che sia preferibile alloggiare nella Guferia."
Fred aveva dovuto fare uno sforzo enorme per non affogarla  con le sue stesse mani...
 
 
 
*****
 
 
 
Quell'attesa stava diventando irritante.
Certo non vi era dubbio che inizialmente lo smistamento gli avesse messo addosso un po' d'ansia ma, dopo una decina di minuti che attendeva il suo turno, l'ansia era divenuta noia. Fred sbuffò mentre, a quanto pareva, il cappello parlante doveva essersi imbattuto in un testurbante...
Era ovvio che lui e George sarebbero stati smistati a Grifondoro e tutta quell'attesa era ridicola.
Infastidito rivolse un occhiata in tralice ad Elizabeth.
La ragazza era ferma accanto a loro e pareva non aver neppure avvertito il peso del suo sguardo.
A chiunque sarebbe parsa altera ed impassibile, ma Fred aveva scorto quella lieve tensione della mascella e aveva capito quanto in verità fosse agitata.
Lui e George erano dei Weasley ed era piuttosto ovvio quale sarebbe stata la loro casa, mentre per Elizabeth non era così facile.
Non vi era alcuna tradizione familiare e quello che le si stagliava dinanzi era l'ignoto, e lei era una perfezionista maniaca del controllo.
Per un momento Fred a aveva quasi provato un moto di tenerezza nei sui confronti.
"Te la fai sotto, White?" Quasi...
"Sei davvero ridicolo, Weasley." Si limitò a rispondere lei con fare pratico "è solo lo smistamento, la cosa peggiore che mi possa accadere è che il cappello mi schiacci i capelli." Aveva concluso poi con fare distaccato.
"La cosa peggiore che ti possa accadere è essere smistata a Serpeverde." Replicò Fred.
"No, la cosa peggiore sarebbe essere smistata nella tua stessa casa e vedere ogni mattina la tua brutta faccia."
"Ehi!" Protestò George.
"Scusa George, ma ad ogni modo lo sanno tutti che tu sei quello più bello."
"Signorina White, lei si che ha buon gusto."
"Si può sapere da che parte stai?!" Dominando Fred tra il confuso ed il divertito.
"Frederick Weasley." Giunse a chiamare il suo nome la vicepreside ponendo fine a quello scambio di battute.
"Ci vediamo dopo brutta copia!" Si congedò il ragazzo.
Un minuto dopo era già seduto al tavolo di Grifondoro per essere raggiunto in pochi istanti anche da George.
 
 
Era certa sarebbero finiti li, si disse Elizabeth nell'osservarli da lontano.
E poi, subito dopo, era giunto il suo turno.
Con passo elegante e deciso aveva raggiunto il cappello parlante.
Aveva ignorato gli sguardi puntati su di se e nessuno avrebbe potuto immaginare quanto fosse in verità agitata.
"Elizabeth White!" La voce del cappello rimbombò nella sua mente.
"Come immagino tu sappia non ho mai avuto modo di conoscere tua madre ma ho sentito grandi cose sul suo conto... ad ogni modo torniamo a noi... vediamo cosa abbiamo..."
Per un attimo Lizzie si sentì violata al pensiero di quel coso che sondava la sua mente.
"Non preoccuparti, sono discreto." La rassicurò il cappello.
"Hai una mente niente male... ma non sei affascinata dalla conoscenza fine a se stessa, sei parecchio concreta, e molto coraggiosa oltre che astuta... già tu preferisci l'ingegno agli stupidi atti eroici quanto inutili. Ti vedrei ugualmente bene a Grifondoro,  li troveresti ottimi amici anche se Serpeverde ti  aiuterebbe a sviluppare l'ambizione..."
"Ventiquattrore su ventiquattro in compagnia dei gemelli Weasley..." si lamentò Lizzie.
"Sappiamo entrambi che non ti dispiacciono poi tanto... ad ogni modo mi sembra che tu abbia deciso."
Si, in cuor suo Elizabeth aveva già scelto.
"Sai che non sarà facile, che probabilmente non ti accetteranno."
Non sarebbe stata facile, era una mezzosangue, sua madre era una babbana e non sapeva chi fosse suo padre, inoltre sua madre aveva contribuito alla cattura di molti maghi oscuri, alcuni dei quali avrebbero potuto essere i genitori dei suoi futuri compagni di casa...
Sarebbe stata dura, ma lei era pronta al cambiamento, era pronta alla sfida.
"Non mi sono mai piaciute le cose semplici." Aveva sussurrato Lizzie.
"Assomigli molto a tuo padre."
"Cosa?!" Aveva esclamato la ragazzina e, probabilmente, il suo grido sarebbe riecheggiato nella stanza se il Cappello Parlante non avesse proclamato in quell'istante la sua decisione: Serpeverde.
 
