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Autore: jacqulinewilliams    13/03/2016    2 recensioni
. Nessuno ti dice che sarà facile riprendersi dalle perdite materiali e personali, che ci vorrà il quadruplo della forza per risistemare un villaggio ferito, per riguadagnarne fiducia, per non deludere più nessuno.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Nessun ha detto

che

sarebbe stato facile.

 

AFTER THE WAR

 

SAKURA POV:

 Quando una guerra finisce , porta con se tante cose.  Nessuno ti dice che sarà facile riprendersi dalle perdite materiali e personali, che ci vorrà il quadruplo della forza per risistemare un villaggio ferito, per riguadagnarne fiducia, per non deludere più nessuno.

Quando finisce la guerra, molti di noi non sono più gli stessi; c'è chi vuole migliorarsi e darsi da fare, chi è caduto e non ha la forza di rialzarsi e chi si sta piano piano spezzando. Io mi stavo spezzando.

Non avrei mai voluto che accadesse, ne tanto meno lo credevo possibile, ma pian piano mi rendevo conto di perdere ogni contatto con quella che ero. Gli incubi erano persistenti ogni notte : visioni di morte, persone che non ero riuscita a salvare, l'immagine di Naruto e Sasuke distesi dopo la lotta privi di vita. Gli attacchi di panico si presentavano gradualmente e solo quando ero in procinto di operare; all'inizio, mi bastavano qualche respiro e il ripetermi :'tutto va bene, è tutto finito, tu stai bene ', per ritornare in sala operatoria e portare a termine il mio lavoro, ma poi col tempo il tenere in mano un bisturi mi terrorizzava, la mia forza di volontà vacillava e alla fine, un giorno, durante un operazione complicata a cuore aperto, sono crollata.

Non me lo sarei potuto permettere, stavamo rinascendo come villaggio e io e pochi altri ninja medici avevamo il compito di occuparci di più pazienti possibili, non potevo cedere, non potevo cadere.

E invece, quel giorno sono crollata, le voci dei miei colleghi mi risultavano lontane, ovattate, senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai al limite del villaggio con in mano il bisturi, tutta bagnata , i capelli attaccati al viso, senza accorgermi che stava diluviando.

Non ricordo come tornai a casa, non ricordo nemmeno come smisi di parlare o come mi diagnosticarono un trauma post-guerra e come mi ritrovai in ospedale di fianco a TenTen, che aveva il mio stesso problema. Solo che lei non aveva smesso di parlare, lei urlava.

Le sue urla mi rabbrividivano ogni notte, che con l'aggiunta degli incubi e degli attacchi di panico non erano una grande combinazione.

A quel punto della mia vita mi sentivo inutile, fallita, non ero riuscita nemmeno a portare a termine un lavoro in cui mi consideravo brava, ancora una volta mi sentivo un peso, avevo deluso Tsunade, Kakashi, Naruto e i miei amici, i miei genitori; era come se fossi finita in un pozzo e l'uscita che una volta pareva vicina pian piano si allontana e per quanto gridassi o cercassi di uscirne niente sembrava funzionare.

Tsunade mi affiancò ad uno specialista, il professor Takanawa, un'esperto diceva, mi disse di scrivere un diario, un aggiornamento su tutto quello che facevo, le mie attività quotidiane, visto che non 'potevo'  parlare, magari poteva leggere quello che scrivevo e darmi una mano.

All'inizio ero scettica, quando si è medici si ha la convinzione che se si può curare gli altri, si può curare anche se stessi *, ma visto dov'ero, mi ero lasciata convincere.

Così iniziai a descrivere le mie giornate : Sveglia alle 9:00, Colazione alle 9:30, Visite alle 10:30, Pranzo alle 12:30, Passeggiata in giardino alle 16:00, Cena alle 19:30, Letto alle 22:00

I miei primi scritti erano piuttosto apatici, il dottore se ne accorse e se faceva finta di niente in principio, dopo un po' volle che inserissi più particolari.

Ma che mai avrei potuto scrivere?

Mi diceva : ' Ci sarà qualcuno che ti fa visita? I tuoi genitori, i tuoi amici, parlami di loro, raccontami di loro, non essere timida, scrivi'.

La cosa mi dava un po' fastidio, non volevo che uno sconosciuto sapesse di quello che succedeva quando vedevo i miei genitori, di come mi sentissi in colpa nei loro confronti, di come facessi finta di non notare il loro sguardi tristi che cercavano di tirarmi su il morale. Non volevo che sapesse delle visite di Ino e degli altri, ma in special modo le sue, di come mi raccontasse che  la sua vita stesse andando avanti pian piano con l'aiuto sempre più presente di Shikamaru, lei aveva perso il padre eppure era riuscita a non cadere, ne ero profondamente gelosa e allo stesso tempo mi sentivo egoista. Egoista perchè mi sentivo un peso per tutti, sguazzavo nell'autocommiserazione e questo mi faceva sempre di più sprofondare. L'unica costanza, l'unico spiraglio erano le visite giornaliere di Naruto.

