ECTOPLASMI
IMBARAZZANTI
“Che
cavolo ci fai qui?” gli aveva chiesto, gli occhi fuori dalle
orbite e il cuore
che gli si era scaldato all’improvviso.
“Ah
fratello, non ne ho idea!” aveva risposto lui, alzando le
spalle.
Ed
era vero; non sapeva assolutamente il motivo per il quale fosse
piombato lì,
ancor meno ci capiva, perché lui non aveva scelto di essere
un fantasma dopo la
morte. Col senno di poi, però, avrebbe volentieri cambiato
idea, giusto per
continuare a infastidire la sua famiglia. E sì, anche per
stare con George.
Avevano
parlato per ore, fino a notte fonda. George aveva anche cercato di
abbracciarlo, dimenticandosi che Fred fosse
un’entità ultraterrena e
intoccabile, scatenando l’ilarità nel suo gemello,
che per un buon quarto d’ora
non era riuscito a fermarsi.
“Dio
George, sapevo di essere il più bello, ma non anche il
più intelligente!” l’aveva
canzonato.
“Il
più bello sono io, e lo sai!” aveva ribattuto lui
malandrino, col suo
caratteristico sorriso che in quel momento aveva riacquistato
l’antica
bellezza.
“Con
quell’orecchio di meno?”
“Ehi,
Angelina ha scelto comunque me, anche se non ho un orecchio!”
si era difeso
lui, tappandosi subito dopo la bocca con una mano. Forse non avrebbe
dovuto
dirlo.
“Scusa…”
chiese immediatamente, rammaricato.
Fred
lo guardò di traverso, non capendo.
“Perché
mi chiedi scusa?”
George
strabuzzò gli occhi. Si aspettava una reazione totalmente
diversa. Come un
coltello puntato alla gola, una caccabomba cacciata in fondo allo
stomaco; di
tutto, ma non quello.
“Beh…Angelina
era la tua ragazza, e adesso è mia moglie” gli
spiegò, anche se qualcosa gli
suggeriva che Fred, quelle cose, le sapeva già.
“E
quindi?” continuava a non capire il gemello ectoplasma.
“Andiamo
Fred, era la tua ragazza!” gli esplicitò lui, come
se fosse la cosa più ovvia
del mondo. In effetti, lo era per tutti.
Fred,
per tutta risposta, scoppiò nuovamente a ridere.
“Si
può sapere perché ridi adesso?” si
offese George, non riuscendo a comprendere
il ragionamento del gemello. Che essere diventato un fantasma
l’avesse
rimbambito?
“Georgie,
Georgie…” cominciò, tornando ad avere
un tono abbastanza serio, senza che il
suo caratteristico sorriso abbandonasse le sue labbra.
“Io
l’ho solo portata al Ballo del Ceppo” disse Fred
tranquillo, e continuò.
“Non
era mica la mia ragazza, non siamo mai stati insieme!”
concluse.
George
sembrò perplesso. Aveva sempre dato per scontato che
Angelina stesse col suo
gemello, e non aveva mai indagato oltre, in quella faccenda. Tutti ad
Hogwarts
lo credevano, ed in fondo perché non doveva essere vero?
“Quindi…”
tentò di parlare, ma Fred lo interruppe.
“Non
dirmi che hai i sensi di colpa perché pensavi di avermi
soffiato la ragazza!”
si indignò, assumendo un’espressione di
rimprovero, ma ben poco credibile.
George
abbassò lo sguardo e annuì; quei pensieri ogni
tanto lo perseguitavano ancora.
Per
la terza volta, Fred scoppiò in una fragorosa risata. Non
era proprio cambiato,
nemmeno dopo essere morto.
“Cosa
c’è da ridere adesso? Io sono una persona
sensibile!” sbottò George, scatenando
ancor di più l’ilarità di Fred.
“Oh
Georgie, non cambierai mai!” rispose fra le risate,
contagiando anche suo
fratello.