 
Per qualche istante il silenzio era calato sulla Sala Grande.
Diversi anni dopo Fred avrebbe ricordato quello come lo smistamento che, dopo quello di Harry Potter, aveva suscitato più attesa e di certo era stato quello dall'esito più sorprendente.
Elizabeth infatti non sembrava averci fatto molto caso ma, nell'udire il suo cognome, subito tutti gli sguardi si erano puntati su di lei.
Sua madre, Antonella White, ad Hogwarts era una leggenda.
Prima ed unica Babbana ad essersi diplomata all'interno della scuola, protetta di Silente si era unita alla resistenza contro Voldemort, aveva contribuito alla cattura di diversi Mangiamorte e, tutt'ora, si occupava di facilitare le relazioni tra maghi e Babbani.
Tutti conoscevano Antonella White e tutti erano curiosi di sapere dove sarebbe stata smistata sua figlia.
E poi tutti erano rimasti sorpresi da quel verdetto. 
Serpeverde.
La figlia di un' eroina del mondo magico era stata assegnata alla casa che aveva forgiato più maghi oscuri di tutte.
Eppure Fred non era sorpreso.
In fin dei conti quello era tipico di Elizabeth.
Lei amava le sfide e, per quanto ne fosse inconsapevole, non era capace di evitare di essere al centro dell'attenzione.
Un sorriso si fece strada sul suo volto mentre, per primo, applaudiva.
Per un attimo Lizzie parve incrociare il suo sguardo, mentre un lieve sorriso sembrò per pochi istanti piegare le sue labbra ma, quel sorriso, era scomparso talmente rapidamente che per un momento lo stesso Fred parve pensare si fosse trattato di un semplice miraggio.
E poi, con l'alterigia che da sempre la contraddistingueva, aveva raggiunto il suo tavolo mentre applausi freddi e occhiate sospettose l'accoglievano in quella che, da quel giorno, sarebbe divenuta la sua nuova casa.
Solo una ragazzina dai lunghi capelli biondi applaudiva allegramente mentre uno sguardo furbo si faceva largo sui suoi occhi azzurri.
Ancora nessuno poteva saperlo ma quello sarebbe stato l' inizio dell'amicizia tra Daphne Greengrass ed Elizabeth White.
 
 
"Chi lo avrebbe mai detto..." commentò Charlie sorpreso, il suo tono non era critico, era semplicemente stupito.
"È davvero un peccato." Commentò Lee Jordan "sembrava interessante, oltre che carina."
"Non so cosa tu ci veda." Commentò Fred nell'osservare i folti ricci neri e quelle gambe magre "tutta questa perfetta compostezza è noiosa, per non parlare di quel muso lungo! Piuttosto qualcosa mi dice che da oggi in poi le cose si faranno piuttosto divertenti..." concluse il ragazzo mentre un sorriso furbo si faceva strada sul suo volto e lui e George si scambiavano un occhiata eloquente.
Era solo l'inizio...
 
 
 
*****
 
 
 
Cinque anni dopo
 
"Non so cosa tu ci veda. tutta questa perfetta compostezza è noiosa, per non parlare di quel muso lungo!"
 
