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Autore: verystar02    13/03/2016    3 recensioni
«Tu credi in Dio?»
Alzo la testa con impeto, gli occhi spalancati e le labbra tese in quello che può sembrare un sorriso.
«Rispondimi, credi in un ente- un padre se vuoi. Credi in qualcuno che guida i fili del nostro destino? »Chiese perduto nei suoi stessi pensieri e dubbi. La guardava ma non la vedeva.
«Credi in tutto ciò? » Continua tranquillamente lui
Un mero silenzio sostituisce la sua voce inquieta.
Silenzio che lui però ignora con cura, attendendo una risposta.
«Oh sì, io sì. Io ci credo....
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ayato Sakamaki, Kanato Sakamaki, Laito/Raito Sakamaki, Nuovo personaggio, Subaru Sakamaki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il tramonto è solo un sole stanco, che va a riposarsi nel buio della notte, e se ne avrai la fortuna l'indomani lo potrai rivedere...



Si stava avvicinando il tramonto, e le luci che entravano dall'enormi vetrate accostate alla porta stavano andando a calare.
Le ragazze fissavano stupefatte Amay che, svenuta, veniva sollevata e portata in braccio all'interno della magione da uno strano ragazzo dai capelli rossi.
Erano come bloccate, con i piedi vincolati al suolo, gli occhi sgranati, il respiro corto e le labbra schiuse, serrate in una smorfia colma di assurdità.
Il tempo e lo spazio circostante esse era come pietrificato, non si udiva alcun rumore se non il lieve ticchettio delle lancette dell'enorme orologio a pendolo posto accanto alla libreria, l'unica cosa che sembrava avere vita in quel momento...
Quel misterioso ragazzo però, prima di scomparire all'interno di uno dei lunghi corridoi scuri, si fermò a fissarle negli occhi con disprezzo, creando tenui brividi lungo i corpi di esse.
Quest'ultime ignare del motivo per qui l'avesse fatto aspettarono intimorite che scomparve prima di ricominciare a parlare.
«Cos..cosa è successo...?» Chiese Alice confusa portandosi una mano alla testa come per riprendersi da un colpo ricevuto alle tempie.
Le altre la guardarono, ma rimasero tutte zitte nessuna sapeva il motivo per cui la loro compagna era svenuta, ne sapevano cosa quei due si erano detti sopra la scalinata.
«Fuw Fuw, suvvia dovevate immaginarlo che questa casa era abitata...» Un voce calda e sensuale le fece rabbrividire.
Si girarono verso essa e scoprirono che proveniva da un ragazzo dai capelli cremesi coperti da un cappello di feltro nero con una cinghia rossa che le osservava dall'alto, seduto sul corrimano delle scale.
«Non mi aspettavo così tante ragazze carine in realtà, vero, Kanato?» Continuò lui rivolgendosi ad un altro giovane, comparso magicamente alle spalle del rosso.
Questo aveva bizzarri occhi e capelli violetto e si dirigeva lentamente, ignorando la domanda postagli, verso uno sgabello con sopra un orso di peluche con una benda sull'occhio destro.
«Oh...ecco dove eri finito...Teddy, guarda abbiamo delle nuove spose...sembrano già terrorizzate...» Si fermò, e guardando negli occhi il pupazzo se lo portò al petto scoppiando in una fragorosa risata girandosi infine a guardare le ragazze negli occhi, una ad una senza smettere di ridere. Una risata al limite della follia...
"Anche la follia però merita i suoi applausi..."
«Ah..COSA?!...»
La voce soprana di Rose, improvvisamente allarmata fece sussultare le altre quattro che si voltarono immediatamente su di lei.
Era stata bloccata ad entrambe i polsi dal retro da un ragazzo biondo.
Il biondo però non era interessato a lei bensì alla lettera che le fuoriusciva leggermente dalla tasca,quindi allungò la mano e la estrò, mollando infine i polsi alla ragazza e dopo essersi poggiato al portone d'ingresso, iniziò a leggerla.
Intanto era apparso un altro individuo dai capelli bianchi e gli occhi vermigli di cui uno coperto dal ciuffo, alla destra del'divanetto di pelle.
Se ne stava tutto zitto a guardare, preferiva per il momento non proferire parola e vedere come procedeva la situazione, poi di sicuro sarebbe intervenuto.
La risata echeggiava ancora tra le pareti chiare, quasi cadaveriche, della costruzione.
Poi cessò...
«E voi chi sareste?» A parlare era stato un altro ragazzo ancora, apparso anche lui dal nulla, stavolta accanto alla libreria; aveva i capelli corti fino alle spalle, come gli altri, neri, e gli occhi di uno splendido violaceo tendent al rosso.
Si potevano dire circondate adesso, ovunque guardassero c'era qualcuno che di rimando le fissava, inoltre non potevano scappare siccome la porta dietro loro era bloccata dal biondo.
«Voi piuttosto chi sareste?! E dove è finita la nostra compagna?» Lenore, colei che con coraggio aveva parlato, puntò il dito sul corvino. Ciò non piacque però molto al ragazzo che si avvicinò a lei stringendole il collo con una mano e fissandola con rabbia.
«Tu... sporca mortale... come ti permetti a rivolgerti a me cosi? E inoltre non sono affar tuoi dove è lei ora!» Le chiese lui aumentando la presa sul suo collo, ridotta al silenzio Lenore abbassò lo sguardo, colmo di paura.
Le altre intanto guardavano la scena immobili, terrorizzate.
 «Reiji fermo.» Gli disse calmo il biondo andando verso di lui e porgendogli la lettera che aveva prima sottratto a Rose. Lui di rimando lo guardò, lasciò la presa, facendola di nuovo respirare, e ando verso il davanetto dal ragazzo coi capelli bianchi.