Era
bello ridere di nuovo insieme, loro due. La loro complicità
era rimasta
immutata, come se non fosse passato nemmeno un giorno dalla loro
separazione
forzata.
“Ho
saputo che non sei più in grado di evocare un
Patronus” esordì Fred, una volta
che la ridarella si fu esaurita.
George
annuì tristemente.
“Già…gli
unici bei ricordi sono tutti legati a te”
confessò, abbassando lo sguardo.
“Non
ci credo!” protestò Fred, grattandosi il mento.
“Perché
no?”
Il
gemello fantasma sospirò, incrociando le gambe e rimanendo
seduto a fluttuare
davanti alla sua copia che se ne stava comodamente in poltrona. Tra
l’altro,
quella, non era nemmeno la sua, di poltrona.
“Suvvia
Georgie, vuoi dire che nemmeno il giorno del tuo matrimonio eri
felice?” chiese
indagatore, un cipiglio severo.
“Sì
che ero felice…ma non come quando ne combinavamo una delle
nostre…”
“Continuo
a non crederci!” si impuntò Fred, che non riusciva
a capacitarsi di questa
situazione. Va bene che Fred Weasley è insostituibile, ma
fino a quel livello
non credeva che fosse possibile arrivare! Certo, sapere che il suo
gemello non
fosse più in grado di evocare un Patronus senza di lui, un
po’ lo inorgogliva,
non poteva negarlo; ma che la sua vita non fosse mai più
stata composta di
momenti felici dopo la sua morte, stentava davvero a crederlo.
“Nemmeno
quando è nato tuo figlio?” chiese nuovamente,
incredulo.
George
scosse la testa.
“Anche
se si chiama come il bellissimo sottoscritto?” e con fare
teatrale si indicò
con entrambe le mani.
“Lui
è più bello di te!” ribatté
George orgoglioso, pensando alla piccola peste di
Fred Jr.
“Impossibile.
Anche da ectoplasma sono irraggiungibile! Non trovi che questa
evanescenza mi
doni?” e gli fece l’occhiolino, facendolo ridere.
“Rimango
comunque più bello di te”.
“Non
contraddire i morti Georgie!” lo canzonò,
iniziando a svolazzare per la stanza.
“Non
posso credere che tu ti sia ridotto così…ci
sarà qualcosa che ti ha reso felice
in questi dodici anni!” continuò a ragionare,
vagando per la stanza sotto lo
sguardo attento di George. Anche se era un fantasma, era sicuro che
sarebbe
stato capace di combinare qualche danno. In fondo, era la sua
specialità.
“Credici
fratello…” disse George sconsolato, scuotendo la
testa.
Calò
per un momento un silenzio denso, strano, perché quando in
una stanza c’erano i
gemelli Weasley, il silenzio non era mai il benvenuto.
“Ah
ha!” esordì Fred, facendo quasi cadere la sua
copia imperfetta dalla poltrona su
cui era seduto.
“George,
ho trovato ciò che può renderti
felice!” disse puntandogli un dito contro e
avvicinandosi alla sua faccia.
“E
cioè?” chiese quello, curioso di sapere la
risposta.
“Sai
come si fanno i bambini no?” e ammiccò in sua
direzione.
“Ne
ho fatti due” rispose George sarcastico.
“Quindi
in quel momento dovevi essere molto
felice, o sbaglio?” ammiccò di nuovo,
Fred.
George
divenne paonazzo e si sentì bruciare la punta delle orecchie.
“FRED!”
“Oh
andiamo, da quando in qua ti vergogni per questo genere di
cose?” si sdegnò,
dandogli le spalle per un attimo.
“Stiamo
parlando di mia moglie!” lo rimproverò,
arrossendo, se possibile, ancora di
più.
“Lo
so bene! Ma vuoi dirmi che…” ma non
finì la frase che vide suo fratello
abbassare gli occhi e scuotere la testa.