Per un attimo Fred si ritrovò a ripensare alle parole di quel se stesso undicenne mentre scrutava la ragazza che si riallacciava lentamente i bottoni della camicetta.
Elizabeth White, o meglio Elizabeth Black perché ormai loro lo sapevano, il padre di Elizabeth non era altri che Sirius Black.
Lentamente lasciò scorrere lo sguardo su quelle gambe lunghe, il seno morbido, il collo candido ed elegante, i capelli ancora scomposti e selvaggi dopo che si erano lasciai travolgere dall'impeto della passione...
No, mentre gemeva sotto di lui Elizabeth non era per niente noiosa...
"Muoviti Weasley, siamo già in ritardo per le lezioni."  Lo riprese duramente Lizzie.
Ok, forse un po' noiosa lo era...
Loro due erano l'uno l'opposto dell'altra, erano come il fuoco e il giaccio, come il sole e la luna, come cane e gatto...
Eppure, da quando erano tornati ad Hogwarts, sembrava che non potessero stare lontani l'uno dall'altra.
Si tormentavano a vicenda, si respingevano, ma poi, alla fine, con furia e rabbia ma con altrettanto desiderio tornavano l'uno tra le braccia dell'altra.
Era iniziato tutto con quel bacio.
Era stata tutta colpa di Elizabeth, era stata lei a gettarsi sulle sue labbra certo, lo aveva fatto solo per distrarlo e raggiungere i suoi scopi ma, se si era illusa di poterlo fregare in quella maniera, si sbagliava di grosso.
A pensarci col senno di poi forse era stato folle, ma Fred era folle, e forse desiderava baciarla di nuovo.
Era stato così che tra loro era iniziata quella sfida fatta di baci appassionati e seduzione in cui l'uno cercava di sopraffare l'altro di farlo cedere, di spingerlo a chiedere di più.
 
"Ammetti che non puoi resistermi, Black, lo so che mi vuoi"
 
Quante volte le aveva sussurrato quelle parole all'orecchio mentre la sbatteva contro la parete di qualche ala deserta del Castello, mentre le mordeva quella pelle candida, mentre la leccava, la baciava, la torturava.
"Mai" replicava lei tra un gemito e l'altro mentre le mai di lui si facevano di volta in volta più bramose ed audaci.
"È davvero un peccato." Rispondeva allora Fred mentre poneva fine a quella dolce tortura.
Ogni giorno diveniva più difficile fermarsi ma lui doveva resistere, non l'avrebbe presa fino a quando non fosse stata lei a supplicarlo, a supplicarlo di farla sua.
E invece, alla fine, era stato lui a cedere.
 
Quel piccolo demonio.
 
La rivedeva ancora, distesa languidamente sul suo letto, addosso solo un baby-doll rosso ed i capelli scuri che ricadevano scomposti ad incorniciarle il volto. 
Probabilmente avrebbe dovuto chiedersi come avesse fatto ad entrare nella Torre di Grifondoro e come avesse fatto a raggiungere la sua stanza senza farsi vedere da nessuno.
A dirla tutta forse avrebbe anche dovuto chiedersi cosa sarebbe accaduto se, a sorprenderla, fossero stati George o Lee.
Già, indubbiamente c'erano molti punti da chiarire ma, in quell'istante, l'unica cosa che contava era la ragazza che gli stava dinanzi e che con lentezza estenuante si era alzata in piedi fino a colmare la distanza che li separava.
Avrebbe voluto afferrarla, strapparle di dosso quegli inutili pezzi di stoffa, sbatterla contro una parete e scoparla fino a costringerla ad urlare il suo nome...
"Non dovresti essere qui." Disse invece Fred, non sapeva neppure lui come avesse fatto a pronunciare quelle parole, doveva essere più pazzo di quanto lui stesso pensasse.
Per tutta risposta Elizabeth sorrise, il suo sguardo doveva evidentemente essere più bramoso di quanto lui stesso pensasse e per Godric... quel sorriso era dannatamente sexy.
Amava vedere il suo viso stravolto dall'emozione ed amava ancora di più il fatto che fosse lui il solo a provocare quelle emozioni.
Dannazione! Aveva davvero detto 'amava?!'
"Mi stavo annoiando ad attendere qui da sola e poi..." intervenne la ragazza evidentemente stanca di osservare quella faccia da pescelesso.
"Qui fa dannatamente caldo..." concluse nell'abbassare lentamente le spalline del baby-doll...
"Dannazione..." pensò Fred, o forse lo aveva detto per davvero?!
 