«Hahaha... e così sareste qui perchè avete vinto un viaggio studio?! E' ridicolo... Shu, te ne sapevi qualcosa?» Disse il corvino al biondo, sedendosi poi in modo composto sul divano accanto all'altro.
«Mhh no, ma il sigillo che c'è sulla busta, guardalo, lo riconosci? Questo vuol dire che per il momento servono vive...» Rispose il biondo, iniziando a salire le scale e raggiungendo gli altri ragazzi in cima.
«Beh puttanelle avete intenzione di muovervi?! Dobbiamo mostrarvi le vostre stanze.» Disse il rosso fissandole dall'alto.
Inizialmente nessuna si era mossa, per via della paura vista l'agrassività che potevano avere e beh, anche perchè essere chiamate così non le piaceva per niente...ma poi, dopo che il ragazzo con i capelli bianchi le aveva urlato di sbrigarsi battendo con forza un pugno sul muro per intimorirle, li avevano seguiti.
Le ragazze erano in mezzo alla fila così da essere perfettamente controllate, all'inizio c'erano il biondo, quello con i capelli rossi e quello con i capelli viola, e a chiudifila il corvino e quello coi capelli bianchi.
I  cinque ragazzi le accompagnarono fino ad un piccolo spiazo, di li in poi si poteva continuare per una scalinata o procedere per un corridoio...
Lungo il tragitto fino a li avevano notato che tutti i corridoi erano identici, se non per i quadri affissi alle pareti; il pavimento era di marmo, probabilmente marmo di carrara dato il suo colorito chiaro, e i muri erano coperti in alcuni tratti da carta da parati beige e in altri da vernice bianca, lampadari e lampade li illuminavano rendendoli meno cupi e quasi amichevoli.
«Bene, siamo arrivati, allora, proseguendo per di qua troverete cinque diverse camere, una per ognuna di voi, decidete fra di voi chi sta in quale, sono tutte diverse ma di eguale bellezza e comodità e soprattuto particolarità...» Iniziò a dirle il rosso, indicando il corridoio di fronte loro per poi voltarsi e con gli altri ragazzi salire su per la scalinata.
«Il bagno è in fondo al corridoio del piano di sopra, potete raggiungerlo salendo le scale.
Ah mi raccomando la cena è alle nove in punto, non tardate, la sala da pranzo trovatevela da sole, e vi consiglio di riposarvi adesso... puttanelle...» Concluse soffermandosi in particolare sulla parola "puttanelle" come per prendersi gioco di loro, e poi continuando l'avanzata finchè non scomparvero finalmente dalla loro vista...
Pasarono pochi seconi di inquitante silenzio, poi finalmente parlarono...
«Beh... abbiamo avuto la nostra accoglienza...» Sospirò Arewyna in modo ironico.
Erano tutte un pò stordite, per colpa del viaggio ma soprattutto per quello che le era appena successo. Chi erano quei ragazzi? Ormai erano certe che abitassero li, ma come facevano a non sapere del loro arrivo?! Fino a quando però i loro pensieri andarono verso un altro argomento...
«Dio ci siamo completamente dimenticate di Amay! Dove può essere!!?» A parlare era Silvia che sconvolta si torturava con nervosismo una ciocca bionda.
«Scusate ma io non lo vado a richiedere... per poco quel matto mi strangolava, siamo sicure che sia questo il posto dove dovremmo stare? Non mi sembra sicuro...» Disse Lenore accarezzandosi il collo ancora rosso per la stretta eccessiva.
«Non abbiamo altri posti dove andare quindi per il momento dovrmmo stare certamente qui, di Amay non proccupiamocene per il momento, se non la toveremo a cena andremo insieme a carcarla, ok?» Dichiarò con tono deciso Rose guardando poi annuire alla sua constatazione le altre ragazze.
«Che ne dite se adesso non pensiamo all'accaduto e scegliamo le camere? In fondo siamo qui per divertirci... beh anche per studiare ma sopratutto per divertirci, quindi andiamo a vedere come sono.» Esclamò Alice con un sorriso, la sua dolce innocenza avrebbe fatto tornare il buon'umore a chiunque...
«Si è vero Alice ha ragione, Amay non può essere in pericolo e prima o poi salterà fuori e poi noi mica ci facciamo intimorire da qualche stupido ragazzo scorbutico, giusto?» Cantilenò Arewyna concludendo con una leggera risata.
«Siii, che ne dite se facciamo un gioco per le camere, così ci capiteranno casualmente e non rischieremo litigi e cose del genere, se volete intendo, senò possiamo fare in un altro modo...» Vociò Silvia entusiasta ma imbarazzata.
«Certo perchè no, cosa hai in mente??» Le rispose Alice sorridendole.
«Beh... io, ecco pensavo che potremmo dare un numero alla porta di ogni stanza e poi scrivere i cinque numeri su un foglio del mio quaderno, tagliarli, e poi una alla volta ne percherà uno...che ne dite, forse è troppo infantile?» Chiese infine con un po di timore la bionda, tirando fuori dal suo trolley un quaderno arancione e un astuccio nero.
«No secondo me non è troppo infantile, ci serve qualcosa che ci distragga per il momento, quindi facciamo questo giochino e poi però ognuna in camera sua per riposare, chiaro?» Tutte annuirono felici alle parole appena dette da Lenore.
Iniziarono così a numerare le stanze, tra risate e scherzi.
Le faceva bene distrarsi per il momento dai pensieri che tamburellavano le loro menti, inoltre sembravano tutte felice, nonostante oguna era proccupata sia per la propria futura incolumità nella magione e sia per Amay che era stata portata via chissa dove per la villa...