Lui c'era sempre: c'era quando facevo colazione; la facevamo insieme e sorridevo dentro di me nel vedere come si impegnava a digerire qualcosa che non fosse ramen al mattino. C'era al pomeriggio, durante la passeggiata, dove mi raccontava di come aveva aiutato questo o quello con una casa o un negozio e mi raccontava i suoi progressi per diventare Hokage; c'era la sera, quando cenavamo insieme e mi augurava la buona notte con i suoi soliti sorrisi.

La presenza di Naruto, era la mia costante, la mia ancora di salvezza, ma allo stesso tempo la cosa mi innervosiva. Sapevo il perchè Naruto facesse tutto ciò e questo mi causava emozioni contrastanti: se da una parte ero felice, contenta e spensierata,visto che oramai avevo lasciato alle spalle la mia cotta infantile per Sasuke, dall'altra mi sentivo come se stessi portando via a Naruto tempo prezioso, ancora una volta io ero un peso.

Non volevo che nemmeno questo, il professor Takanawa conoscesse.

Il tempo passava e dovevo ammettere che il diario funzionava, il professore discuteva con me quello che avevo scritto, quasi come se parlassimo di chissà quale opera letteraria.

Inizia a riprendere parola, decisi così di parlare con Naruto e di dirgli che non sarebbe dovuto venire più con la stessa frequenza a trovarmi.

Mi preparai un bel discorso, ben articolato, mi ripetevo che lo facevo per lui, che avrebbe dovuto occuparsi dei suoi sogni e non di una vecchia compagna di squadra malata.

Quando venne gli dissi tutto , forse venne un tantino diverso da come me lo aspettavo, perchè iniziai a dire cose proprio non vere pur di allontanarlo e lui si arrabbiò, si arrabbiò molto.

-' Dannazione Sakura, smettila di dire stupidaggini! Tu non sei ne un peso ne un ostacolo, se dovrò diventare Hokage voglio che tu sia al mio fianco il giorno che succederà e non in un letto di ospedale!'- mi disse.

Una frase del genere avrebbe dovuto mettere a tacere tutti i dubbi e le paure, ma io non potevo e non volevo essere egoista con lui.

-' Naruto, ti ho detto che la devi smettere, finiscila, se proprio ci tieni allora rispetta ciò che ti ho chiesto, non venire più.'-

-' Essere depressi non è una colpa, soffrire non è una colpa e io sono tuo amico, se proprio vuoi saperlo io ti amo ok? E di certo non me ne starò a fare quello che mi dici solo perchè credi che questo sia meglio per me!'- lo disse dimenandosi così forte la sedia cadde per terra e fece un gran fracasso. Mi veniva da piangere, ero così felice, meritavo di esserlo? Quell'idiota, perchè si ostinava a rendere tutto più difficile?

-' Ti sei mai posto il problema di quello che provo io? Forse non amerò più Sasuke, ma come puoi ..come puoi ostinarti a dirmi questo..io lo faccio per te..dannazione vattene, vattene Naruto!'-lo so, quello che dissi e feci non mi avrebbero reso buona sotto gli occhi di nessuno. Ma era giusto così, lui meritava qualcuno, qualcuno come Hinata e io meritavo solo di stare sola.

Potete odiarmi, insultarmi e additarmi come una stronza per quello che feci, e credetemi lo facevo già da sola ma quello che avevo fatto era solo ed esclusivamente per lui, volevo fargli del bene ed ero convinta che non pensare più a me fosse la mossa migliore.

Sbagliato, ovviamente, niente di quello che dissi portò benefici; seppi da Kakashi che Naruto era continuamente in missione e che era diventato intrattabile e introverso quando si parlava di me, rifiutava la presenza di Hinata e passava le nottate a leggere quantità di libri, di cosa parlassero lui non lo sapeva.

Dal canto mio, smisi di nuovo di parlare e finii di scrivere anche il diario.

Il dottor Takanawa ne fu molto deluso, un giorno poi iniziò ad intavolare un discorso, che all'inizio non compresi bene, ma che mi avrebbe dato quella spinta di cui avevo tanto bisogno.

-' Sai, all'incirca alla tua età, persi il mio migliore amico. Eravamo in missione ed io ero il ninja medico del gruppo, ci attaccarono di sorpresa e Asama, il mio amico, si procurò un taglio che portò ad una forte emorragia all'addome. Eravamo distanti da qualsisia villaggio e il chakra non era sufficiente a curarlo, così quel giorno lo persi. Per me fu uno shock tremendo, i sensi di colpa mi divoravano e per un po' smisi di fare il medico. Iniziai a viaggiare e in un villaggio in cui ero di passaggio una donna stava per partorire, di medici non ce ne era l'ombra e io mi misi seppur tentennando a disposizione.'-