E poi il suo era stato davvero un colpo basso.
 
Aveva riso, e la sua era stata una risata vera, una risata liberatoria, e nel ridere aveva abbandonato per un istante la sua aria da femme fatale.
Aveva riso portando indietro il capo e in quell'istante Fred aveva perso il controllo di se stesso.
Era stato un istante e poi loro due erano lì, distesi su quel letto.
"Mi vuoi?" Aveva chiesto semplicemente Lizzie.
Fred non ricordava più quante volte gli avesse posto quella domanda eppure, questa volta, gli sembrava che la voce di lei avesse un' intonazione diversa, un' intonazione che in quel momento non era in grado di definire.
"Si, Elizabeth Black, ti voglio." Aveva ruggito lui e lei lo aveva fatto di nuovo: aveva riso.
Una risata cristallina, una risata musicale.
E poi quelle risa si erano tramutate in gemiti e in sospiri di piacere...
 
"Ho vinto..." aveva mormorato Elizabeth un paio d'ore dopo nel rivestirsi.
"Tu dici?!" Aveva replicato lui, un sorriso furbo a piegargli le labbra.
 
E poi era tutto precipitato.
Se già prima lui e Lizzie non potevano fare a meno di tormentarsi ed insultarsi per poi gettarsi l'uno tra le braccia dell'altra, dopo il sesso tutto si era fatto ancora più complicato.
Lui aveva tentato di evitarla, aveva tentato di dimenticare quell'incidente che avrebbe finito con lo stravolgere completamente il loro rapporto.
Si erano spinti troppo oltre, e Fred lo sapeva, ma Lizzie...
Quella pazza della Black aveva rimpicciolito il suo letto e glie lo aveva fatto ritrovare all'interno di una di quelle palle di vetro con la neve babbane.
Folle, ma geniale, sarebbe stato ammirato se quello non fosse stato il suo letto... ok, era comunque ammirato.
Ma questo Elizabeth non avrebbe dovuto necessariamente saperlo...
 
L'aveva affrontata e lei, in pochi istanti, gli aveva chiuso la bocca.
 
"Non è cambiato nulla, Weasley, è stata solo una scopata. Piantala di comportarti come una pudica verginella."
 
"Ma davvero..." aveva mormorato prima di ficcarle la lingua in bocca e farle rimangiare le sue stesse parole...
 
E da lì era iniziata la fine.
 
Da lì erano iniziate le loro nottate di sesso appassionato.
In pubblico si infastidivano, si tormentavano e denigravano vicendevolmente.
Agli occhi di tutti quella strana amicizia fatta di continue sfide e battibecchi era rimasta immutata ma, in realtà, era tutto cambiato perché, per quanto nessuno dei due volesse dare un nome alla loro relazione, Fred lo sapeva.
 
Mentre Fred osservava la ragazza che gli stava dinanzi rivestirsi ed intimargli di darsi una mossa, non poteva fare a meno di dirsi che quello non era più solo sesso e che lui amava quella ragazza noiosa.
 
E poi non aveva potuto fare a meno di chiederselo: come diavolo era iniziata quella stupida sfida tra loro?! Come avevano finito col tormentarsi, col criticarsi...
Fred non lo ricordava neppure più...
 