“No,
Freddie…” confessò.
“Mi
stai dicendo che nemmeno quel genere di
cose ti rende…felice?” Fred era allibito
da ciò che aveva appena sentito. Quello
davanti a lui non poteva di certo essere George Weasley. Non era il suo
degno
gemello!
Quello
scosse la testa, guardando suo fratello con timore; Fred aveva messo su
un’espressione
indecifrabile: era spiazzato e incredulo allo stesso tempo. In
un’altra
circostanza la sua faccia poteva persino far ridere.
“Non
ci posso credere!” esplose, alzando le braccia e facendole
ricadere lungo il
corpo.
“Tu,
un Weasley, che non sei felice per una cosa del genere!”
continuò, sempre più
allibito.
“Hai
presente quanti siamo in famiglia? Ti sei mai chiesto il
perché? Pensi che papà
e mamma non si siano divertiti a fare…”
“FRED!!”
lo fermò prima che potesse dire qualcosa che George non
voleva sentire.
“Fratello,
abbiamo un problema” e mise su un’espressione seria
come non aveva mai avuto
nemmeno durante la Guerra. Era preoccupante, pericoloso e non
prometteva nulla
di buono.
“E
io ti aiuterò a risolverlo” il suo tono non
ammetteva repliche.
“Non
ci voglio pensare…” si lamentò George,
capendo che non poteva impedire a suo
fratello di intromettersi nella sua vita privata; non poteva nemmeno
cacciarlo
di casa, poteva passare attraverso i muri!
Almeno
però, erano tornati insieme, proprio come ai vecchi tempi.
ANGOLO
DELLA DEMENZA
Ragazzi, se
siete arrivati fin qui,
perdonate la mia stupidità. Io lo trovavo divertente, ma
rileggendolo più volte
mi sa che l’effetto che otterrò non
sarà quello che avevo sperato. Comunque a
me piace, nonostante io sia più che convinta di essere
sfociata nell’OOC più
completo. Da qui, l’avvertimento. Ma ho pensato che forse
George potesse essere
più maturo…insomma, è sulla strada dei
quaranta ormai, no? Fred, invece, è il
solito minchione (ma io lo amo proprio perché è
così).
Giusto due cose.
Questa
è una mia visione personale
della faccenda. Io non ho idea (non me lo ricordo, perdonatemi anche
questa…dovrei
rileggermi tutti i libri, lo so) se Angelina fosse davvero o no la
ragazza di
Fred; si sa che l’ha portata al Ballo del Cappo, ma che io mi
ricordi non ci
sono altri accenni. Ho sempre pensato che George gli abbia soffiato la
ragazza,
ma siccome, come ho già detto, non c’è
nulla di ufficiale che io mi ricordi (se
non è così ditemelo senza problemi!), ci ho
ragionato su e la mia conclusione è
questa. Oltre al fatto che se Angelina fosse stata davvero la ragazza
di Fred,
abbia poi scelto George perché era uguale a lui.
Sì, non mi piace molto come
personaggio.
Comunque.
Altra cosa.
Secondo me la storia del
Patronus è un po’ una baggianata. Nel senso. Non
voglio mettere in dubbio la
sacra parola di zia Jo, ma non penso che George non abbia MAI
più avuto ricordi
felici. Insomma, si è sposato e ha avuto due bambini! Per
quanto potesse essere
legato al fratello, e su questo non ci piove, i momenti belli non
è che si sono
estinti! Ma questa è solamente un’altra mia personale
visione.
Detto questo;
questa OS è una cagata
pazzesca, lo ammetto a me stessa, ma sentivo il bisogno di scriverla.
Grazie a
chiunque è arrivato sin qui, e
ancora più grazie (?) a quei tortini che lasceranno un segno
del loro
passaggio!
Qui vi lascio,
dopo una nota autore più
lunga della storia! D:
E
mi raccomando, stay with George! 💕