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Autore: Il_Genio_del_Male    14/03/2016    8 recensioni
Niente potrà mai separarci.
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kai, Kai, Sehun, Sehun
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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Era un amico. Non siamo mai stati insieme.

La chiesa è colma di gente. Parenti, amici, compagni di scuola, insegnanti. Jongin trova il vociare sgomento della folla opprimente. Tutte quelle persone, i loro vestiti scuri e le corone di fiori accanto alla bara gli danno l’impressione di privarlo di ossigeno prezioso. Allenta il nodo della cravatta, inspira ed espira; un po’ meglio. Deve prepararsi, tocca a lui leggere il discorso funebre. Chiude gli occhi per alcuni istanti, si lascia cullare dai cupi canti del Miserere scelto per l’occasione.

Non era il mio ragazzo, né di certo un ex.

La sua memoria va avanti e indietro come un replay capriccioso, ripercorrendo i fatti che l’hanno portato a sedere sulla panca in prima fila, quella riservata ai famigliari più stretti, al fianco dei genitori e dei nonni di Sehun. Al funerale del suo migliore amico.

Il loro primo incontro, il primo litigio, i pomeriggi passati a studiare insieme, le maratone cinematografiche del sabato sera, la sfide all’ultimo sangue a God of War. Sono quelli i ricordi che Jongin vuole serbare. Sugli altri cali pure l’oblio.

Era il mio ex-qualcosa.

Per quanto si sforzi, Jongin non riesce a piangere. E’ come se il suo condotto lacrimale fosse ostruito, difettoso. Vorrebbe lasciarsi andare, dare sfogo al proprio dolore. Forse lo aiuterebbe. Non si è mai vergognato di farsi vedere in lacrime da chicchessia. Qual è il problema, allora? Amava Sehun più di un fratello, più di un amico, persino più di un amante. Deve onorare la sua morte, e quello è l’unico modo. Ma non ce la fa.

Il mio ex-forse.

Del giorno fatale in cui tutto ha avuto fine, Jongin ricorda ogni particolare. Loro due che si salutavano, Sehun travolto da un camion mentre attraversava la strada, le proprie urla orripilate, la corsa a sirene spiegate in ambulanza; qualche goccia di sangue, parecchie escoriazioni. Sehun aveva preso una bella botta, ma non sembrava in fin di vita. Pur nel suo stato di incoscienza, aveva stretto tenacemente la mano dell’amico. Quando però, all’ospedale, i medici avevano tentato di rianimarlo, non c’era stato nulla da fare. L’emorragia interna era troppo estesa, il cervello non riceveva più ossigeno. Era morto di lì a pochi minuti.

Jongin ripensa al suo amore mentre attraversava di fretta le strisce pedonali, con un sorriso splendente stampato in volto. Perché tanta felicità? Jongin l’ha dimenticato. E’ stato costretto, altrimenti sarebbe impazzito. Dimentica, dimentica ogni cosa.

Era il mio ex-quasi.

Il prete asperge la bara con l’acqua benedetta, profumata di incenso, e finalmente Jongin scoppia a piangere. Il dolore si apre come una voragine e lo risucchia. Non è una liberazione.

 

 

“Sehun?”

Deve trattarsi di un brutto sogno. O di uno scherzo crudele. O di allucinazioni, un'intossicazione alimentare. Non può essere vero. Non è vero. Sehun, quello reale, è morto un mese fa. Il suo cadavere è cibo per i vermi. Da quando Jongin è stato al suo funerale ha cominciato a soffrire di disturbi alimentari. Fatica a deglutire, un groppo in gola persistente non glielo consente. Il cibo ha perso ogni attrattiva e lui è dimagrito molto. Spesso, la notte, si sveglia di soprassalto, tormentato dagli incubi.

Sehun è morto. Perché mai, allora, un suo perfetto sosia si trova nella camera di Jongin, seduto sul suo letto? Che ci fa lì, come è entrato? Le finestre sono chiuse, il resto della casa è immerso nel buio e nel silenzio.

“Mi sei mancato” il sosia lo fissa dritto negli occhi, le spalle un po’ curve.

“Chi sei?” Jongin si sorprende della propria freddezza.

“Sono io”, replica l’altro, ferito, “Sehun. Non mi riconosci? Ti sei già dimenticato di me?” tende una mano eburnea verso di lui, esitante.

“Sehun è morto” pronunciarlo ad alta voce lo strazia. “Perciò, ti riformulo la domanda: cosa sei? Sto sognando? Sono impazzito?”

“Jongin” gli sfiora la guancia con dita gelide. “Perché ti ostini a negare l’evidenza? Lo sai chi sono. Ma se ancora non mi credi, te lo proverò. Ti svelerò un segreto, uno che conosciamo solo noi due” continua ad accarezzarlo. “Ad esempio, il motivo per cui quel camion mi ha investito. Ero distratto, ricordi? Molto distratto e molto felice”.

“No, ti prego” lo supplica con voce rotta, in preda al panico. Non dirlo, non dirlo. Non dire che è colpa mia, non ce la faccio a sopportarlo, voglio solo dimenticare.

“Mi avevi appena confessato di esserti innamorato di me, così non ho fatto attenzione al traffico. Mi sono fiondato sulle strisce pedonali e il camionista si è accorto di me troppo tardi” conclude, spietato.

Jongin sta piangendo; le dita di Sehun gli asciugano le lacrime.

“Ti ho visto a terra” singhiozza, straziato. “Ho visto la bara calata nella fossa. C’ero! Ho assistito a tutto! Sei morto, morto morto morto MORTO!” il suo pianto diventa convulso.

Braccia forti, fredde anche attraverso i vestiti -gli stessi che Sehun indossava al funerale, sporchi di terra- lo cingono e lo tengono stretto, quasi a proteggerlo dal proprio dolore. Jongin vi si abbandona.

“Hai ragione, sono morto. Tecnicamente lo ero. Ma dopo, mentre mi trovavo là sotto, mi sono svegliato e sono corso subito qui da te. Mi sei mancato in un modo che neanche immagini”.

Scioglie l’abbraccio e prende l’amico per le spalle. La sua bocca si apre in un sorriso radioso, e ciò che Jongin vede gli raggela il sangue nelle vene. Sehun ha dei denti strani, diversi: sottili e acuminati come quelli di uno squalo, i canini più lunghi del normale.

Prima che Jongin possa anche solo pensare di sfuggirgli o respingerlo, lo sente avvicinarsi al suo collo e la voce, dolcissima, sussurrargli: “Sono venuto a prenderti, amore mio”.

 

 

 

 

Capita anche ai grandi scrittori di autocopiarsi. Io l’ho fatto perché avevo una voglia matta di scrivere qualcosa a tematica dark/horror ma le idee languivano, sicché mi sono ricordata di una miscellanea SeKai dell’anno scorso (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3010125&i=1) e ho cucito insieme due frammenti nati per stare insieme. Li ho un pochino migliorati nella forma e nello stile, spero.

Questa è la mia pagina Facebook, se vi interessa seguire in diretta i miei scleri una cliccatina è d’obbligo (https://www.facebook.com/Il-Genio-del-Male-EFP-152349598213950/).

Hasta la vista.

   
 
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