"Come è iniziato tutto questo?" Fred non si era neppure accorto di aver pronunciato quelle parole.
Elizabeth si arrestò voltandosi verso di lui, la mano già sul pomello della porta dell'aula in disuso all'interno della quale si erano rifugiati.
"Ma davvero Weasley?! Tu volevi due cappelli, io ne volevo uno, ma ne erano rimasti solo due è tu, da bravo e cavalleresco Grifondoro quale sei, volevi lasciarmi con un pugno di mosche in mano, così io..."
"Quello lo so, Lizzie..."
"Non..."
"Si lo so, non devo chiamarti Lizzie, Lizzie..." continuò lui ignorando l'occhiataccia della ragazza "comunque, quello che mi chiedevo, è come fosse iniziata questa guerra tra noi."
"Ma davvero?!" Sbuffò Lizzie nell'alzare gli occhi al cielo mentre Fred si ritrovava a trattenere una risata.
Se avesse detto in giro che Elizabeth White, la regina di ghiaccio, aveva sbuffato e alzato gli occhi al cielo nessuno ci avrebbe creduto.
"Ovviamente è stata tutta colpa vostra, tua oserei dire." Aveva concluso la ragazza nell'andarsene.
Era stato quello l'istante in cui Fred Weasley aveva compreso di essere fottuto perché, quella che aveva colto nella voce di Lizzie, era una nota di rabbia.
Avrebbe fatto bene a fuggire e a farsi rinchiudere ad Azkaban.
Certo, lui non sarebbe riuscito ad evadere ma forse lei non sarebbe riuscita ad entrarci...
Anche se, dato che un Black era riuscito ad evadere da Azkaban, nulla poteva assicurargli che un' altra Black non sarebbe riuscita ad assaltare il carcere di massima sicurezza più impenetrabile di tutti.
Era fottuto, anzi peggio, era un uomo morto, in fin dei conti essere fottuto da Elizabeth Black non sarebbe stato male, semmai qualcosa gli diceva che non sarebbe più stato fottuto per molto, molto tempo...
 
 
 
*****
 
 
 
"Fred, lo so che mi pentirò di averlo chiesto, ma che diavolo ti prende?!" Sbottò George spazientito, era da venti minuti buoni che la sua brutta copia continuava a fissarlo con uno strano sguardo perso.
Se fosse stata una ragazzina avrebbe pensato si fosse semplicemente presa una cotta per lui ma quello seduto sul suo letto ed immobile da più di venti minuti era Fred Weasley, il suo eterosessualissimo fratello gemello, e questo rendeva la situazione dannatamente inquietante.
George si rifiutava di credere che suo fratello fosse intenzionato ad aggredirlo sessualmente ma, quello sguardo, era davvero spaventoso....
"Si tratta di Lizzie..." iniziò Fred in un sospiro.
"Dannazione Fred!" Esclamò nel balzare in piedi e colmare la distanza che lo separava dal fratello, lui era l'unico ad essere a conoscenza della relazione che c'era tra il fratello ed Elizabeth, e non era che la ragazza non gli piacesse, anzi era davvero in gamba, ma era anche pericolosa, folle e imprevedibile e George Weasley si era davvero pentito di aver posto quella domanda al fratello...
"Ti prego Fred!" Esclamò nell'afferrare il gemello per le spalle "dimmi che sei gay e segretamente innamorato di me!"
"Tu sei pazzo!" Replicò Fred nell'allontanarlo con una spinta mentre un espressione di puro disgusto si faceva strada sul suo volto.
"E lo hai scoperto adesso?!" Replicò George ridendo.
"Che succede?!" Esclamò Lee nel varcare allegramente la porta della loro stanza.
Subito un ghigno si fece strada sul volto di George.
"Elizabeth White." Si limitò poi a dire mentre Fred gli rifilava un occhiataccia.
Ancora non capiva perché il fratello si ostinasse a non voler dire a nessuno che Elizabeth era la sua ragazza.
Ah già:
 
"Lizzie non è la mia ragazza."
 
George non sapeva più quante volte avesse sentito quella stupida frase.
 
