Ci risiamo.
Pensavo che non sarei più arrivato a questo stadio di tristezza.
Evidentemente mi sbagliavo...
È assurdo come una persona riesca a smantellare la serenità sulla quale hai tanto lavorato in così pochi giorni. La cosa mi lascia allibito. Ogni giorno, durante il tragitto scuola-casa, ho paura di tornare in quel posto che si può definire tale solo fisicamente. Ho una foto, sul muro della mia stanza, sulla quale vi è scritta la seguente frase: "Home isn't a place, it's a feeling", proprio a causa di questo. Quando sono insieme ai miei amici più cari oppure insieme alla mia metà mi sento a casa, oppure quando esco da solo per andare in spiaggia, nei parchi o nelle ville.
E ciò è un po' paradossale, ma qui dentro mi sento come se fossi in prigione, ed ogni volta che chiudo la porta provo un senso di liberazione. E non è la casa in sé a farmi sentire così, piuttosto chi vi è dentro. Ultimamente, quando esco, sono felice; poi torno e ad attendermi colei che meno di chiunque altro vorrei vedere su questo pianeta. Credetemi, mi faccio un po' schifo per quello che sto per dire, ma penso di provare dell'odio per quest'ultima. Non c'è peggior individuo di qualcuno che pensa di avere sempre ragione e che non vuole discutere su nulla, ma poi si lamenta del fatto che non le viene raccontata la minima cosa. Di certo non sono stato io a provocare tutto questo, perché dopo che per anni vengo paragonato ai miei consanguinei, che non le hanno parlato di nulla, inizio a capire le loro ragioni, e realizzo di star facendo la stessa cosa. Il punto è questo: magari non sto sbagliando; lei non si è ancora resa conto di aver fallito miseramente con la sua prole, ed è questa la cosa peggiore.