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Autore: _stilesyouaretheone_    14/03/2016    2 recensioni
"Mi girai e la vidi, non credevo ai miei occhi. Lydia Martin era proprio davanti a me e mi fissava con aria preoccupata.
Indossava un vestito aderente nero, che fasciava le sue curve in modo perfetto, ai piedi delle ballerine grigie e i capelli raccolti in uno chignon disordinato. Non era truccata ma restava comunque la cosa più bella che avessi mai visto. Mi sorrise, e capi che era tutto reale, lydia era lì."
Piccola ff su stiles e lydia.
Ambientata tra la 5a e la 5b. Buona lettura. ❤
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kira Yukimura, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Stiles*
Una debole luce filtrava da un piccolo squarcio nella tenda, Sentivo freddo, ero freddo, e sudato. Mi alzai dal letto con il vago ricordo di un incubo, probabilmente il sudore è la causa del mio continuo agitarmi nel letto ogni volta che sogno qualcosa che non vorrei affatto popolasse i miei sogni.
Ero sollevato di non ricordare per filo e per segno quell'incubo. 
Guardai l’orologio, le 7 meno 10.,avevo ancora molto tempo prima della solita messa annuale. Non capisco perché papà ogni anniversario di morte di mamma voglia organizzare una messa al cimitero, insomma così non fa altro che peggiorare le cose. 
Mi recai in bagno, liberandomi della mia tuta nel tragitto, accesi l’acqua della doccia e la feci scorrere così che diventasse calda al punto giusto. Fissai il mio riflesso nello specchio, capelli spettinati,  occhi assonnati e sguardo perso, per non parlare delle occhiaie che lo contornano. 
Non so per quanto tempo rimasi a fissare il mio riflesso in quello specchio, che riflette solo quello che non vorresti vedere, forse troppo, dato che l’acqua che avevo fatto scorrere ora era bollente e aveva fatto si che nel mio piccolo bagno si formassee del vapore caldo e avvolgente che mi appannò lo specchio, nascondendo il volto di un ragazzo distrutto, e senza una madre.
Ritornai in me e finalmente mi buttai, per cosi dire, sotto il getto caldo della doccia, era come se l’acqua cercasse di rimettere insieme i pezzi dentro di me. Avrei tanto voluto che potesse riuscirci. Nel giro di due mesi era andato tuo a rotoli, malia ha deciso che era meglio rompere, Scott e sua mamma si sono trasferiti, lontano da questa città incasinata, lontano il più possibile da questo ragazzo incasinato. Kira semplicemente ha smesso di parlarmi e lydia, oh lydia, non so come sia successo ma da un momento all’altro si è spenta, ha perso la sua vitalità, sembra quasi che il suoi capelli abbiano perso quel loro colore caratteristico e meraviglioso, biondo fragola. 
La vedo a scuola, cammina per i corridoi con sguardo assente, come se sentisse il bisogno di spiccare il volo come un  piccolo e indifeso uccellino. Vorrei andare da lei e stringerla a me, sussurrandole che va tutto bene, che siamo incasinati ma comunque insieme, vorrei lasciarle teneri baci sulla sua morbida bocca, vorrei annusare di nuovo il profumo inebriante dei suoi capelli. Troppi vorrei. 
“stiles, dobbiamo andare, esci da li!” la voce di mio padre mi riporto con i piedi per terra. Uscì dalla doccia e mi misi il mio accappatoio, recandomi  in camera. Mio papà aveva messo sul letto il mio abito nero, lo guardai disgustato. Pensando a quante persone verranno da me oggi, dandomi pacche sulle spalle e  dicendomi che sarebbe fiera di me, e del ragazzo che sono diventato. Mi veniva il voltastomaco solo a pensarci. 
Con riluttanza mi vesti e scesi da mio padre, anche lui portava il suo solito abito nero. 
