L’ultimo ‘’primo giorno’’
 
Quello sarebbe stato il loro vero ultimo ‘’primo giorno’’. Il primo giorno del secondo semestre. Il loro ultimo primo giorno. Il loro ultimo semestre. Tutto dopo sarebbe cambiato ma questo ormai non li preoccupava più, nemmeno Stiles. Dopo ciò che avevano affrontato niente e nessuno li avrebbe potuti separare, tanto meno una banalità come il college. Loro erano un branco. Sarebbero bastati un ruggito di Scott, un urlo di Lydia, una chiamata di Stiles.
Scott e Stiles entrarono insieme e la porta si chiuse alle loro spalle. Più avanti, al suo armadietto, videro Lydia, che si unì a loro.
-Allora come sono andati questi giorni di vacanza?
-Stiles… ci siamo visti ieri sera…
-Oh, giusto.
-Scott, notizie da Kira?
-Sta bene, ho visto suo padre ieri pomeriggio. Ancora però non si sa quando tornerà.
-Credi che finirà l’anno con noi?
-Lo spero.
Davanti all’aula di matematica li stava aspettando una Malia sorridente.
-Malia sei davanti alla classe di matematica e stai sorridendo… tutto bene?
-Certo! Solo sei mesi. Solo altri sei mesi e potrò smettere di studiare questa materia!- disse entrando prima degli altri.
-Ora la riconosco…
Scott diede una pacca sulla spalla al suo amico ed entrò nella classe, seguito da Lydia. Stiles restò sulla porta sorridendo verso i suoi amici.
-Allora Stilinsky, vuoi onorarci della tua presenza o resti là fuori?- gli chiese la professoressa con sarcasmo.
-Credo che entrerò.
All’ora di pranzo li raggiunse Liam e mise il suo vassoio accanto a quello di Lydia. Scott gli chiese come stava Mason.
-Molto meglio, ma oggi ha preferito rimanere a casa. Credo ci fosse Cory con lui.
Pochi minuti dopo un altro vassoio si aggiunse al tavolo, era Hayden.
 
-Stiles!
Il ragazzo si girò e vide Malia corrergli incontro.
-Ehy Malia!
-Hai un minuto? Vorrei parlarti.
-Certo! Vieni in macchina, ti do un passaggio a casa.
Dopo cinque minuti che la ragazza guardava fisso verso la strada, Stiles le chiese:
-Allora, cosa volevi dirmi?
-Ecco…
-Tranquilla Mal.- Stiles le mise una mano sulla gamba e le sorrise.
Malia prese la sua mano fra le sue per un momento, poi la lasciò.
-Mi dispiace Stiles.
-Ti dispiace per cosa?
Malia tornò a guardare la strada e a stare in silenzio. Stiles accostò in uno spiazzo e fermò la macchina. Prese le mani di Malia fra le sue e la guardò negli occhi.
-Puoi dirmi tutto Mal.
-Mi dispiace… per mia madre. Perché stava per ucciderti per colpa mia.
-Mal non era colpa tua! Stai tranquilla, nemmeno per un attimo ho pensato fosse colpa tua. E poi ormai è tutto passato. Sto bene!
-Va bene.
Malia abbassò lo sguardo e tolse le sue mani da quelle di Stiles.
-Grazie del passaggio Stiles, ora continuo a piedi.
-Dai Mal resta qui.
Malia scese dalla macchina e Stiles la seguì. Le prese la mano e la girò. Vide che stava piangendo.
-Mi dispiace Stiles.
-Mal ti ho detto che non importa, tranquilla davvero io…
-Non per quello Stiles! Non per mia madre!
Stiles le mise le mani sulle spalle e si avvicinò a lei, guardandola negli occhi.
-Allora per cosa? Perché stai piangendo?
-Penserai che sono una stupida. Una stupida e una debole.
-Non lo penserei mai, qualunque cosa fosse, non di te. Tu hai affrontato una donna più esperta e forte di te Malia e l’hai sconfitta. E quella donna era tua madre. Non direi mai che sei una debole.
Le alzò il mento con le dita e tornò a guardarla negli occhi.
-Ehy, davvero, puoi dirmi tutto.
-Mi… mi dispiace per noi. Per come è finita, per come è andata, per come mi sono comportata. Non… non volevo… non volevo che finisse in questo modo Stiles…
Il ragazzo la abbracciò mentre lei continuava a piangere, poi si staccò da lei, le mise una mano sulla guancia e la baciò.
 
 
 
Il mattino dopo Stiles passò a prendere Scott per andare a scuola. Scesi dalla macchina, passò Malia e sorrise a Stiles, che ricambiò il sorriso.
-Tutto bene fra voi due?
-Sì, tutto bene.
Entrarono a scuola quando la campanella era già suonata.
-Perfetto, ora chi lo sente il Coach.
Entrarono in classe mentre il Coach stava per chiudere la porta e raggiunsero velocemente i loro posti.
-Con comodo Stilinsky eh! Perché non vieni qui a spiegare un po’ di cose alla classe insieme a me?
-Andiamo Coach, anche Scott era in ritardo!
-Sì, ma tu mi dai più sui nervi!
Scott si mise a ridere e  tirò fuori il quaderno. Il Coach iniziò a spiegare e a fare domande a Stiles. Scott cercò qualcosa con cui scrivere nello zaino ma non lo trovò. Una voce dietro da lui gli porse una penna e gli sussurrò:
-Ti serve?
Il ragazzo guardò l'oggetto e lo prese, ringraziando.
Sorrise e guardò la penna.
Un attimo dopo si girò di nuovo, di scatto.
Guardò la persona che gliela aveva prestata.
-Allison?