"Elizabeth White?!" Esclamò Lee mentre il sorriso gli moriva sul volto "cosa le avete fatto?! Anzi no, non lo voglio sapere! Quella è pazza, sexy ma pazza, e io non voglio essere coinvolto!" Concluse il loro amico mentre si affrettava ad abbandonare la stanza, come se questa potesse esplorare da un momento all'altro.
Fred e George si scambiarono un' occhiata complice per poi scoppiare a ridere.
"Allora, che cosa è successo?" Si decise poi a chiedere George.
"Ho chiesto ad Elizabeth come fosse iniziato tutto, come fosse iniziata questa stupida lotta tra di noi e lei... be' si è infuriata."
"Davvero non lo ricordi?!" Esclamò George ridendo.
"Delucidami allora." Sbuffò Fred.
Improvvisamente un sorriso furbo si fece strada sul volto di George.
"Sarebbero troppo facile." Disse prima di andarsene e lasciare il fratello in balia dei suo stessi pensieri...
 
 
 
*****
 
 
 
Erano passati un paio di giorni da quando Fred aveva parlato al gemello del suo problema e, in un paio di giorni, il dormitorio maschile del sesto anno di Grifondoro aveva appreso che, in fondo in fondo, le preoccupazione di Lee Jordan non erano poi molto infondate perché, nel giro di due giorni, se la loro stanza non era esplosa, il letto di Fred Weasley aveva preso fuoco.
"La stai evitando?" Aveva chiesto George nell'osservare quel mucchietto di cenere che, un tempo, era stato il letto del fratello.
"È così evidente?"
"Sai Freddy, il tuo letto in fiamme costituisce un vago indizio... ad ogni modo la Black è davvero brava: legge del contrappasso, non male." E dopo aver pronunciato quelle enigmatiche parole George Weasley se ne era andato mentre un solo pensiero si faceva strada nella mente di Fred:
 
"Che diavolo era il contrappasso?!"
 
 
*****
 
 
Tre giorni.
Altri tre giorni di incertezza in cui Fred aveva seriamente temuto che Elizabeth lo avrebbe ucciso.
Ogni tanto i loro sguardi si incrociavano e lei sorrideva.
E quel dannato sorriso non prometteva nulla di buono.
 
E poi, improvvisamente, Fred aveva ricordato.
Era stato un insieme di stupidi dettagli.
Aveva avvertito un esplosione, a quanto pareva Finnigan aveva dato fuoco a qualcosa, di nuovo, indubbiamente aveva un talento come piromane...
Fuoco, Lizzie aveva dato fuoco al suo letto...
Fuoco...
Quello era stato il primo indizio.
Poi le aveva viste, Elizabeth e Luna Lovegood, stavano camminando tranquillamente per i corridoi e Luna teneva tra le mani uno strano pupazzo di peluche.
Per un attimo Fred si era chiesto perché la Lovegood girasse con un peluche tra le mani e che dannato animale fosse quello, poi si era ricordato che quella era Luna Lovegood e aveva liquidato la cosa.
Molto più interessante era il sorriso che era comparso sulle labbra di Lizzie fino a quando... Be' fino a quando lo aveva visto...
Era stato allora che Fred aveva ricordato tutto.
L'immagine di quella bambina minuta aveva attraversato per un attimo la mente di Fred.
Già allora era carina e lui doveva essere un idiota per essersi scordato il loro primo incontro.
Sorridendo in modo furbo mimò un inchino in direzione di Lizzie per poi allontanarsi velocemente.
Aveva molto, molto da fare.
 