Era in salotto , davanti a una foto di mamma, in piedi, le mani che scendevano lungo fianchi che terminavano in pugni chiusi. Le sue spalle facevano dei piccoli sobbalzi. Feci un passo e si girò, aveva gli occhi rossi e lucidi. Stava piangendo 
Lo sceriffo di beacon Hills stava piangendo. 
Tirò  su con il naso e in quel momento vedevo solo il volto di mio padre, una smorfia di dolore che lo attraversava. Senza pensarci due volte corsi ad abbracciarlo, lui sussulto dalla sorpresa ma poi ricambiò la stretta dandomi  tenere pacche sulla schiena. Mi sentivo a casa 
Non posso perdere anche lui 
Lui è tutto ciò che mi resta 
Lui è la mia famiglia. 
Fissavo lo scorrere degli alberi dal finestrino della macchina dello sceriffo, mio padre seduto accanto a me intento a guidare, la radio trasmetteva una canzone anni 90, perso nei miei pensieri mi accorsi che questa messa memoriale sarebbe stata la prima senza Scott.  La prima dopo anni. Lui era sempre stato accanto a me, stretto in quel abito, solo per me. 
Arrivammo al cimitero, mio padre si voltò, mi sorrise e mi prese la mano , stringendola  nella sua. 
Guardai le nostre mani strette, la mia spariva nella sua in modo perfetto. Ci diamo forza a vicenda con questi piccoli gesti noi stilinski. 
“Siamo qui per ricordare Claudia stilinski, una donna meravigliosa, che ha dovuto lasciare questo mondo crudele troppo presto, lasciando suo marito e suo figlio a ricordarla.”
Il discorso del prete quest’anno suona ancora più falso.
Eccomi li, davanti alla sua tomba, circondato da persone, che conoscevano mia madre meglio di me. 
Mi sento fuori luogo. Mi manca il respiro. 
 l’odore pungente dei fiori mi dà la nausea. Devi andare via da qui, ma non posso abbandonare mio padre.
“stiles, è finita andiamo a casa dai.” Mio padre mi stringeva la spalla, e mi fissava preoccupato. 
“tu vai papà, preferisco restare qui ancora un pochino, torno dopo da solo,non ti preoccupare, sto bene.” Lo rassicura,  sperando abboccasse e mi lasciasse solo con mamma. 
Sembrò crederci e lo guardai salire in macchina, voltarsi verso di me un ultima volta e partire per tornare in una casa troppo vuota. 
Mi sedetti per terra e fissai la tomba di mia madre. 
Come al solito comincia a piangere e le parlai, come ero solito fare ogni anno. 
“sai mamma, io Scott abbiamo litigato,  e lui e melissa si sono trasferiti. Va tutto una merda mamma. Vorrei che fossi qui, sicuramente sapresti come farmi sentire meglio. Sai lydia? Te ne ho parlato no? Quella bellissima ragazza, per la quale ho una cotta dalla terza elementare, capelli biondo fragola, occhi verdi e corpo perfetto.? Ecco nemmeno lei mi parla ancora. Sembra che tutti i miei amici mi abbiano abbandonato. Non so se andrò al college. Non sento di averne le forze.. non so come sia successo tutto ques..” stavo per finire la frase quando senti un rumore alle mie spalle. Mi girai e la vidi, non credevo ai miei occhi. Lydia Martin era proprio davanti a me e mi fissava con aria preoccupata. 
Indossava un vestito aderente nero, che fasciava le sue curve in modo perfetto, ai piedi delle ballerine grigie e i capelli raccolti in uno chignon disordinato. Non era truccata ma restava comunque la cosa più bella che avessi mai visto. Mi sorrise, e capi che era tutto reale, lydia era lì. 

Heeellouu a tutti 
Questa storia è nata dal nulla, ho solo trascritto una possibie scena stydia che sogno da anni ormai hahahhahahahhah
Quindi, che dire, buona lettura 
  
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