Lo spiazo dove arrivano, a destra c'è il corridoio con le camere delle ragazze e a sinistr le scale che portano al secondo piano.





<3




 

Angolino di Veronique

Buona sera a tutte!
Inizio subito col dire che la parte del "gioco" finale mi ha ucciso completamente il capitolo eliminando la tensione iniziale che cercavo di trasmettere, ma in un quache modo le stanze dovevo fargliele scegliere casualmente quindi... imploro perdono, comunque se fa molto schifo scrivetemelo che provo a cambiarlo.
Allora un altra cosa che pensavo sopratutto scrivendo la parte finale era "Ma queste tipe si sono dimenticate della povera Amay? O semplicemente non gliene importa nulla?"
Beh alla fine ho voluto fare che se ne ricordassero (ovviamente) e che però siccome erano sconvolte da quello che le era successo prima, decidono che per il momento non fanno nulla per cercarla (anche perchè pensano che non sia in pericolo e che riapparirà più tardi).
In questo capitolo ho cercato di descrivere i vampiretti... mi sono venuti estremamente Occ nel carattere, ma apparte quello ho avuto problemi con Reiji, scusate la mia immensa stupidità ma non riuscivo a descrivere bene il colore degli occhi...
Vabbè apparte questo spero vi piaccia.
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