 
 
*****
 
 
 
"Esci fuori, Weasley." aveva esclamato Elizabeth nell'entrare all'interno dell'aula, la loro aula, il loro rifugio segreto.
Fred le aveva dato appuntamento li, e lei non amava le sorprese, tantomeno attendere.
Per cui, mentre avanzava all'interno dell'aula buia era piuttosto irritata.
E poi due mani forti l'avevano afferrata alle spalle e lei aveva agito d'istinto.
Un rapido movimento e poi Fred si era ritrovato proiettato a terra.
"Sempre manesca..." si era lamentato il ragazzo nel rialzarsi lentamente da terra.
Questa volta non l'aveva fatto a posta, Lizzie aveva agito semplicemente di istinto, ma in fin dei conto Fred era un idiota, per cui non c'era alcun problema.
"che cosa vuoi?" chiese Elizabeth freddamente, le braccia incrociate severamente al petto.
"Oh Lizzie, Lizzie, Lizzie... Sempre scontrosa..." la provocò Fred nel girarle attorno come uno squalo con la sua preda, le tenebre ad avvolgerli.
Elizabeth sentiva improvvisamente una tremenda voglia di fargli uno sgambetto...
"Io voglio semplicemente farti un regalo e tu, tu mi ripaghi con questa freddezza..." la canzonò Lui.
Poi, improvvisamente, le luci si erano accese e dinanzi agli occhi di Elizabeth, era comparso un enorme Ippogrifo di peluche.
Improvvisamente Lizzie si era ritrovata a ridere, solo Fred Weasley riusciva a farla ridere in quella maniere.
"Te ne sei ricordato!" esclamò poi, un sorriso furbo a piegarle le belle labbra.
"Certamente, Black! E, per la cronaca, non è stata colpa mia, l'idea è stata di George ma tu non eri ancora in grado di riconoscerci!"
Già, come aveva potuto dimenticare: loro che nel tentativo di far cambiare per magia  colore al peluche di Elizabeth vi davano fuoco e lei che piangeva nell'osservare quell'ammasso di cenere, tutto ciò che restava del suo Ippogrifo di peluche.
 
Questo era ciò che c'era dietro a quella lunga ed estenuante battaglia, un Ippogrifo di peluche.
 
"Grazie!" esclamò Elizabeth nell'abbracciarlo in un impeto di gioia.
 
Fred era uscito da Hogwarts di nascosto, aveva girato per Hogsmeade come un ossesso fino a trovare quel peluche che aveva ingrandito a colpi di bacchetta.
Ma ne era valsa la pena.
Quel sorriso ne era valsa la pena.
"E affinché la storia non si ripeta, cerca di tenerlo lontano da Finnigan." Le sussurrò all'orecchio facendola ridere per la seconda volta.
"Era un regalo di mio padre." ammise poi Lizzie "all'epoca credevo che lui fosse morto e quel peluche era l'ultimo ricordo che mi restava di lui è per questo che io..."
"Ti sei vendicata." Concluse Fred per lei nello stringerla maggiormente tra le sue braccia.
 
