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Autore: A_GleekOfHouseStark    13/03/2016    0 recensioni
SPOILER 3x07
Lexa è morta, uccisa per errore da uno degli uomini di cui si fidava di più.
Lexa è morta per proteggere Clarke, proprio quando le avevano detto che l'amore per quella ragazza venuta dal cielo la stava indebolendo e l'avrebbe portata in rovina.
Adesso Clarke è davanti alla tomba del Comandante, ma lei aveva avuto il privilegio di conoscere più di quel singolo aspetto del suo carattere.
Clarke è davanti alla tomba di Lexa. Si sente incompleta da quando lei se n'è andata, da quando le hanno portato via una delle poche persone che abbia mai amato.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Thanks, Lexa kom Trikru
 
L'ultimo rito, quello pubblico, era ormai terminato e il Comandante era stato sepolto insieme ai suoi predecessori appena fuori Polis, in un luogo che aveva del macabro e del sacro allo stesso tempo. Clarke Griffin avrebbe preferito non assistere a quella scena, ma aveva trattenuto ogni lacrima che aveva in corpo e si era dimostrata forte.
“Se alcuni membri dei Dodici Clan che non l’hanno neanche mai incontrata di persona sono rimasti, se anche loro hanno voluto darle un ultimo saluto, era giusto che rimanessi anch’io.”
Sì, aveva fatto bene a restare, per quanto straziante fosse stato perché d’altronde sapeva che Lexa avrebbe voluto così.
Era certa che, rispetto alla totale popolazione dei clan, le persone presenti alla cerimonia di sepoltura fossero una ristretta minoranza dato che, con le sue ultime decisioni, il Comandante aveva creato una bella fetta di rivoltosi fra la sua gente.
Quella sorta di cimitero si stava pian piano svuotando e Clarke era rimasta da sola davanti alla tomba. Anche Titus se n’era andato, lasciandole intendere quanto fosse mortificato, quanto stesse male per le sue azioni e che concederle un momento da sola con Heda sarebbe stato il minimo.
“Tra tutti quelli che ti odiavano sei stata uccisa proprio da uno dei pochi uomini di cui ti fidavi. È ironico non credi anche tu?” Disse guardando la lapide e attendendo una risposta, pur sapendo che non sarebbe mai arrivata. Poi continuò “Sai, nell'ultimo periodo sembrava fossimo sole contro il mondo, che nessuno volesse ascoltarci, ma siamo davvero testarde e non ci arrendiamo mai… forse era il tuo supporto a farmi sentire inarrestabile, come se avessi sapessi che insieme avremmo potuto raggiungere i nostri obiettivi nonostante tutti gli ostacoli. Avremmo potuto davvero cambiare il mondo io e te, fermare gli spargimenti di sangue e impedire una guerra che avrebbe decimato le nostre genti, ma adesso è tutto diverso.” Sospirò un attimo per impedire alle lacrime di scorrere sul suo viso.
“Ho smesso di sentirmi così da quando te ne sei andata perché, non prendiamoci in giro, la nostra potenza era completa solo quando stavamo insieme. Eravamo due sfaccettature diverse della forza con un obiettivo comune, ma non esiste medaglia con una faccia sola quindi immagino che dovrò imparare anche la tua parte e sfruttare quello che hai provato ad insegnarmi, come compiere quelle scelte difficili che ti lacerano dentro senza battere ciglio…” La sua voce era sempre più bassa, tirata. Quelle parole la stavano uccidendo lentamente.
“Non sai quanto abbia desiderato vederti morta quando mi hai tradito. Non avresti dovuto farlo, eravamo alleate!” A causa del terribile ricordo di Mount Weather Clarke iniziò a piangere. Un pianto silenzioso e composto per riuscire a continuare a parlare “Eppure non sono mai riuscita ad ucciderti benché ne avessi avuto le opportunità, anzi, ti ho dato una seconda possibilità perché è questo che facciamo con le persone che amiamo: perdoniamo i loro errori e concediamo la possibilità di redimersi. Tu sei stata la prova che questo metodo funziona e non è soltanto un’utopia: mi hai dato la tua incondizionata fiducia, mi hai protetta quando ne avevo bisogno e sono sicura che avresti fermato questa guerra. Insomma, stavi davvero provando a rimediare quel terribile sbaglio nei confronti della mia gente.” Clarke fece una pausa per calmarsi.
“Adesso però mi hai lasciata sola, proprio quando avevo iniziato a rendermi conto di provare dei sentimenti per te. Non è di certo colpa tua, inoltre non hai mai fatto mistero del tuo disdegno per la morte e di come quasi sapessi che stavi per passare il testimone a qualcun'altro. Immagino che questa tristezza che provo ora sia soltanto perché non sono mai stata in grado di accettare il tuo atteggiamento calmo e sereno verso la morte.”
Il sole stava iniziando a calare e Clarke si rese conto di non avere ancora molto tempo: doveva raccogliere le sue cose e partire per Arkadia con Octavia all’alba. Avrebbero già dovuto farlo, ma la morte di Lexa aveva concesso loro qualche giorno in più per evitare la taglia su tutti gli Skaikru al di fuori delle mura del Campo. Adesso però anche quella proroga stava finendo.
“Già, una grande Heda non può avere paura della morte, però dannazione Lexa, se c’era qualcosa di cui avevi paura era di vivere e ti hanno strappato via le possibilità proprio quando avevi iniziato a capire di non poter e non voler limitarti alla mera sopravvivenza! Le ultime parole che mi hai detto prima di andartene, te le ricordi? Sono sicura che io non le dimenticherò per molto tempo, così come il nostro ultimo bacio.” Quel ricordo felice in mezzo a tanta tristezza la fece sorridere “Tremavi come una foglia e non credo di averti mai vista così indifesa. In quel momento volevo stringerti più forte ma temevo che se lo avessi fatto avresti potuto spezzarti fra le mie braccia.”
Ancora un ultimo saluto, poi doveva davvero lasciarla andare.
“Ora vado Lexa. Mi dispiace per come sia andata a finire perché sono sicura che per grande parte sia anche colpa mia. Titus non avrebbe mai preso quella pistola se non mi avesse considerato una minaccia per te, la tua gente non avrebbe iniziato a covare desideri di ribellione se non ti avessi messo in testa idee che non combaciano con le vostre usanze e so che se fossi qui probabilmente mi diresti di smettere di colpevolizzarmi, di non portare il peso del mondo sulle mie spalle, ma non ci riesco.”
Aveva quasi finito, sospirò e aggiunse:
“Mi hai cambiata e io sono convinta di aver cambiato te, quindi grazie Lexa kom Trikru. Spero che un giorno ci rincontreremo.”
Si rifiutò di dirle addio, poiché significava ammettere di averla persa per sempre e non era ancora pronta.
Clarke Griffin si voltò verso Polis, pronta a tornare a casa. Non aveva più Lexa accanto a lei ma sapeva che avrebbe finito ugualmente ciò che avevano iniziato insieme. Era ingiusto, ma poche cose lo erano state da quando aveva messo piede sulla Terra.


Note dell'autrice :3
Hey! Quanto tempo che non scrivevo! Confesso che un po' mi è mancato pubblicare ma sono stati mesi con zero ispirazione. Serviva un avvenimento triste (eufemismo) per rendermi capace di scrivere di nuovo qualcosa, quindi eccomi qua con una One Shot su uno dei peggiori momenti della stagione telefilmica aka la morte di uno dei personaggi con il maggior potenziale di The 100... 
Spero vi sia piaciuta, quindi fatemi sapere :).
Alla prossima!
-A_GleekOfHouseStark
   
 
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