A causa sua

Sif non riusciva a smettere di piangere. Thor l’aveva rifiutata, di nuovo.

Era corsa lontano dalla stanza dell’amico senza badare a dove le sue gambe la stessero conducendo. Si fermò solo quando urtò contro qualcuno, cadendogli addosso e mandando entrambi a gambe all’aria. Si asciugò in fretta gli occhi per vedere l’identità dell’altro e riconobbe gli occhi verdi del principe cadetto.

Tra tutti, perché proprio lui?

“Sif, che cosa..?” ma non lo lasciò finire, annullando la già breve distanza tra i loro volti, baciandolo con disperazione.

Non poteva avere Thor e aveva rifiutato Loki.

Non aveva niente.

Gli afferrò il volto con entrambe le mani, reggendosi sulle proprie ginocchia e contro le spalle del principe per impedirgli la fuga, e approfondì il bacio. Loki non reagiva, subendola inerte; come se non capisse o non volesse farlo.

Non le piaceva, si sentiva malissimo per ciò che Thor le aveva detto e per quello che stava facendo a Loki.

Non è vero che diffondere dolore allieva il proprio, o almeno non nella misura che sperava lei.

Loki aveva quattro anni meno di lei, e a diciassette anni sono un’infinità di tempo. Che diritto aveva di fargli questo? Lui l’aveva corteggiata con lettere e fiori e lei gli concedeva un bacio amaro umido di lacrime di rabbia e umiliazione.

Che cosa stava facendo?

Non fece in tempo a formulare il pensiero che si sentì stringere e strattonare per le spalle. Quelle grandi mani calde che desiderava ardentemente sulla sua pelle la scaraventarono a terra, allontanandola da Loki.

Thor la fissava furioso come mai era stato, gli occhi solitamente limpidi come il cielo d’estate ora erano cupi come prima di una tempesta. Non le disse nulla, bastò quello sguardo a chiarire ciò che le parole non avrebbero mai potuto esprimere.

Era finita.

Se anche le fosse rimasta una possibilità se l’era appena bruciata con quel bacio, nei riguardi di entrambi i fratelli.

Gli occhi di Loki la guardavano feriti ed era stato questo a sconvolgerla. Aveva incrinato qualcosa quel giorno nel principe, e l’aveva incrinato per sempre.

Thor non glielo avrebbe perdonato. Loki nemmeno.

Forse neanche lei stessa lo avrebbe fatto.

Altre lacrime le rigarono le guance. Le lacrime di chi sa di aver perso la guerra, senza occasione di riscatto.

Forse è la consapevolezza della propria colpa ad impedirle di condannare Loki.

Perché la prima maschera l’ha messa a causa sua, per proteggersi dal suo sguardo quella sera, per evitare le domande di Thor a proposito. Per nascondersi da un mondo che infliggeva ferite dalle quali lui non era in grado di difendersi.

Si era vendicato*, certo, ma non erano mai stati pari, e lo sapevano molto bene entrambi. L’affronto alla vanità non può di certo ripagare l’offesa di un cuore.

Le colpe le devono pagare i colpevoli, non solo gli aguzzini, si ritrova a pensare al Consiglio di Odino.

Per questo il terzo voto, il decisivo per impedire la sua esecuzione, tra lo stupore di tutti i giudici e dei suoi compagni, è proprio il suo.

* mi riferisco al taglio dei capelli. Non sono pari anche per il semplice fatto che Odino lo costringe a porre rimedio allo scherzo e quindi effettivamente continuano ad essere 2-1 per Sif.