Così era iniziato tutto: loro avevano distrutto il suo peluche e lei li aveva fatti punire ingiustamente e, solo ora, Fred capiva.
Lizzie era cresciuta senza sapere chi fosse suo padre, Nelly aveva preferito mentirle piuttosto che rivelarle quella che, all'epoca, credeva fosse la verità.
Come avrebbe potuto dirle che suo padre, Sirius Black, era un assassino che aveva tradito tutti loro e ucciso i suoi migliori amici?!
Antonella White aveva preferito far crescere la figlia cullata in una dolce menzogna, nel ricordo di un padre, di cui ricordava solo qualche vago frammento, morto eroicamente in guerra.
E quello stupido Ippogrifo di peluche era l'ultimo ricordo che la piccola Elizabeth White conservava di suo padre.
"ti piace fare tanto la dura, Black, ma in verità sei piuttosto infantile..." la canzonò Fred.
"Ma davvero, Weasley?!" Replicò Lizzie nello scostarsi dal suo petto "io sarei più infantile di Mr. Sono-il-re-degli-scherzi-Fred-Weasley?!" le braccia incrociate e un sopracciglio alzato.
"E allora lo ammetti, Black: il migliore sono io. Certo, quel giochetto con il fuoco non era male ma il re sono io."
"Sai qual è la differenza tra Serpeverde e Grifondoro?" replicò Lizzie sorridendo furbescamente.
"Noi abbiamo più classe?!"
"Entrambi infrangiamo le regole, ma voi vi fate beccare, noi no."
"quindi è come ho detto io: noi abbiamo più classe." ribadì Fred nel farla ridere per l'ennesima volta.
Era raro vederla ridere così frequentemente.
Elizabeth non rideva quasi mai, eppure quel sorriso era meraviglioso...
Lei era era meravigliosa e lui amava tutto di lei: il fatto che fosse una musona noiosa e saccente, il fatto che fosse fredda all'apparenza ma in fondo calda e passionale, il fatto che regalasse quel sorriso solo a lui, che lo tormentasse e lo spingesse al limite, il fatto che fosse forte e nel contempo fragile.
Lui l'amava.
"Amo..." Fred si riscosse rendendosi conto di aver pronunciato davvero quella parola "Amo il tuo sorriso..." si affettò ad aggiungere velocemente.
"anche io amo il tuo sorriso, Fred." Replicò Elizabeth mentre un lampo di furbizia attraversava il suo sguardo.
Aveva capito.
Entrambi avevano capito, ma non erano ancora pronti ad ammetterlo.
"Da oggi la smetteremo con questa stupida guerra?" chiese poi Fred dopo qualche istante di silenzio.
Lentamente Lizzie colmò nuovamente la distanza che vi era tra loro poi gli posò un delicato bacio sulle labbra.
"Ti piacerebbe, Weasley." mormorò poi mentre, l'ennesimo sorriso malandrino, si faceva strada sulle sue labbra e lui amava quel sorriso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice
Salve a tutti! Per prima cosa mi scuso per il ritardo astronomico o, per meglio dire, per la mia prolungata assenza.
Purtroppo, periodicamente, in concomitanza con la sessione d'esami, finisco con lo svanire nel nulla.
Inoltre, questa volta, viaggi e influenze non mi hanno aiutata per non parlare poi dei più generici cambiamenti all'interno della mia vita che mi hanno portata a dover gestire diversamente il tempo.
Fatta questa premessa probabilmente alcuni di voi si staranno chiedendo perché, al posto di aggiornare una delle mie innumerevoli long mi trovo a postare l'ennesima One shot...
In verità questa storia é stratta scritta a fine Gennaio, in un momento di ispirazione che non ho potuto reprimere, inoltre é stata scritta quasi per intero quando avevo ancora la febbre alta per cui spero non sia troppo delirante.
All'interno della storia come avrete visto c'è qualche accenno al primo incontro tra Fred ed Elizabeth e al loro primo bacio ma, non ho specificato poi molto questi avvenimenti che erano già descritti nella mia One shot "Ragazze pericolose (e padri gelosi)".
Per quanto riguarda il cognome di Elizabeth preciso (qualora vi fossero ancora dei dubbi) che il suo cognome é Black ma, essendo Sirius considerato ancora un assassino pericoloso e latitante, Lizzie continua ad utilizzare a scuola ed in pubblico il cognome materno.
All'interno della storia Fred si rivolge a lei come ad "Elizabeth Black" unicamente perché sa la verità sul suo conto ma la maggior parte degli studenti di Hogwarts non può sapere chi sia il padre di Lizzie ed é per questo che gli altri studenti si rivolgono a lei come ad "Elizabeth White" così i due cognomi vengono spesso alternati.
Inoltre, essendo all'epoca ignota l'identità del padre di Lizzie, quando erano al primo anno, anche Fred utilizzava il cognome White. 
Credo di essermi dilungata fin troppo per cui mi limito solo a dire, per chi seguisse anche le mie long, che tornerò presto ad aggiornarle, non so ancora se riprenderò a postare con la velocità che mi caratterizza normalmente (quando non sono in sessione d'esami) ma di certo tornerò.
Spero che la storia vi sia piaciuta!
Astrea
P.S il titolo é una citazione di Charles Reade.
  
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