-' il bambino nacque, sano e vivo, era vivo e questo mi risollevo il morale. Vedi Sakura, quello che hai passato tu, quello che hanno passato in tanti è un purtroppo normale effetto collaterale, non è colpa tua se non sei riuscita a salvare delle persone, non è colpa tua se ti senti in colpa o ti senti un peso, devi capire che non è colpa tua. Mai nessuno ha detto che sarebbe stato facile vincere una guerra, come mai nessuno ha detto che la fine e il dopo sarebbero stati rosa e fiori, che non ci sarebbero stati gli effetti spesso devastanti che la guerra porta con se. Allontanare tutti, non allontana il dolore, provare gelosia e allo stesso tempo sapere che è sbagliato non ti rende una persona orribile, amare qualcuno e volerlo vedere felice, pensando che senza di te starà meglio non sempre è vero. Sakura tu puoi stare meglio, rimettere insieme i pezzi richiede dieci volte il tempo che serve per crollare.* E tu non sei sola, non aver paura, non più'.-

quando finì, mi resi conto che anche se non avevo abbellito i miei racconti, il dottore era stato un acuto osservatore; il suo discorso mi aveva come risvegliato, e come se mi avesse dato una scossa e avesse aperto le tende della mia stanza per dirmi che era ora di svegliarmi.

-' Per non aver scritto niente di quello che pensavo, ha fatto le sue deduzioni abbastanza bene. È bravo..ma io non so come.. rimediare a..mi sono comportata male'- dissi

-' Prima cosa, grazie faccio questo lavoro da un po', seconda cosa niente più ma, vai fuori e inizia a parlare, a riprendere il tuo lavoro, a riprendere la tua vita.'-

-' Ho paura'- sussurrai

-' Tutti hanno paura, ma lo sai? Talvolta la paura può essere un super potere!'-disse*

Rimuginando sulla verità della sua ultima frase, decisi di fare come mi disse: ritornai a casa, ripresi a lavorare anche se gradualmente e con turni leggeri, iniziai anche ad andare in missione seppur per pochi giorni. Ripresi a vivere, ristabilii in contatti con i miei amici, mi scusai con un Ino del tutto sbalordita ma mi mancava qualcuno. Non nego che allontanare Naruto, mi fece capire quanto io ci tenessi a lui, quanto io volessi lui, certo ero ancora una matassa di dubbi quando si parlava di sentimenti nei suoi confronti ma con l'aiuto del professore cercai di districarla.

Naruto tuttavia non lo vidi subito, il nostro incontro fu diciamo burrascoso; lo ritrovai disteso su un letto d'ospedale con quattro costole rotte e un braccio slogato.

Fui assegnata come suo medico, i ruoli si erano invertiti e se all'inizio il disagio era predominate alla fine iniziammo a essere quelli di una volta, forse un po' più uniti.

-' Sai, una volta hai detto di amarmi, credo di amarti anche io, anche se non riesco a dimostrartelo come vorrei.'- sussurrai mentre gli finii di medicare il braccio. Per un po' non rispose, il terrore di aver detto la cosa più importante al momento sbagliato mi angosciava, stavo per volarmene via, quando disse:

-' Sakura-chan, io non smetterò mai e poi mai di amarti! Mettitelo in testa! Certo potevi dirmelo in un momento migliore e magari a cena fuori, però meglio tardi che mai.'- disse e mentre finì l'ultima frase mi strattonò verso di lui e mi baciò.

Dopo mesi, giorni mi sentivo finalmente in pace con me stessa.

-' Dove l'hai presa tutta questa spavalderia?'- gli chiesi un giorno

-' Da alcuni libri che mi ha consigliato Sai, dovresti leggerli'- rispose

-' Sono quelli i libri che leggevi fino a tarda sera?'- chiesi sbalordita.

-' Si, e sono anche utili, te li consiglio, magari la prossima volta mi dirai che sei pazza di me sotto un cielo stellato'- suggerì ridendo

Gli lanciai uno sguardo di rimproverò e gli tira uno scappellotto, ma dentro di me sorrisi, eravamo ritornati noi due solo che ora eravamo un noi.

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La fine di una guerra, porta con se cose di cui nessuno, spesso è pronto ad aspettarsi; ti cambia, ti fa conoscere un lato di te che non conoscevi, talvolta ti migliora, ti rende coraggioso/a, ti da la forza di mettere le cose in chiaro e ti fa anche cadere. Ma spesso quando cadi, c'è qualcuno dietro di te pronto ad aiutarti.

Nessuno mi ha mai detto che sarebbe stato facile superarla, che avrei sofferto come mai ho sofferto, che avrei amato, che sarei stata ricambiata e che questo amore mia avrebbe portato uno più grande come la nascita dei miei bambini.

Nessuno ha mai detto niente del genere, l'ho detto io e solo io sono riuscita a rialzarmi e a dire che con un po' di fatica e con l'aiuto di chi ti ama, tanto difficile non sarebbe stato.

 

 

----Angolo Autore-----

Oh my god...sono arrivata alla fine e non credevo fosse possibile XD

non voglio fare note lunghe, quindi spero che la storia vi piaccia! La dedico a tutte le NaruSaku! Ci sono troppe poche storie sulla nostra OTP, ricordate che anche se è finito e magari non proprio come volevamo, possiamo fantasticarci ancora su *__* ! Ho inserito due cit. di Hunger Games e Doctor who, che sentivo inserii bene nel racconto! Come sempre, chiedo venia per eventuali errori che magari mi sono sfuggiti!

Alla prossima :)

Jackie.

   
 
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