Il tuo corpo ha tutto l'aspetto di una statua di cera.

Immobile, freddo e grigiastro.

Come la neve che circonda il giardino del castello sporcandosi.

I capelli fanno un netto contrasto con questo mortale pallore, una notte che cala sulla luce dei tuoi occhi.

Ma non posso provare pena.

Non per te.

Non per quelli come te.

Il tuo sangue corrotto, che ha smesso ormai di scorrere, rilascia un puzzo tremendo.

Forse sono solo io, forse solo io l'avverto.

E' perchè ti stai spegnendo?

E' perchè la tua carne si sta abbandonando alla degradazione della morte?

O è forse perchè è contaminato e lo è stato fin dalla nascita?

E' fango scuro e infetto, è veleno aspro e corrosivo.

Guardatela, imprimete nei vostri occhi la sua disgraziata sorte.

Che vi sia di lezione il suo sguardo assente, fisso al soffitto, spento ormai da ogni scintilla di vita.

Che vi sia di lezione il silenzio che incombe come un macigno sopra le sue membra ghiacciate.

Che vi sia di lezione, perchè l'erede questo non lo accetta.

No, che Salazar mi sia testimone, non sarà l'ultima vita che mi prenderò con forza.

Perchè questo sangue, se sangue si può chiamare, non deve scorrere ancora in nessun corpo di mago.

Questo sangue, privo di ogni qualità, che inondi i corpi inutili di scoiattoli e uccelli di bosco.

Che pompi su cuori di cervi e gazzelle.

Ma che non si abbia la pretesa, mai, di poter maneggiare una bacchetta, portando dentro il proprio cuore questo carico melmoso.

Che non si abbia l'ardire di pronunciare incantesimi con quella bocca inetta.

Io di certo non lo permetterò.

Nemici dell'erede temete.